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Autore: Aoimoku_kitsune    11/03/2012    13 recensioni
Ti posso sentire e so di amarti.
***
E' una MPREG: Gravidanza tutta al maschile.
Dopo una serata il legame di Naruto e Sasuke sembra spezzarsi sempre di più, ma una maledizione (Da parte di Naruto) o uno splendido miracolo (Da parte di Sasuke), renderà le cose più complicate o semplicemente riuscirà ad aggiustarle? E Naruto si troverà davanti ad una scelta difficile, che farà provare a Sasuke, di nuovo, il dolore per la perdita di una famiglia.
***
-Sai..
Disse Naruto, fissando lo schermo colorato.
-.. Stavo pensando..
-Tu che pensi?
Lo sfotté Sasuke, quasi serio, nascondendo il divertimento.
Naruto alzò lo sguardo, fissandolo di sbieco, reclinando il capo verso di lui.
-Teme.. Smettila di prendermi sempre in giro.
E la linguaccia fu inevitabile.
Sasuke ridacchiò, sommessamente, appoggiando il mento sul capo di Naruto.
-Su dimmi.
Sentì un piccolo sbuffo dal basso e poi Naruto parlare.
-Il nome per il bambino. Non lo abbiamo ancora deciso.
Sasuke fece una strana smorfia di disappunto.
***
-Cosa c’è?
-Mi sento sempre appesantito.. È strano.
Rispose, incerto se i termini che aveva espresso potevano giustificare quelle strane sensazioni.
-E’ normale.. Ormai sei alla fine.
Naruto annuì, guardando, con i suoi formidabili occhi azzurri, Sasuke.
-Tsunade ha detto la prossima settimana.
***
Era leggero il suo bambino, fragile tra le sue braccia.
Genere: Fluff, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: OOC | Avvertimenti: Mpreg | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I'd come for you'
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Ciao! ^ ^.. Ritorno con un’altra fic, tutta SasuNaru. Lo so, devo finire ancore le altre storie ma non potevo non condividerla con voi questa. È una cavolata scritta di getto, quando ero immersa nella mia più totale depressione pre trasloco, (odio traslochare quando poi la mia cameretta è un gioiello di design,… uffi!) ed è finita, devo solo aver tempo di postarla.
 Sperando di non annoiarvi volevo solo scrivere alcune cose sulla storia, cercando di non svelarvi niente in anticipo.
È una MPREG - si tratterà su una gravidanza tutta maschile, e se non amate questo genere di cose questa non è storia per voi. Si parlerà soprattutto di come questo “incidente” incida sulla psiche di Naruto. Non sarà la solita storia dove la gravidanza viene accettata senza problemi o roba simile, anche se poi verso la finmphhhn.. * qualcuno ha imbavagliato l‘autrice.* .. Cof.. Cof.. Scusate per il disagio, riprendo da dove ha lasciato quella pazza dell’autrice… stavamo dicendo, ah si! L’aborto sarà al centro di tutto, alla fine.
La storia è ambientata dopo alcuni anni dalla fine dello Shippuuden. Sasuke è tornato al villaggio, ed è stato accettato, insieme a tutti i suoi psicopatici amici. Che altro dire..*rumori strani provengono alla destra del ragazzo che indifferente guarda l‘autrice imbavagliata e legata alla sedia. Scrolla le spalle riprendendo a scrivere* Se vi ho incuriosito leggete e fateci sapere.
Buona lettura.



Lui vive in te.

 Si muove in te con mani cucciole.
Respira in te. Gioca e non sa che tu vuoi buttarlo via.
La sera poi con noi due farà il bagno e vi insaponerò.
.. La notte ci sarò perché non resti solo, mai.
Lo proteggerò, aiutami.
Lui si accuccerà, con i pugni vicini tra noi dormirà e un po’ scalcerà; saremo i cuscini noi due.
Lui vive in te, si culla in te con i tuoi battiti.
È in te, lui nuota in te.
È lui il figlio che non vuoi.
Nek - Lui vive in te.

***
Amo il suono della tua voce.
Il suono del tuo cuore è la mia ninnananna preferita.


Nell’aria c’era puzza di morte. Il sole era alto nel cielo, illuminando la foresta sottostante. Gli uccelli stavano volando, nervosi, scappando da una direzione dove sette ninja, invece si stavano recando.
-... Non mi risponde.
Sibilò Sakura, saltando più velocemente da un tronco all’alto; i capelli rosa svolazzavano dietro di lei, come il lungo mantello grigio.
Accanto alla ragazza, correva Sai, anch’esso coperto con la cappa grigia di lana, del villaggio, così come tutti gli altri ninja.
Kakashi guardava attentamente, con l’occhio di Obito, attorno a se, cercando di captare qualsiasi segno del ninja scomparso.
Dietro di loro correvano, seguendoli silenziosamente, altri quattro ninja.
Era stata la squadra che aveva terrificato il paese del fuoco nella guerra e che ora, avuto asilo, erano rimasti dalla parte di Konoha, dove si erano arruolati come ninja del villaggio.
Capo della squadra Taka, vi era Sasuke. Ex traditore.
Il suo sguardo era distante, freddo e senza alcuna emozione.
L’aria accarezzò il viso dei ninja, trasmettendo a loro, l’odore del sangue fresco.
Si fermarono, quasi allarmati nel scoprire cosa poteva esserci più avanti.
Sakura si voltò verso il maestro, guardandolo.
-Cosa facciamo...
-Può essere ferito... Sai, ricognizione dall’alto. Riferiscici se ci sono superstiti e se lo vedi.
Il moro annuì, tirando fuori dalla tasca dei pantaloni un rotolo rosso e verde, srotolandolo e disegnandovi sopra un uccello, che prese vita.
Saltò sul volatile e si alzò su nel cielo, diretto oltre la fitta vegetazione del bosco.
Quando arrivò abbastanza in alto e vicino al punto dove ci sarebbe stato il ninja, si ammutolì. La pelle chiara divenne ancora più bianca, mentre gli occhi neri si aprivano sbalorditi e terrorizzati.
Posò una mano verso l’orecchio destro e premette il pulsante dell’auricolare nero.
-... Kakashi sensei?
Chiamò. La voce tremava.
-Cosa vedi?
Sai non sarebbe riuscito a spiegare quello che stavano vedendo i suoi occhi. Era inconcepibile una cosa del genere.
-Il campo è libero... Procedete altri 150 metri e vi troverete davanti ad una vallata... Non sarà un bello spettacolo... Io atterro.
Riattaccò, sfilandosi l’oggetto e planò sul campo.

Sakura era sbiancata e guardava allarmata davanti a lei.
-Cosa voleva dire?
Domandò Karin, avanzando verso i due.
Kakashi scosse la testa, i capelli argento che si mossero lenti.
-Andiamo...
Sussurrò.
Cosa ci avrebbero visto oltre quelle mura di alberi?

Ha sangue tra i capelli, ha sangue tra le dita affusolate.
La katana era stata abbandonata al suo fianco, sporca, dove scie di sangue fresco scorrevano tutta la lunghezza della lama.
Ne sentì il sapore in bocca, ferroso e caldo e, in quel momento non poté che amarlo.
Si avvicinò una mano al viso, fermandola a pochi millimetri dalle labbra e poi, con estrema cura, leccò la sostanza vischiosa, assaporandola lentamente.
Lui era sempre stato quello oscuro, il mostro e ora lo credeva fortemente.
Tutti lo paragonavano al sole, luminoso e caldo, ma lui era tutto l’opposto.
Adesso sentiva solo un gran freddo dentro di lui, era così vuoto che piano piano stava congelando.
Neanche i raggi solari dell’astro riuscivano a riscaldarlo. Quel freddo se l’era sempre portato dietro e piano piano, con il passare degli anni e delle situazione era aumentato, fino ad esplodergli dentro, iniziando a corroderlo.
Era come una malattia, una semplice influenza. Non aveva mai curato quel freddo e ora ne pagava le conseguenze.
Quando sulle dita non rimase altro che un colore sbiadito, riprese la katana, rinfoderandola.
Le iridi azzurre, vuote e prive di qualsiasi luce, guardavano i corpi intorno a lui.
Mentre combatteva ne era riuscito a contare più di una trentina, tutti ninja di livello s.
I corpi erano a terra, senza vita. Lo sguardo degli uomini era vitreo, bianco e ogni singolo corpo era stato squarciato.
Sangue scorreva ancora dalle ferite, e macchiava l’erba sottostante, colorandola.
Ma quello che più colpiva era lo sguardo di puro terrore degli uomini. Ancora visibile anche dopo la morte.
Il vento lo accarezzò, e fece svolazzare la lunga coda bionda dietro alla schiena, tenuta unita da un nastro di raso rosso.
Le labbra carnose e rosee, in un angolo macchiate di rosso, si schiusero e un piccolo gemito di fastidio ne uscì, mentre il ragazzo si portava una mano al ventre, stringendo la stoffa della tuta con disperazione.
Morirà... Morirà come quello stupido legame...
Il vento aumentò all’improvviso, un battito d’ali e un chakra familiare lo fecero voltare e incontrò lo sguardo sorpreso del compagno.
-Naruto kun… stai bene?
Domandò Sai, scendendo con un balzo dal volatile che scomparve, e si avvicinò al ragazzo che lo guardava con estrema calma.
-Si... Non ti preoccupare.
Rispose, forzando un sorriso.
Sai si guardò intorno, i corpi mutilati erano ancora li. Erano i ninja che stavano cercando.
-Li hai uccisi...
Naruto seguì lo sguardo verso i morti e annuì.
-Mi hanno scoperto mentre li seguivo e mi hanno attaccato.

I ninja, oltrepassati gli alberi, rimasero senza parole.
Sakura si tappò la bocca, un conato di vomito la prese all’improvviso ma resistette.
Kakashi e gli altri avanzarono lentamente guardando i corpi senza vita che giacevano davanti a loro.
Era come se ci fosse stata una battaglia all’ultimo sangue, senza esclusioni di colpi, ma quello che più sorprendeva i ragazzi era vedere Naruto al centro di quel massacro, coperto di sangue.
Si avvicinarono e Sakura corse verso il compagno abbracciandolo di slancio.
-Dio Naruto... Eravamo così preoccupati... Stai bene?
Domandò, guardando il ragazzo da testa ai piedi, cercando di trovare una qualsiasi ferita di arma, e la cosa la sorprese molto quando non ne trovò.
-Si Sakura chan ... Non preoccuparti.
Sorrise Naruto, lisciandosi la lunga ciocca bionda che gi ricadde sul viso.
-Perché non hai chiamato, Naruto?
Lo ammonì Kakashi, avanzando, mentre gli altri stavano guardando scioccati i corpi.
Naruto lo guardò, rimanendo in silenzio.
-Quando mi hanno attaccato, l’auricolare mi deve essere caduto da qualche parte e non sono riuscito a contattarvi.
-... Sei stato imprudente... Hai sempre le tue copie.
Naruto scrollò le spalle, indifferente.
-E’ andata bene però... No? È questo che conta.
Rispose, stiracchiandosi e allontanandosi dal gruppo, avviandosi verso Konoha.
Sasuke guardò le spalle minute ma forti di Naruto e si morse l’interno della guancia a sangue. Era colpa sua se Naruto era cambiato così. Lo aveva reso diverso. Senza volerlo, per la prima volta, aveva reciso il legame stoico che li legava da un’eternità.
   
 
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