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Autore: Missess    04/03/2012    1 recensioni
'' Mi trovavo nella mia stanza sdraiato sul mio letto a pensare a quante cose erano cambiate negli ultimi tempi.
Quando sentì il suono dell’anta della finestra che si apriva, preferii fingere di dormire piuttosto che scontrarmi contro i suoi occhi violacei. ''
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ritsuka Aoyagi, Soubi Agatsuma
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi trovavo nella mia stanza sdraiato sul mio letto a pensare a quante cose erano cambiate negli ultimi tempi.
Non provavo più quel desiderio di voler cambiare per tornare a essere il vecchio Ritsuka.
Non volevo morire. Volevo continuare ad esistere.
Scossi la testa per scacciare quei pensieri.
- Sarei solo un egoista… - sussurrai rimproverandomi.

TOC TOC.

Sapevo benissimo da dove proveniva quel suono. Sapevo chi era. Sapevo che non volevo vederlo in questo momento. Ma quel suono persisteva. Continuava a picchiettare contro il vetro.
Che senso aveva bussare se era capacissimo di aprirsi la finestra da solo?
Lo aveva fatto altre cento volte mentre dormivo.

Quando sentì il suono dell’anta della finestra che si apriva, preferii fingere di dormire piuttosto che scontrarmi contro i suoi occhi violacei.

Sentii la presenza di Soubi vicino al mio letto.
Avvertii lo spostamento dell’aria quando lui si piegò per guardarmi il viso, mentre i suoi capelli mi solleticarono il collo e la spalla destra.
- Sei così carino mentre fingi di dormire, Ritsuka. – disse inginocchiandosi vicino al mio letto.
Dovevo aspettarmelo. Nulla sfugge a Soubi.
- Se l’ho fatto ci sarà un motivo. Sparisci, Soubi. – ruggii, mettendomi a sedere sul letto.
- E se non volessi farlo? – chiese malizioso, fissandomi con occhi provocanti.
- Sei noioso, Soubi. – ringhiai in risposta io.
- Ordinamelo, allora. – disse alzandosi da terra e mettendosi a sedere vicino a me.
Quanto mi faceva arrabbiare quando diceva così.
Non volevo comandare le persone.
- No. – affermai guardandolo negli occhi.
- Allora vuol dire che non vuoi davvero che me ne vada. – disse persuasivo lui.
- Sì che lo voglio. – ribattei io voltando la testa avvertendo calore all’altezza delle guance.
Forse non lo volevo.
Forse volevo che lui rimanesse lì con me per sempre.
- Ritsuka, davvero vuoi che me ne vada? – chiese alzandosi in piedi e allontanandosi il più possibile da me.
Lo volevo?
No.
- No… - confessai arrossendo.
Soubi in un attimo mi fu di nuovo vicino.
Mi prese il mento con la mano e mi girò il viso in modo da potermi guardare in faccia.
Chiusi gli occhi per non scontrarmi con i suoi.
- Guardami, Ritsuka. – disse.
Il mio cuore ardeva; ardeva per quel contatto.
Le mie labbra pulsavano.
Diglielo. Digli ciò che realmente vuoi. Rivelagli i tuoi sentimenti. Urlava il mio cuore.

- Ritsuka, guardami. – replicò lui.

Aprii lentamente gli occhi che subito incontrarono quelli di Soubi.

- Dimmelo, Ritsuka. – mi supplicò.
Non lo avrei mai capito quel ragazzo.
Riusciva a leggere dentro di me.
Che per lui io fossi come un libro aperto?
Non c’erano dubbi.

Un po’ a fatica riuscii a sussurrare un ti voglio bene.
- Ti voglio bene. -
Un sorriso apparse sul volto di Soubi.
Mi trascinò per terra con lui, ed appoggiò la testa sulla mia spalla.
- Per adesso non voglio sforzarti troppo. Ma un giorno riuscirò a farti dire ciò che davvero provi. – disse lui continuando a sorridere.
Rialzò la testa e mi diede un bacio.
Il bacio più bello è sicuramente questo.
Una parte di me cerca di negarlo, ma io so che ti amo Soubi.
  
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