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Autore: Acquamarine_    01/03/2012    4 recensioni
[La storia partecipa al contest "Ritratto di Signor..." di MagenthaRigbie]
Panoramica sulla vita di un personaggio quasi totalmente dimenticato: Eloise Migden.
Genere: Commedia, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Nickname (EFP e forum): Acquamarine_
Titolo: There was no time to be sad
Genere: Introspettivo, Malinconico, Commedia (per la fine "happy")
Avvertimenti: One-Shot (744 parole)
Aspetti scelti: Occhi, Bocca, Capelli, Pelle e Incarnato
Qualità scelte (tra "positive" e "negative"): Bellezza, Citata Gentilezza / Bruttezza, Citata Cocciutaggine
Personaggio/i: Eloise Migden
Categorie di personaggi scelti (qualora fossero più di uno): Nessuna
Introduzione (facoltativa): Dal testo: La vita la aspettava e non c'era tempo per essere tristi.
Note dell'autore: Ad un certo punto, verso la fine, dico "boccoli", mentre in un paragrafo iniziale dico che i capelli di Eloise erano "più lisci" (di prima). 

Ci tengo a dire che non è un errore di distrazione ma che, anzi, i capelli da ricci sono meno ricci... non so se si è capito ciò che volevo dire xD

La storia partecipa al contest “Ritratto di Signor...” di MaghentaRigbie. L'obiettivo è descrivere bene l'aspetto fisico, ma la struttura della storia può essere varia. Fare una descrizione fine a se stessa, costruirci una storia attorno... io ho scritto... questo.

Hope you like it.


 

*


 

There was no time for be sad

 

Eloise Migden era una bambinetta molto carina.

Sua madre si vantava dei grandi occhi castani e del sorriso coinvolgente, dicendo che “erano tutto merito suo”.

Il signor Migden si limitava ad alzare gli occhi al cielo e sbuffare, poi guardava la bambina e sorrideva teneramente.

Eloise aveva capelli castani corti fino al mento, abbastanza ricci e con riflessi rossi; la sua carnagione era molto chiara e ciò la rendeva simile a una bambola di porcellana; i suoi occhi erano grandi e castani, le ciglia lunghe e scure e le sopracciglia abbastanza folte, sempre vicine. Una bambina romantica avrebbe potuto dire che era perché “si volevano bene”, ma un adulto avrebbe presto capito il carattere cocciuto e determinato della bambina.

Aveva appena tre anni, ma i suoi genitori erano già certi sarebbe diventata una bellissima ragazza.

 

Eliose Migden era una bambina abbastanza carina.

I suoi grandi occhi castani era sempre accesi dalla contentezza: i suoi voti a scuola erano mediamente alti, la sua migliore amica le voleva bene, i suoi genitori erano in armonia, la sua era la vita di una normale bambina di sette anni.

Il suo sorriso era sempre pronto a comparire, come lei era sempre pronta ad essere gentile con gli altri: aiutava i suoi compagni di classe in difficoltà, i suoi genitori in casa, la vicina anziana a portare dentro casa la spesa.

I suoi genitori erano sicuri che sarebbe diventata una ragazza felice.

 

Eloise Migden era una ragazzina carina.

I suoi capelli erano cresciuti e diventati più scuri e lisci. Ora li teneva sempre legati in una treccia alta poiché sua madre non voleva li tagliasse.

Aveva undici anni, più tristezza e pochi mesi per rimanere con sua madre: il primo settembre sarebbe partita per la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

Il suo sorriso compariva sempre meno spesso, proprio come suo padre in casa.

La sua vita non era più così felice, ma lei combatteva affinché lo ridiventasse.

Sua madre era sicura ci sarebbe riuscita, prima o poi.

 

Eloise Migden era una ragazza bruttina.

Aveva quattordici anni, il viso devastato dall'acne e le labbra sempre piegate in una smorfia di dolore.

Dolore per quel padre di cui si vergognava, dolore per quella vita che non era più felice, dolore per quegli amici che non aveva più, dolore per le lacrime di sua madre, dolore per quel viso che non era il suo.

I suoi capelli erano sempre grassi, intrattabili e gonfi; lei era costretta a legarli ogni giorno, poiché sarebbe sembrata ancor più brutta di quanto non fosse già agli occhi altrui.

Eloise lo sapeva: quella bambina bella e solare non sarebbe più tornata.

Era destinata ad una vita pessima.

Sua madre, però, era sicura che la sua bambina sarebbe tornata, perché sotto quel velo, brillavano ancora due occhi castani felici.

 

Eloise Migden era una ragazza molto bella.

I suoi capelli erano sempre grassi e di tanto in tanto compariva qualche brufolo, soprattutto in quei giorni, ma lei non ci faceva caso.

Sorrideva spesso, molte volte era anche causa dei sorrisi degli altri.

Aveva terminato da tre anni il suo soggiorno ad Hogwarts e, sebbene quelli non fossero stati tempi felici per lei, aveva ugualmente pianto quando era stata costretta a lasciare la scuola.

Certi giorni, le sarebbe piaciuto potervi tornare, risentire l'odore di succo di zucca e porridge al mattino, ascoltare il rumore delle dita sulle pagine in biblioteca, le risate delle altre ragazze in dormitorio o il buon profumo della neve di dicembre.

Non aveva mai voluto diventare grande, piuttosto da ragazzina le sarebbe piaciuto poter tornare bambina, rivedere i propri genitori insieme e avere una vita felice.

Ora era ben diversa dalla paffuta bambinetta che era stata: la carnagione pallida era coperta da un sottile strato di trucco, le labbra sottile voluminizzate con lipgloss o rossetto, i boccoli chiari legati in code alte, ma i grandi occhi castani erano sempre gli stessi, felici e luminosi.

Mentre era stretta nell'abbraccio del proprio fidanzato, o dei suoi amici, mentre ascoltava il battito del cuore della propria madre, mentre i suoi occhi si perdevano nel grande spettacolo della vita, trovando meravigliosa ogni cosa, nel suo cuore nasceva una consapevolezza: tutti erano destinati alla felicità, bisognava che avessero solo il coraggio di combattere per essa.

Lei era caduta, ma si era rialzata e non aveva alcuna intenzione di fermarsi a prendere fiato, da allora in poi.

La vita la aspettava e non c'era tempo per essere tristi.

   
 
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