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Autore: DarkAeris    29/02/2012    2 recensioni
Una storia che narra l'amicizia di due ragazzi sin dai tempi del Liceo, che li vedrà uniti nel corso delle loro vite.
[La fanfiction utilizza personaggi da me trattati in altre storie originali, ma non necessità strettamente la lettura delle altre fanfiction per la comprensione della trama]
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il titolo è una citazione da Amico di Renato Zero, che si adatta molto al contenuto di questa storia.


“Rodari Davide?”
Ettore si voltò a guardare il biondino seduto accanto a lui, che rispose all'appello con voce squillante e allegra.
Davide...
Essendo il primo giorno di liceo, pensò che fosse meglio iniziare ad imparare i nomi dei compagni il prima possibile.
Il ragazzo appena chiamato aveva attirato la sua attenzione più degli altri per il modo in cui si era subito affrettato ad occupare il posto al suo fianco, sfoderando un sorriso enorme sul volto e un'espressione che sfiorava l'adorazione.
Inquietante.
Come quasi tutti i maschi di quella classe, era ancora in evidente fase di crescita e la sua altezza era decisamente ridotta, soprattutto rispetto a quella di Ettore.
Quest'ultimo, infatti, era sempre stato alto per la sua età, elemento che gli aveva permesso di spiccare più nel Basket che nel suo sport – nonché argomento – preferito: il calcio.
Lo zaino del ragazzo, per l'appunto, presentava uno stemma dalle enormi dimensioni della Roma, sua squadra del cuore.
Ettore era un ragazzo silenzioso e taciturno, dai capelli neri, la pelle olivastra e il corpo scolpito dai numerosi sport praticati sin dall'infanzia.
Nonostante gli occhi delle ragazze della classe fossero già proiettati su di lui, il giovane non sembrò farci caso, concentrato più sul motivo che doveva aver spinto l'insegnante ad iniziare l'appello dall'ultimo della lista, costringendolo a porre attenzione fino alla fine, quando chiamò il suo nome.

Cancellieri Ettore?”
Ettore...che nome virile!
Davide proiettò i suoi occhi azzurri sul ragazzo al suo fianco, soddisfatto della propria scelta di posto.
Il giovane, infatti, era entrato nell'aula quella mattina fermamente intenzionato ad iniziare con successo un progetto che gli stava molto a cuore: essere popolare al Liceo.
Si era preparato persino dei punti da seguire per ottenere questo scopo e quello di diventare amico del più fico della classe rientrava tra questi.
Ettore era alto, bello e misterioso: era perfetto!
Davide non riusciva a smettere di guardarlo, di sorridere e di complimentarsi con se stesso per il proprio diabolico piano.
Quando la professoressa iniziò a parlare del programma che avrebbe svolto durante il primo quadrimestre, il biondo si avvicinò ad Ettore, sussurrandogli, radioso:
“Ciao, io sono Davide. Sono sicuro che andremo d'accordo e che insieme conquisteremo tutta la scuola!”

Ma chi me l'ha mandato?
Ettore lanciò un'occhiata al vicino di banco, corrugando la fronte, e si limitò a rimanere in silenzio.
Gesto che sembrò entusiasmare il biondo ancora di più, per sua sfortuna.
Oh, sei proprio il tipo rude che mi serviva. Con il tuo fascino e il mio carisma avremo fiumi di ragazze ai nostri piedi. E' un metodo che non può sbagliare!”
Ettore non sapeva se ridere o se stenderlo con un pugno: scelse una via di mezzo, curvando le labbra in un sorriso sarcastico e rispondendo:
Io non ho bisogno di metodi, sono una calamita vivente per le donne.”
Davide parve prenderlo sul serio, perché una luce si accese nei suoi occhi, quando esclamò:
Wow, sono già innamorato di te!”
Oh Gesù...

#

Oh, ragazzi, siete così simpaticiii!”
Una piccola ragazza dai capelli rossi accarezzava il braccio di Davide, sfoderando un sorriso smagliante e lascivo verso la sua direzione.
La classe era in gita a Parigi, per il quarto anno di liceo, e la città romantica per antonomasia si era rivelata il pretesto perfetto per rimorchiare ogni creatura femminile che fosse degna di nota.
Il famoso piano che Davide si era tanto impegnato a progettare aveva avuto effettivamente successo: la coppia Cancellieri – Rodari era nota in tutta la scuola e negli ultimi anni trascorsi entrambi avevano avuto numerose relazioni.
Ettore nel tempo aveva solo incrementato alcuni elementi di fascino che lo avevano caratterizzato in passato, facendosi crescere barba e capelli e diventando sempre più laconico, limitando le parole e passando direttamente ai fatti.
Davide, invece, era quasi la migliore amica di ogni ragazza: sensibile, divertente e sempre pronto ad intrattenere una conversazione sul vestito alla moda appena uscito nei negozi.
Erano due tattiche diverse, ma portavano entrambe al medesimo risultato: letti sfatti e gemiti di piacere.
Per quanto Ettore non facesse che lamentarsi di Davide e della sua esuberanza, quest'ultimo sapeva perfettamente che l'amico gli era molto legato e amava vantarsi con gli altri di essere l'unico che riuscisse a farlo ridere davvero.
Una biondina decisamente ben dotata si appoggiò all'amica, curvando le labbra in un broncio.
Vorrai dire che Davide è simpatico! Ettore non ci sta degnando nemmeno di uno sguardo!”
Gli occhi azzurri di Davide si posarono sul volto freddo dell'amico, scoppiando a ridere:
Dovete scusarlo, con le ragazze ha l'abitudine di starsene in silenzio a pensare alla prossima partita della Roma. Solo io riesco a far aprire il mio amore.”
Ettore sbuffò, accennando un sorriso:
Semmai è vero il contrario.”
Davide finse di arrossire e curvò la mano, in un gesto appositamente effeminato:
Tesoro, i tuoi volgari doppi sensi mi sfiniscono.”
Le ragazze risero sguaiatamente, ammiccando verso entrambi, ma la bionda continuò la sua finta lamentela, con voce stridula:
Ma siamo a Parigi, la città dell'amore! Coraggio, Ettore, dimostrami quanto puoi essere romantico...”
Davide le posò una mano sulla spalla e disse, serio:
Bambola, ti sto concedendo il suo corpo, non ti allargare. Lui ama solo me.”
E che sia chiaro!

“Ettoreeeee, siamo a Parigi, non posso crederci che passerai la serata in camera da solo, invece che con qualche sventola. Andiamo, tira fuori la bestia conquistatrice che è in te!”
Dio, perché me l'hai mandato?
Davide indossava una camicia bianca che gli aderiva al corpo, alto e snello, conferendogli un aspetto da ragazzo maturo, ma mentre saltellava per la stanza, pestando i piedi per terra, Ettore non poté che associarlo all'immagine di un bambino petulante. Uno di quelli belli e dolci, che ci si diverte a viziare, ma che poi si scopre impossibile da gestire.
“Bello de casa, ma perché non vai a rimorchiare da solo e mi lasci in pace? Ieri al negozio di musica ho provato la batteria per quasi due ore, sono un po' stanco. Ma soprattutto: c'è la Roma. E non ho nessun desiderio di farmi altre ragazze, ne ho avuto abbastanza. Se dovessi sommare tutti i loro quozienti intellettivi non arriverei nemmeno al tuo... no, forse al tuo sì.”
Si accese una sigaretta e se la portò alle labbra, abbozzando un sorriso.
Davide si finse offeso, portandosi una mano al petto.
“Voi mariti non avete mai davvero rispetto per le vostre mogli.”
Erano talmente tanti anni che Ettore viveva a stretto contatto con l'amico che non era difficile immaginare la loro relazione come coniugale.
Spero di non sposarmi mai!1
Il biondo indossò il suo cappotto nero più elegante e lanciò un ultimo sguardo ad Ettore.
Dai, sono stupide, ma ci aprono le porte del Paradiso!”
Ettore si limitò a continuare a fumare, accendendo la televisione.
Davide sbuffò e si diresse alla porta, continuando a borbottare.
Davide?”
Il ragazzo alzò la testa, speranzoso, con gli occhi infantili che brillavano, felici.
Divertiti, non fare tardi e ricordati che hai un marito che ti aspetta a casa. Se farai il bravo, domani ti comprerò un regalo.”
Ettore sorrise, quando Davide, saltellando e sorridendo, uscì dalla stanza.


#

Sì, amore, ho preso 30 e lode!”
Davide prese posto sul pullman che portava da Tor Vergata al centro di Roma, dove si trovava la propria abitazione. Quel giorno, infatti, il traffico era particolarmente ingestibile ed era stato costretto a lasciare la macchina sotto casa, piuttosto che ritrovarsi bloccato per strada, in preda a pianti isterici.
Sei un secchione, Dà.”
Che carino, è fiero di me.
Era al secondo e ultimo anno della specialistica in Lettere e Filosofia e ormai gli mancavano pochi esami alla Laurea e ciò lo gratificava moltissimo.
Dai tempi del Liceo il suo rapporto con le donne non era minimamente cambiato, anche se il divertimento di passare da una ragazza all'altra era in parte scemato.
In primo luogo perché non aveva più sedici anni, ma ventisette, e in secondo luogo perché Ettore non era con lui a portare avanti il loro motto dei tempi andati: divide et impera!
L'amico, infatti, una volta terminato il Liceo, si era subito dato da fare per trovare lavoro, troppo insofferente e autonomo per continuare ad abitare con i genitori, e troppo annoiato dallo studio per iscriversi all'Università.
Per la prima volta, dopo cinque anni, i due amici si erano dovuti dividere e Davide, ai tempi, si era davvero preoccupato di perderlo per sempre.
Invece, per quanto Ettore lavorasse come muratore fino alle cinque tutti i giorni, tranne la domenica, e sebbene Davide dovesse studiare per la propria facoltà, ogni attimo libero di tempo lo avevano passato insieme e continuavano a farlo.
Il suo rapporto con Ettore era il più forte che avesse mai stretto con una persona e non avrebbe sopportato l'idea di separarsi da lui.
Adesso me toccherà chiamarti davvero Dottore.”
Davide sorrise al telefono, immaginandosi il viso duro dell'amico deriderlo senza scomporsi.
Le donne amano la parola dottore! Non potrò più togliermele di torno. Anche se basterà presentargli te, muratore rude e virile, e io potrò defilarmi.”
La risata gutturale di Ettore gli invase l'orecchio.
Non ce provà, tanto lo so che non ce sai stare senza ragazze sotto le coperte, mica ti va di mettere la testa al posto suo!”2
Davide ridacchiò e rispose, con voce femminile:
Sei tu che non mi hai ancora fatto la proposta con un bel trilogy!”

Ettore accarezzò i capelli biondi sparsi sul cuscino accanto al suo.
Erano due settimane che si frequentava con Simona, una ragazza molto bella dai modi gentili, ed era davvero soddisfatto. Si era stancato di passare da una relazione all'altra, di ritrovarsi a possedere brutalmente delle ragazzine frivole interessate solo alla sua fama di amante duro e passionale.
Voleva fidanzarsi e ci era riuscito.
Simona aveva ventun' anni, frequentava Lingue Orientali alla Sapienza e gli era stata presentata da un amico di infanzia di Davide: Manuel Oliveri.
Quest'ultimo gli aveva rivelato opinioni contrastanti riguardo al carattere di Simona, alternando giudizi negativi e positivi, a seconda del giorno nel quale gli si chiedeva di parlarne.
E' un'oca, è una dolcissima ragazza, le piace fare la civetta con tutti, sì, è così cara.
Manuel era decisamente la persona più strana che avesse mai incrociato il cammino di Ettore.
Artista con la A maiuscola, viveva nel suo mondo di note e di immagini folgoranti, faticando a rimanere con i piedi per terra.
Per quanto fosse diverso da lui, Ettore lo trovava molto interessante ed era molto soddisfatto di poter condividere con lui l'esperienza di un gruppo musicale.
Manuel aveva introdotto presto nel loro trio appena creato quello che lui presentava al mondo come suo fratello Marco, dal quale non poteva e non voleva separarsi.
Anche Marco aveva un universo tutto suo - probabilmente lui avrebbe risposto all'istante "quello di Star Wars" - e raramente permetteva agli altri di entrarne a far parte. Amava la sua chitarra e poteva stare ore a suonare, senza accorgersi di ciò che lo circondasse. Davide parlava di lui quasi con soggezione.
Il rapporto tra Manuel e Marco era molto simile a quello che Ettore aveva con Davide: indistruttibile e inspiegabile a parole concrete.
I quattro avevano formato un gruppo abbastanza affiatato e si divertivano ad uscire ogni volta che potevano, chiacchierando di musica e delle loro passioni in comune. Ettore, infatti, aveva iniziato a suonare la batteria a diciassette anni, ma non aveva mai incontrato nessuno con il quale condividere questa passione. Marco e Manuel erano quasi troppo immersi in quel mondo, più di quanto lui fosse mai stato, ma comunque i discorsi con loro lo divertivano davvero.
Sospettava che Davide fosse geloso del rapporto che si stava creando con questi nuovi amici e soprattutto con Simona, che passava moltissimo tempo con lui.
Che mogliettina appiccicosa!

#

Non posso crederci, amore, mi stai davvero tradendo, unendoti ad una band senza il tuo cucciolotto?!”
Manuel scoppiò a ridere, quasi strozzandosi con la pasta che stavano mangiando a cena, mentre Simona aprì la bocca in un largo sorriso, ravvivandosi i capelli con un gesto, stringendosi ad Ettore e lanciando sguardi ai tavoli che circondavano il loro, come se sperasse che tutti la vedessero con lui.
Davide non la amava particolarmente. Non era una ragazza antipatica o stupida, ma gli dava l'incredibile sensazione di essere del tutto falsa. Da quando l'avevano conosciuta, infatti, i suoi lati dolci e ingenui si erano sempre più affievoliti, portando in superficie l'aspetto più frivolo e sciocco del suo carattere. Inoltre civettava con qualsiasi essere maschile che la circondasse, sebbene sembrasse molto soddisfatta si sé per essere riuscita a vincere il cuore di Ettore.
Lui però, per suo carattere, non discuteva mai con nessuno, in particolare con le belle donne, e aveva con lei un rapporto di superficie molto intenso.
Manuel la trovava simpatica, ma era difficile risultare sgradevoli ai suoi occhi, soprattutto perché non si soffermava mai a conoscere davvero ciò che lo circondasse.
Marco sembrava indifferente alla sua presenza, ma anche in lui questo non era un dato rilevante: il chitarrista per sua natura, infatti, poneva molta più attenzione alla musica e al cinema piuttosto che alle ragazze.
Comunque Ettore ci stava insieme e ogni sua decisione era per lui legge.
Il batterista sorseggiò un bicchiere di birra e rispose all'amico, con un ghigno sul volto:
Dà, ti ho regalato un basso a Parigi quando eravamo ragazzini e tu non l'hai mai nemmeno sfiorato. Impara a suonarlo e poi ne riparleremo.”
Davide sorrise, ricordando il giovane Ettore comprargli lo strumento musicale in Francia, dicendogli che il colore azzurro di quell'Ibanez gli ricordava quello dei suoi occhi... Erano scoppiati a ridere subito per la frase romantica che ne era uscita fuori.
Bene, allora imparerò a suonarlo!”

La cantante del mitico gruppo dei MoonLight Sonada si era dileguata senza tante cerimonie, dopo un paio d'anni dalla formazione e pochissimi e inconcludenti concerti.
Nessuno dei musicisti aveva particolarmente sofferto per il suo abbandono, considerato il fatto che il suo ruolo all'interno del gruppo era dipeso maggiormente dal suo rapporto sotto le lenzuola con Manuel, più che ad un reale talento.
Inoltre, Marco aveva dovuto lasciare la parte compositiva a Manuel, perché decisamente non ispirato dalla voce falsamente roca della donna, che mancava di intensità e di emozione.
Ettore, quindi, si era subito impegnato a distribuire dei volantini nei quali si indicava la ricerca di una nuova cantante, nel locale dove aveva appena terminato un concerto con il gruppo cover band dei Nirvana, che aveva formato da mesi con alcuni amici, per semplice passatempo.
Chissà perché hai appeso il foglietto proprio davanti a lei, eh?!”
Davide sogghignò, passando una mano tra i capelli di Ettore, arruffandoli.
Quest'ultimo rimase composto, senza tradirsi minimamente nell'espressione.
Non capisco di cosa parli.”
Oh, andiamo, Ettorino, ti piace un sacco quella fan dai capelli ricci che viene sempre a vedere la tua cover band, è così evidente! Piace pure a me, è proprio bella.”
Diavolo, se era vero. Da qualche mese, ormai, quell'Aurora si presentava ad ogni suo concerto, con quello stupendo sorriso, che gli faceva perdere la testa.
Ettore guardò l'amico, facendosi improvvisamente serio.
Devo prima capire cosa provo per Simona.”
Simona, sua fidanzata da tre anni... faticava pure a riconoscere in lei la ragazza della quale si era invaghito inizialmente. Aveva difficoltà anche ad averla accanto, ormai.
Davide ricambiò lo sguardo, sussurrando:
La Simona che conoscevi era solo una finzione.”
Mi leggi dentro come un libro aperto.


#

Trovo immensamente simpatica l'amica di Aurora, dovrebbe portarla alle prove molto più spesso!”
Davide aveva grande stima nei confronti della fidanzata del suo migliore amico: era una ragazza dolce, sensibile, forse anche troppo fragile.
Aveva la più bella voce che avesse mai sentito ed era un piacere suonare con lei.
Approfittando della rottura della grande storia d'amore che si era creata tra la cantante e Marco, finita diversi mesi prima a causa dell'intervento di un Ettore geloso e innamorato, Davide era diventato il bassista ufficiale del gruppo, che, dopo l'abbandono di uno dei fondatori, aveva cambiato nome.
I Lilim erano un gruppo fantastico e, per quanto non fosse felice delle complicazioni che erano avvenute all'interno della precedente composizione, lui era così orgoglioso di farne parte. Inoltre, suonare un basso in una band incrementava la sua immagine di gran figo agli occhi di tutti!
Nonostante avesse ormai passato la trentina, la voglia continua di piacere alla gente non era scemata in Davide, che sembrava averne fatto una droga personale.
Far parte di una band di un certo calibro non poteva che incrementare questa sua mania.
Manuel aveva talento nel comporre, sebbene Davide ricordasse che i brani che Marco aveva composto per Aurora superavano di intensità quelli nuovi, ma la cantante non era riuscita più a cantarle, dopo la rottura, senza soffrirne fisicamente.
E' strano che tu l'abbia notata solo adesso, Silvia veniva ai concerti anche quando il gruppo precedente non si era ancora sciolto.”
Ettore era cupo, mentre teneva tra le mani le bacchette della batteria.
Davide capì subito il motivo del suo umore nero: Marco aveva da poco trovato il coraggio per assistere ad una loro prova, vincendo l'astio e i propri rancori, ed era rientrato nelle loro vite come un fulmine, facendo senz'altro almeno una vittima.
Era necessario distrarre Ettore, farlo tornare a sorridere!
Oh beh, lo sai che riesco a guardare solo te quando sei sul palco, è più forte di me.”
Un lieve sorriso apparve sul volto dell'amico, gratificando leggermente Davide.
Odiava non poter fare niente per alleviare le sue pene.
In realtà, per quanto ritenesse Aurora una ragazza fantastica, avrebbe voluto che Ettore la lasciasse, avrebbe voluto urlargli che non sarebbe mai andata a finire bene tra loro, avrebbe voluto fargli aprire gli occhi.
Ma Davide conosceva Ettore meglio di chiunque altro. Lui lo sapeva; sapeva che Aurora non aveva mai smesso di amare Marco, eppure non riusciva a rinunciare a lei, adesso che era sua.
Saltellando, raggiunse l'amico e si andò a sedere sulle sue ginocchia, appoggiando la testa alla sua spalla.
Anche se ami un'altra, io amo solo te, dopo tutto questo tempo!”
Ettore scoppiò a ridere.
Vittoria!

Dà, smettila di fare il ragazzino una volta tanto nella tua vita. Ormai siamo due adulti, è bene che tu apra gli occhi e comprenda che nessuna delle ragazze che hai avuto in questi anni ti ha lasciato un segno indelebile come ha fatto Silvia. Smettila di scappare.”
Ettore era tesissimo e non poteva sopportare di sentire Davide continuare a inventare scuse, pretendendo che la ragazza non rappresentasse nulla per lui.
Negli ultimi periodi non aveva fatto altro che parlare di lei, non aveva fatto altro che prenderla in giro, non aveva avuto altro pensiero che non la riguardasse.
Ma ammetterlo avrebbe rappresentato una svolta nella vita di Davide, avrebbe comportato un cambiamento che non era pronto a sopportare.
E così si ripeteva – e ripeteva ad Ettore – che Silvia era un maschiaccio, che non era assolutamente il suo tipo ideale di donna.
Ma non poteva mentire proprio a lui, così come non poteva mentire a se stesso.
Di persone che chiudevano gli occhi e non volevano vedere la realtà ce ne erano fin troppe...
M-ma Daniela...”
Daniela non rappresenta niente per te, non l'ha mai fatto.”
Quella sciocca ragazza, scelta per un motivo non chiaro nemmeno a lui tra migliaia di altre delle stessa pasta, era stata lo scudo usato dall'uomo per impedirsi di progredire, lo sapevano entrambi.
Gli occhi infantili di Davide si persero nei suoi, come se cercassero aiuto, come se non potessero sopportare di non avere conforto dal proprio amico.
Ettore si addolcì, posando una mano sulla spalla del biondo.
Svegliati, Peter Pan, è arrivato il momento anche per te di diventare adulto.”
Davide parve quasi sconvolto dalle parole di Ettore e non aggiunse niente, limitandosi a farsi abbracciare dall'uomo.


#

Ettore stava piangendo.
Lo conosceva da quando? Più di vent'anni, eppure non l'aveva mai visto versare una lacrima.
Era un atteggiamento che semplicemente non gli si adattava. Lui era Ettore: l'intrepido, il virile, il grande, il temerario.
Eppure ora era lì, stretto al tavolo, che lasciava scendere le lacrime, in preda all'alcol e al dolore che aveva represso in tutti quegli anni.
Lo sapevamo, Ettore, lo sapevamo che sarebbe tornata da lui.
Era un fatto certo in tutti gli animi, nel tuo prima di tutti. Forse gli unici che non ne avevano davvero coscienza erano proprio Aurora e Marco.
Non c'era bisogno di dire o fare niente, lui aveva bisogno di quei singhiozzi e Davide aveva bisogno di essere al suo fianco.
Nessuna parola, nessuna battuta. Solo uno accanto all'altro. Come sempre.


Silvia è rimasta incinta.”
Ettore sgranò gli occhi, lasciando cadere la sigaretta che reggeva tra le dita.
Cosa?!”
Davide aveva uno sguardo smarrito, ma era evidentemente preda delle più grandi emozioni che avesse mai provato in vita sua.
Sedeva davanti all'amico e si torturava le mani, nervosissimo.
Ettore fermò il movimento teso, per costringere il biondo a guardarlo.
“Come farai, siete tornati insieme, ti ha perdonato?”
Davide aveva gli occhi lucidi, la voce tremula, il respiro affannato.
Fece cenno di sì con la testa e una lacrima gli rigò il viso.
Io...io... sono fuori di me dalla gioia. Io la amo, Ettore, la amo davvero e lei... un mio bambino.”
Ettore si alzò e andò ad abbracciare l'amico, stringendolo forte, lasciando che sentisse la sua presenza, la sua gioia, la sua compartecipazione ad un evento così importante.
Finalmente era avvenuto il grande passo. L'eterno infantile si era deciso a fermarsi e a riprendersi ciò che davvero aveva contato qualcosa nella sua vita.
Ettore ringraziò il cielo per questo miracolo. Aveva rischiato davvero di perdere Silvia per sempre.
Un tradimento che non riusciva a perdonare nemmeno lui stesso.
Ma ora sarebbero diventati genitori.
Ettore... voglio che tu sia il padrino di mio figlio.”
I due amici si lanciarono uno sguardo; gli occhi neri in quelli azzurri, come era sempre stato.


NdA:

Questa storia è quella più “completa”, per quanto riguarda i fatti narrati, ovvero ritengo che possa essere letta da sola, senza l'intervento delle altre fanfiction che ho scritto su questi personaggi.
Se però, vi interessasse sapere la storia di Marco, Aurora ed Ettore, o l'inizio dell'amore tra Davide e Silvia, non vi resta che andare a spulciare questi racconti.

Storie mie:
"My words just blow away" (inizio della storia d'amore tra Ettore e Aurora, vista da entrambi i punti di vista).

 Another Night (Punto di vista di Aurora: finalmente si rende conto dei propri sentimenti).

 Vai con lui (Punto di vista di Ettore e la sua reazione agli eventi successivi al ritorno di Aurora con Marco)

Storie di MedusaNoir:
Sulle Note di Cat Stevens (Storia d'amore tra Marco e Aurora, punto di vista di entrambi, ma per lo più di Marco).

Non ti amo più (Storia di Marco con Michela, sua fidanzata dopo Aurora, che però non riesce a dimenticare)

Diario dei giorni passati nella tua presente assenza (Aurora e Marco, entrambi i punti di vista. Dall'inizio al giorno delle nozze).

La notte (Aurora e Marco, entrambi i punti di vista, la notte prima delle nozze).

Cosa sarebbe il mondo senza Capitan Uncino? (Storia d'amore tra Silvia e Davide).

1: E' un esempio di ironia tragica. Ettore si augura di non sposarsi mai e in effetti, dopo l'abbandono di Aurora, non vorrà più legarsi in quel modo con nessuno.

2: La storia è ambientata a Roma ed Ettore è senz'altro un romanaccio, perciò ho lasciato alcuni accenni di dialetto nei suoi dialoghi, sebbene siano davvero di breve traccia.

Il cancelletto segna i salti temporali:
Nella prima sequenza i due protagonisti hanno 14 anni.
Nella seconda sequenza ne hanno 17.
Nella terza ne hanno 27.
Nella quarta ne hanno 30.
Nella quinta ne hanno 31-32
Nella sesta ne hanno 35.


   
 
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