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Autore: _Reset_    29/02/2012    0 recensioni
ecco, ci riprovo! la mia prima storia non ha avuto molto successo, quindi eccone un'altra sperando che piaccia di più!!
David Finnigun è un campione delle olimpiadi di nuoto ed è soprannominato Achille anche se non tutti sanno il perchè. la sua vita, segnata da una vecchia e dura decisione, verrà sconvolta da una persona speciale. cosa succederà??? spero veramente che vi piaccia!!!
Genere: Drammatico, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1


Benvenuti, signore e signori, alle 86^ Olimpiadi Giovanili, quest'anno, per la prima volta, qui, a Sydney!

Come d'abitudine, iniziamo con il nuoto.

Ecco la prima batteria maschile dei 400m misti!

Iniziamo con Frank Scholtz, Germania, in corsia 2;

Jean Dauffe, Francia, in corsia 3;

Yuuto Masazuke, Giappone, in corsia 4;

ed ecco a voi l'unico ed inimitabile David Finnigun, vincitore degli ultimi tre anni e detentore del record mondiale, Australia, in corsia 5;

e poi Alessandro Pegni, Italia, in corsia 6;

Peter van Keeten, Paesi Bassi, in corsia 7;

ed infine Alexander Ribonov, Russia, in corsia 8.”


Ecco, devo andare” penso quando sento il mio nome.

Le porte scorrevoli di fronte a me si aprono e la luce inizialmente mi abbaglia. Quando finalmente i miei occhi si abituano, mentre mi avvicino alla mia postazione, guardo gli spalti.

Tutti, ok, quasi tutti gridano il mio nome, anche se nessuno mi conosce di persona. Solo in quell'angolino in basso finalmente vedo i miei genitori, mio fratello Jason con sua moglie Liliana e i miei migliori amici, Matt, Jeremy e Samuel che tengono un cartellone scritto con le bombolette con la frase: “Achille, sarai sempre il migliore!”.

Loro sono gli unici che sono riusciti a capirmi...

Ho raggiunto il blocco di partenza 5, mi tolgo la tuta e posiziono gli occhialini in modo da non perderli.

Sono pronto.

Tre fischi Un fischio

Mi ritrovo a pensare al fatto che non ha senso che le persone che non conosco mi facciano il tifo.

A posto

Speriamo che almeno qui il suono di partenza sia decente...

!

Mi tuffo nell'acqua gelida e mi ricordo che devo fare solo due vasche per stile, dato che la piscina è da 50m.

In pochi secondi sono in testa, come sempre.

Non penso più a niente. Mi succede sempre quando nuoto: mi godo l'acqua, anche se vado veloce.

Senza quasi accorgermene passo da delfino a dorso.

Cerco di sentire cosa sta dicendo il cronista, ma l'unica cosa che capisco è che sto già battendo il mio stesso record.

Dorso, rana.

Nell'apnea incontro gli altri nuotatori alle bandierine.

Rana, stile.

Devo arrivare a metà vasca per incontrare il secondo della gara.

Ultima vasca. Possibile che sia già finita la gara?

Accelero, tocco il bordo.

Sono arrivato primo e ho battuto il mio record. Bene.

Aspetto gli altri per salutarli e congratularmi con loro delle prestazioni.

Esco dall'acqua, saluto un po' a caso il pubblico e sorrido ai fotografi, poi vado a cambiarmi: devo ancora fare i 400m delfino, i 100m dorso, i 50m stile e la staffetta mista.

Achille, sarai sempre il migliore!”

Mi piace quella frase, mi rappresenta. Mi è sempre piaciuto il soprannome Achille, perché lui sceglie una vita breve ma gloriosa e io ho fatto una scelta simile.

... e in corsia 4, David Finnigun, Australia,...” riesco a sentire prima che si apra nuovamente la porta scorrevole. Adesso probabilmente il cronista sta parlando delle mie precedenti vittorie e del mio record...tutte cose banali che volutamente non ascolto.

Raggiungo la mia postazione, tolgo di nuovo la tuta e posiziono gli occhialini.

Guardo a caso nel pubblico e mi soffermo su una ragazza.

Non mi succede mai di fermare lo sguardo su una persona in particolare.

Considerando che io ho 19 anni, suppongo che lei ne abbia 16 o 17, non di più. Ha i capelli biondi, lunghi e mossi, con extension colorate. Porta degli occhiali con una montatura colorata, anche se dal mio posto non riesco a vedere di che colore sia.

Indossa una specie di tailleur e sta prendendo appunti su un quadernino con una matita che manda riflessi strani.

Tre fischi Un fischio A posto !

Parto con un solo pensiero fisso in testa: “Speriamo che ci sia anche quando ho finito!”

Sto andando veloce, più veloce rispetto a come sono abituato...forse perché desidero rivederla ancora una volta?

Continuo a pensare a lei, mi ha incuriosito.

Il mio sguardo cade sul cartellone con il numero di vasche. Accidenti, sono già a metà!

Continuo senza rallentare, anzi, accelero.

Tocco il bordo.

Ho vinto e ho battuto il mio record di 1 secondo e 37. Incredibile!

Mi volto verso gli spalti e i miei occhi la cercano. Quando finalmente la trovano continuo ad osservarla.

Sono arrivati anche gli altri al bordo e inizio con i saluti e le lodi.

Vado a cambiarmi di nuovo. Il cambiarsi è la parte che più odio. Per fortuna i miei amici sono scesi dagli spalti e sono riusciti a raggiungermi.

Parlano sempre con me, anche se sanno che non li sto ascoltando.

Loro sì che mi capiscono!

Questa volta però è diverso: sono veramente incuriosito dalla ragazza. Chi va a vedere le gare di nuoto delle olimpiadi per prendere appunti!? Guardandola meglio ho notato che non è un tailleur quello che indossa, ma semplicemente una camicetta a maniche corte con una gonna corta.

- Mi potete fare un favore?- chiedo ai miei amici quando finalmente respiro regolarmente. Loro ovviamente annuiscono e io proseguo:- Sugli spalti, vicino a voi, c'è una ragazza strana...diversa. Non capitemi male, non voglio che andiate lì a chiederle chi è, ma mi piacerebbe sapere qualcosa in più su di lei...-. Ovviamente loro non fanno le solite battutine da ragazzi perché mi conoscono bene, quindi accettano e mi promettono di non andare a disturbarla.

Bene: adesso sono tranquillo.

Mi sento nominare e corro verso la mia postazione per i 100m dorso.

Arrivo primo e batto il mio record di 0,03 secondi. Semplicemente impressionante: non credevo di poterci riuscire.

Mi cambio velocemente e raggiungo la mia postazione per i 50m stile.

Non mi sono mai piaciuti i 50m: sono troppo brevi. Però partecipo lo stesso perché piacciono molto al mio allenatore.

Arrivo primo con lo stesso tempo di sempre. Adesso mi manca solo la staffetta mista.

Vinciamo anche questa, con poco distacco dagli olandesi però.

Mi devo preparare per le premiazioni e negli spogliatoi trovo i miei amici ad aspettarmi. Si complimentano con me, poi Jeremy, il più loquace, esclama:- Abbiamo scoperto che è a scuola da noi, 4°C, e fa parte del club di giornalismo.-.

Lo ringrazio, ma rimango un po' strabiliato: è strano che io non l'abbia mai vista a scuola...

Anche le Olimpiadi di quest'anno sono passate ed io ho guadagnato quattro medaglie d'oro come tutti gli anni.

Quando raggiungiamo l'hotel in cui alloggiamo prepariamo tutti velocemente le valige e corriamo all'aeroporto: l'aereo parte molto tardi stanotte e domani devo già andare a scuola con i miei amici. Chissà se la incontrerò...starò più attento!

Dormo durante il viaggio e mi sveglio quando stiamo per atterrare per poi riaddormentarmi in macchina.

Apro gli occhi quando entriamo a Perth, la nostra città.

Matt ha la testa appoggiata al finestrino e russa rumorosamente, Jeremy si guarda attorno mentre Samuel appoggia la testa sulla mia spalla dormendo. Spero che non mi stia sbavando sulla maglietta!

Mia madre, che sta guidando, accende la radio per farci svegliare e ci fa sobbalzare tutti.

- Grazie...-. - Prego, caro.-.

Solite inutili smancerie da mamma, però non ho voglia di ribattere e taccio.

Ci fa scendere esattamente due incroci prima della scuola: sa benissimo che non voglio che mi porti davanti.

La salutiamo poi, un po' depressi per dover andare a scuola, raggiungiamo l'edificio.

In classe tutti i nostri compagni ci salutano felici e mi fanno i complimenti. Hanno preparato un cartellone con scritto “Achille, campione del mondo”.

Mi fa sorridere: sicuramente quello di Matt, Jeremy e Samuel mi è piaciuto di più, però è carino anche questo. È il pensiero che conta.

Continuo a sorridere pensando che tutti mi chiamano Achille nonostante ben pochi sappiano il perché.

Le tre ore prima dell'intervallo passano veloci: tutti i professori mi fanno i complimenti e mi chiedono di raccontare tutto.

Quando suona la campanella esco con i miei amici nel giardino della scuola e ci sediamo a chiacchierare sul “Nostro” muretto dove passiamo da sempre tutti gli intervalli.

Stiamo parlando dei compiti che dobbiamo recuperare quando i miei occhi, che per abitudine guardano in terra di fronte a me, rimangono a fissare una cosa, un dettaglio che trovo molto interessante: delle scarpe nere con le stringhe colorate.

Alzo lo sguardo facendo girare i miei amici.

- Ciao...- mormora incerta.

Sorrido.

  
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