Storie originali > Nonsense
Ricorda la storia  |      
Autore: CiccioBaslardo    03/03/2012    0 recensioni
Ok, questa mattina mi sono svegliato ridendo come un deficiente. Non so, ma m'è venuta voglia di condividere con voi questa divertente ed insensata avventura della notte prima che me la dimentichi.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Uno di quei sogni che vale la pena di raccontare:

 

Bene, i protagonisti di questo sogno sono;

-Io, il vostro amato/odiato/trasmettente una sana indifferenza Ciccio.

-Il mio chef della scuola alberghiera che prendevamo sempre in giro per il suo nasone;

-Un mio amico che riveste il ruolo del re del castello in cui siamo per una visita scolastica;

-Un quarto elemento di cui dubito l'effettiva esistenza.

 

Il sogno non è completamente degno di nota, se solo non fosse per il finale che mi ha fatto alzare di buon umore. Per poco non cadevo dal divano per le risate.

 

…il racconto del sogno parte da qui:

 

Arrivammo nelle segrete allagate da almeno 60cm d'acqua. Non è tanto, e con l'abbigliamento adatto potevamo anche esplorare quell'ambiente a piedi. Però a Giacomo, re del castello, piace fare le cose per bene, quindi, dalla scalinata ci "teletrasportammo" istantaneamente su una bellissima gondola veneziana che si è materializzata d'improvviso a pochi centimetri dai scalini.

 

-Ok ragazzi, vi farò visitare il corridoio dove depositavamo le armi della guarnigione, preparatevi-

 

Il quarto elemento, materializzatosi al "posto di guida", cominciò a remare con il classico remo da gondoliere veneziano fino ad arrivare ad una porta di legno. Era socchiusa ed aveva un foro quadrato attraversato da sbarre in ferro non troppo staccate da loro.

Quella piccola "finestra" lasciava intravede un materasso che galleggiava, incagliato nella struttura della rete metallica che per il peso era rimasta fissa a terra, sorretta da delle gambe cilindriche del medesimo materiale. Quest'elemento era al centro dello stretto corridoio.

 

La porta venne aperta dalla punta dell'imbarcazione che si appoggiò ad essa spingendola.

Il corridoio ha una svolta a pochi metri e la luce che illumina quella parte d'ambiente è costituita dalla luce della stanza precedente.

Avevo il timore che avremmo continuato al buio, invece, inaspettatamente, il re allungò la mano verso una delle pareti ed azionò l'interruttore della luce… che era elettrica.

Il corridoio fu illuminato da una fioca illuminazione prodotta da una lampadina che non m'interessava sapere dove fosse collocata.

 

Procediamo il tragitto in silenzio e schiviamo il letto al centro del corridoio. Le pareti erano veramente vicine tra loro, ma non mi pongo il problema di chiedermi il perché una gondola riuscisse a passare in quell'ambiente così angusto… ragazzi, dopotutto è un sogno non stressatemi con queste domande sciocche.

 

Svoltammo a destra e continuammo per un (più o meno) lungo corridoio fino ad arrivare ad un'ennesima svolta.

Girammo nuovamente a destra e notammo che il corridoio finiva li.

Appoggiate la muro che ci sbarrava la strada cerano un'asse di legno messa per pedicolare ed una lampada da salotto a gambo lungo. Quest'elemento aveva il corpo nero ed il telo che copriva la lampadina di un bianco sporco.

 

(questo mi fa pensare ad un fatto che m'è capitato veramente:

stavamo girando per le strade della mia città natale con mio fratello, mia cugina di una decina d'anni più grande di me ed il suo ragazzo.

Lei guardando la vetrina di un negozio afferma -a me non piace il colore beage- riferendosi ad un paio di scarpe.

Siccome a me piace contraddirla e darle fastidio mi intrometto nella sua affermazione dicendo: -si, puoi chiamarlo beage o bianco sporco".

Lei si gira guardandomi storto e mio fratello vuole dire la sua: -si bianco sporco oppure sporco bianco-

Io e lui iniziamo a ridere con mia cugina che sicuramente pensava "ma sono caduti dal passeggino da piccoli sti due?" forse poi si rispose "…si, Edoardo si è fatto due rampe di scale del condomino con il girello; e Francesco… beh, lui è sempre stato così. Il cordone ombelicale gli deve aver tolto ossigeno al cervello per troppo tempo"

Proseguiamo la camminata ed il ragazzo di mia cugina, che era rimasi in silenzio durante lo scambio di battute, interviene tranquillo ed innocente: -ma se esiste lo sporco bianco… allora… esiste anche lo sporco nero-

Ci tengo a precisare che non è razzista ne altro. E' solo la persona che fa le battute sbagliate al momento sbagliato.

Infatti, appena finisce la frase, ci accorgiamo che dal senso opposto di marcia, un moro di almeno due metri si dirige verso la parte opposta alla nostra passeggiata.

Era talmente vicino che sicuramente aveva avuto modo di godersi la "battuta" sin dal principio.

Sudammo tutti quanti freddo e fissavamo il pavimento come se solo lui in quel momento potesse salvarci dall'ira funesta e giustificata della sua reazione.

Fortunatamente, da uomo che si pone una spanna sopra l'ingenuità altrui, si limitò a fissarci con aria quasi di pietà. Passarono momenti d'imbarazzo totale che sembravano ore.

La marcia dell'uomo continuò e ci ignorò completamente.

 

Ragazzi, ho veramente avuto paura di subire l'ira giusta e sacrosanta di una persona che probabilmente ne aveva passate tante per quel motivo.

Maledetti razzisti, per colpa loro anche una battuta può diventare pericolosa!

 

Torniamo al racconto…)

 

Quando la gondola si fermò, la luce si spense e sia l'acqua che l'imbarcazione sparirono.

Ci ritrovammo in fila indiana, con la punta rivolta verso la svolta dove eravamo arrivati. Stavamo per tornare da dove eravamo venuti.

Viaggio inutile? Si, in effetti il corridoio era completamente spoglio e  inutile da vistare. Addirittura, i muri erano in cemento armato, quindi non c'era nemmeno la scusa di dire che siamo andati li per vedere gli antichi materiali che costituivano quel ambiente.

Che ce volete fà, è un sogno, non posso mica dare un senso a tutto.

 

La scena che mi ha fatto quasi cadere dal letto per le risate si stava per svolgere.

 

Il primo della fila, vedendo che tutti la stavamo smontando per portarsi il più vicino a lui per via del buoio, ci richiamò all'ordine: -non fate i deficienti e rimanete in fila! Francesco torna dietro!-

Era davvero buio, si riusciva a malapena a vedere le linee della svolta a 90° del corridoio.

Comunque: irritato dal richiamo mi portai di nuovo in fondo alla fila. Girandomi vidi la fine del corridoio con l'asta di legno e la lampada appoggiati al muro.

Non potevo resistere, dovevo assolutamente fare "la battuta del buio".

-Ohddio!!! C'è un muro alle mie spalle!- Urlai con voce spaventa da "femminuccia".

Notando che tutti si erano girati verso di me attaccai a ridere di gusto. Sono un deficiente? Si, ma che ci posso fare: mamma m'ha fatto così.

 

Lo chef difronte a me, infastidito, quasi arrabbiato, mi sgrida.

-Francesco! Sei il solito co*.*ione! Basta con sti scheletri nell'armadio!-

A quel richiamo non potevo non dire ninette. Me lo aveva servito su un piatto d'argento!

Chinai la testa abbassandola rispetto alla sua e guardandogli le narici dissi in tono ingenuo: -Io non vedo alcuno scheletro… è sicuro?-

Alludevo al fatto che il suo naso era talmente grosso che poteva essere l'unica cosa in grado di contenere uno scheletro.

Lui capì inspiegabilmente la battuta (ribadisco che è un sogno, quindi non c'è da stupirsi se la gente riesce a leggere nel mio contorto agglomerato nervoso) e cominciò a corrermi dietro provando a prendermi a calci.

 

Intanto che si svolgeva la scena, gli altri due erano già andati avanti ed avevano svoltato scomparendo alla mia vista.

Mentre corro ridendo come un'idiota per sfuggire ai suoi calci, mi diressi anch'io verso la svolta e prima che potessi girare, lo chef, vestito in modo diverso, compare da dietro di essa correndo e urla: -allora qua dietro, l'abbiamo finita?!-

Il sogno a quel punto collasso con un punto interrogativo che si disegna sulla mia testa.

 

Riesco per miracolo a tenermi in equilibrio sul ciglio del divano mentre rido a crepa pelle.

Poi un pensiero fulmina il momento d'estasi.

"CAVOLO!!! Devo accompagnare mio fratello a scuola!"

 

Ma che ve lo dico a fare? Lui era sulla sedia difronte a me con le dita incrociate sperando che non mi svegliassi in tempo.

 

MALEDETTE SVEGLIE!!!

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Nonsense / Vai alla pagina dell'autore: CiccioBaslardo