Serie TV > JAG
Ricorda la storia  |      
Autore: Alexandra_ph    10/03/2012    9 recensioni
Questo racconto è stato scritto nell'autunno 2005: avete presente quell'immagine di Harm che sbuca fuori dalla tenda (della cuccetta) ad osservare di nascosto Mac che sta mettendo in riga alcuni sottoposti - nella puntata SERVIZIO SILENZIOSO? (stagione 4 ep. 16) Ebbene, da quell'immagine, l'idea per questa storia. Buona Lettura!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Harmon 'Harm' Rabb, Harriet Sims, Sarah 'Mac' MacKenzie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Indiscrezioni



Disclaimers   : Il marchio Jag e tutti i suoi personaggi appartengono alla Bellisarius Production.   In questo racconto sono stati usati senza alcuno scopo di lucro.

 



Vorrei dedicare questo breve racconto a Caterina, una carissima amica che ha reso divertenti, spensierate e uniche molte delle mie giornate estive e non solo quelle.
L’ho scritto pensando ad alcune delle nostre battute con cui spesso, di sera, ci salutiamo. Quando leggerai, capirai il perché.
Un grazie per la tua amicizia e per tutto quanto, in particolar modo per “quel regalo di compleanno” che tu ben sai: senza il mio studio sarebbe molto più vuoto e io sorriderei di meno.

                                                                                     Alex





Indiscrezioni





Era terminato il caffè. Chissà se ce n’era ancora in dispensa?

Decise di controllare subito e s’infilò dietro la pesante tenda blu che nascondeva alla vista la scorta di generi alimentari che Harriett si era assunta il compito di tenere sempre ben rifornita.

Voleva fare una sorpresa a Mac e prepararle un caffè degno di quel nome, nero e forte proprio come piaceva a lei.

Quella mattina l’aveva trattenuta a letto più del solito e lei lo aveva accusato di averla costretta ad andar in ufficio senza la sua irrinunciabile prima tazza della giornata.

A dire il vero non sembrava particolarmente irritata, come quando la stessa cosa le era accaduta prima che iniziassero a trascorrere le notti assieme, ma era meglio non sfidare troppo la sorte. A volte Mac era imprevedibile!

Era appena riuscito a scovare quello che stava cercando tra un’infinità di scatole e scatolette e stava per uscire, quando delle voci lo colsero di sorpresa e lo bloccarono dove si trovava.

“Devi dirci una cosa, Harriett: come fai a lavorare con un uomo del genere e non avere voglia di strappagli gli abiti in ogni momento?”

“Io non mi limiterei a spogliarlo…”

“Harriett, lo hai mai visto in borghese?”

“Sì, certamente.”

Ecco la voce di Harriett. Chissà di chi stavano parlando?

“E com’è?”

“Bè… cosa vi posso dire? In tenuta da jogging non è proprio niente male! Ma anche in jeans fa la sua discreta figura…”

“Vuoi dirci che lo hai visto anche in calzoncini e canottiera? Darei non so cosa per poterlo vedere così…”

“Non sai quanto darei io, invece, per poterlo vedere come mamma lo ha fatto!”

“Ragazze! Un po’ di rispetto! In fondo è un nostro superiore. Un minimo di contegno, per favore…” sentì rispondere dalla voce di Harriet. Ma era evidente dal tono che tratteneva a stento un sorriso. “E poi sono una donna sposata. E per di più molto incinta!”.

“Oh, non venirci a raccontare che non hai mai fatto un pensierino sul Comandante Rabb! Non ti crederemmo.”.

Accidenti! Stavano parlando di lui. Che doveva fare, ora? Uscire e metterle in imbarazzo, oppure restarsene lì, ad ascoltare tutto quanto?

E poi chi erano quelle due assatanate mangiatrici di uomini che ponevano simili domande alla dolce Harriett?

Era lì lì per fare un rumore qualsiasi che facesse capire che alle loro spalle, in dispensa, c’era qualcuno, e togliere così Harriett dall’imbarazzo di dover rispondere a quella domanda, quando sentì proprio la sua voce:

“Che vi posso dire? Certo che un pensierino sul Comandante Rabb l’ho fatto anch’io. E forse più di uno. Ah… era davvero sexy quando venne a casa mia ad aiutarmi col frigorifero, mentre Bud era in missione… Se non fossi tanto innamorata di mio marito…”

Oh questa poi! Davvero non se l’aspettava!

Harriett.

Non avrebbe mai detto che proprio lei potesse confessare pensieri simili.

“Se fosse venuto a casa mia per il frigorifero, non lo avrei lasciato andare tanto facilmente”, sentì dire ad una.

“Quando sorride potrei rinchiuderlo in uno sgabuzzino e buttar via la chiave. Ed io, naturalmente, dentro assieme a lui!” puntualizzò l’altra.

“L’altro giorno l’ho visto all’opera in tribunale: starei ad ascoltarlo per ore. Ha una voce così dannatamente sexy…”.

Ma chi erano quelle due?

Spostando di poco la tenda, sbirciò fuori, con aria perplessa. Anche se si trovava alle loro spalle, riconobbe due dei quattro nuovi P.O. che da circa una settimana circolavano negli uffici. Erano arrivati in prestito su richiesta dell’Ammiraglio, per aiutare in quel periodo di particolare lavoro amministrativo. Tre donne ed un uomo.

“Io, invece, non smetterei mai di guardargli il fondoschiena!”

Caspita! Con quelle due c’era da stare davvero attenti! Meglio non farsi trovare con loro in ascensore…

Se anche la terza era della stessa pasta, c’era d’augurarsi che all’uomo non piacessero i maschi...

Ritirò rapidamente la testa, tornando a nascondersi in dispensa. Meglio attendere che se ne andassero.

Chissà cos’avrebbero potuto fargli sapendolo solo là dentro?

L’immagine di una Harriett, la dolce moglie del suo migliore amico, che lo assaliva durante un improvviso attacco di libidine, lo fece sorridere: divertito, scosse la testa come a voler scacciare un’immagine inquietante e fece per afferrare una barretta di cioccolato che lo stava tentando da cinque minuti - e al diavolo per una volta i cibi sani, se si fosse trovato da solo con quelle due avrebbe avuto bisogno di tutte le sue energie  – quando sentì che riprendevano il discorso.

Decise di lasciar perdere il cioccolato e di ascoltare.

“Mi domando come faccia il Colonnello Mackenzie a lavorarci assieme ed essergli solo amica”.

“Sono anni che si conoscono e che lavorano in coppia” rispose Harriett.

“E non hanno mai avuto una storia?”

“Che sappia io no, anche se tutti quanti ci siamo spesso domandati perché non sia mai accaduto”.

“Non dirmi che uno dei due è gay… Non lui, per favore!”

Era una fortuna che avesse deciso di non mangiare quella barretta, altrimenti in quel preciso istante avrebbe corso il serio rischio di morire soffocato.

“Oh, no. Non lo credo proprio!” Harriett, a quanto pareva, si stava divertendo parecchio.

“Allora davvero non capisco come faccia il Colonnello…”

“Come faccio a fare cosa?”

La voce di Mac, appena entrata in cucina, gli arrivò improvvisa e lo fece sorridere di nuovo. Ora sì che sarebbe arrivato il bello! Era proprio curioso di ascoltare le sue risposte.

“Salve, Colonnello”, sentì che la salutavano.

“Buongiorno a voi” rispose Mac. “Allora? Come faccio a fare cosa?” chiese di nuovo, prima di mettersi qualcosa in bocca.

Ecco il suo Marine! Non mollava mai e non lo avrebbe fatto neanche stavolta.

“Ci stavamo domandando, Signora, come faccia a lavorare ogni giorno con il Comandante Rabb senza aver voglia di saltargli addosso”.

Aveva messo di nuovo fuori la testa per sbirciare: Mac era l’unica che gli stava di fronte e poté osservare che, alla domanda che le rivolse la P.O., per poco non si strozzava con un pezzo di barretta di cioccolato simile a quella che stava per mangiarsi lui.

Anche lei lo vide, mentre sorrideva sornione e subito dopo scompariva dietro la tenda. Quando capì che si stava divertendo un mondo, decise di fare altrettanto.  

Riprendendo fiato rispose:

“E perché mai dovrei volergli saltare addosso?”

“Ma come, Signora, non mi dica che non lo trova un gran bel pezzo d’uomo?” chiese una.

“E’ talmente sexy che, solo a guardarlo, fa venire voglia a qualunque donna di rotolarsi in un letto con lui…” disse l’altra, più sfacciata. Poi, quasi a precisare ulteriormente il concetto, ci tenne ad aggiungere: “E non solo in un letto…”.

“Dite? Io non ci trovo nulla di particolare”, rispose serafica lei.

“Mac!” sentì Harriett che riprendeva l’amica “Sei sicura di sentirti bene? Credevo che avessi un debole per Harm”.

“Oh, quello! Altri tempi. Harmon Rabb non è l’unico uomo affascinante e sexy sulla faccia della terra”, rispose volutamente evasiva.

“Non dirmi che esci con qualcuno!” Harriett aveva abboccato.

“Mhmm…”.

“Non mi hai detto nulla. Chi è? Lo conosciamo?”

“Quante domande! Tornando a voi e al Comandante Rabb… mi sembra di capire che vi piaccia”.

“Piacerci è dire poco”.

“Quell’uomo è da infarto!”.

“Mi basterebbe una notte con lui…” aggiunse una delle due, con un sospiro sognante.

“Parla per te. A te una notte, a me il resto…” puntualizzò l’altra, divertita.

“Bè, potreste sempre provarci. Il Comandante Rabb, per come lo conosco, non disdegna affatto delle belle ragazze come voi”.

Ma che stava dicendo?

“Lei dice, Signora? Vuol dire che non ha nessuna, in questo momento?” chiese una delle due, molto interessata.

“Mhmm, non che io sappia. Però non mi racconta ogni cosa, potrei sbagliarmi.”.

“Com’è possibile che un uomo simile non abbia, in ogni momento, almeno una donna ai suoi piedi?” chiese ancora la prima.

“O nel suo letto” aggiunse l’altra.

“Lei non lo ha mai desiderato, Colonnello?”

“Desiderato cosa?” chiese Mac, facendo la finta ingenua.

“Di andarci a letto”.

“Mhmm… “ rispose lei, di nuovo evasiva.

La risposta di Mac lo divertì parecchio: era davvero tremenda con quelle due ragazze! Le stava tenendo sulla corda, incuriosendole e al tempo stesso non raccontando proprio nulla.

Fu quasi tentato di uscire allo scoperto e spiegare com’era stata la loro prima volta assieme: e lui che credeva d’essere quello smanioso di far l’amore con lei! Mac era stata travolgente e sensuale, molto più di quanto si era aspettato. Dopo che si erano reciprocamente soddisfatti, l’aveva presa teneramente in giro, dicendole era stato piacevolmente sorpreso nello scoprire un vulcano sotto quella scorza da duro Marine. Lei, appagata e felice, gli aveva confessato che era da una vita che fantasticava su una notte come quella, a far l’amore per ore con lui.

E ora fingeva di non averci mai pensato neppure una volta.

“Coraggio, Colonnello. Manterremo il segreto”. 

“Concordo che il Comandante sia bello. E non discuto che sia intrigante, sexy e che possa far sognare ogni donna…  ma ha un caratteraccio! Un gran pessimo carattere. Credetemi sulla parola”, rispose Mac.

E così aveva un caratteraccio?

A casa, quella sera, gliel’avrebbe fatta pagare! Se voleva la guerra, l’avrebbe accontentata.

“Lei non pensa, Colonnello, che un uomo simile a letto possa essere fantastico? Un uomo che solo a vederlo sorridere ti fa venire immediatamente voglia di spogliarlo, deve per forza essere spettacolare a letto…”

“Oh, non so…” sentì rispondere a Mac.

Non la stava guardando, ma poteva scommettere l’intero stipendio di un mese sulla sua espressione:  angelica e totalmente indifferente.

Avrebbe potuto fare l’attrice.

“Non può dirci questo! Deluderebbe tutte le fantasie segrete di ogni donna…”

“Non mi azzardo a dire proprio nulla. Non so che tipo di amante possa essere un uomo come il Comandante. Dico soltanto che ha davvero un gran brutto carattere…” disse, divertita dai commenti delle due ragazze e ancora di più nell’immaginare Harm che ascoltava le sue risposte, nascosto dietro alla tenda.

Se solo avessero saputo!

Lui era davvero fantastico, molto più di quanto la sua fervida immaginazione si era spinta a fantasticare: appassionato, tenero, fantasioso e molto attento ai suoi desideri; amava prendersi del tempo e indugiare su dettagli che ogni volta le regalavano nuove sensazioni.

Un uomo davvero speciale, dentro e fuori del letto.

“A dire il vero, Colonnello, a me non interessa molto il suo carattere…” disse divertita la prima, risvegliandola dai suoi sogni ad occhi aperti.

“Ciò che ci interessa maggiormente del Comandante Rabb è il suo corpo… e tutto quello che quel corpo favoloso ci ispira…”aggiunse la seconda, per specificare meglio.

Harriett rise a quell’ulteriore chiarimento:

“Credo che il Colonnello abbia afferrato il concetto!”.

“Sì, sì, tranquille. Ho capito perfettamente cosa vi interessa del Comandante! A questo punto che posso dirvi? Tentar non nuoce”, continuò Mac con tono indifferente, mentre finalmente si apprestavano tutte e quattro ad uscire dalla cucina.

Poco prima che chiudessero la porta, la sentì aggiungere:

“E se una di voi due dovesse riuscirci, promettete che mi farete sapere com’è a letto!”.

La risata delle altre gli arrivò anche attraverso la porta chiusa.

E così la spiritosa era curiosa di sapere com’era lui a letto? Bene, gliene avrebbe data un’ottima dimostrazione quella sera stessa.

Attese ancora qualche minuto e poi, finalmente, riuscì a tornare nel suo ufficio, dove si barricò dentro per tutta la giornata.

Meglio non farsi vedere troppo in giro, con quelle due sul sentiero di guerra, o sarebbe stato sbattuto in galera per atti osceni in luogo pubblico. Difficilmente qualcuno avrebbe creduto che stavano abusando di lui.

Però in fondo avrebbe dovuto sentirsi lusingato: quanti uomini sarebbero stati ben felici di essere al suo posto, oggetto di tanta attenzione femminile?

Certo che le donne, quando si trovavano a parlare di elementi del sesso opposto, erano davvero terribili! Per non dire temibili. C’era di che aver paura. Peggio dei discorsi tra uomini.

Sorridendo divertito si mise al lavoro.

Impegnato come fu per tutta la giornata a preparare la difesa del tenente May, quasi non si accorse che l’ora di andarsene era arrivata: aveva promesso a Mac una cenetta speciale e, sapendola impegnata fino alle 7.00 PM, decise di uscire prima e aspettarla a casa, per avere il tempo di passare a fare un po’ di spesa.

Uscendo dall’ufficio la vide che stava entrando di nuovo in cucina, accompagnata sempre da Harriett e dalle due giovani P.O..

A quanto pareva non l’avrebbero mollata tanto facilmente, ora che la credevano loro alleata per conquistarlo.

Durante la giornata Mac gli aveva telefonato alcune volte, divertendosi a prenderlo in giro per ciò che era accaduto quella mattina: aveva fatto un po’ la gelosa, poi lo aveva stuzzicato con frasi audaci ed infine si era offerta persino di procurargli il numero di telefono delle due ragazze.

Lui era stato al gioco, pregustando il momento in cui, a casa, gliel’avrebbe fatta pagare.

Ma perché non divertirsi un po’ anche ora, mettendola in imbarazzo davanti ad Harriett e a quelle due?

Si soffermò per un attimo sulle conseguenze di ciò che aveva in mente di fare, ma poi si disse che, prima o poi, sarebbe stato inevitabile che la loro storia venisse alla luce. Ormai erano due mesi che dormivano assieme ogni notte.

Presa la decisione si diresse verso la cucina; non appena aprì la porta, tutte e quattro lo osservarono e poi cominciarono a ridacchiare tra loro.

Fece finta di nulla e, mentre Mac lo scrutava come solo lei sapeva fare, le si avvicinò, senza proferire parola.

Nei suoi occhi apparve una muta domanda, alla quale egli non rispose. Salutò invece galante Harriett, che ricambiò affabile come sempre,  e le due ragazze, le quali invece rimasero senza parole ad osservarlo come se volessero spogliarlo seduta stante.

Quando l’ebbe raggiunta, con studiata lentezza la prese tra le braccia, le sollevò il volto e cominciò a baciarla, un bacio appassionato, al quale sapeva che non sarebbe stata capace di resistere. Infatti, superata la sorpresa iniziale, lei si rilassò e, stringendosi maggiormente a lui, ricambiò il bacio con molta partecipazione.

Lo fece durare più a lungo possibile, finché non rimasero entrambi senza fiato. Quando finalmente la lasciò andare, la guardò negli occhi con uno sguardo tale da far sciogliere qualunque donna e, con una tenera carezza e il tono più provocante che gli riuscì di usare, le disse:

“Ci vediamo più tardi a casa, amore”.

Quindi, stampatosi in faccia uno dei suoi sorrisi per cui correva il rischio di essere rinchiuso a vita in un ripostiglio, girò sui tacchi e uscì dalla cucina, ben consapevole di lasciarla in pasto a quelle belve feroci le quali, nonostante fossero rimaste senza parole ad assistere alla scena, l’avrebbero certamente subissata di domande non appena fossero rimaste sole con lei.

Prese l’ascensore e uscì dal palazzo.

Prima di salire in macchina, compose il numero del suo cellulare. Dopo qualche istante lei rispose.

“Ciao… come te la stai cavando?”

“Sono un Marine, lo sai”.

“Ti hanno messa sotto torchio?”

“Non si sono ancora riprese dalla tua esibizione”, rispose sorridendo.

“Le ho sconvolte?”.

“Più che altro hai infranto i loro sogni”.

“Poverette… credi che dovrò rimediare? Potrei invitarle fuori a cena…”.

“Non pensarci neppure”.

“Gelosa?”

“Puoi giurarci, marinaio”.

“Eppure, questa mattina, mi era sembrato che ci tenessi particolarmente a farmi finire nelle grinfie di quelle due scatenate…”.

“Stavo scherzando”.

“Davvero?”

“Davvero. Sai che voglio essere la sola a poterti mettere le mani addosso”.

“Colonnello! Si ricordi che è ancora in ufficio. E alla presenza di subalterni, per di più” la prese in giro bonariamente lui.

“Voglio che sia ben chiaro il concetto” rispose lei.

“Credo abbiano capito”.

“Mhmm… sì, lo credo anch’io. Il tuo show è stato istruttivo”.

“Mi è sembrato che piacesse anche a te…” disse lui, provocante.

“Oh, lo sai bene  che mi è piaciuto! E anche ad Harriett. Alle due ragazze un po’ meno, credo.”

“Mi spiace per loro… Anche a me è piaciuto molto”, aggiunse, ricordandole il bacio appassionato.

“Sei impossibile!”

“Ma tu mi adori proprio per questo, vero?” chiese lui, già sicuro della risposta.

“Mi riservo il diritto di non rispondere, avvocato”.

“Non vedo l’ora che arrivi a casa”, cambiò discorso, seducendola abilmente con l’allusione a quello che l’aspettava al suo rientro.

“Anch’io…” capitolò lei, con un sospiro.

“Ti aspetto”.

“Farò prima possibile” disse a ‘mo di commiato, pronta a chiudere la conversazione.

“Mac?” la chiamò lui, impedendole di riattaccare.

“Dimmi…” domandò seria, credendo che dovesse aggiungere  qualcosa che riguardava il lavoro.

Ma lui aveva ben altro in mente.

“Sono ancora lì con te. E ti sto ancora baciando…” la provocò di nuovo, parlandole con voce sexy, lo stesso tono intimo che usava ogni volta che facevano l’amore.

“Tu sei tutto matto…” gli rispose lei, mentre sorrideva felice.

“Lo so. Sono pazzo di te”.




  
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > JAG / Vai alla pagina dell'autore: Alexandra_ph