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Autore: telesette    03/03/2012    1 recensioni
Nella villa cadde improvvisamente il silenzio.
Nessuno seppe mai cosa avesse realmente pensato Ivy in quel momento, fatto sta però che non una sola goccia di sangue andò versata quella notte. L'unica cosa che Siegfried comprese, uscendo dalla sua casa, era che la questione tra loro fosse tutt'altro che conclusa. Sicuramente prima o poi si sarebbero reincontrati e, quantunque la missione del cavaliere di distruggere la Soul Edge fosse andata a buon fine, sarebbe stata comunque lei a decidere se concedergli o meno il perdono...
Genere: Azione, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Isabella Valentine (Ivy), Siegfried Schtauffen
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Redenzione e Perdono

 

Nel preciso momento in cui i suoi occhi incrociarono il freddo sguardo di lei, Siegfried capì che non sarebbe stato facile ottenere ciò che desiderava. Quella donna aveva più di un motivo per odiarlo, con tutte le atrocità che aveva commesso, tuttavia non aveva altra scelta. Le vittime del malvagio Nightmare ( la sua parte oscura, nata dalla Soul Edge ) non potevano essere riportate in vita, perciò Siegfried poteva sperare di redimersi in parte delle sue colpe solo ottenendo il perdono da coloro che erano ancora vivi.

- Tu vorresti il perdono - sussurrò Ivy, guardandolo freddamente. - Davvero commovente: sei venuto fin qui solo per dirmi che ti dispiace, che ti dispiace di avermi usata per i tuoi scopi o che non era tua intenzione uccidere nessuno... Ma allora questo sistema tutto!
- Non ho bisogno del tuo sarcasmo, Ivy - replicò il cavaliere, con voce calma ma decisa. - Molti sono i peccati dei quali dovrò rispondere ma, affinché la mia redenzione abbia senso, ho bisogno del tuo perdono!
- Tu - replicò Ivy con disprezzo. - Come puoi anche solo chiedermi una cosa del genere, dopo quello che mi hai fatto?

Siegfried non disse nulla, semplicemente si limitò a guardarla coi suoi azzurri occhi limpidi.

- Tu sapevi quale sangue scorre nelle mie vene - proseguì Ivy. - Lo hai sempre saputo e mi hai usata per accrescere ulteriormente il potere di quella dannata spada!

Era vero, purtroppo.
Ivy non era stata solo un'infima pedina del gioco di Nightmare, al pari di Lizardman o del gigantesco Astaroth... Il sangue della Spada Maledetta che scorreva in lei era come una linfa vitale, perciò quel demonio aveva avuto bisogno di lei. Durante il periodo trascorso nei sotterranei del castello di Ostrheinsburg, il Cavaliere Azzurro aveva infatti abusato più volte di lei carnalmente. Ivy ricordava ancora con orrore le mani di quell'abominio su di sé, mentre veniva costretta suo malgrado a soddisfare la sua lussuria, e solo il pensiero era sufficiente ad accrescere ancora di più la sua collera... No, mai avrebbe potuto perdonare l'uomo davanti a lei. Siegfried Schtauffen non era la parte buona di Nightmare, Siegfried Schtauffen era Nightmare; la sua mente era consapevole di ciò che aveva fatto, anche se sotto l'influsso malefico della Soul Edge, così come la sua anima aveva memoria di tutte le sue vittime; era stato lui a torturarla e a possederla con violenza; e sempre lui aveva inteso cercare di sacrificarla, così da riversare tutto il suo sangue nell'armatura e accrescere il potere malefico della spada.

- Ti ho odiato quando eri il mostro che si cibava ininterrottamente di anime - esclamò dunque Ivy, puntando la spada contro Siegfried. - E ti odio di più per quel misero ipocrita che sei adesso!
- Non voglio combattere contro di te - provò a dire l'altro, sollevando la mano. - Non ho motivo per prendere la tua vita...
- Ma io sì, invece!

Così dicendo, Ivy fece partire la sua spada animata come una specie di frusta. L'arma sferzò l'aria e sibilò a un centimetro dalla fronte di Siegfried, tanto che questi fu costretto a indietreggiare di scatto per evitarla. A questo punto proseguire il discorso era pressoché inutile, sarebbero state le armi a parlare adesso, non c'era altra maniera per risolvere la questione. Siegfried impugnò la sua enorme spada a doppio taglio e utilizzò la larga lama come una specie di scudo tra lui e i colpi dell'avversaria. La spada serpentina di Ivy descrisse delle ampie spirali, cozzando contro la lama del cavaliere in un forte spruzzo di scintille, dopodiché ritornò alla forma originale nella salda presa della sua padrona.

- Venire a Londra è stato l'ultimo dei tuoi errori - fece Ivy, preparandosi a scagliare un nuovo attacco. - Ti ucciderò per quello che hai fatto, non avrò pace finché non sarai morto!

Siegfried aggrottò il sopracciglio e sollevò la pesante spada davanti a sé.

- Purtroppo non posso permettere a nessuno di uccidermi, non ancora - esclamò. - Anche se questo significasse dovermi macchiare di altro sangue, io devo sopravvivere per avere la redenzione!
- Bastardo - gridò Ivy, scagliando ancora una volta la sua spada animata. - Cerchi la redenzione, ma ti sei macchiato di ogni genere di atrocità: hai ucciso donne e bambini, hai trucidato coloro che si erano arresi ai tuoi piedi, e ti sei imbevuto del potere di quella spada senza mai provare un briciolo di rimorso... Perché dovresti ottenere una redenzione che non ti spetta ?!?

Nello stesso momento le due lame si incrociarono l'una contro l'altra, avvicinando i volti dei due contendenti. Entrambi si guardarono negli occhi, spinti da motivazioni diverse e contrastanti, ma determinati ad andare fino in fondo.

- Forse hai ragione - fece Siegfried a denti stretti. - Non merito il perdono per i miei peccati, ma cerco la salvezza della mia anima... E tu dovresti saperlo, visto che un tempo cercavi la stessa cosa!

Sorpresa da quelle parole, Ivy spalancò gli occhi e abbassò la guardia per un istante. Approfittando del suo momento di distrazione, Siegfried concentrò la propria forza nella spada e scaraventò la donna all'indietro con un impeto inarrestabile. Ivy si ritrovò dunque a terra e, prima che potesse rialzarsi, il cavaliere fu sopra di lei con l'enorme spada puntata contro la sua gola.
Ivy deglutì.

- Avanti allora, uccidimi - esclamò. - L'unica cosa che avrai da me sarà soltanto odio, un odio senza fine... Perciò uccidimi, maledetto!

La spada di Siegfried sembrava pronta ad affondare nel corpo inerme della sua avversaria tuttavia, invece di sferrare il colpo di grazia, il cavaliere abbassò l'arma e si chinò su di lei per impedirle di alzarsi.

- Non ti avrei mai uccisa - spiegò. - E' vero, sono l'uomo che ti ha fatto del male, ma non sono più Nightmare... La morte non laverà via i miei peccati, così come il tuo odio non cancellerà ciò che è stato!
- Che intendi dire con questo?

Per tutta risposta, Siegfried avvicinò il volto a quello della donna fin quasi a sfiorare le sue labbra. Ivy cercò in tutti i modi di liberarsi ma, dal momento che le sue braccia e le sue gambe erano bloccate, era praticamente alla mercé dell'altro.

- Ivy, rispondi a questa domanda - sussurrò il cavaliere. - Hai forse mai desiderato di possedere il sangue della Spada Maledetta dentro di te?
- Bastardo - rispose lei tra i denti, sputandogli addosso con disprezzo. - Sai benissimo che non ho mai desiderato tutto questo e che il mio scopo è sempre stato quello di distruggere la Soul Edge...
- Appunto - sottolineò Siegfried. - Esattamente ciò che mi accingo a fare io, ora che ho finalmente recuperato la memoria... Non posso rimediare al male che ho fatto, ma posso scongiurare che ne venga fatto altro, è questa la mia redenzione!
- Puoi dire quello che vuoi - sentenziò Ivy impietosa. - Ma non avrai mai il perdono da me, non... Hmm!

Nel momento in cui le labbra di Siegfried annullarono completamente la distanza che ancora li separava, costui baciò Ivy con trasporto. La donna era chiaramente offesa e disgustata del suo gesto, tuttavia si sorprese di come l'aura del cavaliere fosse diversa da quella del demone che tante volte l'aveva violentata in passato. Il bacio di Siegfried non era dettato né dall'inganno né dalla lussuria, bensì da un sentimento molto più profondo che lo univa indissolubilmente a quella donna. Entrambi erano simili: anche lei combatteva contro la sua stessa natura per avere la salvezza, così come lui desiderava distruggere il demone cui aveva dato forma.
Siegfried si fermò un attimo a guardarla. Malgrado la carnagione pallida e l'espressione indurita del suo volto, Ivy era una bellissima donna. Qualunque uomo avrebbe potuto smarrire la propria ragione, di fronte al desiderio carnale che una simile bellezza era in grado di suscitare, ma ciò che Siegfried voleva da lei era ben altro.

- Guardami negli occhi, Ivy - mormorò. - E dimmelo tu se, in ciò che rimane della mia anima, vedi ancora qualcosa che assomiglia a Nightmare!

La donna rimase completamente spiazzata, incapace sia di rispondere che di reagire. Non ottenendo da lei alcuna risposta, Siegfried si alzò e fece per andarsene. Rapida come un fulmine, Ivy recuperò velocemente la spada al suo fianco e la puntò contro il cavaliere che le voltava le spalle.

- Il nostro duello non è ancora concluso - esclamò lei decisa. - Ho giurato di ucciderti e lo farò!
- Allora fallo - rispose Siegfried senza voltarsi.

Nella villa cadde improvvisamente il silenzio.
Nessuno seppe mai cosa avesse realmente pensato Ivy in quel momento, fatto sta però che non una sola goccia di sangue andò versata quella notte. L'unica cosa che Siegfried comprese, uscendo dalla sua casa, era che la questione tra loro fosse tutt'altro che conclusa. Sicuramente prima o poi si sarebbero reincontrati e, quantunque la missione del cavaliere di distruggere la Soul Edge fosse andata a buon fine, sarebbe stata comunque lei a decidere se concedergli o meno il perdono.

FINE

 

 

   
 
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