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Autore: LeftEye    01/03/2012    14 recensioni
Le paranoie di una fanwriter che non è ancora riuscita a dichiararsi al mondo.
Oneshot scritta per la sfida tra me e kaos3003 organizzata su Writers Arena Rewind.
Genere: Commedia, Demenziale, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: Originali
Rating: Per tutti
Tipologia: One-Shot
Lunghezza: 600 parole
Avvertimenti: -
Genere: Generale, Commedia, Demenziale (per il parallelismo fanwriters/omosessuali che si sentono costretti a non farsi effusioni in pubblico XD)
Disclaimer: Trama, personaggi, luoghi e tutti gli elementi che questa storia contiene, sono una mia creazione e appartengono solo a me.
Credits: *Canon, you must: stupidissimo calco sullo slogan della Canon, "with Canon, you can".
**Tributo a "Braveheart".
Note dell'Autore: in pratica la fanfiction intera è una nota dell'autore XD Oneshot scritta per la sfida tra me e kaos3003 indetta su Writers Arena Rewind.
Introduzione alla Fan's Fiction: le paranoie di una fanwriter che non è ancora riuscita a dichiararsi al mondo.





Paranoie di una fanwriter

 

 

 
 
Che ha da guardare, quel tizio? Oddio, non avrà mica capito quello che sto facendo?
Mi ha lanciato una strana occhiata, come se sapesse.
In effetti, scrivo troppo velocemente per una che sta lavorando ad una tesi o ad un qualsiasi altro compito per l'università.
Lo sa, me lo sento. Sa che sto scrivendo una fanfiction.
E' seduto di fronte a me, dall'altro lato dell'aula studio, e non può vedere lo schermo del mio netbook, ma è come se avesse indovinato che sto scrivendo una scena lemon.
Oh, andiamo, non è che lo faccia sempre, non sono una pervertita! Non che chi scrive spesso scene lemon lo sia, però la gente normale queste cose non le capisce.
Ci prende per pazzi sessualmente repressi.
Non che qualcuno di normale mi abbia mai detto una cosa del genere, ma io so che lo pensano.
Che dura, la vita di una fanwriter che vive attorniata da non-fanwriters: mi sento perennemente controllata, e devo muovermi nell'ombra per passare inosservata, per non rivelare la mia vera identità.
Che gioia, la prima volta che ho conosciuto di persona un'altra fanwriter: l'ho abbracciata e ho esclamato commossa "Non sono più sola!"
Poi ci siamo subito staccate, per evitare di destare sospetti.
In passato ho rivelato a qualche non-fanwriter che scrivo, ma non ho specificato cosa, lasciandoli fantasticare su un romantico quadretto di me, intenta a comporre sonetti d'amore con una piuma d'oca candida, a lume di candela.
Altre volte, invece, sorvolo totalmente e alla domanda "cosa fai nel tempo libero?" rispondo "leggo e guardo molti film", passando per una sociopatica che trascorre i suoi weekend davanti alla tv.
Sì, è vero, passo molto tempo davanti agli schermi (del cinema, dell'apparato televisivo, del pc, del lettore eBook), ma lo faccio per un motivo ben preciso: non osservo semplicemente scorrere le immagini come le persone comuni, io assimilo per trarre l'ispirazione di cui ho bisogno.
Ciò che per uno spettatore normale è una semplice battuta di un copione che, molto spesso, non viene nemmeno compresa fino in fondo per via del gap culturale o di una pessima traduzione – sì, se stessi parlando ad alta voce avrei un tono affettato e altezzoso, e mi mancherebbero solo il monocolo e il baffetto all'insù – per me è una frase cardine da cui può partire una fanfiction.
Fanfiction che cercherà di rispettare alla perfezione la caratterizzazione dei personaggi e il background del fandom, ovviamente.
Canon, you must.*
Non mi fraintendete, non ho nulla contro chi scrive crack pairing, AU, OOC... ok, sto mentendo spudoratamente: odio a morte l'OOC. Ma per il resto, vivo e lascio vivere.
E non detesto le yaoi e le slash perché sono omofoba: è che il 99% delle volte non sono canon!
Kurt e Blaine, sì, perché è così che hanno voluto gli sceneggiatori, ma Vegeta e Goku no, decisamente no.
Sarò bacchettona, ma è questa la mia visione di una fanfiction: rispettare al cento per cento ciò che è stato stabilito dall'autore, e aggiungere i pezzi mancanti.
Certo, anch'io in gioventù ho sperimentato e sono uscita dal perimetro, ma dopo svariati anni ho finalmente trovato la mia strada: che mi imprigionino, che mi torturino, che mi squartino lasciando che le mie budella vengano divorate dai cani, io urlerò fino alla morte "Caaanooon!"**
Il tizio seduto di fronte a me alza di nuovo lo sguardo. Che, non avrò mica gridato per davvero?
Affondo la testa tra le spalle come un gufo, cercando di nascondere il volto dietro allo schermo del netbook.
Forse è meglio scrivere più lentamente, così da non destare ulteriori sospetti.
 
"F... i... n... e" 
   
 
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