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Autore: FollowMe    29/02/2012    1 recensioni
Vanessa, una vampira di secondo ordine, si è appena trasferita in una nuova scuola e si accorge di essere l'unica ragazza. Cosa faranno tutti i ragazzi??
Un magico romanzo all'insegna dell'aventura vampirica e dell'amore
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È mattina, non voglio alzarmi da questo letto così caldo e morbido per poi dovermi ritrovare in una casa vuota, vuota per colpa mia.
Ma la vita continua no…di conseguenza,eccomi camminare per il corridoio della mia ormai triste e desolata casona.
In cucina non c’è un’anima, ancora mi devo abituare. O.mio.Dio sono già le sette e quarantacinque, il mio autobus passa solo tra venti minuti, devo sbrigarmi.
Cartella fatta, vestiti addosso, ma qualcosa mi manca…giusto, un tocco di matita nera agli occhi; vai, sono pronta per il primo giorno di liceo.
L’autobus è pieno ed un ragazzo in ultima fila mi sta fissando da quando sono salita.
Il ragazzo, da come lo chiamano gli amici,si chiama Josh. È un bel tipo, fisicamente intendo: anche da seduto si capisce che è alto, hai i capelli corti di un biondo scuro ma non riesco a vedere i suoi occhi: appena mi giro per guardarlo distoglie lo sguardo e ricomincia a chiacchierare con i suoi amici, ma appena torno a guardare la strada mi sento fissata come un pinguino in un aereo.
Finalmente l’autobus si ferma ed io scendo per prima. Faccio solo due passi che mi sento toccare la spalla, mi fermo, faccio un respiro profondo e mi giro…cavoli! Credevo di ritrovarmi davanti quel Josh invece è uno dei suoi amici; mi sorride e mi fa :‘‘Ti sei fatta male cadendo?’’
:‘‘Scusa ma non capisco, non sono mai caduta finora?!’’
:‘‘Ma come?! Sei così bella che sei per forza una stella caduta dal cielo’’
:‘‘Grazie per il complimento, ma non sono proprio in vena, ci vediamo in giro, ok?! Ciao’’
Comincio a camminare dandogli le spalle ma, ovviamente, mi ritrovo un altro degli amici di Josh davanti :‘‘Ciao Stella, vuoi che io sia la coda della tua cometa?’’ A questo non rispondo, lo schivo e vado avanti.
Eccone un altro davanti a me, non lo lascio neanche parlare, vado avanti e basta.
Finalmente entrata nella scuola mi dirigo verso la segreteria per prendere il mio orario. Camminando per la scuola mi accorgo che sono l’unica ragazza, tutti maschi, non sarò mica finita in una scuola maschile vero?! Entro in segreteria, ovviamente dietro il bancone trovo un ragazzo di più o meno trent’anni che, neanche e chiederglielo, mi dà l’orario della mia giornata scolastica.
Mi dirigo verso l’aula ventisette, la prima della giornata, e appena ci entro, indovina un po’: sono l’unica ragazza, compreso il professore.
Mi volto verso un banco ed appena mi ci siedo vedo tutti i ragazzi alzarsi e venire verso di me. Nella testa comincio ad urlare la parola pericolo però, prima che anche solo un mio compagno mi saluti, il professore annuncia l’inizio della lezione ed obbliga tutti a sedersi.
Ovviamente il professore mi rivolge subito un piccolo sorriso, come tutte le altre persone nella scuola e mi dice :‘‘Buon giorno signorina…’’
:‘‘Foschi, Vanessa Foschi’’
:‘‘Benissimo Vanessa, alzati, vieni alla cattedra e fai una tua piccola presentazione visto che sei l’unica persona nuova.’’ Automaticamente, anche se contro la mia stessa volontà, i miei piedi si muovono e mi portano fino alla cattedra.
:‘‘Ciao a tutti, il mio nome è Vanessa Foschi, vivo poco fuori dalla nostra bella New York’’
:‘‘Ragazzi avete qualche domanda da fare a Vanessa?’’ Automaticamente tutti i ragazzi alzano il braccio e capì che questa tortura era solo cominciata.
Il primo ragazzo, forse il più carino della classe mi disse :‘‘Ciao Vanessa, il mio nome è Erik e mi chiedevo se eri libra questo pomeriggio per uscire’’’
:‘‘Sono lusingata ma non posso, comunque grazie Erik’’ gli sorrisi e continuai a rispondere alle domande dei miei diciannove compagni di classe.
Appena ebbero finito tutti mi accorsi che erano tutte domande personali, che tutti mi facevano domande troppo personali, tranne un ragazzo: Josh.
Mi aveva chiesto come mi sembrava la scuola, come mi trovavo, e non come altri qual era la mia taglia di reggiseno. Mi chiedeva cose così normali in confronto agli altri che  non mi tornava. Perché solo lui mi faceva delle domande normali? Boh…
Uscii velocemente di classe per non ritrovarmi qualcun altro davanti, ma era una fatica inutile, perché mi scontrai con Erik.
Tra me e me pensai ‘‘è alto , magro, muscoloso, capelli neri come la pece, occhi blu come il cielo…niente male!’’ :‘‘Ciao Vanessa’’ mi disse arrossendo come un pomodoro.
:‘‘Ciao Erik, scusa ma sono in ritardo per la prossima lezione e non posso rimanere qui a chiacchierare’’
:‘‘Allora chiacchieriamo mentre andiamo nella prossima aula, so che siamo insieme, pronta per una lezione intensiva di storia?’’
:‘‘Per la lezione di storia no, ma per andarci insieme mentre chiacchieriamo ci sto!’’ gli sorrisi e lui ricambiò.
Camminando e chiacchierando al fianco di Erik mi accorsi che ci fissavano tutti, compreso Josh che, appena mi vide, salutò i suoi amici e venne verso di me. :‘‘Ciao Vanessa, non ti voglio rompere, quindi ti fregherò solo due secondi del tuo tempo. Volevo chiederti se ti andava di pranzare con me in mensa e se poi ti va se ti faccio fare un giro della scuola?!’’ rimasi immobile ed anche se avrei dovuto dirgli ‘‘no guarda, mi piacerebbe, ma non posso proprio’’ gli dissi :‘‘ Si, volentieri’’
:‘‘Bene, bhè, allora ti aspetto in mensa, a dopo, ciao’’
Intanto Erik si voltò verso di me e mi disse :‘‘Ma sei sicura di voler uscire con lui?’’
:‘‘Non ci sto uscendo, pranzo solo con lui, per giunta in mensa, e poi te che ne sai se magari ho una cotta segreta per Josh o no? E poi a te che cambierebbe? Siamo amici, mica sei mio padre o il mio ragazzo’’
:‘‘Lo so, però mi piacerebbe…’’
:‘‘Ti piacerebbe essere mio padre?’’
:‘‘Certo che no! Mi piacerebbe essere il tuo ragazzo, qui chiunque vorrebbe essere il tuo ragazzo, non
capisci? Sei l’unica ragazza in tutta la scuola! In questa città sei l’unica ragazza che viene in questa stupidissima scuola! Chiunque ti vorrebbe qui!’’
:‘‘Quindi stai dicendo che tu vorresti essere il mio ragazzo solo perché io sono l’unica ragazza e quindi in un certo senso…vinceresti?’’
:‘‘No, certo che no! Io, anche solo guardandoti così, ho capito che sei una ragazza divertente, coraggiosa, dolce, sensibile, ma che sei triste per qualcosa, qualcosa di grosso e io vorrei essere il tuo ragazzo si ,ovviamente perché mi piaci, ma anche per poterti aiutare, non solo a fidarti di me ed a sfogarti, ma per farti capire che non sei da sola, ci sono io qui per te, io posso starti vicino, io ci sarò sempre per te, anche per una qualsiasi cazzata io ci sono!’’
Non riuscivo a credere che Erik, conoscendomi da solo un ora, avesse capito tutte queste cose sul mio conto…è impossibile che le abbia capite così bene…ora ho capito: lui è come me! :‘‘Ok, allora, per prima cosa mi dispiace, davvero, ma in questo momento non vorrei neanche sentire la parola ragazzo…pensa averne uno! E secondo, ho capito perché hai detto che non sono sola, letteralmente, perché tu sei come me, perche sei della mia stessa razza!’’
Dopo neanche un secondo le zanne di Erik spuntarono agli angoli della bocca, avevo ragione, è un vampiro come me.
  
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