Fumetti/Cartoni americani > Transformers
Ricorda la storia  |      
Autore: Seiten_85    08/03/2012    1 recensioni
ATTENZIONE!!! Spoiler sull'inizio della 2a stagione di Transformers Prime!
Questa piccola fiction è incentrata sui sentimenti tra Ratchet e Optimus...
Se non vi piace il genere, non leggete!
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Transformers: Prime
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Return


Finalmente era tornato! Optimus Prime era tornato tra gli Autobots e l'accoglienza che ricevette fu davvero calorosa. Anche i cinque umani, loro amici, avevano assistito in prima fila a quell'evento, ma, uno in particolare, aveva permesso tutto questo: Jack Darby. Il sedicenne, con l'aiuto degli Autobots e grazie alla chiave datagli da Optimus prima che partisse per riportare Unicron nel sonno dal quale si era svegliato, era riuscito a riprendere la matrice e, di conseguenza, la Conoscenza dei Prime, riportando Optimus tra i suoi compagni.

Era, ormai, trascorsa qualche ora da quel momento e gli umani tornarono a casa, accompagnati dai loro guardiani, ad esclusione di Fawler che tornò in elicottero.

Optimus e Ratchet erano rimasti soli alla base, nella saletta medica, e lo scienziato si stava occupando del suo capo, controllando che non avesse nulla di compromesso, ma, purtroppo, vide profondi segni sulla carrozzeria, oltre che il simbolo dei Decepticons su entrambe le spalle; i suoi occhi si scurirono preoccupati:

-Sei stato colpito, Optimus...- disse, mentre, con cautela, lo medicava:

-Sì... Io credo che i Vehicons mi abbiano conciato per bene...- disse Optimus, ma non sorrise:

-Tranquillo, tra qualche minuto sarai come appena uscito dalla catena di montaggio... O quasi...- disse Ratchet. In realtà era un modo per allontanare la tensione che c'era.

Qualche minuto dopo, effettivamente, il medico finì di rimettere a posto il suo capo. L'operazione più lunga fu il ripristinare i simboli Autobots sulle spalle:

-Scusami se ti farò male, ma, se vuoi, posso disattivare i sensori del dolore.- propose il medico:

-No!- esclamò il Prime:

-No, non disattivarmeli, per favore. Voglio che il mio corpo ricordi a chi appartiene.- rispose poco dopo, guardando Ratchet negli occhi:

-D'accordo, come vuoi...- replicò, iniziando il ripristino.

Così Ratchet cominciò a lucidare la parte da trattare, ma fu più complicato di ciò che pensava: guardare in continuazione il simbolo dei Decepticons gli procurava fitte dolorose alla scintilla.

Optimus sapeva bene cosa provava in quel momento il medico, il quale non riusciva nemmeno a guardarlo negli occhi. Si sentiva in colpa per ciò che era accaduto:

-Ratchet...- mormorò:

-No. Per favore, non dire nulla...- disse il medico. Se avesse parlato, non avrebbe saputo contenere le sue emozioni e, di sicuro, avrebbe detto cose che avrebbero potuto ferire maggiormente entrambi.

Nonostante, ciò, decise comunque di parlare:

-Sapevi bene a cosa saresti andato incontro utilizzando la Matrice. Sì, certo, forse era l'unico modo per impedire che la Terra facesse una brutta fine, ma...- si fermò un istante, poi continuò:

-Ciò ha permesso che tu ti unissi ai Decepticons... Certo, ti sei ricordato di Megatron, perché era un tuo amico, prima che ti consegnassero la Matrice con la Conoscenza dei Prime che ti hanno preceduto...- disse, mettendo le dita sul marchio della fazione avversaria:

-Dannazione!- esclamò, tirando un pugno non troppo forte sulla spalla di Optimus, il quale stava per aprire bocca, ma non parlò, invece Ratchet continuò:

-Cosa... Che cosa ti dispiacerebbe eh? Per favore, non dire nulla.- disse, abbassando lo sguardo, percependo i pensieri del compagno:

-Ho... Per un attimo ho pensato che non saresti più tornato...- mormorò, mentre una singola lacrima di energon scivolava lungo il viso:

-”Mi dispiace così tanto...”- pensò Optimus contrito, prima di abbassare un attimo il volto e tirarlo nuovamente su per osservare Ratchet tornare al suo lavoro.

Quando lo scienziato finì di lucidare, passò alla fase successiva: l'eliminazione del simbolo Decepticon.

Il medico prese un raschietto elettrico e cominciò a raschiare via quell'orrendo marchio.

Nonostante fosse doloroso, Optimus si limitò a stringere gli occhi, cercando di non emettere alcun suono:

-Scusami...- disse fievolmente Ratchet, sapendo che gli stava procurando del dolore, non spostando lo sguardo dal suo operato:

-Non preoccuparti...- rispose il Prime, cercando di sorridere.

Man mano che il simbolo spariva sotto le ripetute passate del raschietto, Ratchet cominciava a sentirsi meglio, nonostante il ricordo di quelle lunghe ore passate senza il suo leader facesse ancora male.

Finalmente, dopo alcuni lunghi minuti, quella prima parte era finita, mancava solo la seconda e Optimus Prime sarebbe tornato come prima.

Ratchet ritirò la mano destra nel braccio per far uscire un grosso ago che rese incandescente per poter cominciare ad incidere il simbolo Autobots su entrambe le spalle del Prime. Anche quell'operazione fu dolorosa, ma Optimus cercò di resistere ancora un altro po'.

Dopo l'operazione, che richiese qualche altro lungo minuto, finalmente lo scienziato finì il suo lavoro:

-Grazie, Ratchet, hai fatto un ottimo lavoro.- disse il Prime sorridendo.

Entrambi rimasero fermi, senza aggiungere una parola, perdendosi nei propri pensieri.

Qualche minuto dopo Optimus tornò nella propria stanza per ricaricare un po', forse per cercare di dimenticare il dolore che aveva recato ai suoi compagni e amici, ma non fece in tempo ad alzarsi dal tavolo operatorio e allontanarsi, che Ratchet gli afferrò un polso. Il leader si girò di scatto:

-Hai bisogno di qualcosa?- chiese lievemente, ma il medico non rispose, anzi, si limitò ad osservarlo:

-”Per favore, Ratchet... Non guardarmi così...”- pensò tra sé il Prime, mentre una strana forza lo avvicinava sempre di più all'altro.

Il medico si accorse del disagio del compagno:

-Non pensare che sia una cosa sbagliata, Optimus... So che ci siamo lasciati andare rare volte, ma...- si fermò un attimo e sorrise:

-Pensa che sia la cosa più giusta e naturale dell'universo... Anche per un leader...- terminò accentuando il sorriso, prendendo entrambi le mani del capo, stringendole tra le proprie.

Optimus abbassò il capo, solo per rialzarlo poco dopo e mostrare un tenero sorriso:

-Hai ragione...- mormorò, prima di posizionarsi accanto a Ratchet, il quale si era seduto nel frattempo:

-Allora... Ricordati di questo...- sussurrò Ratchet, avvicinandosi lentamente ad Optimus. Con lentezza schiuse la bocca e, con altrettanta cura, toccò quella del Prime, il quale sbarrò gli occhi colmo di stupore: non si aspettava una tale risoluzione.

Ratchet temette di aver fatto un passo troppo avventato, non sentendo Optimus rispondere al bacio, ma qualcosa gli fece cambiare idea: avvertì il leader degli Autobots avvicinarsi un po' di più, in un timido tentativo di risposta. Il medico ne fu immensamente sollevato.

Optimus, intanto, cercò di approfondire il bacio e Ratchet, incoraggiandolo, posò una mano su un lato del suo volto. Il Prime lo imitò, posando entrambe le mani sulle guance del medico, approfondendo con più decisione il bacio.

Gli occhi erano chiusi e le loro bocche continuarono ad incontrarsi più volte, condividendo un'emozione fortissima che nessuno dei due provava da tantissimo tempo. Le braccia di Optimus si spostarono dietro la schiena di Ratchet, stringendolo a sé, come se avesse avuto paura che svanisse da un momento all'altro. Il medico ricambiò immediatamente la stretta.

La voglia di guardarsi negli occhi, però, vinse sul bacio, così entrambi si separarono e si guardarono nelle iridi azzurre:

-Ra... Ratchet...- mormorò il Prime titubante. Si sentiva un po' strano in quel momento. Forse perché non faceva una cosa simile da tanto tempo. Il medico non riuscì a trattenere un sorriso e annuì:

-Sì, Optimus... Sono io... Sono qui...- disse carezzandogli una guancia, e una mano dell'altro Autobot vi si posò sopra, prendendo quelle dita tra le proprie, stringendole. Sorrise:

-E' bello essere di nuovo qui, Ratchet...- mormorò il leader, guardando il medico negli occhi:

-Anche per noi è un sollievo riaverti con noi, Optimus...- rispose sollevato:

-Ci sei mancato così tanto...- disse il medico; gli occhi si incupirono. Abbassò la testa, come se avesse avuto vergogna di ciò che avrebbe detto di lì a poco:

-Mi sei mancato...- mormorò.

Optimus, non sopportando la mancanza degli occhi del compagno nei propri, mise una mano sotto il suo mento e gli tirò su la testa, sorridendo:

-Non avere vergogna dei tuoi sentimenti...- sussurrò:

-Lo so, ma... La guerra cambia tante cose... Purtroppo... Scusami per poco fa... Mi sono lasciato andare...- mormorò intristito, ma Optimus cercò di scuoterlo:

-Ascoltami, Ratchet, la guerra avrà cambiato anche tante cose, ma i sentimenti e le emozioni, se sono veri, non muteranno mai...- disse con tono un po' severo, nascondendo, però, il grande affetto che provava per il medico, il quale sbarrò gli occhi:

-Optimus...- sussurrò e il leader degli Autobots posò una mano su una guancia del medico, avvicinando il proprio volto al suo:

-Sai che, per me, è così...- disse sottovoce, prima di riappropriarsi della sua bocca. I pensieri negativi di Ratchet parvero scomparire in un attimo e ricambiò con lo stesso ardore l'amato:

-Anche per me, Optimus... Anche per me...- mormorò dopo essersi separato qualche istante dal bacio, per poi stringersi nuovamente al compagno scintilla.

Il tempo, per loro, parve arrestarsi, come se avesse voluto permettergli di riassaporare, e riparare, il tempo perduto a causa della guerra. Non c'era bisogno di parole, ma di gesti che venivano guidati dalle loro pulsanti scintille.

Quanto tempo sprecato, senza nemmeno riuscire a darsi una lieve carezza o a dirsi qualche parola dolce, ma in quel momento non poteva, e nemmeno doveva, esistere il rimpianto o il rimorso per le cose fatte e non.

Il tempo continuava a rimanere fermo, ma le loro bocche seguitarono ad incontrarsi più volte e con una dolcezza e passione che credevano dimenticate.

Avrebbero tanto desiderato unirsi come un tempo, ma il resto della squadra sarebbe potuto tornare da un momento all'altro e farsi beccare proprio in quel momento sarebbe stato alquanto imbarazzante.

Nessuno dei due desiderava separarsi dal compagno, ma dei rumori provenienti dall'hangar ruppe la magia creatasi in quei lunghi minuti e Optimus avvertì distintamente il fastidio provato da Ratchet nel sentire arrivare la squadra. Sorrise divertito, dando un ultimo, piccolo bacio sulla sua bocca.

Si separarono l'uno dall'altro scambiandosi un ultimo sguardo carico di amore incondizionato, prima di unirsi al gruppetto appena arrivato:

-Ah, eccovi... Mi stavo domandando dove foste finiti.- disse Arcee, vedendo arrivare i due Autobots:

-Ero sul retro a cercare i pezzi di ricambio nel magazzino, per poter riparare le parti danneggiate di Optimus...- rispose Ratchet colto alla sprovvista riuscendo, però, ad essere convincente. Almeno così credeva, visto che era consapevole del fatto che gli altri sapevano benissimo di loro due. In fondo, però, non erano fatti loro di ciò che lui e Optimus facevano in privato, pensò.

I tre nuovi arrivati, però, nonostante sapevano cosa avrebbero potuto combinare i loro due compagni nel retro, rinnovarono il loro “bentornato” al leader, il quale ringraziò:

-E' tutto merito vostro se sono qui... Il vostro lavoro di squadra è stato a dir poco ottimo...- disse sinceramente rincuorato:

-Tu, però, hai dato la chiave a Jack.- puntualizzò Ratchet:

-E' vero: anche se sapevo che ognuno di voi avrebbe avuto cura di quell'oggetto prezioso, ho pensato che sarebbe stato più giusto che fosse un umano a fare qualcosa di importante per il suo pianeta natio...- spiegò con voce profonda e solenne, sorridendo.

Quei pensieri fece riflettere molto tutti i presenti, i quali pensavano che, in fondo, il gesto di Optimus era stato più che giusto e Arcee si sentì molto orgogliosa di essere la guardiana di Jack Darby.

Quei lunghi mesi passati insieme agli umani, avevano fatto capire ai longevi Autobots quanto i terrestri avrebbero potuto fare con il loro aiuto.

Fine

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Transformers / Vai alla pagina dell'autore: Seiten_85