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Autore: Vahly    03/10/2006    2 recensioni
Nella terra di Lilyhann si sta scatenando una guerra fra elfi bruni ed elfi chiari. E se Yori, appartenente ai primi, conoscesse Shan, un suo nemico? Riuscirà la loro amicizia, e forse il loro amore, a sopravvivere nonostante tutto?
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SHAN E YORI, Cap. 03

In partenza





Era mattina presto, e Shan ancora dormiva, quando Yori si alzò dal letto e decise di scendere a chiedere un paio di informazioni all’albergatore.
Sapeva che l’altro non si era ancora del tutto ripreso, per quanto continuasse a ripetere di stare bene, e così decise di non svegliarlo. Non appena sarebbe stato meglio, sarebbero ripartiti.
Stava quindi parlando con il proprietario, chiedendogli informazioni su come raggiungere il villaggio più vicino, dopo essere stato informato che i pochi giovani disposti a partecipare alla guerra erano già partiti, quando sentì un urlo provenire dal piano superiore.
Subito sia lui che l’albergatore, un elfo basso ed un po’ robusto, corsero a vedere cosa stesse succedendo, e Yori fu molto sorpreso di constatare che la donna che aveva urlato si trovava di fonte alla porta aperta della sua stanza.
- Rea, cosa succede?
Domandò preoccupato l’albergatore alla donna, che si scostò nervosamente dal viso una lunga ciocca di capelli neri.
- Io… io ho visto che il ragazzo era sceso, e così ho pensato di dare una sistemata alla stanza… di solito lo faccio di prima mattina, ma non volevo disturbare… Però, quando sono entrata, ho visto…
- Cosa?
L’elfa puntò il dito verso l’interno.
- Lui. È… è un elfo bianco! È un nemico… come fa ad essere qui?
Yori tentò di entrare nella stanza, ma l’albergatore vi si pose davanti.
- No, non entrare. Non sappiamo come sia arrivato qui, ma può essere pericoloso.
L’elfo assottigliò lo sguardo.
- Ce l’ho portato io, razza di idioti. Era ferito, e non è pericoloso.
- Ce l’hai portato tu? Come osi far entrare un nemico nel mio…
- Non è un nemico! Ed ora lasciami passare, oppure…
Non aggiunse altro, ma dal fodero che aveva sulla cintura estrasse un pugnale e glielo puntò contro. L’albergatore si scostò, guardandolo malamente.
Yori corse nella stanza, e si avvicinò a Shan, in piedi davanti al letto, con lo sguardo basso.
- Ehi, stai bene?
Gli domandò.
Il biondo annuì.
- Mi… mi dispiace. Non dovevi esporti per colpa mia…
Yori gli posò una mano sulla spalla.
- Fa niente. Non è colpa tua, stai tranquillo.
Shan sorrise leggermente, avrebbero rimandato le discussioni a dopo.
- Dai, ora aiutami a raccogliere le mie cose. Credo che il signore non voglia ospitarci ancora, no?
Disse con un tono leggermente ironico, rivolto all’albergatore, che tagliente rispose:
- Infatti. Fareste meglio a togliere il disturbo il prima possibile, prima che decida di chiamare qualcuno…
Yori prese una grossa sacca di pelle color panna, e ne passò un’altra simile al compagno di stanza.
- Questa è più leggera, prendila tu.
- Ma… posso portare anche…
- Non discutere.
Shan sospirò. Probabilmente per il momento era inutile tentare di ribattere. Poi Yori si mise a tracolla la cinghia che legava il fodero della sua spada, e diede a Shan un piccolo pugnale.
- Per il momento, non posso darti niente di meglio, accontentati di questo.
Il biondo annuì, e poi insieme si allontanarono dalla stanza per scendere.
Ma, sulle scale, stavano salendo un paio di uomini che avendo sentito l’urlo della donna da fuori avevano forzato l’ingresso, che a quell’ora era chiuso a meno che il proprietario non l’aprisse per far uscire i suoi clienti.
Quando videro Shan, uno dei due disse con tono duro:
- È quello della foresta! Cosa ci fa lui qui?
Yori gli si parò davanti.
- Sta con me. È stato accusato ingiustamente e ferito… voi due ne sapete niente?
L’elfo che aveva parlato poco prima, un tipo particolarmente alto e nerboruto, con un ringhio si fece più avanti.
- Certo che ne sappiamo qualcosa. Ma non ho finito il lavoro… Peccato, credo che dovrò scomodarmi adesso.
- Provaci e sei morto!
- Bene. Vediamo cosa sei in grado di fare, soldatino…
Disse con un ghigno, notando la collana che aveva al collo. Era lo stemma del consiglio, ma era molto simile al simbolo di riconoscimento dato ai soldati che lavoravano per quest’ultimo.
Yori ridacchiò, l’aveva sempre detto che i due stemmi erano praticamente indistinguibili, ma come al sempre quando diceva cose in disaccordo con il padre, nessuno gli aveva dato retta.
Lasciò la sacca, che fu subito presa da Shan, e sfoderò la spada.
- Qui per le scale?
Domandò Yori con aria di superiorità al suo avversario.
- Dove vuoi… per me non ha grande importanza dove ti ucciderò.
Yori si voltò, per guardare la posizione di Shan. Era dietro di lui, e se fossero rimasti lì non avrebbe avuto scampo, ma…
- Andiamo giù. Non vorrei che il proprietario di questo bel posto e la signorina al suo fianco possano farsi male…
- Ed anche il tuo amichetto, no? E va bene, andiamo giù.
Disse accomodante. Se Yori non avesse conosciuto la situazione, avrebbe giurato che fosse particolarmente allegro.
I due scesero le scale e si ritrovarono sul pianerottolo d’ingresso, mentre l’altro elfo che era accorso era rimasto nella sua posizione iniziale.
Non appena furono scesi, Yori si voltò ed urlò a Shan:
- Molla tutto e scappa!
Il biondo lo guardò serio, mentre il nemico gli si avvicinava.
- Non preoccuparti. So badare a me stesso…
Yori avrebbe voluto rispondergli, ma avvertì il suo avversario muoversi per attaccarlo.
Si voltò di scatto e bloccò il colpo con la sua spada.
- Colpirmi alle spalle… che azione ignobile… Non si fa, lo sai?
Disse come se stesse tentando di insegnare qualcosa ad un bambino piccolo.
L’altro, la cui arma somigliava ad una lunga katana di acciaio, da cui si differenziava solo per la punta acuminata e sottile, ghignò.
- Volevo solo darti una morte indolore… evidentemente ti piace soffrire.
- Evidentemente. O forse sarò io a farti la pelle… Com’è che ti chiami?
- Cosa ti importa?
Domandò con aria di superiorità l’altro, mentre gli girava attorno.
Yori alzò le spalle.
- Volevo solo sapere che nome dovrò mettere sulla lunga lista di quegli incapaci che sono crepati nell’inutile tentativo di battermi…
Il nemico scattò il avanti, ed alzò la spada per colpirlo, quando Yori gli sferrò un calcio sulle ginocchia, facendolo cadere a terra.
- Ehi, non…
- Cosa c’è? Non vale? Andiamo, non farmi ridere…
Ghignò Yori, puntandogli l’arma alla gola.
- Avanti, perché non mi uccidi?
Domandò l’altro, con evidente rabbia nella voce.
- Non subito. Innanzitutto… In base a cosa siete tanto convinti che Shan abbia stuprato quella ragazza?
- Che cazzo di domande fai…? È un bianco, non lo vedi? È ovvio che sia stato lui… che cosa ci faceva altrimenti nella foresta?
- Non ti sembra un po’ superficiale, come giudizio?
Alle loro spalle si sentì il tonfo sordo di un corpo che cadeva.
Yori sperò mentalmente che non si trattasse di Shan, ma non poteva voltarsi a controllare.
Inoltre, il moro udì chiaramente dei passi avvicinarsi.
- Quale ragazza?
Domandò dolcemente la voce di una donna.
Era Rea.
- Cli.
Rispose semplicemente l’elfo, ancora in ginocchio di fronte a Yori.
- Ma non è stato quel giovane… l’ho riferito anche agli uomini del servizio di vigilanza…
L’elfo sbarrò gli occhi.
- Cosa vorrebbe dire questo?
- Ma come… non lo sai? Suo padre… suo padre voleva punirla per essersi sottratta al matrimonio che le aveva combinato… e la ha consegnata ad un uomo molto più anziano di lei, dicendole che se questa volta non avesse accettato, avrebbe dovuto ucciderla… così lei è andata a vivere con lui, ma non voleva sposarlo, né avere rapporti con quell’uomo che odiava… così lui l’ha violentata, dicendo che era un suo diritto andare a letto con la donna promessagli… ma lei ha tentato di ribellarsi, così in un attacco d’ira, l’ha uccisa…
- E tu come fai a saperlo?
Domandò sconvolto l’uomo.
- Io ero sua amica, e sapevo della sua sofferenza. Ero andata a trovarla, quando ho visto quell’uomo con il suo… con il suo corpo in mano… senza vita… è stato… è stato orribile…
Singhiozzò lei.
Shan le si avvicinò per consolarla, cosa che fece sentire Yori piuttosto sollevato, ma la donna si scansò.
- Credo che qualcuno debba delle scuse a Shan, vero?
Domandò Yori all’elfo, a cui puntava ancora la spada alla gola.
- Non credo proprio. È comunque un nostro nemico.
Proprio in quel momento Shan corse su per le scale, ed afferrò le due sacche che erano rimaste in cima.
- Andiamo. Sta arrivando qualcuno.
Disse a Yori.
Il moro lo guardò perplesso.
- E tu come fai a saperlo?
- Andiamo e basta!
Il moro fu stupito di sentire l’altro così deciso, ma decise di fare come diceva.
Andarono a prendere il cavallo di Yori, che avevano lasciato fuori, e vi salirono sopra entrambi.
- Credo che ti dovrò rimediare un cavallo al più presto!
Esclamò Yori, mentre con gli stivali colpiva i fianchi dei cavalli per farlo partire.
Shan, seduto dietro di lui, gli circondò la vita con le braccia.
- Sì, ma ci penseremo un’altra volta. Ora è il caso di darci una mossa…
Rispose preoccupato, mentre guardava alle sue spalle arrivare altra gente.
Il cavallo partì, al galoppo, mentre il biondo mormorava al nuovo compagno di viaggio:
- Grazie.


***Continua***






   
 
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