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Autore: Anor    03/03/2012    4 recensioni
E' il 20 Novembre del 2010 e il concerto di Adam Lambert ad Amsterdam lascia il pubblico in completa estasi.
Due brevissimi capitoli che descrivono in chiave ironica le sensazioni del cantante (1° capitolo) e del bassista (2° capitolo) durante "Whole Lotta Love".
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi di nuovo qui, con una fic molto diversa dalle altre che ho scritto. In questa descrivo ciò che Adam e Tommy potrebbero aver pensato -beh, mica leggo nella mente XD- durante "Whole Lotta Love", a Amsterdam. Il tutto è visto in chiave molto ironica e leggera. Una storiella quindi senza particolari pretese, che ho scritto per puro divertimento ^-^

Spero che la lettura risulti piacevole e divertente, nonostante l'impostazione poco impegnativa del racconto; e che il modo di pensare dei due ragazzi risulti quantomeno verosimile.




 

Quella canna mi deve aver annebbiato il cervello più di quanto non mi aspettassi.

E' da un po' che ho smesso con queste cose, non ci sono più abituato, decisamente.

Forse è meglio se mi siedo e mi lascio trasportare dai fumi della marijuana.

Manca poco, Adam mi dico 

Tra poco posso tornare in albergo e andare a dormire, il pubblico non avrà niente in contrario se non mi ricordo le parole della canzone, è stato un concerto formidabile, sono tutti in visibilio. Dopo quello che hai fatto al microfono, ci credo che sono eccitati commenta ironica la parte del mio cervello ancora non deceduta.

Seguo la musica e mi lascio andare.

Tommy si è accorto di me e si avvicina.

Lo stuzzico un attimo con la gamba a cui si è appoggiato e lo incalzo, finché non si decide a girarsi verso di me.

Non sono preparato: è vicino, dannatamente vicino, col collo teso e le labbra blu di rossetto pronte per essere baciate.

Mi blocco una frazione di secondo, non è previsto alcun bacio mi dice la vocina.

Ma le sue labbra sono vicine, troppo vicine, e il nostro respiro ormai è uno solo.

Al diavolo la vocina.

La bocca dischiusa del ragazzo mi attrae magneticamente, adesso desidero solo sentire il suo sapore mischiarsi al mio.

Lentamente mi avvicino.

O forse è lui che si avvicina a me?

Chi se ne importa.

Accarezzo le sue labbra con le mie, dolcemente.

Sento il sapore e la consistenza del rossetto, ma non ci faccio caso più di tanto, ormai sono perso nell'estasi.

Gioco sensualmente con le sue labbra che, lo so, stanno dipingendo la mia pelle di blu.

Sono sopra di lui, padrone della situazione che ci siamo creati, e decido di mettere un po' più passione -e lingua- in questo contatto.

Accarezzo le sue labbra, che prontamente si dischiudono, bramose di accogliermi al loro interno.

La lingua di colui che chiamo "fratello" mi accarezza il palato, il suo fresco odore mi invade le narici, la sensazione della sua bocca sulla mia mi fa impazzire di desiderio.

Voglio di più.

Questo non è più uno dei nostri classici baci on-stage, non si limita al piacere fugace di una sfuggente manciata di secondi, non nasce da una decisione pregressa, non è dettato dall'adrenalina accumulata durante il concerto.

Non voglio lasciare quelle labbra.

Con la mano cerco il basso di Tommy, e accarezzo le corde. Ormai lui è quasi sdraiato sotto di me, e non può fare altro che accettare di buon grado il ritmo che io impongo.

Lascio che la lingua del mio compagno giochi con la mia ancora un po', finché in un lampo di lucidità non mi rendo conto del tempo passato dall'inizio del bacio.

Un'eternità.

Con enorme disappunto devo concludere -o forse meglio dire rimandare?- quel contatto così dolce.

Mi alzo in modo da lasciare le labbra di Tommy, ma lui non intende staccarsi da me. Come biasimarlo? Anche io vorrei rimanere lì, abbracciato a lui per tutta la notte, ma mi rendo conto che se cedo alla tentazione di continuare, anche solo per un po', probabilmente finiremo per fare sesso qui sul palco.

Beh, il pubblico non avrebbe niente da ridire.

Ma forse i giornalisti sì, saresti fottuto, Lambert, in entrambi i sensi.

Di quando in qua la coscienza è in grado di fare battutine sagaci?

Forse è ora di darle ascolto…forse non dovrei rischiare di rovinarmi la carriera per una cosa del genere, che posso fare comodamente in camera d'albergo…

Assaporo per l'ultimo attimo le labbra di Tommy e mi allontano.

Non è passato nemmeno un secondo, ma quel contatto mi manca già. Lo sento ancora sulle labbra, che mi mordo come per imprimerci indelebilmente quella splendida sensazione.

Non mi volto verso Tommy perché so che non riuscirei a celare ciò che ho provato, e praticamente mi getto giù per le scale, continuando i movimenti che avevo interrotto.

E' in questi momenti che ringrazio i miei per avermi fatto fare teatro, da ragazzino. Non sarei mai riuscito a reggere una cosa del genere.

Tanto più che Tommy si sta strusciando contro la mia spalla, deciso probabilmente a farmi perdere il controllo.

Oh dio mio, Tommy, non puoi appoggiarti col cavallo dei pantaloni alla mia spalla e pretendere che io stia fermo. 

Vocina, come faccio? 

Ah, Tommy, non la passerai liscia!

Stasera, in albergo, ti faccio vedere io…

 
Note dell'autrice

Innanzitutto grazie mille a chi ha letto questo primo, breve capitolo, e ancor più grazie a chi troverà anche la forza di recensire questa piccola sciocchezza :3
A breve inserirò anche il TommyPensiero (il PoV di Tommy, per dirlo con parole comprensibili da tutti XD).

Anor
   
 
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