Anime & Manga > Inazuma Eleven
Segui la storia  |       
Autore: Daenerys_Snow    29/02/2012    11 recensioni
- Allora… tu lo ami? – Erika sapeva perfettamente a chi si stava riferendo.
- Perché? Ti ha detto che l’ho trattato male, forse? – chiese lei leggermente irritata.
- No, no! È che voglio sapere se mio fratello si è innamorato di qualcuno che lo ricambia, tutto qui. – tentò di giustificarsi quella dai capelli blu.
- Senti Celia: mi sembra esagerato chiamare il nostro “amore”… l’amore è qualcosa che si costruisce col tempo, non in 3 giorni. E poi…
- Cosa? – chiese l’altra speranzosa in qualcosa di positivo.
Volete sapere come risponde Erika?
Allora dovete andare a leggere...
queste qui sono solo alcune parole del 5° capitolo...
quindi spero che andiate a leggere il resto.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jude/Yuuto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'My Football is Inazuma Eleven'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 13

Non poteva essere vero, andiamo. Quelle parole che le sfiorarono per un istante solo la mente, bhè, erano assurde, no?!
Insomma: non poteva essere incinta, no? Vero?!
Aveva 14 anni, cavolo, mica era sua intenzione procreare, eh! Lei non… poteva…
In quei minuti di riflessione, Erika rimase immobile, con davanti un Francesco zitto, fin da subito. Sì, da quella frase che fece pensare così per tanto tempo la cugina adorata.
Se la guardava come se fosse diventata la ragazza più brutta a questo mondo, come se fosse la peggior cosa che i suoi occhi potessero osservare. Anche se, bisognava ammettere, che comunque le assomigliava molto: la sua faccia era sbiancata ed i suoi occhi erano rimasti per un tempo indefinito a fissare il vuoto. In quel momento sembrava uno zombie.
-    Erika… - sussurrò a malapena lui, cercando di attirare l’attenzione, anche se non ne ricevette molta.
Ormai la cugina era persa nei suoi pensieri più intimi e segreti. Era persa in un mondo dove una vocina le stava parlando di qualcosa, di cose che lei non voleva proprio sapere. Questa voce era soprannominata Coscienza.
Colei le diceva cose che, probabilmente, nessuno le avrebbe mai detto.
-    Ehi, signorina, ma hai pensato due volte prima di andare al letto con quel ragazzo, eh? O l’hai fatto così, per puro svago? No, dimmelo, perché io non so bene cosa ti sta prendendo, eh. – Continuava a ripeterle.
Che domande: lei l’aveva fatto perché Jude è innamorato di lei, no? Quindi… mi pare logico.
Ok, ma la cosa che la tormentava di più era un’altra: poteva davvero aver dato “vita” ad un essere? Poteva lei, forse inconsciamente, creare una nuova creatura? Poteva lei, poi un giorno, prendersene cura?
La crisi emotiva la scaraventò a terra, letteralmente. Accasciata a terra, aveva ancora gli occhi fissi nel vuoto e si perdeva dietro a quella solita voce che le faceva quel tipo di domande.
-    Ehi, cuginetta… - le si avvicinò Fran premuroso. Si accucciò a terra assieme all’altra e le mise un braccio attorno alle spalle. – Stai tranquilla, però: non ti ho mai visto troppo preoccupata.  – Le comunicò dolcemente all’orecchio.
Ma tanto questa non l’ascoltava minimamente. Troppo presa dai suoi pensieri, da quelle ipotesi che la stavano torturando, tanto da farle scoppiare la testa.
Testa dolorante, stomaco contorto e occhi che bruciavano. Bhè, questi ultimi si sono sfogati con delle lacrime calde lungo il viso di Erika. Scendevano silenziose quelle gocce. Senza che la ragazza singhiozzasse. Nulla.
Ma il cugino se n’accorse fin da subito, e così gliele asciugò prontamente. Era strano vederla piangere. Forse aveva esagerato con quella frase, che, magari, poteva rivelarsi solo e soltanto che la più pura verità.
Il Giorno Seguente
-    Sicura di voler venire a scuola, Eri? – Le chiese il cugino da dietro la porta del bagno, dove l’altra si trovava.
-    Certo che verrò. Mica salto un giorno di lezioni per qualche lacrima di troppo, eh!! – Rispose lei aprendo la porta e cercando di non guardarlo negli occhi.
Ma tanto Fran sapeva benissimo che aveva trascorso tutta la notte a piangere sul cuscino celeste. L’aveva udita da mezzanotte alle prime luci dell’alba.
Uscirono velocemente e corsero verso scuola. Si stava facendo piuttosto tardi. Mentre correvano, Erika ripensò alla selezione per la corsa, alla quali, almeno secondo l’insegnate, non sarebbe adatta. Correva riflettendo su quella frase che le faceva capire che non era perfetta, come tutti quanti le avevano detto in passato.
Giunti nel giardino dell’edificio scolastico, i due cugini videro poco lontani dei ragazzi con al fianco certe ragazze della loro età. Ovviamente si trattava dell’Inazuma al completo. Erika diede un’occhiata per cercare il suo fidanzato, ma di lui nemmeno la traccia. Forse era in ritardo.
-    Dov’è Jude? – Chiese ad Harley. Il ragazzo aveva un braccio attorno alle spalle di Martha, che guardava storto Eri.
-    Credo che sia già in classe, ma ad essere sincero, non l’ho visto per niente oggi. Magari sta male… - Le rispose pensieroso senza dare troppo importanza all’espressione cupa dell’altra.
-    Oggi non viene a scuola, almeno così ha detto. – Uscì fuori Caleb con un’aria di chi la sapeva lunga, forse anche troppo.
-    E come mai? – Chiese Guilty al posto della ragazza dagli occhi smeraldo. Pareva molto interessata a quel discorso riguardante Sharp.
-    Doveva fare qualcosa di cui non so molto, direi… - Finì col dire Caleb che se ne andò verso l’entrata.
Durante la ricreazione
-    Tutt’apposto, Erika? – Chiese preoccupata Destiny, mettendole una mano sulla fronte per testare la temperatura corporea dell’altra.
-    Sì, certo… devo assolutamente parlare con Jude, ma non c’è oggi a scuola… - Rispose l’altra senza nemmeno degnarla di uno sguardo. La finestra l’attirava molto di più.
-    Capisco… ma ci sono problemi? – A quella domanda, Erika si girò di colpo. Solo allora notò che dietro a Destiny c’erano anche Beatrix e Dolly.
-    N-no… state tranquille ragazze.
Finite le lezioni
Erika camminava affiancata da Francesco e Celia lungo la strada che portava a casa sua. La ragazza dai capelli blu scuro sarebbe venuta nella loro abitazione per stare un poco con Fran.
Eri notò perfettamente che aveva gli sguardi dei due addosso, ma fece finta di nulla, per non destare troppi sospetti, almeno per quanto riguarda Celia, ovvio. Arrivati a casa, i due fidanzati si diressero verso la stanza del ragazzo; ma poco prima l’altra li fermò.
-    Tuo fratello? – Chiese alla bluetta con un’espressione indifferente ed impassibile.
-    Credo che stia a casa. Non t’ha detto nulla?
-    Di cosa? – Chiese ora un poco curiosa.
-    Oggi aveva una visita importante, o qualcosa del genere… - Buttò lì la bluetta andandosene di sopra con Fran, e lasciando sola la ragazza dagli occhi color dello smeraldo più luminoso.
Intanto, questa, pur di non rimanere come un salame lì, nell’atrio della sua casa enorme, si rifugiò nella sua tana, ovvero a dire la sua adorata camera. Tutta azzurrina, il suo colore preferito. Si sentiva bene tra quelle 4 pareti.
Si sedette sul letto, ma ben presto ci si sdraiò sopra. Prese da dentro il cassetto del comodino il suo amato MP3 nero lucido. L’accese senza assumere un’espressione che esprimesse felicità o tristezza. Impassibile.
Schiacciò il pulsante Play sulla prima canzone d’amore che le capitò a tiro. E solo lì si rese conto dell’errore che stava commettendo. Anzi: che aveva commesso, perché finalmente aveva compreso cos’era quel sentimento che provava nei confronti di Jude.
A lei piaceva il ragazzo, ma non l’amava. Non riusciva a definire il loro rapporto una relazione tanto seria da poterla istituire principalmente su questo profondo sentimento di cui lei, forse, non era consapevole.
Sicuramente c’è chi tra di voi dirà che Erika è stupida, sciocca e ignorante. Sì, può darsi anche. Ma lei stava con Jude solo perché ci stava bene insieme, non può dire di amarlo, almeno non quanto lui ama lei.
Intanto la canzone finiva, e lei rapidamente spinse per un paio di volte un pulsantino sulla tastiera per poi schiacciare nuovamente Play.
Partì una canzone piuttosto deprimente. Sì, un po’ come si sentiva lei in quel momento. Non riusciva ad immaginare lei con un neonato in braccio; perlomeno non ancora.
Aveva 14 anni: ok, è stato bello fare l’amore, però rimanere incinta non era un suo obbiettivo, sicuramente. Guardava il soffitto bianco panna. Vide lei e Jude, insieme, che cullavano questo fantomatico neonato che, probabilmente un giorno, avrebbe occupato la loro adolescenza.
No, non poteva essere, diavolo. Avevano una vita davanti: non avevano 20 o 30 anni!
Erano adolescenti, ragazzini, su certi aspetti forse anche un po’ bambini: non potevano permettersi di avere una vita tra le mani. Non ora.
Ma una domanda assalì Erika, profondamente immersa nei suoi pensieri: Jude aveva utilizzato un qualcosa per proteggerli?
Stufa di tutti quei dubbi, si alzò dal letto e si avvicinò alla scrivania con i scaffali. Prese il cellulare grigio argentato e notò diversi messaggi da Guilty e qualcun altro; non li lesse, che già aveva composto il numero di Jude.
Dopo 10 minuti
-    Ehi, Eri, Celia se n’è andata. – Disse calmo Fran quando aprì la porta della stanza della cugina adorata. Rimase scioccato quando la osservò assieme a degli abiti sparsi a terra, sul pavimento beige. – Ma è scoppiata la terza guerra mondiale, qui?
-    No, è che devo uscire e… - Rispose semplicemente l’altra con lo sguardo puntato sull’armadio color magnolia. Non osava alzare il suo sguardo su quello del suo fedele amico d’avventure.
-    Con chi? – Chiese ora serio.
-    Devo vedere assolutamente Jude. – A quel nome Fran sussultò visibilmente, e lo notò anche Erika, nonostante avesse lo sguardo puntato da un’altra parte. – Dov’è il problema? Spara.
-    Che dovete fare, eh? Vuoi rifarci l’amore?
Erika si girò per guardarlo ma ebbe come risposta solo un sorrisino malizioso, ma allo stesso tempo accusatorio.
-    No, ovvio che no, sciocco. Devo parlargli di… ecco… - Le parole le morirono in gola.
-    Del bambino che sicuramente crescerà in 9 mesi nel tuo grembo? Guarda: immagino già come ti potrebbe rispondere. – Aspettò che l’altra analizzò ogni sua singola parola. – Ti lascerà dicendoti che ciò che avete fatto è sbagliato, e che non ti ama più.
Quelle parole la lasciarono basita: perché la trattava così? Cos’aveva fatto di male?
Strinse la maglia che teneva tra le mani: desiderava strapparla per poi buttarla a terra con disprezzo. Avrebbe voluto spaccare l’armadio con un solo pugno. Avrebbe voluto fare quello che le pareva e piaceva.
-    Ti stai innervosendo, mh? Sai non ti conviene nelle tue condizioni.
-    Mi spieghi come cavolo fai ad essere così certo che io sia incinta, me lo vuoi dire, scusa? No, perché se sai qualcosa che non so, ti prego: dimmelo. – Disse tutto d’un fiato senza pentirsi minimamente di ciò che disse.
-    Lo sento; forse è il mio sesto senso. Chi lo sa! – Rispose quasi scherzando l’altro sedendosi sul letto morbido ad una piazza e mezza. Le fece cenno di seguirlo.
-    Che faccio? – Gli chiese preoccupata seriamente, ora.
Le mise un braccio attorno alle spalle.
-    Ha usato una qualche protezione?
-    Non lo so. Sinceramente in quell’istante non gliel’ho chiesto, sai com’è?!
-    Mh. – Poi riprese calmo come sempre. – Lui t’ha detto qualcosa di strano in questi ultimi tempi?
-    No, non mi pare. Ma perché queste domande? – Chiese Erika confusa più che mai.
-    Voglio sapere quello che potrebbe accaderti. – Si girò per guardarla negli occhi verdi che in quel momento erano spenti. – Non so cosa farei se ti accadesse qualcosa… - L’abbracciò velocemente, senza dare tempo all’altra di rispondere a quel gesto affettuoso.
-    Ti voglio bene, Fran.
-    Anch’io…
Ma ben presto delle lacrime incominciarono a scendere sul volto della ragazza mora.
-    Ehi, non piangere. Non eri tu quella che diceva sempre “Io non piango mai. E non inizierò proprio ora”? Dov’è quella ragazza a cui voglio un mondo di bene, eh? – L’abbracciò di nuovo. – Non ti preoccupare: ci sarò sempre io con te. Te lo prometto. Sei la cosa più importante della mia vita; sei l’unica persona che mi ha dimostrato un minimo d’affetto.
La ragazza continuò a singhiozzare sulla sua spalla. Si vergognava: non accadeva spesso di vederla così, in quello stato.
-    Che dirò a mia madre ed a mio padre? – Chiese flebilmente Erika asciugandosi una stupida solitaria lacrima.
-    La verità, Eri. Dovranno accettarla, lo sai.
-    Ma così poi… - Cercò di dirgli qualcosa ma lui le mise un dito sulle labbra.
-    No, la verità è la cosa sempre migliore, è la cosa più giusta del mondo; e tu questo lo dovresti imparare, sai.
Lo sguardo della ragazza dagli occhi color smeraldo andò a finire sui vestiti a terra sul pavimento.
-    Hai ragione, come sempre cuginetto. Scusami per tutto quello che ti faccio passare.
-    Tranquilla: ormai mi ci sono abituato. Ti vorrò bene per sempre, Eri. Non te lo scordare.
Al campo dell’Inazuma
-    Ciao, amore mio. Perché mi volevi parlare? È successo qualcosa? – Le chiese immediatamente Jude, non appena la vide fermarsi con sguardo perso davanti a sé.
-    No, nulla, tranquillo, Jude.
-    Cos’hai? – Chiese ora serio. Non gli piaceva quella sua espressione persa nel vuoto.
-    È che ti volevo parlare dell’altra notte. – Abbassò lo sguardo per colpa delle guance rosse.
-    Parli della notte della festa, forse? – Chiese sorridendole.
-    Sì, quella. Ma intanto camminiamo che senno mi distraggo troppo da ferma.
Questa frase lasciò Jude sorpreso: certo che la sua fidanzata era davvero molto strana.
Camminarono per circa cinque minuti in silenzio, finché lei non lo ruppe.
-    Voglio sapere una cosa. Dovrai rispondermi sinceramente. – Incominciò serissima.
-    Che vuoi sapere, Eri?
-    Hai usato qualcosa per… - Le guance di nuovo in fiamme.
-    Continua, ti prego. – Le prese la mano cercando di tranquillizzarla.
-    È vero che hai utilizzato qualcosa per proteggerci, vero? – Chiese tutto d’un fiato la mora guardandolo sinceramente negli occhi.
Jude le rispose con uno sguardo penetrante. Più che altro, su certi aspetti, un poco confuso: doveva capire dove la sua ragazza voleva andare a parare. Non riusciva a decifrarla.
-    Perché questa insolita domanda? – Le domandò lasciandole la mano.
-    Tu rispondimi e basta, ti scongiuro. – Lo disse a bassa voce, senza far udire a chi stava intorno la loro conversazione.
-    No… non ho utilizzato nulla.
Gli occhi di Erika si accesero di un verde brillante intenso: con lo sguardo rivolto a terra, trasmetteva una tensione terribile ed insopportabile al fidanzato, che la guardava preoccupato.
-    Cos’hai?
Cos’ho? Forse sono incinta, ecco cos’ho, gli avrebbe risposto volentieri; ma una morsa allo stomaco non le fece dire quelle parole che nacquero solo nella sua mente.
Le mani strette in pugni, si attaccarono lungo i fianchi. Sono in quel momento rialzò lo sguardo.
Jude vide solo due lacrime sulle rosee goti della fidanzato, anche perché scappò, correndo via come un’antilope. Sì, ricordava un animale velocissimo quando correva. Ma lui non la rincorse, non la seguì fino a casa sua. Non poteva sapere quello che gli sarebbe aspettato.
Perciò, il povero Sharp, rimase basito, forse anche scioccato, davanti ad una Erika velocissima quanto il vento. Sì, proprio come l’aria che lui stesso respirava.
Bar vicino alla Raimon Junior High
La mora dagli occhi smeraldo sorseggiava un cappuccino. Le piaceva da morire berlo in quella stagione. La tirava un po’ su di morale.
Sentì dei passi avvicinarsi, e credendo che fosse il suo ragazzo, disse – Non voglio parlare ora, Jude.
Ma non era lui. Così la ragazza si dovette girare, anche perché non le arrivava risposta dall’altro, chiunque fosse. Due occhi castani la fissavano. Qualche riccio ribelle le ricadeva sul volto pallido e pieno di lentiggini.
-    Oh, Guilty… - Accennò ad un mezzo sorriso.
-    Ehi, Erika. Cos’è quella faccia? – Le chiese, come se veramente le interessasse. Le si sedette accanto.
-    No, nulla. Grazie.
-    Non è vero. Mi stai mentendo, un po’ come fai con Jude.
Un pizzico di rabbia si accennò negli occhi verdi luminosi. Si girò completamente verso l’altra castana.
-    Che vuoi dire con questo?
-    Solo che non hai detto tutta la verità al tuo fidanzato, tutto qui. – Rispose tranquillamente mentre tirava fuori dalla borsetta viola dei soldi per pagare la spremuta d’arancia.
-    Parla chiaro con me, Guilty. – Erika si fece seria.
-    Senti, cara, mi vorresti dire che gli hai detto del fatto che tu non lo ami? Non ci credo neanche morta. – La fissò in quel verde smeraldo. – E dimmi la verità: tu non sei innamorata di Jude Sharp, vero?
Rimase in silenzio senza fiatare per due minuti netti.
-    Che te lo dice, eh?
-    I tuoi occhi, cara mia. E se è per questo ti dico anche che ce li hai gonfi perché hai pianto fino a cinque secondi prima che io arrivassi. – Le rivolse uno sguardo accusatorio. – Con me ti puoi confidare.
Erika non seppe cosa fare: dirle o no la verità? Si poteva fidare tanti da poterle dire che probabilmente aspettava un bambino?
La ragazza dagli occhi verdi ripensò al loro rapporto: ok, non andavano poi così tanto d’accordo, ma una cosa del genere, magari, l’avrebbe fatta cambiare.
-    Dovrai starti zitta, però.
-    Ok, ti do la mia parola.
E sorridendo, si diedero la mano.

 

Spazio Autrice

Ragazze e Ragazzi, grandi novità.
Ho scelto il vincitore del mio sondaggio sul nickname che dovevo cambiare…
*Rullo di tamburi*…
Il vincitore è …
Simo__Chan con il nickname DarkWolf (al quale apporterò una qualche modifica). Ho scelto questo poiché è semplice ma d’effetto. Non per preferenze. Allora gli altri sono (in ordine i primi 7):
-    _Moon_Of_Wolf_ (_Lonely_)
-    Devil penguin-star (Manga elevato 2)
-    WolfLovesJude (Simo__Chan)
-    KidouWolf__ (Simo__Chan)
-    Fire Devil Star (Marie16)
-    Ice Star Pam (Marie16)
-    Pam White Penguin (_Pandora_)
Vi ringrazio tutti quanti…!
Allora, spero che vi sia piaciuto questa minuscolo capitolo. Tanti bacini,
Bea Chan
  
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: Daenerys_Snow