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Autore: Elizabeth_Tempest    04/03/2012    5 recensioni
Draco Malfoy ed Hermione Granger, li abbiamo conosciuti come nemici… e se tra loro nascesse quel dolce sentimento che tanti poeti e scrittori hanno decantato?
Scritta per il contest "Draco/Hermione? Why not, but..." di Violet Acquarius.
Draco/Hermione, pg minori: Ginny Weasley, Luna Lovegood, Blaise Zabini accenni a Luna/Rolf e Ginny/Harry.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Ginny Weasley, Luna Lovegood | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Nick autore: o0°Lucetta_Streghetta°0o/ Elizabeth_Tempest
Titolo: Dalle ceneri di una storia ne nascerà sempre un’altra
Rating: Verde

Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale
Avvertimenti: Long Fic, possibile OOC (no, sicuramente c’è XD)
Intro: Draco Malfoy ed Hermione Granger, li abbiamo conosciuti come nemici… e se tra loro nascesse quel dolce sentimento che tanti poeti e scrittori hanno decantato?
Note: piccola Draco/Hermione scritta per il contest di Violet Acquarius, Draco/Hermione? Why not, but...

Spero di non essere caduta troppo nell’OOC e nei soliti cliché… insomma, Mission: Impossible ^^

I.

Draco Malfoy era odioso. Era un furetto (anche se, a onor del vero, assomigliava più ad una donnola, furbo e doppiogiochista uguale) odioso, molto odioso. O, per lo meno, lo era stato.

Hermione doveva ammettere che, forse, era cambiato. Forse eh.

Be’, del resto tutto ciò che era successo avrebbe cambiato perfino gente più intelligente e motivata del Serpeverde, e Malfoy ne aveva passate un po’, su questo non si poteva discutere.

Suo padre era ad Azkaban, a scontare una pena, ma comunque breve, nonostante lo sdegno della comunità magica, che aveva visto come un affronto il ridursi dei capi d’accusa contro Lucius Malfoy ; Draco stesso era stato sottoposto a processo, senza però essere trovato colpevole dei reati di cui era stato accusato. Era troppo giovane e suo padre e sua madre avevano giurato e spergiurato di aver costretto il loro rampollo ad unirsi alle schiere del Signore Oscuro. Nonostante tutte le voci che giravano, Lucius e Narcissa Malfoy non erano quei due mostri di genitori che la gente si aspettava.

L’assoluzione comunque non gli era valsa l’amicizia degli altri studenti della scuola che, nel vederlo riapparire ad Hogwarts impunito, gli avevano chiaramente dimostrato, e molti non a torto, il loro astio. Moltissimi dei ragazzi avevano perso amici o familiari a causa dei Malfoy e di Bellatrix Lestrange, altri erano rimasti feriti negli scontri, riportando danni anche gravi; altri, più semplicemente, si trovavano in una situazione così compromessa da non desiderare scatenare altre speculazioni frequentando quello che era il figlio di uno dei Mangiamorte più fedeli a Voldemort.

E il povero Draco Malfoy aveva scoperto che, a furia di tirar la corda, si poteva arrivare ad un punto in cui nemmeno danaro e potere potevano salvarti dall’odio.

Nonostante tutto, e contro le previsioni di chi era sicuro che il furetto (pareva che ormai tutta lo scuola lo conoscesse con quel ridicolo nomignolo) avrebbe abbassato la cresta vista la sua posizione, Malfoy era sempre Malfoy: odioso. Forse solo un po’ meno spocchioso.

Era sempre stato abituato, fin dall’infanzia, a considerarsi superiore agli altri. Era un Purosangue, dopotutto, la sua famiglia godeva di grandi privilegi e il Ministro della Magia li teneva in gran conto. Perché aspettarsi il contrario?

Ed invece ora era il ragazzo più odiato della scuola… in effetti non sarebbe stato comunque male, se non fosse stato per un piccolo ed importante dettaglio: nessuno gli portava più rispetto.

Draco, dovevi aspettartelo. Questi esseri inferiori sono tutti così: appena il gigante tentenna, essi gli danno contro, cercando di infliggergli il colpo di grazia.

Non si era aspettato però che pure i suoi camerati lo guardassero come se fosse spazzatura. Ma, del resto, molti di loro dovevano salvare la rispettabilità della propria famiglia, quindi perché frequentare una persona irrimediabilmente compromessa come lui? Anche Draco conosceva gli implacabili meccanismi sociali che reggevano il mondo dei Purosangue, fatti di rispettabilità, matrimoni combinati, onore, cognomi illustri e tradizioni familiari antiche. Erano l’élite del mondo magico, un ristretto gruppo di predestinati che non solo si assottigliava di anno in anno, ma che ora era minacciato dallo scandalo e dall’ostracismo della maggioranza dei maghi. Sporchi Sanguesporco e Mezzosangue.

E così, eccoli, i Purosangue, soprattutto quelli che pochi mesi prima acclamavano l’Oscuro Signore come un messia venuto a liberarli da quegli scarafaggi, diventare improvvisamente amici di Babbani e Mezzosangue. Ma mai un Malfoy si sarebbe abbassato a tanto e quando poteva dimostrare la sua superiorità, egli non si tirava indietro.

Non era mai stato un pessimo studente, ma prima aveva sempre fatto il minimo indispensabile per ottenere buoni voti, contando sulla nomea della sua famiglia. Era un Malfoy e un Black, a lui tutto era dovuto: erano stati questi gli insegnamenti che gli erano stati impartiti, forse molto antiquati, cose da Milleottocento, ma questo era il credo della sua famiglia e Draco, nella sua innocenza di bambino, si era subito adeguato a ciò.

Con la sconfitta di Voldemort, si era rimboccato le maniche e ormai era più frequente vederlo in biblioteca che sul campo da Quidditch a pavoneggiarsi. I professori speravano seriamente che fosse il preludio di un cambiamento positivo nel carattere del giovane, ma qualcuno era molto meno fiducioso e contento. Un nome a caso: Hermione Granger.

Mrs Pince ormai era abituata alla presenza della giovane Grifondoro in biblioteca e, nonostante il suo carattere non precisamente socievole, ella era felice che i suoi amati libri avessero trovato un’altra persona che li amasse quanto li amava lei. Quei libri erano sopravvissuti a secondi di scolari discoli, di veri e propri vandali (in molti degli studenti, a detta della bibliotecaria, il sangue sassone e anglo ancora cozzava con i principi di civiltà che, inutilmente, erano stati impartiti loro) e alla guerra magica, erano, insomma, dei veri e propri reduci. Era rimasta però molto colpita dal notare l’assidua frequentazione del signor Malfoy (che prima della battaglia di Hogwards era entrato in biblioteca giusto il minimo indispensabile), che di poco era inferiore a quella della signorina Granger: che avesse deciso di mettere la testa a posto? Aveva fatto spallucce, dicendosi che non erano fatti suoi e si era apprestata a sistemare un libro di Erbologia che qualche disgraziato aveva infilati nella sezione riguardante Pozioni: una vera indecenza!

Hermione si era imbucata in biblioteca subito dopo Pozioni, avendo due ore libere.

Era stata l’unica del trio a tornare a scuola, con suo sommo dispiacere, ma di certo non poteva criticare la scelta di Ron ed Harry, a cui era stata offerta la carriera di Auror, che da molto tempo sognavano di intraprendere.

Ella aveva, invece, preferito finire gli studi: vi era ancora molto da imparare, non si era mai illusa di conoscere tutto e Hogwarts era il posto adatto per ampliare le sue conoscenze. E poi, doveva ammetterlo, almeno con sé stessa: aveva un po’ paura del mondo che l’aspettava finita la scuola. Nonostante fosse una strega, era di origini babbane e spesso questo la faceva cozzare contro aspetti del mondo magico che non conosceva. Sapeva bene che non tutto si imparava sui libri e questo la disorientava.

No, si era risoluta, meglio finire la scuola, prendere in considerazioni varie carriere e percorsi di studi e solo poi avrebbe deciso cosa fare. Doveva ponderare bene le sue scelte.

Quindi era tornata a scuola, attirando subito gli sguardi di ammirazione degli studenti: ecco Hermione Granger, l’amica di Harry Potter! Aveva aiutato il Prescelto a combattere Tu-Sai-Chi!

Improvvisamente tutti si erano accorti di quanto fosse attraente, bella, simpatica, alla mano. Si erano accorti dei suoi capelli setosi e di un incantevole castano dai riflessi di miele e di quegli occhi di oro liquido e le erano giunte non poche dichiarazioni d’amore, anche tra le più improbabili. Prima o poi, sarebbe finita in coma diabetico per tutto quello zucchero, pensava, cercando di trovare qualche somiglianza tra quelle descrizioni edulcorate e la reale Hermione.

Ginny ci scherzava sopra, affermando che avrebbe dovuto vendere i suoi capelli a peso d’oro: non esisteva nessun essere umano con una chioma tanto deliziosa!

“Tranne Fleur, Ginny!” le diceva, ridendo anche lei, sapendo che le cose, tra la sua amica e la cognata, erano decisamente migliorate.

La minore dei Weasley scrollava il capo e, fingendosi offesa, le diceva che ormai era più popolare di lei, la fidanzata di Harry Potter. E scoppiavano a ridere di nuovo.

Ormai passavano tutto il loro tempo assieme, godendo anche dell’allegra compagnia di Luna, che, nonostante i terribili eventi che l’avevano coinvolta l’anno precedente, era la solita ragazza adorabile e spensierata, un po’ sognatrice e sempre allegra. Purtroppo, quel pomeriggio Ginny era agli allenamenti di Quidditch e Luna, invece, non aveva ore buche, quindi si trovava in biblioteca da sola. Normalmente questo non sarebbe stato un peso, per lei: insomma, Harry e Ron non erano esattamente studiosi e tenerli in biblioteca era come infliggere loro una Cruciatus, però doveva ammettere che amava la compagnia femminile delle due amiche. Per la prima volta in anni aveva scoperto quanto fosse rilassante parlare di cose tipicamente femminili con persone che potessero comprenderla.

Dunque, era in biblioteca da sola, se si escludeva qualche studente qua e là, intenta a svolgere i compiti di Trasfigurazione, scribacchiando senza sosta appunti da un grosso librone, stringendo gli occhi per decifrare i caratteri minuti che l’autore aveva usato, di certo per infliggere qualche sadica tortura alla vista dei poveri studenti.

Venne distolta dal suo minuzioso lavoro da qualcuno che si stava schiarendo la voce dietro di lei. Si voltò lentamente, assumendo un’espressione irritata e fucilando il molestatore: Draco Malfoy.

-Cosa vuoi Malfoy?

-Il libro, serve pure a me. Quando hai intenzione di finire?- chiese il Serpeverde, che dall’espressione lasciava ben trasparire il fastidio che provava nel rivolgerle la parola.

-Ah sì? Arrangiati, io non ho terminato. Chiedine un’altra copia, no?

-E’ l’unica, Mezzosangue.- rispose il biondo, guardandola male. Hermione inarcò un sopracciglio.

-Vedo che hai la memoria corta, furetto.- disse, calcando su quel soprannome che sapeva essere molto odiato dal suo interlocutore –Te la devo rinfrescare con un altro pugno?- inquisì, accennando al cazzotto tiratogli durante il terzo anno.

Stranamente, Malfoy le rivolse un ghigno. –Hai un bel destro, sai? Da una Mezzosangue zannuta come te, non me lo aspettavo.

Hermione rimase un po’ stranita dalla quasi gentilezza del biondo, poi scrollò il capo, rinunciando a comprendere cosa frullasse in quella testaccia. –Tieni, tanto avevo finito. Ti consiglio di lasciare perdere questo paragrafo, è forviante e rischi di allungarti il lavoro.- gli consigliò, sistemando le proprie cose e alzandosi.

-Come mai così gentile, Granger?

-Semplice: io non sono te.- gli disse, lasciandolo lì e dirigendosi fuori dalla biblioteca, e poi su, nella sala comune della sua Casa.

Draco si sentiva scocciato di dover chiedere alla Granger quel libro. Insomma, un Malfoy non chiedeva mai! E, soprattutto, non si era mai sentito di un Malfoy che chiedeva ad un Mezzosangue.

“Draco, le cose son cambiate e lo sai” gli avrebbe detto sua madre, conciliante. Del resto, Narcissa Malfoy non era mai stata un hooligan del Signore Oscuro e non le pesava più di tanto scambiare qualche parola cortese con dei Nati Babbani o dei Mezzosangue. Anzi, si era mostrata felice di poter riprendere i contatti con la sorella, Andromeda: da bambine erano sempre andate d’accordo, forse per il suo carattere timido e riservato o per quell’innata allegria e quella forza d’animo che invidiava a Dromeda. Le era sinceramente dispiaciuto dover tagliare ogni rapporto con la sorella dopo il matrimonio di questa con Ted Tonks.

Ma Draco non era sua madre e, per quanto si sforzasse, gli insegnamenti di suo padre erano ormai andati troppo in profondità per essere dimenticati così, da un giorno all’altro. Ci sarebbero voluti anni e gli studenti di Hogwards non gli rendevano facile quella fastidiosa missione: lo disprezzavano, lo trattavano come un reietto, lo dileggiavano…

No, non tutti. La Granger no. Per quanto ne avesse ogni motivo (Dio, non passava giorno senza che non la sentisse urlare, nella sua testa, vittima della follia di Bellatrix), il massimo che faceva era ignorarlo. Ma aveva già da tempo capito che Hermione Granger non era tipo da abbassarsi al suo stesso livello, dispezzandolo: forse, una volta, ma ora no.

Disprezzare una persona significa dargli un’importanza che, in realtà, non ha e la ragazza non aveva intenzione di farlo. E ella non voleva dargliene. In un certo senso, glien’era grato.

A volte, di notte, sognava la Granger urlare e dibattersi su quel bel pavimento di marmo a scacchi, macchiato dal suo sangue, mentre Bellatrix incideva il suo braccio.

Sua zia era folle, lo sapeva bene e per questo ne era intimorito: nel suo fanatismo, sarebbe stata capace di uccidere lui o sua madre, la sua stessa sorella, pur di compiacere il Signore Oscuro e per questo Draco aveva chinato il capo di fronte a quegli occhi esaltati e pieni di folli fantasie.

Invece quella Sanguesporco, un essere inferiore, non si era mai piegata a lei. Aveva urlato per il dolore, ma non aveva risposto a nessuna domanda. Non si era sottratta alla tortura, sopportandole con stoico coraggio. Come diamine aveva fatto?! Era solo una Mezzosangue!

O forse, San Potter aveva sempre avuto ragione. E lui torto.

Chiuse il libro, sentendo il tarlo del dubbio rodergli la mente, esattamente come quando aveva compreso la reale portata dei piani di Voldemort.

Note- 2 :)

Bonjour! Che dire, in queste note?
Questa è la mia prima e ultima Draco/Hermione: in realtà, non ho mai avuto intenzione di scrivere una, ma poi mi è capitato sott'occhio il contest di Violet e addio buoni propositi.
Trovo questa coppia estremamente complessa, se mantenuta IC, e difficile da rendere quindi ho accettato la sfida. Sarete poi voi a dire se ci sono riuscita (no, non ci sei riuscita NdTutti Lo sooo <3 ndBeth), quindi sbizzarritevi con le recensioni, datemi il vostro parere sui pg, sulla trama ecc... La storia si compone di otto capitoli più epilogo. La sottoscritta non usa beta, ergo molto spesso mi sfuggono errori di battitura, per quanto rilegga il capitolo (purtroppo).
Passiamo a cose più utili ed intelligenti:
-Lucius e Narcissa Malfoy mi sono parsi due bravi genitori. Certo, con tutti i difetti che possono avere, ma non mi sembrano due belve pronte ad affamare il loro pargolo o torturarlo.

Per oggi è tutto, arrivederci ;P
   
 
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