Naruto.
Un ragazzo
di sedici anni che aveva vissuto nella solitudine e nel disprezzo di tutti gli
abitanti del villaggio … un ragazzo apparentemente destinato a restare da solo:
Naruto. Il Jinchuuriki della volpe a nove code, il Kyubi, che tempo addietro aveva
portato solo morte e distruzione. Comprensibilmente, gli abitanti della Foglia
temevano di rivivere quell’incubo, ma stoltamente ed egoisticamente avevano
riflettuto le loro sofferenze pregresse su quel bambino innocente. Tutti erano ignari che la sua più grande
sfortuna in senso lato era stata essere il figlio dell’Hokage più giovane e più
potente di tutti i tempi, il Yondaime. Nessuno conosceva la vera storia di
Naruto Uzumaki, nemmeno gli stesso ne era a conoscenza.
Era come un
estraneo che non centrava nulla con quella realtà che tutti condividevano
armoniosamente, aveva tentato di attirare l’attenzione su di sé nei modi più
bizzarri … mai avrebbe pensato che un giorno l’avrebbero accolto come un eroe,
mai.
Eppure, dopo
tanti sforzi per migliorarsi, quel tanto atteso giorno era giunto.
Benché fosse
un po’ imbranato, Naruto era riuscito a comportarsi saggiamente: lui non voleva
la guerra ed era riuscito a terminare le asprezze senza combattere,
semplicemente parlando, da ragazzo maturo. Nagato aveva riposto la fiducia in
lui, come aveva fatto anche “l’eremita Porcello”, come lo aveva chiamato lui.
Quella era
stata l’occasione che maggiormente l’aveva segnato; aveva iniziato il suo
percorso di riscoperta di sé. Aveva incontrato suo padre, quello che pensava di
non aver mai avuto, in realtà gli era sempre stato, indirettamente,vicino.
Quel momento
era stato caratterizzato da tante contrastanti emozioni, era contento perché il
padre era un Hokage, il più forte per giunta, disperato perché non capiva il
perché l’avesse fatto soffrire così tanto, arrabbiato … Una volta tornato nel
villaggio, nella sua mente si fece spazio l’immagine del padre, che aveva
riposto la sua fiducia in lui, di Jiraja e di Nagato: avrebbe portato a termine
la sua missione.
Naruto
avrebbe portato la pace nel mondo ninja, lacerato dall’odio e dalla guerra, lui
ci sarebbe riuscito.
“Porterò la
pace. Io ci riuscirò.” Gli occhi azzurri si voltarono in direzione degli
abitanti, coloro che un tempo lo aveva isolato e abbandonato a sé, ma che ora
lo riconoscevano come il loro salvatore.
Era fiero di
sé, il lungo, doloroso e difficile percorso che aveva intrapreso presto lo
avrebbe portato a realizzare il suo grande sogno. Era vicino più che mai.
La speranza
e la determinazione, il pane che rende l’uomo VIVO. Naruto ci era
riuscito.