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Autore: adelfasora    09/03/2012    1 recensioni
- No. Tu non hai CAPITO. Il mio stupido ragazzo superficiale, che ogni istante della nostra romantica vita assieme discute sugli assiomi dei miei difetti, il mio ragazzo troppo alto e abbronzato in vita natural durante anche al freddo e al gelo, il mio, mio ragazzo, che sei proprio tu, con tutto il tuo essere te che non se ne importa se muoio per fargli capire che voglio un regalo al nostro primo, secondo e terzo anniversario.. –
- La frase termina così? Spero decisamente che tu mi dica di meglio. –
Pedalava e pedalava.
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Tra testuggini e mezzi ecologici, un lieto fine (?)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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S i  a r r i v a

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Quando anche andare in bici

ha significati metaforici.

 

 

Calabria, 14 Agosto 2011

 

Pedalava e pedalava.

Affannava, rossa in volto. Gli occhi marroni, caldi, quasi sudavano.

Tutta in salita, vedeva scorrere come in una ripresa scadente file di alberi sempreverdi.

Pedalava e pedalava.

 

-Giuro .. uff.. che questo genere di traversate non le faro mai più con te, uff.. –

- Ma se non siamo nemmeno a piedi! –

- Ma di sicuro su un pendio pericolante immerso nel nulla, sì. Uff.. –

- Secondo me la fai troppo lunga, poco fa abbiamo incontrat-

- Già, una casetta nel giro di isolati, isolati e isolati! –

 

Pedalava  e pedalava.

Il respiro corto e la fatica si facevano sentire, ma si spaventò parecchio quando la vide posarsi dolorante e stralunata una mano sul petto.

 

- Oddio, lo sapevo! –

- Che cosa? Che c’è? –

- Uno dei polmoni si è dissociato. –

 

Ormai non ce la faceva più.

Pedalava e pedalava.

La vedeva, ormai allo stremo, che cercava nonostante si lamentasse e lo scocciasse ogni due minuti su due minuti di proseguire. Facendogli notare teatralmente come stesse soffrendo.

 

- Vuoi del carburante? –

- Solo se hai da offrirmi al Burger King.-

- Altrimenti nulla? –

- Altrimenti nulla. –

 

Pedalava e pedalava.

Avevano percorso un tragitto lungo abbastanza, per una scansafatiche mollacciona come lei. Ma ne sarebbe valsa la pena, alla fine.

Pedalava e pedalava.

Arrivarono a Palizzi, su una spiaggia abbastanza isolata.

 

Lei amava le tartarughe. Lo sapeva. Lui sapeva tante cose di lei, forse tutto.

E adesso, dopo pochi minuti, potevano vedere, da lontano e indisturbati, come una grossa tartaruga sistemasse con cura le proprie uova. La sentiva quasi, scossa dai singhiozzi, sforzandosi di non piangere. Si commuoveva sempre troppo.  

 

- Che te ne pare? –

- Non è possibile. –

- E invece sì. –

- E invece no. –

- Va bene lo stesso, eh, se non apprezzi. –

- No. Tu non hai CAPITO. Il mio stupido ragazzo superficiale, che ogni istante della nostra romantica vita assieme discute sugli assiomi dei miei difetti, il mio ragazzo troppo alto e abbronzato in vita natural durante anche al freddo e al gelo, il mio, mio ragazzo, che sei proprio tu, con tutto il tuo essere teche non se ne importa se muoio per fargli capire che voglio un regalo  al nostro primo, secondo e terzo anniversario.. –

- La frase termina così? Spero decisamente che tu mi dica di meglio. –

Pedalava e pedalava.

 

Attesa.

- ZITTO! Quel ragazzo, proprio lui, dopo una sfrenata corsa in bicicletta, dopo avermi pochi attimi prima insegnato a starci sopra senza sfracellarmi al suolo, mi ha portato a vedere tartarughe marine nell’unico posto distante miglia dalla nostra città. Non dimenticando che questo è un giorno qualunque.–

 

Era confuso. Cosa avrebbe dovuto dire non lo sapeva. Di solito quella che parlava tanto era lei, e bastava per tutti e due.

Ma forse adesso era il suo turno.

- Vogliamo fare che la nostra città diventi la nostra casa? –

- E mi sta anche chiedendo in maniera criptica di  andare a convivere con lui. –

Il silenzio poteva uccidere? In quel momento forse sì, tanto si sentiva tendere dall’attesa.

- Ovviamente no, a meno che prima non mi porti al Burger King rubando prima, in maniera assolutamente illegale, una di queste meraviglie. Perché tu, che sei maledettamente sleale, lo sapevi che ne sarei rimasta folgorata, e che la mia risposta non sarebbe potuta essere che sì. Sì mille volte. –

E distogliendo gli occhi da quello spettacolo così bello, si baciarono con trasporto. E la tenne stretta forte.

Perché poteva stare in silenzio, adesso.

Perché l’attesa era finita.

Perché adesso ci avrebbe sempre pensato lei, a riempire gli spazi vuoti della sua monotonia.

- E sai qual è la cosa peggiore? –

- Perché non me la dici tu? –

- Che anche se non mi avessi portato a vedere l’animale che più preferisco nella maniera più stramba, avrei dato la stessa risposta. –

Non pedalava piùadesso.

- Quindi è un sì, eh? –

- Penso di sì. Caspita, chi lo immaginava che sarei finita così.. ricordo che mio padre mi diceva in continuazione di tenermi alla larga da te. –

- Per fortuna non l’hai ascoltato. Ora hai potuto constatare che tuo padre aveva torto, e quanto io sia meraviglioso. –

- Modestamente, scelgo i migliori. –

 

Non si era avvicinata per osservarla meglio, guardava da lontano con gli occhi spalancati, tenendogli la mano stretta alla sua, mentre quella tornava di nuovo in acqua.

- Non possiamo proprio portarcene una a casa, eh? –

- Non puoi, lo sai, poi il tuo adorabile esemplare di Testudo Hermanni dovrebbe marcare il suo territorio, e non solo deponendo escrementi sulle mie scarpe. Per non parlare del nome che-

- Non toccarmi Morticia! -

 

 

 

- Torneremo di nuovo qui, vero? –

- Ogni anno, e per tutti i giorni, se vuoi. -

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

* * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * *

 

Inutile angolo autrice_

Tutto è nato per caso, in riferimento a: Amo le tartarughe. Mi piace andare in bicicletta. Se pedali arrivi sempre da qualche parte. Romantico. Famiglia Addams?

E’ un’emerita ciofeca, lo so.

 

Tartarughe e scleri a voi,

A d e .

  
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