Caffèlatte;
«Dov’è
lei?» chiede, con
la voce che le si incrina impercettibilmente, mentre una mano serrata
in un
pugno combatte il desiderio di urtare qualcosa e si limita a torturare
un
innocente laccetto della felpa blu. Premetto
che non amo scrivere flash e non sono molto brava nelle originals, ma
ci tenevo
a scrivere questa sciocchezzuola. Molte volte non si fa altro che
guardare la
cosa che più si vuole per troppo tempo e alla fine
inevitabilmente la si perde. Spero
che a qualcuno possa piacere :)
Guardala Nick, non
vedi
come è bella, con quegli occhi che sembrano due specchi
frastagliati – ti
vogliono ferire, ti vogliono far male e lo sai questo; le guance
imporporate in
contrasto con lo sguardo un po’ famelico che – non
hai mai confessato a nessuno
– un po’ ti fa paura.
Non la senti Nick?
Eppure
sei anche tu in quella stanza, solo settantasei centimetri ti dividono
da lei –
ma tu già sai che non la potrai mai più
raggiungere.
Deglutisci a fatica,
tenti
di tenere ben salda la caffettiera nella mano destra e provi a versare
il caffè
bollente dentro la tazzina. «Buongiorno» la tua
voce è risoluta e schifosamente tranquilla.
«Ho detto:
dov’è lei?» ti
guarda fisso ma non crolla, ferma, col suo sguardo fatto di lame di
ghiaccio,
attende una risposta – che tu non le darai.
«Caffè?»
le domandi inclinando
leggermente il capo, ma le labbra non si modellano in alcuna forma di
sorriso.
I vostri sguardi si accartocciano, il pallore del suo viso ti fa
tremare le
vertebre – era bianca, bianca come il latte.
Senti il respiro
dell’altra
raschiare le
lenzuola del tuo
letto e i suoi capelli attorcigliarsi tra i tuoi vestiti.
Ma guardala Nick,
continua
a guardarla – ancora uno sguardo e lei già non
c’è più.
Sil-