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Autore: broken wings    02/03/2012    1 recensioni
{TERMINATA} « Spero di aver riempito quel vuoto nella tua anima », il titolo è tratto dal brano shout it out loud degli Oasis.
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Lyla lo amava per quel poco che sapeva di lui, perché con quel poco che sapeva, si era lasciato amare.
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« Stronzetto, mi sei un mancato un po', comunque. » disse Noel.
« A me non sei mancato affatto. » rispose l'altro, sorridendo.
Genere: Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Stand up beside the fireplace, take that look from off your face.
You ain't ever gonna burn my heart out.
So Sally can wait, she knows it's too late.
As we're walking on by, her soul slides away.
But don't look back in anger, I heard you say.
Take me to the place where you go,
Where nobody knows if it's night or day.
But please don't put your life in the hands of a Rock n Roll band,
Who'll throw it all away..


Quella notte Liam e Nicole fecero l'amore dopo mesi e mesi, lo fecero forte, quasi per nascondere e coprire le distanze che avevano preso in quel periodo critico del matrimonio. Liam la sentiva nuovamente sua, sua e di nessun altro uomo. Il letto non era più troppo piccolo per quei due corpi, e quei due corpi si erano mischiati, uniti, sciolti e riallacciati come un tempo. Lui sentiva sotto le sue mani la pelle morbida e profumata della donna, e mentre lei ansimava capiva di aver preso finalmente la scelta giusta. Erano fatti l'uno per l'altra. Si abbracciarono forte e al lungo, non dissero una parola e mentre lei si addormentò poco dopo, lui restò sveglio tutta la notte ad osservarla mentre respirava lentamente sotto le sue mani.
Quella notte Noel comprese che Liam aveva ancora bisogno di lui, come quando ne aveva a otto anni. Era comunque il fratello maggiore, nonostante gli insulti pesanti sputati in quella serata a Parigi, nonostante i lanci di prugne e di chitarre. Nonostante il fatto che il marmocchio lo irritasse più di una qualsiasi altra allergia. Ma quella notte prese una decisione fondamentale per il seguito e la fine della storia.


Due anni dopo
« It's just rock 'n roll, it's just rock 'n roll, it's just rock and roll.. It's just rock and fucking roll! »
L'aspra voce di Liam era ormai accompagnata soltanto dal caotico suono della batteria, i fans erano letteralmente in delirio, Noel fu convinto di aver visto una ragazza nella prima fila tirarsi addirittura i capelli dall'eccitazione. Scoppiò a ridere, era felice di essere lì di nuovo con loro, e questa volta niente li avrebbe più divisi. Ne era sicuro.
Il fratello si voltò rapidamente, sorseggiò dalla sua lattina di birra e si avvicinò al microfono. Tossì leggermente.
« Grazie ragazzi, siete sempre i migliori. »
Urla pazzesche. Liam si fermò, sorrise. Si voltò cercando lo sguardo del fratello, poi di nuovo con le labbra premute sul microfono disse:
« Questa è per una ragazza. Lei è italiana. If you can hear me, call. Then I can say.. Lyyyyy-laa! Se ci sei, questa è per te. »
Nuovamente urla pazzesche ma questa volta nessuna pausa, Gem e Noel partirono con la chitarra, Liam si aggiunse carico con la voce, e un'immensa folla di fans italiani lo imitò.
Era l'ultimo pezzo del concerto, il cantante cercò distrattamente il suo volto tra la folla, ma a dirla tutta, neanche lo ricordava bene. Non aveva più il suono della sua voce nelle orecchie, non aveva un'immagine dei lineamenti della ragazza ben scolpiti nella memoria. Stare lì, a Roma, gli faceva ripensare a lei, e a quanto le avesse dato inconsciamente importanza qualche anno prima. Ma non era in quel pubblico, ne era sicuro.
« Sarebbe stato fottutamente bello rivederla, nient'altro. Ma comunque pazienza. » mormorò al fratello quella sera, mentre erano sdraiati nel pullman diretti verso l'hotel. C'era Bonehead che russava sdraiato in due sedili, Gem e Andy dormivano beatamente. Noel si voltò verso il finestrino, guardando le strade tristi e buie di quella notte di settembre.
« Curiosità, nient'altro. » continuò il fratello sbadigliando.
Il fratello lo guardò un attimo, pensò che quella donna doveva essere davvero speciale e si appoggiò al freddo vetro addormentandosi velocemente. Verso le due e mezza si dovettero risvegliare per rientrare nell'hotel e alle tre, tutti i membri della band si trovavano ognuno nelle rispettive stanze dentro caldi letti con piume d'oca e grandi cuscini. Alle tre e zero uno però, Noel dovette interrompere i suoi sogni a causa della fastidiosa suoneria del suo fastidioso cellulare.
« Ho dimenticato di spegnerlo, merda » commentò assonnato, e tra uno sbadiglio ed un altro, senza neppure controllare di chi fosse la chiamata, disse:
« Pronto? Chi è? »
Una voce femminile gli rispose: « Ehm.. Noel? »
Lui mugugnò qualcosa di simile a un "sì".
« Sono.. Sono Lyla. »
Ne seguì un attimo di silenzio in cui l'uomo cercava di accendere l'interruttore del cervello e capire se avesse sentito bene, se era la Lyla che lui pensava che fosse e se, sopratutto, stesse ancora dormendo e non fosse il tutto frutto di una fottuta immaginazione.
« La Lyla del concerto? Se è un fottuto scherzo io.. »
« Sono io. Liam ti ha parlato di me? »
Noel si alzò nervosamente dal letto, guardò distrattamente l'orario nello sfondo del telefono per capire che ore fossero. Le tre e tre minuti, cazzo.
« Sì. Come fai ad avere il mio numero? »
« Tuo fratello si era dimenticato il suo cellulare da me, diciamo che ne ho approfittato e.. e ho fatto bene. Io.. io non so se sto facendo la cosa giusta, ma devo dirti una cosa importante »
« A me? Non sono Liam. »
« A te, non a Liam. Lui non deve saperne niente. »
« Ho finito due ore fa un concerto con qualche miliardo di persone, sinceramente sono un po' stanco per parlare in piena notte al telefono di mio fratello. »
Nessuna risposta, lui era quasi deciso ad attaccare quando la ragazza rispose:
« E' importante.. Ti prego, è importante. »
Non sapeva cosa ci fosse nella sua voce a convincerlo, forse il non troppo marcato accento italiano nella sua pronuncia, forse la preoccupazione e l'insicurezza che traspariva suo tono, o forse il fatto che Liam era rimasto davvero colpito da lei e la curiosità se lo stava mangiando vivo.
« Dammi il tuo indirizzo di casa, domani mattina vengo da te. »

Fu abbastanza facile andare da lei, avevano una mattina di pausa seguita da un pomeriggio pieno di interviste alle radio locali. Ma erano pur sempre gli Oasis con qualche anno in più sulle spalle, così, come nei vecchi tempi, prima delle 12.30 nessuno apriva gli occhi e usciva dalle camere. Nessuno, tranne chi aveva qualcosa da fare.
Chiamò un taxi e gli diede il bigliettino su cui la sera prima aveva scritto velocemente con una matita tutte le informazioni su Lyla, anzi, su Laura. Non era davvero preoccupato, probabilmente lei gli avrebbe soltanto detto qualcosa tipo: "ho ancora qualche possibilità con Liam?" e allora lui, mantenedo le risate, le avrebbe risposto di no, che i tempi delle groupie erano già finiti e una volta tornato in hotel avrebbe spifferato il tutto al fratello gustandosi così grasse risate di pieno gusto. A dirla tutta, se la immaginava come una ragazza dal seno prosperoso e il sedere palpabile, una di quelle affamate di sesso che Liam aveva sempre attratto così facilmente. Avrebbe senz'altro passato una bella mattinata. Ma quando, di fronte la porta della casa si ritrovò di fronte una donna totalmente diversa dalle sue aspettative, comprese che niente di tutto ciò che aveva immaginato, era stato esatto. Aveva una bellezza particolare, indiscutibile, che non si basava su taglie o trucco pesante. Era bella da sé nel complesso. Non era una di quelle donne che noti non appena le vedi camminare per strada, era una di quelle per cui bisognava soffermarsi un po', osservare attentamente le espressioni del viso e i movimenti che faceva mentre parlava.
« Cominciavo a credere che non saresti venuto! »
Disse Laura, mostrando un folgorante sorriso amichevole. Lui entrò in casa di quella sconosciuta. Com'era finito dentro quella storia?
« Scusa per il disturbo e per il resto.. »
Cosa intendeva quella donna con "per il resto"?
Gli fece posare il giacchetto di pelle nella sedia all'ingresso, gli offrì dei pasticcini e del thé verde e dopodiché si accomodarono nel tavolino del soggiorno con in mano delle grandi tazze calde.
« Eri al concerto ieri sera? »
« No, l'ho seguito in TV. Sono rimasta stupita da quanto ha detto Liam. Non credevo si ricordasse della mia esistenza. »
« E' un tipo particolare, è strano. Ha stupito anche a me. Non si ricorda con chi ha perso la castità e si ricorda della ragazza con cui è andato mentre era in crisi con Nicole. Senza offesa. » Mente lei sorseggiava la bevanda, Noel notò la fede nella mano sinistra, forse ci si soffermò troppo e quando Laura seguì il suo sguardo, come a leggergli nel pensiero disse:
« Sì, sono sposata. Ma non ti ho cercato per chiederti se Liam avesse bisogno di qualche ragazza con cui divertirsi ancora un po', quindi non credo possa essere un problema. »
L'uomo quasi si vergognò per tutti i pregiudizi che aveva avuto prima, e quasi si sentì in dovere di chiederle scusa.
« Ok. Allora come mai mi hai chiamato? »
« E' difficile da dire per me. Io me lo sono tenuta dentro per così tanto e ancora adesso non sono sicura se doverlo dire o meno. Ad ogni modo ormai sei qui e ormai va fatto. Cercherò di dirlo senza girarci troppo intorno.. »
La conversazione venne però bruscamente interrotta da una porta sbattuta. Noel sussultò, credeva fossero da soli in casa. Magari era il marito geloso che lo avrebbe sbattuto fuori dalla porta credendo che lui fosse suo fratello Liam. Si stava decisamente facendo troppe pippe mentali. E rise di se stesso quando vide una piccola manina sbucare dal corridoio dietro le sue spalle. Era soltanto il bambino di Laura.
« Mamma! »
Ma anziché sorridere, la donna aveva in volto un'espressione allarmata, nervosa, che cercò di nascondere non appena lei si rese conto di avercela stampata in viso.
« Piccolo, ti sei già svegliato? »
La sua voce tremava. Noel continuava a guardarla neglii occhi, confuso, ma poi comprese che non doveva pensare alla donna, bensì alla piccola figura dietro di lui. Era il bambino il problema. Un enorme dubbio si creò dentro di lui, e più tentava di ignorarlo, di credere che fosse impossibile, più questa vocina dentro di sé continuava a crescere, ad essere sempre più rilevante e forte.
Si voltò e lo vide. Si ritrovò un bambino che aveva visto già centinaia e centinaia di volte in passato. Si ritrovò lo stesso bambino con cui era cresciuto, lo stesso che aveva odiato, amato, con cui aveva dovuto convivere forzatamente per tanti anni. Era un'immagine impressa, ricordi su ricordi stampati in tutto un altro essere umano. Aveva degli occhi verdi espressivi, capelli biondi scuri, e i lineamenti erano gli stessi che suo fratello Liam aveva a quella stessa età. Si girò rapidamente verso la madre, con uno sguardo quasi compassionevole.
« Quanti anni ha? »
Laura piangeva silenziosamente.
« Due » balbettò.
Due anni, come quelli che erano passati dall'ultima volta che Lyla e Liam si erano conosciuti. Due anni.
« Amore.. torna a dormire, non sei stanco? » lei si avvicinò al figlio, e posandogli le mani sulle spalle, lo invitò gestualmente a tornare al letto. Noel si alzò dalla sedia, andò dal bambino e gli accarezzò il viso. Laura rimase paralizzata. Lui continuò lentamente ad osservarlo, come ipnotizzato da quello sguardo acceso che aveva.
« Ciao piccolo, io sono Noel. Tu come ti chiami? »
« James » mormorò imbarazzato.
Little James.
« Che bel nome che hai! » commentò con dolcezza l'uomo.
« Grazie.. » ma il bambino si trovava già nella sua stanzetta.
Noel spense il suo sorriso e bruscamente disse: « Lyla, Lyla ti prego non dirmi che quello è mio nipote. Lyla non mettermi dentro questi fottuti casini. Lyla ti prego, ti supplico, lui non è il figlio di Liam, vero? Io.. io non potrei mai nascondere una cazzo di cosa del genere, te ne rendi conto, merda? »
Ne seguirono bestemmie su bestemmie, imprecazioni e parolacce. Laura non rispose mai, non lo invitò neppure ad abbassare il tono di voce, dal momento che James avrebbe potuto sentire, piuttosto, continuava a piangere silenziosamente. Disperata, poi, prese fiato e decise di parlare:
« Pensi che sia stato facile per me?! Ho un cazzo di marito completamente moro, occhi castani e io? Ti sembro bionda? I miei occhi ti sembrano verdi? Non ne so tanto di genetica, ma avere un figlio completamente diverso dal padre non è tanto normale come cosa. Lo ammetto: mi sono fidanzata con il primo ragazzo affidabile che mi è capitato sottomano, ho fatto l'amore con lui il prima possibile, soltanto per poter nascondere il vero padre di James. E poi che succede? Nasce, e sin dai primi giorni di vita si vede che non ha niente in comune con Francesco. E' uguale a Liam, hai visto? Credi che per me sia stato facile?! Io ti giuro che se Liam ieri sera non mi avesse nominata, lui non lo avrebbe mai saputo.. E lui non lo dovrà mai sapere. James non è suo figlio, James è mio e di Francesco. James non ha niente a che vedere con lui. Hai suoi occhi, i suoi capelli, il suo viso, ma niente di più. Io non volevo metterti davvero in mezzo. Sono stata ridicola. Credevo che Liam pensasse ancora a me.. Ma ha parlato di me di fronte a quella folla, soltanto per pura curiosità. E tutti noi sappiamo che la curiosità non può formare un amore. Con la curiosità non puoi fare il padre. Scusami Noel.. Avevo bisogno di qualcuno con cui confidarmi, qualcuno che mi credesse. Ma t'immagini? Io che vado da mia madre a dirle che ho fatto un figlio con il mio cazzo di idolo? Mi avrebbe presa per malata. Scusa Noel, perdonami.. Scusami.. »
L'uomo accolse Lyla con un forte abbraccio, lasciò che lei si appoggiasse alle sue spalle e che piangesse tutte le lacrime che andavano versate. Restarono in silenzio al lungo, forse per addirittura ore. Noel pensò al lungo, comprese che ormai c'era troppo dentro a quella storia, pensò che se lo avesse detto a Liam avrebbe rovinato la vita di quella donna e allo stesso tempo, il matrimonio che suo fratello aveva riallacciato con tanta cura. Pensò che i figli di Liam ne avrebbero sofferto, e che il clima tra gli Oasis si sarebbe nuovamente deteriorato. Dall'altra parte, credeva che Liam restava il suo fratello. Come si poteva nascondergli una cosa del genere? Sarebbe stato ingiusto, sopratutto adesso che lo sentiva finalmente più vicino che mai. Come avrebbe potuto ricevere amore da lui ed esserne grato, quando aveva commesso il più grande sbaglio nei suoi confronti? E se poi un giorno, magari in preda alla rabbia, gli fosse sfuggita una cosa del genere? Sarebbe stato il totale casino. Pensò poi che avrebbe potuto chiedere un parere a sua moglie Sara, una volta tornato a Londra, ma a quel punto lei non avrebbe potuto nasconderlo a Nicole ed il disastro sarebbe stato sempre inevitabile.
« Dovrei odiarti, Lyla, per i casini in cui mi hai messo.. Ma non posso farlo dal momento che la tua vita debba essere già abbastanza terribile. Vuoi che non lo dica a Liam, quando chissà quante altre ragazze al tuo posto lo avrebbero sbandierato al mondo. Un amore come il tuo, Liam non se lo farebbe scappare, se soltanto sapesse.. »
« Potrei stare meglio, ma James sta vivendo una vita normale, dopotutto. Francesco mi ama, e ama James. Non c'è bisogno di complicazioni.. Avevo bisogno di un parere, di un consiglio.. Sono stata troppo impulsiva, è vero, e ti ho lasciato in una condizione pessima. Ma devi perdonarmi. Ora.. Ora prendi fiato, apri la porta e fai finta che niente di tutto questo sia mai successo. »
« Come se fosse semplice. »
« Ci sono passata anche io una volta, non è semplice, ma non è neppure impossibile. Il mio numero di telefono lo hai, tu hai il mio e sai dove trovarmi. Stammi bene, Noel.. »
E poi Lyla non aveva mai sentito la mancanza di Liam, Liam era lì, insieme a lei, soltanto con un altro nome e un'altra età. Liam le aveva fatto un piccolo regalo di cui lei se ne sarebbe sempre presa cura. Liam infondo meritava tutta la tranquillità del mondo, e la tranquillità di Lyla non era nulla a confronto di quella di altre due famiglie e di una band storica. Lyla poteva anche tenersi la sua insoddisfazione, i suoi se, i suoi ma. Lei era forte, lei avrebbe resistito.




La fanfiction è finita, andate in pace.
Ok, scherzi a parte. Finalmente ce l'ho fatta a pubblicare anche l'ultimo capitolo. Ad essere sincera, nel complesso, non sono molto soddisfatta. Il titolo del capitolo dice di non guardare indietro con rabbia, io ci guardo con pentimento, dal momento che avrei potuto fare di meglio, avrei potuto dare più, in particolare nei primi capitoli scritti con troppa fretta. 
Ad ogni modo, ciò che è scritto è scritto, e sono stupita dal fatto che qualcuno abbia davvero seguito la storia. Tengo perciò a ringraziare coloro che hanno sempre recensito con giudizi e pareri sempre gentili: thewhitelady, Jade Blues, black holes, cinziA7x (mia compagna di banco, che più che recensire, legge e si complimenta una volta entrate in classe :3) ed infine, ma non meno importante, Castuz che condivide con me la passione per gli Oasis e che tramite una chat riesce sempre e farmi sorridere.
Grazie a tutti per il supporto, per chi fosse interessato, al momento ho altre due storie nel mio profilo (una riguardante gli Oasis, e l'altra, un one-shot sui Beatles). Alla prossima :)

   
 
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