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Autore: anonima K Fowl    08/03/2012    7 recensioni
"O riesco a evocare Bartimeus, e in quel caso non c’è problema, o non succederà assolutamente niente e dovrò rinunciare all’idea di rivederlo. Di rivederli."
ATTENZIONE SPOILER!!!!!!! NON LEGGETE SE NON AVETE LETTO "LA PORTA DI TOLOMEO"!!!!!!!!
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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OCCHI NERI
 
Kitty inspirò profondamente l’odore d’incenso che aleggiava nella stanza.
Diede un’ultima occhiata attorno a sé: le candele erano a posto, i simboli e il pentacolo sul pavimento pure.
E anche se sono sbagliati non cambierà nulla- si disse lei. O riesco a evocare Bartimeus, e in quel caso non c’è problema, o non succederà assolutamente niente e dovrò rinunciare all’idea di rivederlo. Di rivederli.
In realtà la giovane non aveva mai ammesso a sé stessa che erano morti davvero. Li pensava e sperava… Sperava che fossero ancora lì, lì da qualche parte.
Quando le mie speranze moriranno so che morirà con esse la mia voglia di vivere. La delusione sarà troppo grande da sopportare. Non ce la farò. Ma devo sapere, devo! Dannazione, mi avevano promesso che era tutto a posto, e io gli avevo creduto, io avevo davvero creduto a loro, ciecamente, da brava stupida, sicura che mai mi avrebbero mentito in modo così crudele e sfacciato!
Le lacrime di rabbia sgorgarono, proprio com’era successo la prima volta che lo aveva saputo, proprio come succedeva ogni giorno da allora.
Kitty si sedette sulla poltrona, stanca dopo aver scorrazzato per tutta la stanza per sistemare i preparativi. Si passò una mano grigia sulla fronte.
Era infine giunto il momento della verità.
E ora che era giunto il momento della verità, la ragazza ne aveva paura e non riusciva a trovare il coraggio per recitare la formula.
Ne varrà la pena? La (probabilmente) certezza della loro morte è un prezzo che non so se voglio pagare, anche se servisse a chiarirmi finalmente cosa successe quel giorno di poche settimane fa.
Scacciò il dubbio dalla sua mente. Ormai, tanto…
Mise da parte le insicurezze e cominciò a pronunciare l’incantesimo.
 
Oh-oh! Un mago poco esperto!
Si capisce dalla posizione delle candele, i maghi più abili le buttano lì quasi a casaccio per risparmiare tempo, sapendo che non sono fondamentali. Ma quelle candele erano preparate meticolosamente, ed erano pure delle candele comprate nuove nuove: mago principiante.
La pronuncia della formula era corretta e anche abbastanza fluida, ma mi sa che non ci avrei messo molto a fregare il mio nuovo padrone. Tutto stava a vedere se conosceva incantesimi di punizione adatti a un jinn.
E comunque, sembrava passato troppo poco dall’ultima volta che ero stato sulla terra, sentivo ancora l’essenza come fosse stata costretta a una forma precisa appena pochi minuti fa.
Ah, gli umani!
Mi materializzai pensando al mio ultimo padrone, anzi ai miei due ultimi…. Hum, come li posso definire…?
E a chi importa! Era ora di scegliersi un buon aspetto.
Optai per un classico, un drago immenso *1 che dà l’idea di poterti incenerire quando gli va.
 
Mentre pronunciava la formula che legavano a lei il jinn, a Kitty parve di scorgere qualcosa formarsi nel cerchio. Cominciò a parlare più veloce, anche a rischio di ingarbugliare le parole, niente era più importante, niente contava più…
E con lacrime, stavolta di gioia e sollievo e sfinimento per le dure settimane che aveva passato e la sua situazione insostenibile, completò la formula di evocazione di Bartimeus, Bartimeus di Uruk.
Un discreto drago, un po’ troppo piccolo in realtà, era definitivamente apparso al centro del pentacolo.

 - Chi ha osato evo… oh……. eeeeeee………………………………………………………………………………………………………………………..
Ritrovata la sua capacità di discutere e bisticciare senza problemi con chiunque, Kitty gli disse:
 - Beh? Non dirmi che non te l’aspettavi. Cosa credevi che avrei fatto qua da sola per una vita?
Bartimeus, nelle vesti dell’immancabile Tolomeo, la squadrò dubbiosa.
 - Che accoglienza… - bofonchiò assieme a qualche altra mezza parola in tono irritato e suo malgrado sorpreso.
Rimasero per un po’ nel silenzio. Lei incapace di chiedere che fine avesse fatto Nathaniel, lui in attesa che fosse lei a domandargli qualcosa. Quel qualcosa.
Costretta di nuovo a una prova di coraggio, Kitty aprì la bocca:
- È…è… lui
Inghiottì e decise di rimanere zitta, certa che Bartimeus avesse capito.
Ed effettivamente lui aveva capito.
Gli vennero in mente centinaia di modi con cui prenderla in giro per la sua ansia, con cui ironizzare l’accaduto e con cui risponderle senza dimostrare neanche un minimo di tristezza o dispiacere.
Ma prima che potesse anche solo prenderli realmente in considerazione, le rispose con tono di voce neutro ma serio:

 - Nathaniel è morto. Ma come ultimo gesto mi ha salvato. E- aggiunse: -i suoi ultimi pensieri erano per te. Fidati, lo so.- disse accompagnando le parole da un mesto sorrisetto fuori luogo.
Kitty non sapeva cosa pensare. Nella sua testa il vuoto.
Bartimeus era più di quanto aveva avuto il diritto di sperare, lo sapeva. Molto di più rispetto a quanto si sarebbe mai dovuta -o potuta- aspettare.
Per non fare la figura della scema sentimentale e debole si morse il labbro e cercò sinceramente di trattenere il pianto per la terza volta di lì a dieci minuti.
Sapendo di non farcela, e odiando quel momento di fragilità, si voltò dando le spalle a Bartimeus e iniziò a piangere sommessamente, silenziosamente. Le sue erano le lacrime di lutto, quelle che non aveva mai potuto versare per la morte di Nathaniel fino a quel momento.
Era proprio come nel giorno in cui lei e il jinn si erano incontrati per la prima volta: lei piangeva cercando di non darlo troppo a vedere davanti a lui e lui faceva finta di non essersene davvero accorto. Come se fosse possibile.
Ma, inaspettatamente, il dolore superò la soglia di ogni possibile dignità che la ragazza potesse più mantenere; e lei si ritrovò a correre tra le braccia di Bartimeus –che, c’è da dire, non se l’aspettava affatto.
Imbarazzato, lui la scostò delicatamente poggiandole le mani sulle spalle e la costrinse in questo modo a guardarlo in volto.
Negli occhi profondi e scuri come pozzi di universo, brillavano come stelle delle luci; e subito guardandoli Kitty capì che anche il cinico jinn menefreghista era - sotto sotto, ma molto sotto – addolorato per la morte di quello che non era più un semplice padrone. Non sarebbe stata la sola a cui sarebbe importata la morte di Nathaniel, indifferente a tutti gli altri, che continuavano a la loro vita come se non fosse successo niente.
La giovane si chiese da dove venisse tutta quella inspiegabile comprensione da parte di Bartimeus, lo stesso con cui sempre aveva litigato, con cui sempre si era trovata opposta in idee. Intuì che probabilmente stava esagerando apposta con la gentilezza (forse anche perché Kitty sembrava sul punto di spezzarsi in due da un momento all’altro; o forse perché le ricordava in fin dei conti Tolomeo) ma nello stesso istante si accorse che non le importava.

 - Grazie, Bartimeus- gli disse con un sorriso desolato e un passarsi il dorso della mano sulle guancie per scacciare le lacrime.
Ora che il momento peggiore era passato, era un po’ in imbarazzo al pensiero di come era ceduta di fronte a lui, non le era mai capitato di essere così insicura e instabile, ma di nuovo le venne in mente che non le importava.
 - Di niente- disse lui con noncuranza, il pozzo oscuro di cui erano capaci i suoi occhi nuovamente sigillato e come scomparso. Erano tornati a essere, semplicemente, dei begli occhi neri.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
*1 Che pignoli che siete! Sì, va bene, non ero proprio immenso dato che dovevo restare nei limiti del pentacolo. Ero un drago di statura media, ma in compenso con occhi rossi molto cattivi.
  
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