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Autore: willbeyoungforever    01/03/2012    3 recensioni
Ciao a tutti! Questa è la prima FF che fa parte di un progetto più vasto (che spero tanto di portare a conclusione!). L'obiettivo è quello di rileggere in chiave attuale e il più veritiero possibile le storie delle principesse Disney ma con protagoniste le ship di Glee, in particolare Klaine - Brittana e Faberry! Ecco a voi quindi la prima Fan Fiction che fa parte di questo progetto che ho intitolato Disney!Gay, ispirata alla Bella e la Bestia!
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Il giovane Kurt Hummel, nel tentativo di aiutare il padre, viene fatto prigioniero dall'inquietante padrone Blaine Anderson e dalla sua assurda servitù nella Villa Dalton.
Tuttavia lo scorrere degli avvenimenti porteranno Kurt ad avvicinarsi sempre più a Blaine...
Genere: Azione, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Dave Karofsky, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Disney!Gay'
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Ciao a tutti, sono Ottavia, una delle tre menti che ha partorito questo folle progetto: trasferire i personaggi di Glee nelle storie Disney, cercando di renderle il più attuali e veritiere possibili. 
Quindi inizio ad avvertirvi che ho eliminato totalmente la componente magica (incantesimi, pozioni trasformazioni cose così) ma i personaggi sono comunque molto riconoscibili rispetto a quelli del cartone animato (almeno a me sembra di si, fatemi sapere!!!)
Poi ho dovuto rendere uno dei personaggi di Glee il classico Villain della Disney (non vi anticipo chi è ma lo potete facilmente immaginare), e un po' mi dispiace per averlo caratterizzato così, ma era necessario.
Per ultima cosa vorrei aggiungere che ho creato questo mondo dove "Gay è ok", ossia essere Gay è assolutamente normale, non è un problema. I due protagonisti si innamorano come conseguenza degli avvenimenti. Quindi tutta la tematica dell'accettazione non è presente proprio perchè non è un problema! (sarebbe davvero bello se esistesse questo mondo...o se il prossimo cartone Disney fosse così!!!)
Vi dico la verità, l'esito di questo progetto dipende da voi: abbiamo già in cantiere le prossime storie ma vogliamo prima capire se vale la pena scriverle!
 
Ma non sto qui a stressarvi con le mie premesse e vi posto il capitolo.
 
Al solito: i personaggi di Glee non mi appartengono, sono opera di RM & Co.
 
 
Capitolo 1 – The Beauty
 
C’era una volta un ragazzo che non somigliava a tutti gli altri. Il suo nome era Kurt Hummel e viveva con il padre Burt in una cittadina di nome Lima. I suoi occhi erano grandi e di una delicatissima tonalità d’azzurro e la sua pelle color avorio lo faceva somigliare quasi una creatura incantata.
Kurt non aveva molti amici, anzi a dir la verità non ne aveva nessuno. Passava le sue giornate in biblioteca o in qualche parco appartato a leggere e a fantasticare su quanto potesse essere bella la vita al di fuori di Lima. Il ragazzo sognava di trovarsi nei mondi fantastici dei suoi libri; in luoghi dove nessuno lo additava come diverso a causa del suo strano modo di vestire, dei suoi modi di fare o per il suo tono di voce troppo acuto. 
 
Il padre di Kurt era un meccanico molto conosciuto e stimato in città e aveva un ottimo rapporto con il figlio. L’uomo si era reso conto da tempo di quanto il ragazzo fosse infelice a Lima. Eppure non sapeva come fare per aiutarlo. Aveva cercato di convincerlo a uscire con qualche suo coetaneo collezionando però solo una serie di insuccessi.
Burt si era così arreso all’evidenza: suo figlio preferiva la compagnia di un libro piuttosto che di qualche altro essere umano all’infuori di lui.
“Papà smettila” lo apostrofò Kurt “io non ci esco con i figli della panettiera, ti ricordi com’è andata l’ultima volta? Bè io si! Dopo aver passato uno dei peggiori pomeriggi della mia vita sono tornato a casa in lacrime. Quegli idioti non hanno fatto altro che parlarmi alle spalle e senza nemmeno avere l’accortezza di farlo sottovoce!”
“Ma magari questa volta è diverso...” cercò di convincerlo Burt, in tono imbarazzato.
“Diverso? Ne sei sicuro? Io sono stanco di sentirmi insultato solo perché cerco di essere me stesso! Papà smettila di assillarti così tanto per me…ti assicuro che mi sta bene passare il pomeriggio a leggere sotto l’ombra di un albero. Non posso chiedere di meglio.”
Burt sapeva che suo figlio mentiva spudoratamente per non farlo preoccupare troppo, e questo lo faceva solo stare peggio.
 
Uno dei problemi più grandi che affliggevano il povero Kurt si chiamava Dave Karofsky. Un ragazzone che viveva a pochi isolati da casa sua e frequentava pure il suo stesso liceo. Karofsky era il classico bulletto popolare e ben visto da tutti. Probabilmente (questo era quello che pensava Kurt) aveva considerato una  sfida personale quella di riuscire a conquistare il cuore del giovane ragazzo, solo per rendergli la vita ancora più insostenibile, per questo lo tormentava continuamente chiedendogli di uscire.
Quando Karofsky, la sera del ballo studentesco, ebbe il coraggio di presentarsi sotto casa di Kurt con un mazzo di fiori, autoproclamandosi con un sorriso beffardo suo cavaliere, il giovane riversò tutta la rabbia accumulata da tempo contro il presunto accompagnatore…
“ Qual è il tuo problema?” sbottò Kurt “Perché continui a tormentarmi? Non capisci che non sei il mio tipo? Non mi piacciono i grassoni sudaticci che saranno pelati a 30 anni.”
Dave  fu colto di sorpresa da quell’inaspettata reazione e sollevando istintivamente il pugno mugugnò tra i denti “ Non provocarmi Hummel….”
“Mi vuoi colpire? Avanti! Colpiscimi!” urlò tutto d’un fiato Kurt “Tanto non puoi cambiarmi. I pugni non cancelleranno la tua ignoranza! Sei solo un bambino terrorizzato che non sa quanto è speciale essere se stessi!”
Karofsky fece un leggero slancio in avanti ma si ritrasse improvvisamente quando vide arrivare Burt preoccupato. Scagliò i fiori addosso al ragazzo, ancora ansante sulla porta e si allontanò gridando “Hummel, te la farò pagare!”
“Kurt…quel ragazzo ti ha toccato? Ti ha fatto qualcosa? Da quanto tempo va avanti questa storia? Devo intervenire?” Burt era visibilmente scosso nonostante avesse assistito solo all’ultima parte della conversazione.
“Papà…tranquillo…non…non è successo nulla …è solo che….Karofsky mi tormenta da mesi ormai….continua a chiedermi di uscire o di passare del tempo con lui….ma io lo so che le sue intenzioni sono altre…desidera soltanto illudermi e farmi soffrire…ma io sinceramente non voglio aver niente a che fare con un troglodita come lui!” svelò Kurt al padre fissandosi intensamente i piedi.
“Oh Kurt…sono così fiero di te!” Disse Burt e in uno slancio di affetto abbraciò il figlio stretto stretto, lì sull’uscio di casa.
*
 
Era una fredda giornata invernale, parecchi centimetri di neve avevano ricoperto totalmente le strade di Lima rendendole totalmente impraticabili. Kurt era indaffarato a sistemarsi una costosa sciarpa griffata per prepararsi ad uscire quando suo padre gli corse incontro agitando una lettera. 
“Kurt…Kurt! Kurt, Dio Kurt corri qui! Ho una grande notizia!”
Kurt si affrettò ad andare incontro al padre che senza permettergli di domandare nulla lo stritolò in un forte abbraccio.“Kurt grandi notizie!”
“Papà…la-lasciami…non –espiro” ansimò il giovane tra le braccia del padre
“Oddio figliolo scusami…è che sono così emozionato” disse l’uomo liberando il ragazzo dalla sua presa infernale. “Hai…hai presente la villa Dalton? Quella che si trova più o meno a mezzora di macchina da qui…”
“Sisi, praticamente quella specie di reggia enorme che appartiene alla famiglia, mmm come si chiamano?”
“Gli Anderson” lo aiutò il padre.
“Ecco si agli Anderson….hanno un bellissimo giardino…ogni tanto quest’estate ci sono passato davanti e immaginavo di sdraiarmi sotto un loro albero a leggere…Eppure è strano…non ho mai visto una finestra aperta o un segno di vita in quella villa…”
“Girano parecchie strane voci a riguardo…” 
“Ma cosa c’entra con noi quella famiglia?” chiese incuriosito Kurt. Non riusciva proprio a vedere un nesso tra gli Hummel e gli Anderson….erano così diversi.
“Vedi mi è appena arrivata una lettera, firmata B. Anderson…penso sia il figlio…a quanto pare in questo momento vive solo nella villa e….aspetta te la leggo così ti è tutto più chiaro…lo sai che non sono tanto bravo con le parole…
 
Signor Hummel
Ho sentito parecchio parlare della sua bravura.
Avrei un lavoro da proporle. 
La aspetto tra una settimana nella mia villa (l’indirizzo lo trova sul retro). 
Porti con se l’occorrente per rimanere lontano da casa: sarà mio ospite per qualche mese. 
Il lavoro è parecchio lungo. 
Non si preoccupi la casa è grande e in questo momento ci sono solo io, il primogenito, e la servitù. 
Non accetto rifiuti.
Mi aspetto di vederla puntuale tra una settimana esatta.
B. A.
 
“Dimmi che non hai intenzione di accettare” chiese Kurt sconvolto.
“Certo figliolo! Quando mi ricapita un’occasione del genere?” rispose il padre di rimando.
“Ma non senti il tono con cui te l’ha chiesto, anzi scusa, ordinato!? Questo è solo un ragazzino viziato…mandalo al diavolo! Non parla nemmeno di un compenso…Papà hai già tanto lavoro qui…”
“Figliolo stai tranquillo….mi mancherai tantissimo, ma questa potrebbe essere una svolta per la mia carriera…”
“Ma non sai nemmeno di che lavoro si tratta!”. Kurt era visibilmente scosso e ormai aveva messo il broncio.
“Ma ha scelto me! Tra tutti quelli che ci sono, lui ha bisogno di me! Sai cosa chiederò per prima cosa a questo ragazzo? Gli chiederò il permesso di far entrare mio figlio nel suo giardino, per leggere sdraiato sotto un albero!”
Kurt sollevò il viso verso il padre, e increspò le labbra in un sorriso appena accennato. I suoi grandi occhi azzurri erano però pieni di lacrime.
“Oh Kurt! Ci vado solo perché so che mio figlio è in grado di cavarsela per qualche giorno a casa da solo. Sembri così fragile, ma in realtà sei una roccia! Un vero Hummel!”
Kurt non rispose. Abbracciò di rimando il padre. Questa storia non prometteva nulla di buono. Se lo sentiva. 
 
 
Aspetto i vostri commenti, recensioni anche insulti se volete!
Grazie a tutti per aver letto.
a presto
Ottavia
   
 
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