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Autore: bice_94    01/03/2012    3 recensioni
Non puoi essere sola.
Non vuoi più esserlo.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kate Beckett
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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Come ti sei ritrovata in quella situazione?
Oh, non ne hai la più pallida idea.
O forse si.
Non hai fatto altro che scappare e alla fine ti sei ritrovata così, intrappolata in una relazione vuota, intrappolata in te stessa e intrappolata dalla vita.
È quasi un anno che stai insieme a Josh Davidson, il grande dottore, l’uomo perfetto finchè è rimasto solo un’immagine fluttuante nella tua vita.
E invece poi si è trasformato nella persona che ti è accanto giorno dopo giorno, rinunciando ai suoi viaggi.
Come avevi detto a Castle avevi mantenuto un piede dentro e uno fuori, credendo però di volere di più.
Sei finita con l’entrare del tutto, senza più alcun ancora al di fuori e invece di trovare quella sensazione accoglienza, senti solo un senso di soffocamento.
Ti guardi attorno per un secondo.
È tardi ormai, ma sei ancora al distretto, seduta sullo scomodo divano della sala relax, con lo sguardo basso.
Di fronte a te un uomo in piedi con gli occhi pieni di rabbia, di frustrazione e di voglia di essere per una volta la prima scelta e non solo un mero sostituto.
Sai che dietro il vetro che ti separa dal resto del distretto ci sono i tuoi colleghi, gli unici ed essere rimasti ancora lì.
Josh è entrato poco fa come una furia.
È stanco, veramente molto stanco
Sono giorni che torni a casa solo per una doccia e riparti, senza dire una parola, senza dare una spiegazione, senza baciarlo, senza fare l’amore con lui, senza preoccuparti che lui sappia ciò che sta succedendo.
Oh, queste ultime cose accadono da molto prima, probabilmente dal tuo incidente.
Non ce la fa più.
La sua sopportazione ha un limite.
Ha attraversato il corridoio del distretto e prima di guardarti ha solo posato i suoi occhi su Castle.
Rabbia, gelosia, voglia di vederlo solo lontano da lì, lontano da te.
Lo ha volutamente sbottato con la spalla e poi è arrivato da te.
Ha chiesto di parlare e ogni singola sillaba gridava come un animale ferito.
Ti sei alzata lentamente e senza dire una parola ti sei chiusa nella sala relax, sentendo la presenza quasi estranea del tuo fidanzato seguirti a distanza, quasi avendo il timore di avvicinarsi al tuo corpo.
Hai riaperto il caso di tua madre.
Sembra che chi sia dietro a tutto quello voglia darti piccole molliche di pane di tanto in tanto, per il gusto di vederti girare attorno, senza soluzione.
Per il gusto di vederti rialzare stancamente e, non appena ti ritrovi quasi in piedi, di gettarti a terra con più violenza di prima.
Come sempre infatti sei ad un punto morto e più di una volta Castle ti ha raggiunto e si è seduto accanto a te, pregandoti di lasciar perdere, pregandoti di vivere.
Ma non lo ascolti, ti limiti ad allontanarlo.
Come hai fatto poco prima dell’arrivo di Josh, con il veleno delle tue parole.
Eppure lo scrittore abbassa lo sguardo, stringe i muscoli delle mascelle, ma rimane lì con te, distruggendo lentamente quella barriera fatta apposta per lui.
Josh inizia a parlare, riportandoti alla realtà.
J: che sta succedendo Kate?
Non rispondi, quasi la voce ti fosse morta in gola.
Esplode con impeto, con atroce disperazione, con l’amarezza di chi ha fatto quel che poteva, almeno secondo lui.
Ci mette vita nelle parole che dice, quello che tu non hai mai fatto forse.
J: cosa c’è? Spiegami cosa ho fatto di sbagliato perché io non ti capisco più! Credi che io non riuscirei a capire? Mi credi così stupido? Ti fidi così poco di me? Mi hai chiesto di rallentare con il mio lavoro, ma a questo punto mi domando: per cosa? Per cosa l’ho fatto Kate?
E qui le sue parole si accalcano in una confusa sequenza di suoni.
È come se ti vedessi dall’esterno con gli occhi persi sul volto di Josh.
Stai urlando.
Il tuo io sta urlando.
Non hai mai chiesto niente a nessuno.
Hai tentato di renderlo parte di te, ma non è suo quel posto.
Ci hai provato, con tutta la forza che avevi.
La sua superficialità ti distrugge, il suo egoismo ha stroncato tutto ciò che hai provato a fare.
Vorresti urlargli addosso che non c’è mai stato per te e ora viene a fare una scenata?
È veramente così ipocrita?
Senti la tua voce che diventa talmente forte da assordare perfino te stessa.
Eppure l’unica che sente le tue urla sei tu.
In realtà sei rimasta in silenzio, come hai fatto troppo spesso.
Solo il tuo sguardo si gela e senza dire più del necessario gli sputi addosso l’unica soluzione possibile.
Chiudere qui.
Stai male?
Si probabilmente si.
Non per lui o per lo meno non volevi che il tuo tentativo di fuggire dai tuoi reali sentimenti cedesse così.
Hai creduto di essere più forte, ma non è vero.
Il suo sguardo è tristemente consapevole, ma se ne va.
Ti senti così stanca.
Così stremata.
Come se le tue urla silenziose avessero prosciugato tutta la tua decisione.
Ti rendi conto di essere in una trappola, da cui non riesci a uscire.
Non hai vie d’uscita, ma ti senti morire a questo pensiero.
Claustrofobica dentro te stessa.
Poggi le tue mani sugli occhi e le senti umide, stai piangendo.
Si, disperatamente.
Non ce la fai più.
Speri solo che in fondo a quel pozzo ci sia qualcuno pronto ad afferrare la tua mano.
Non puoi essere sola.
Non vuoi più esserlo.
I singhiozzi ti scuotono le spalle e il solo suono che rimbomba è la tua cassa toracica che si riempie del violento movimento delle tua lacrime.
Una presenza si siede accanto a te e ti cinge le spalle.
È lui, lo sai.
Castle.
Non pretende scuse per il comportamento di poco prima, per quelle parole intrise di gratuita cattiveria, non pretende spiegazioni.
Tu cadi, lui ti solleva.
Il tuo angelo custode.
Alzi gli occhi per un secondo.
Sai che l’unico in grado di afferrare quella mano è lui.
E non puoi fare a meno di piangere, sperando che serva ad abbattere quella barriera.
Ti bacia i capelli e ti lascia sfogare, stringendo le tue dita tra le sue, sapendo che quello è l’unico modo che hai per combattere contro te stessa.
Piangi, piangi perché l’unico sconvolgente sentimento che provi è quello che hai continuato ad allontanare.
Ti stringi a lui e finalmente arriva al tuo cuore un po’ di quel calore che hai aspettato per una vita intera.
 
 
 
 
P.S. ogni tanto esco fuori con queste one-shot un pò malinconiche..
quindi vi chiedo scusa, ma spero che vi sia piaciuta comunque..
torno a reimmergermi nello studio..
AIUTOOOOOOO.. :D
coooomunque.. ci leggiamo ala prossima ff.. ;)
un bacione a tutti..:*


   
 
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