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Autore: FRC Coazze    01/03/2012    17 recensioni
E se in una notte di fine ottobre 'qualcuno' fosse corso in aiuto ai Potter? E se questo qualcuno fosse riuscito a salvare la giovane Lily? E se sempre questo qualcuno fosse una persona innamorata da sempre di lei? E se Harry fosse scomparso?
Troverete risposta (forse) a queste domande nelle mia ff!
Dal primo capitolo: "Silente si era accostato ancora. La sagoma che giaceva accanto alle ginocchia della professoressa ora aveva un volto… e, per la miseria, anche un nome! Oh, Albus conosceva bene il colore di fuoco di quei lunghi capelli… conosceva bene i lineamenti freschi di quella giovane donna: Lily Evans giaceva lì, sul freddo pavimento, svenuta e con una sanguinante ferita sul petto… ma viva!"
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: Lily/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Principe della Notte'
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Epilogo



Severus si appoggiò coi gomiti alla ringhiera del balcone di Villa Silente. Sospirò profondamente, chiudendo gli occhi. L’aria era calma intorno a lui. Nessun fruscio saliva dal giardino, a nessun sussurro s’azzardava a dar voce il vento. Il sole stesso sembrava pensieroso lassù, nel suo salotto celeste, cupo, silenzioso.

Il ragazzo deglutì. La ferita sul petto doleva. Doleva ancora, nonostante fossero passati cinque giorni dalla battaglia a Villa Riddle. Doleva ancora nonostante le cure scrupolose di Madama Chips. Ma Severus sapeva che, più che il profondo taglio che gli attraversava il petto, era il suo cuore a fare male Sembrava sospeso in un mondo senza tempo, così come il paesaggio intorno al ragazzo. Erano stati giorni vuoti, quelli che avevano seguito la vittoria a Villa Riddle. Almeno, lo erano stati per lui. Gli sembrava di vivere in un’altra realtà. In un sogno. In una polla argentea e cangiante che lo imprigionava. Un Giona nella pancia della balena.

Severus riaprì gli occhi, schiudendo la loro notte alla luce del giorno. Sembrava così lontano quel giorno. Tutto il tran tran di Auror che aveva invaso quasi subito Villa Silente, dove lui e altri feriti erano stati portati. Gufi che volavano a destra e a manca… Albus assediato da giornalisti e ufficiali del Ministero. Albus, che nonostante tre costole incrinate, s’era affannato a fare su e giù da Villa Silente, a Hogwarts, al Ministero. Quanto sembravano lontani quei giorni… e dire che tutto questo non era ancora finito.

Severus sospirò. Si voltò verso la porta che dava sul salone della villa. Grazie al cielo, tutta la bagarre che aveva invaso quelle stanze fino al giorno prima si era trasferita al Ministero, tutta stretta alle calcagna di Silente. Davvero miracoloso come il preside si portasse dietro Auror, giornalisti e funzionari ministeriali come cagnolini adoranti.

Severus raddrizzò la schiena, gettando un’ultima occhiata al giardino, quindi voltò le spalle diretto verso il salone. Entrò nella sala vuota. Strano come la vittoria vivesse di silenzio… E’ da egoisti credere che si possa ottenere qualcosa senza dare nulla in cambio. E’ sciocco pensare che la vittoria alata dispieghi le ali al vento se non è sorretta dall’anima di chi per lei se ne è andato.

Gli occhi del giovane si appannarono improvvisamente di lacrime. Dov’era ora la voce roca e allegra di Brix? Perché non vedeva l’elfo trotterellare verso di lui, deciso a rendersi utile, ad aiutare, a servire… Era il balzellare allegro di Brix, le sue grosse orecchie da pipistrello che ondeggiavano, a dar voce a quel silenzio? Oppure… oppure era il vociare dell’intero Mondo Magico a fagocitare sé stesso e ogni suono del mondo, in una perversa autodistruzione?

Che cosa si poteva chiedere di più? Voldemort era stato sconfitto, Bellatrix e gli altri suoi seguaci erano ad Azkaban in attesa del processo. Lucius e la sua famiglia se la sarebbero cavata… Silente aveva dato la sua parola che li avrebbe tenuti lontani dalla temuta prigione dei maghi. Lily stava bene, felice con suo figlio. L’intero Mondo Magico era in festa. E allora perché quel silenzio? Perché quella bolla di sapone che avvolgeva Severus, occludendolo in una visione, lontano dalla realtà.

I suoi passi condussero Severus nel soggiorno. Per un attimo gli sembrò di vedere la sagoma piccola di Brix, affondato nei cuscini della poltrona, come lo aveva trovato tante volte. Scosse il capo, tristemente. Sciocche impressioni di un passato ancora vivido. Troppo vicino.

Gli occhi scuri si posarono per caso sulla Gazzetta del Profeta, gettata sul tavolino da tè al centro della stanza.

Colui-che-non-deve-essere-nominato sconfitto.”

Gridava il titolo in prima pagina. Caratteri cubitali per una notizia tanto bella quanto terribile. Forse, quelle lettere enormi servivano a contenere tutta la sofferenza che Voldemort aveva sparso intorno a sé: uno strano modo di trasformare il male in una buona notizia.

Severus passò appena le dita sulla carta ruvida del giornale, osservandone le colonne fitte di parole che incorniciavano quel titolo enorme. Chissà cosa avrebbe detto Brix di quella notizia…

“Severus?” Fece una voce alle sue spalle.

Il ragazzo si voltò lentamente, con calma. I suoi occhi incontrarono la figura sorridente di Lily, i lunghi capelli rossi sciolti sulle spalle. I segni della battaglia erano ancora evidenti sulla pelle chiara: graffi e lividi che la marchiavano come parole di una storia ormai conclusa, ma ancora vivida nei ricordi.

“Va tutto bene?” Gli domandò Lily, notando lo sguardo triste che il ragazzo le rivolgeva.

Severus sbuffò, gettandosi un’occhiata intorno come a cercare le parole adatte, come se fossero nascoste in quella stanza, sulla mensola del camino, dietro la porta.

“Non so cosa pensare.” Disse infine il ragazzo riportando gli occhi su Lily. “Non so se essere felice o…”

“Lo so.” Gli disse allora Lily, avvicinandosi a lui. Delicatamente gli pose una mano sulla spalla, cercando i suoi occhi neri che lui aveva abbassato quasi a voler fuggire da lei.

Severus la guardò, incapace di tenere lo sguardo lontano da quegli occhi verdi.

“Non voglio essere un eroe.” Le disse sinceramente. “Non voglio che quella gente”, e gettò un’occhiata verso la Gazzetta del Profeta, riferendosi ai giornalisti, “mi dipingano per quello che non sono.”

Lily seguì gli occhi neri di Severus, cogliendo l’allusione agli articoli che si erano susseguiti in quei giorni sulla Gazzetta. Nonostante Silente abbia cercato in ogni modo di tenere Severus lontano dai riflettori, le indiscrezioni erano volate a destra e a manca. Non era piaciuto a nessuno un articolo in particolare, ma d’altronde, cosa ci si poteva aspettare da una giornalista come Rita Skeeter se non strati di verità e bugie montate ad arte in uno scandalo? E la vecchia Rita era ingrassata sulle voci che volevano un Mangiamorte come eroe del Mondo Magico.

 “Ma tu sei un eroe, Sev… E checché ne dica Rita Skeeter, non sei un Mangiamorte. Sei tu ad aver sconfitto Voldemort.” Gli disse Lily, poggiando una mano sulla sua guancia e accompagnando il suo sguardo verso di lei.

Lily gli sorrise. Sì, i giornalisti potevano blaterare quanto volevano, ma d’altronde, la notizia era troppo ghiotta per farsela scappare. Potevano dare contro a Severus, e molti, come la Skeeter, lo facevano, ma non potevano cambiare quello che Lily pensava di lui. Severus era davvero l’eroe. Era l’eroe non perché aveva sconfitto il cattivo di turno, ma perché Voldemort rappresentava il lato oscuro dello stesso Severus. Era il suo passato, le sue colpe, i suoi errori. Severus era il vincitore perché aveva avuto la meglio su sé stesso e su quello che era stato. Ora, aveva l’opportunità di ricominciare daccapo. Ed era un’opportunità che si era aperto lui stesso, con il suo dolore, con il suo rimorso, con il suo coraggio… per questo era l’eroe. Per questo era il vincitore.

Come lo era anche Brix. Anche Brix che aveva sacrificato la sua vita per proteggere lei ed Harry. Anche lui aveva vinto. Aveva vinto sulla Morte. Aveva infranto il potere oscuro di Voldemort con il suo sacrificio ed aveva strappato alla Morte stessa quella che avrebbe dovuto essere la sua preda, offrendosi lui al suo posto. Libero e consapevole. Libero.

“Ora te ne puoi andare, Lily.” Disse improvvisamente Severus, amaramente. Lily lo guardò confusa.

“Non sei più tenuta a rimanere con me.” Spiegò allora Severus. “Non ho più alcuna utilità per te. Hai ritrovato tuo figlio.”

Lily lo guardò incredula. Ancora? Possibile che non capisse? Possibile che ancora non si ritenesse degno di affetto, non si ritenesse degno di lei?

“Sev”, gli disse dolcemente, sfiorandogli la guancia. “Ricordi quando ti ho promesso che ti sarei rimasta vicino?”

Il ragazzo annuì. Sì, lo ricordava. Molto bene. Un istante in cui aveva creduto di esistere, un istante di illusione in cui aveva pensato che forse, forse Lily sarebbe potuta rimanere con lui.

“Credi davvero che stessi bluffando?” Gli domandò Lily, cercando di far salir un sorriso sulle sue labbra.

Gli occhi di Severus invasero i suoi. La notte silenziosa in quella verde foresta.

“Credevo fosse un sogno. E forse lo è ancora…” Mormorò Severus, perdendosi in quegli occhi verdi, chiedendosi ancora, per un ultimo istante, cosa avesse fatto per meritare di vederli ancora.

“E se anche fosse?” Fece Lily alzando le spalle, mentre sorrideva felice. “E’ un bel sogno, no?”

Il ragazzo le sorrise di rimando. Sì, era un bel sogno. Probabilmente avrebbe avuto fine a breve, ma fino ad allora, perché rifiutarsi di viverlo? Era solo un sogno, dopotutto.

“Sì.” Disse con voce calda. “E’ un bel sogno.”

Le labbra di Lily si avvicinarono alle sue, ancora incurvate dal sorriso. Si unirono a lui, regalandogli la loro dolce curva. E Severus la strinse a sé, strinse a sé la sua Principessa di Fuoco… lei e il Principe della Notte vivevano nei sogni e nei sogni si sarebbero incontrati, avrebbero potuto stare insieme. E non era forse un sogno quello?

Mentre gli occhi di entrambi si chiudevano su quell bacio, cercato a lungo, ma mai realmente raggiunto, la voce del vecchio Brix sussurrò alle orecchie di Severus, mormorando la ballata che li aveva legati.

“I will promise my sword to the Light!
I won’t give in to my past, I will fight!
I’ve regained my life, thanks to your sweetness.”

E Severus aveva riacquistato la vita. Lo aveva fatto grazie all’amore di Lily. Grazie a lei aveva sconfitto la maledizione Imperius. Grazie all’amore aveva trovato la forza per trafiggere Voldemort. L’amore aveva guidato le mani del ladro nell’afferrare la lama fatale.

Wake me, and with you I’ll fly,

Svegliami… svegliami chiedeva il principe della ballata. La ballata di Brix… la ballata che li aveva uniti  con le sue parole.

Wake me, and I’ll regain my sight.

Svegliami. Ma Severus non voleva svegliarsi. Severus voleva sognare.

 

FINE

 

*******

Non sapete l’orgoglio e la tristezza intrise in quell’ultima parola. FINE. Non mi sembra vero: è finita, è davvero finita.

Vi dirò, l’unico mio cruccio riguardo a questa storia è il fatto di non poterla pubblicare. Una cosa è certa: questa fan fiction mi ha permesso di migliorarmi nel mio stile ed è la cosa migliore che Severus e compagnia potevano regalarmi, oltre a darmi un pubblico vasto che non avrei mai sperato di avere.

Mi è parso di aver colto un terreno fertile nelle recensioni riguardo ad un eventuale seguito… vedremo, vedremo…

Sicuramente, nei prossimi mesi mi dedicherò a una storia originale, ma l’idea di un seguito (lo ammetto) mi stuzzica. Si vedrà.

L’epilogo è incentrato su Lily e Sev, ma, d’altronde, non mi piacciono le storie che hanno troppi finali (ovviamente questo non si applica al Signore degli Anelli!), quindi ho preferito incentrarmi su loro due. Per il resto, Albus è preso dagli affari del Ministero, Harry è lì a Villa Silente con Lily, e tutti gli altri sono tornati alla loro vita ‘pre-guerra’. E sono anche riuscita, nonostante tutto, a tirare di nuovo fuori la ballata e a spiegare l'ultima parte della profezia: "e sue (del ladro) saranno le mani che reggeranno la lama fatale."

Ringrazio infinitamente tutti voi che avete seguito questa storia, lettori ufficiali e ‘fantasma’. Poi, un ringraziamento speciale a tutti quelli che hanno recensito, e che hanno regalato alcuni minuti del loro prezioso tempo a questa povera scrittrice. Non vi nomino semplicemente per non far torto a qualcuno, ma sappiate che ognuno di voi ha il mio ringraziamento speciale.

Beh, non mi resta che dirvi arrivederci e sperare che magari qualcuno di voi continui a seguirmi anche se non nel fandom di Harry Potter.

Grazie.


 
 
 
  
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