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Autore: phoenix_esmeralda    11/03/2012    1 recensioni
Questa fanfiction si colloca alla fine del manga di City Hunter, qualche tempo dopo la conclusione della storia che noi tutti conosciamo. Per questo presuppongo che il rapporto tra Ryo e Kaori sia già in qualche modo evoluto, come si può vedere dal finale di City Hunter.
Questa fic quindi non tenta di “risolvere” la situazione tra i 2 sweeper, poiché si suppone che sia già risolta! ^^ Essa invece, è più un approfondimento del personaggio di Ryo e dei suoi sentimenti concernenti il proprio passato e i propri affetti...che come avrete modo di vedere, si faranno risentire!
Critiche e commenti sono più che graditi, non risparmiatevi!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Miki, Nuovo personaggio, Ryo Saeba/Hunter, Umibozu/Falco
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Non sono tanto sciocco da credere che morirai, Ryo. Sembravi sul punto di farlo, ma sono certo che con quel colpo hai calcolato tutto con precisione. Quella donna, Kaori, vive per te e sono sicuro che non le avresti mai dato il dolore di vederti morto. Sapevi che lo avrei capito e tuttavia hai creduto che dopo esserti sparato, io non l’avrei uccisa.
Non sono contento del tuo gesto, ma considererò il tuo sacrificio un pagamento temporaneo e una parziale espiazione dell’omicidio che hai commesso. Se non hai voluto sparare su di me, forse ti è costato farlo anche su Kaibara. Mi allontano portando con me questo dubbio e se questo sarà sufficiente a placare la mia rabbia, noi non ci rivedremo mai più. Ma se non riuscirò a dimenticare il delitto di cui ti sei macchiato, tornerò a cercarti e concluderò quello che ho iniziato. Abbi cura della tua donna, finché non avrò deciso se sarò io a doverla uccidere. Fino a quel momento, addio.  
Seiya
 
 
Kaori vide Falco e Miki uscire dalla camera e dirigersi verso il salotto. Si alzò sorridendo, andando loro incontro.
- Come lo avete trovato? – domandò.
- Come al solito – sbuffò Umibozu – Quell’individuo è insopportabile!
- Già… Si sta riprendendo bene – convenne Miki imbarazzata – Ah, Kaori… Ho preso in prestito uno dei tuoi martelli, non ti spiace vero? L’ ho subito rimesso a posto!
- Eh… - sospirò Kaori, con un corvo gracidante alle sue spalle.
Poi alzò il palmo, mostrando loro la lettera che teneva in mano.
- Credo sia arrivato il momento di dargliela – disse.
- Sì – concordò Miki – Il momento peggiore è passato.
Lanciò un’occhiata d’intesa a Falco ed entrambi si diressero alla porta.
- Noi ce ne andiamo, Kaori.
Rimasta sola, raggiunse Ryo nella camera. Lui era  seduto a letto e osservava il vento autunnale infierire sui vetri della finestra. Il suo sguardo era talmente concentrato che a Kaori dispiacque disturbarlo. Ma Ryo si riscosse immediatamente.
- Ancora niente cena? – si lamentò, vedendola senza vassoio.
- Sarà pronto tra poco – mugugnò lei, ricordando che ancora non aveva messo niente sui fornelli – Volevo prima mostrarti una cosa.
Gli tese la lettera e Ryo l’afferrò sorpreso. La scorse lentamente, senza cambiare espressione. Probabilmente le parole di Seiya non erano per lui nulla di nuovo.
- Tuo fratello potrebbe tornare un giorno e attaccarci un’altra volta…
Lui annuì lentamente – Sì. E se succederà dovremo affrontarlo ancora.
Le sembrava più sereno adesso, nonostante tutto quello che era accaduto. Quel turbamento che aveva percepito in lui alla comparsa di Seiya, sembrava essersi in qualche modo risolto.
- Ryo… Seiya non poteva ucciderti, vero? L’ ho capito quando ti sei tolto il coltello dalla gamba! Ho visto il modo in cui ti ha guardato… Ti considera sempre suo fratello!
Ryo accennò un rapido sorriso.
- Già…
- È per questo che voleva uccidere me? Perché non poteva vendicarsi su di te in altro modo… Non riusciva a ucciderti!
Ryo guardò oltre la finestra. Il vento sbatteva ancora furiosamente contro i vetri, in prepotenti folate.
- Seiya è tormentato, Kaori. Come tutti i reduci di guerra. Non riesce a dimenticare, a lasciare il passato alle spalle. Non trova pace in nessun luogo. Per trovare la serenità doveva uccidere il passato, e il passato per Seiya sono io.
Kaori spalancò gli occhi, colpita.
- Seiya voleva ucciderti, perché tu per lui rappresenti il passato?
- Rappresento la guerra – rispose, guardandola in faccia – Rappresento il dolore, il sangue, la paura, la morte. Tutti quegli incubi da cui non riesce a liberarsi. La morte di Kaibara gli ha fornito una scusa per prendersela con me. Una scusa di cui neanche lui probabilmente è del tutto cosciente.
- Allora il suo odio per l’omicidio di Kaibara…
- Era genuino – la interruppe – Ma nel contempo era solo un appiglio per potermi distruggere. Eppure quando si è trovato faccia a faccia con me, ha capito di non potermi uccidere. Perché io rappresento anche l’unica cosa buona della sua infanzia. Il conforto, la compagnia, la fratellanza.
Ryo fece una pausa. Il suo sguardo tornò alla finestra.
- Quando Seiya si è accorto che il suo passato non poteva essere ucciso, non ha visto che una sola soluzione per trovare la pace.
Kaori improvvisamente comprese.
- Uccidere se stesso!
Ryo abbassò lo sguardo sulle lenzuola.
- Mi ha messo in una situazione tale per cui non avrei potuto fare a meno di ucciderlo. Ha capito che non ti avrei mai sparato. In superficie voleva credere al suo desiderio di vendetta, ma inconsciamente mi spingeva a prendermela con lui.
Kaori abbassò lo sguardo.
Ryo aveva compreso il cuore di suo fratello, i suoi pensieri e le sue intenzioni. E aveva agito in modo imprevedibile.
Lui tornò a fissarla negli occhi.
- Quando mi sono sparato, Seiya ha capito due cose. Che io non l’avrei mai ucciso e che la mia morte non gli avrebbe dato pace.
- E adesso tuo fratello cosa farà?
Lui scosse lentamente la testa.
- Dovrà trovare un altro modo per andare avanti.
Kaori rimase in silenzio, riflettendo.
Era necessario, per arrivare a quello, che Ryo si procurasse tanto dolore?
Osservò la fasciatura al torace, che si allargava fino in prossimità del cuore. La pallottola era andata vicina, molto vicina…
- A cosa stai pensando? – chiese Ryo con faccia perplessa, notando il suo sguardo.
- Penso al gesto che hai compiuto. Penso a quando ti sei sparato davanti ai miei occhi! Ryo, io…
Lui la fermò con un sorriso.
- Sciocca, hai pensato che mi sarei davvero ucciso?
- E cosa dovevo pensare? – gridò lei stizzita – Hai sparato e ti sei accasciato a terra. C’era sangue ovunque, non ti muovevi più!
- Ti avevo chiesto di essere forte, Kaori. E di avere fiducia in me. Pensavi significasse che ti avrei abbandonata?
Lei abbassò lo sguardo. Ripensò a quando lei e Falco lo avevano portato dal professore, all’operazione, alla convalescenza.
- Hai sofferto così tanto, Ryo. E sei stato così vicino a…
Chiuse la bocca, senza riuscire a proseguire.
- Seiya l’ aveva capito – disse dopo un po’ – Lo dice persino nella lettera. Sapeva che avevi calcolato il colpo alla perfezione, che non ti saresti ucciso. Sono stata stupida io a non capirlo!
- Kaori… - le appoggiò una mano sulla sua – Smettila di pensarci. Ormai è finita. Guarda, sono in forma!
Si atteggiò a culturista, ma la ferita lo fece piegare in due.
- Maledizione! – borbottò.
Lei si sforzò di sorridere.
- Senti Ryo… - disse subito dopo – Non pensi che Seiya tenterà di nuovo di uccidersi?
- È possibile – rispose, tornando serio – Ma non credo che lo farà. Adesso sa che c’è una speranza di trovare serenità.
- Eh? – fece lei, senza comprendere.
- Ha visto me! – spiegò lui, sorpreso della sua ottusità – Sa che non ho dimenticato la guerra e che nel contempo ho trovato una nuova vita. Se è stato possibile per me, può accadere lo stesso per lui.
Kaori sorrise.
- Hai ragione! Può fare anche lui come te! – poi d’improvviso si fece dubbiosa – Ma… Ryo! Tu non me lo hai mai detto come hai fatto a ritrovare la pace!!
Lui si accasciò incredulo sul letto.
- Sei proprio stupida, Kaori! – sospirò. Poi si risollevò, dandole un buffetto sulla guancia.
- Sei davvero senza speranze…
 
 
 
FINE
 
  
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