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Autore: Nikki24    11/03/2012    1 recensioni
Sono semplicemente una raccolta di momenti... credo, a dire il vero, che sia solo la trasposizione in immagini dei versi di 14 Years.
Non avrebbero mai potuto vivere separati, era semplicemente inconcepibile. Anche se a volte Jeff si arrabbiava e si sentiva frustrato: sentiva di essere solo una comparsa, un personaggio secondario nella vita di William, ma in fondo sapeva che non era vero, sapeva che se mai ne avesse avuto bisogno lui ci sarebbe stato... era solo che più spesso era Will ad aver bisogno.
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Axl Rose
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota: Sono semplicemente una raccolta di momenti... credo, a dire il vero, che sia solo la trasposizione in immagini dei versi di 14 Years.

 

Jeff era riuscito a ritagliarsi un po' di tempo per se. Era stato anche abbastanza facile: decidere di non aprire libro era bastato. Si era rintanato in un angolo dei “Giardini” di Lafayette, aveva portato la chitarra e si stava esercitando con una canzone dei Beatles. Quando gli sembrò di produrre una melodia accettabile poggiò lo strumento dietro di sé, vi poggiò sopra la testa e chiuse gli occhi. Star lì con il sole che gli accarezzava il volto era facile e rilassante. Improvvisamente qualcosa oscurò i raggi del solo portando dell'ombra. Isbell si portò una mano agli occhi e li aprì scocciato, per poi fissare il fastidioso responsabile dell'ombra. Bill era impiedi davanti a lui: stava piangendo e lo fissava. Il moro si tirò a sedere cosicchè l'altro gli si lanciò letteralmente addosso. Non si capiva bene se si fosse lasciato cadere o si fosse intenzionalmente buttato. I capelli rossi di Bailey finirono sulla faccia del piccolo chitarrista solleticandogli il naso, facendolo starnutire leggermente.

Nel frattempo Bill era scoppianto in singhiozzi sul petto di Jeff. Mezz'ora dopo smise di piangere e Isbell lo spinse via; piano, delicatamente perchè con lui non si sapeva mai come fare, era imprevedibile ed era già triste... non voleva offenderlo.

Jeff era sempre delicato quando il rosso si presentava da lui distrutto a quel modo -che è successo Bill?- chiese in un sussuro; questo cominciò a parlare, a lamentarsi, a raccontare per la millessima volta la solita storia già sentita ma sempre orribile.

Forse quel ragazzino pallido e dai capelli scuri era troppo piccolo e minuto per sopportare questa storia, per occuparsi di un amico con tanti problemi... ma allo stesso modo Bill era troppo piccolo e minuto per viverla quella storia.

Era sempre uguale: chissà come Bailey riusciva a trovarlo ovunque fosse e si presentava tutto rosso e in lacrime, Jeff gli sorrideva e lui gli si lanciava addosso, piangeva tanto, si lamentava un po' raccontando e Jeff era sempre lì ad ascoltarlo... dopo un paio d'ore era di nuovo tutto ok. Ma quando lo abbracciava... lo abbracciava così forte, lo teneva stretto come se non volesse mai lasciarlo andare, ma non gli faceva male. Sembrava così delicato e fragile, anche se a volte rischiava di strozzarlo con quegli abbracci... eppure non avrebbe mai potuto farne a meno, perchè il tocco del suo Bill era speciale.

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Non avrebbero mai potuto vivere separati, era semplicemente inconcepibile. Anche se a volte Jeff si arrabbiava e si sentiva frustrato: sentiva di essere solo una comparsa, un personaggio secondario nella vita di William, ma in fondo sapeva che non era vero, sapeva che se mai ne avesse avuto bisogno lui ci sarebbe stato... era solo che più spesso era Will ad aver bisogno.

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Una volta avevano deciso di fare un viaggio: senza motivo, senza meta e senza mezzi. Lo ricordava bene: erano le vacaze estive tra il terzo e il quarto anno di liceo (quando Bill aveva già mollato la scuola). Due settimane di avventura e nulla, solo loro due. Avevano iniziato a camminare ed erano riusciti a beccare anche qualche passaggio.

C'erano due momenti che gli si erano impressi nella mente. La prima notte avevano dormito in una specie di bettola, ma la seconda notte non sapevano dove stare ed alla fine si erano arrangiati in una specie di area verde nel mezzo del nulla: sembravano due senza tetto ed era scomodo. Ma erano loro due, ed erano stati abbracciati tutta la notte: essere appoggiati l'uno all'altro era la posizione più comoda del mondo.

Dopo una settimana avevano finito tutti i soldi e non sapevano proprio come mangiare... Jeff così aveva rubato per la prima volta. Era entrato in un negozio ed era riuscito a rubare qualcosa da mangiare e una bottiglietta d'acqua. Non se ne era mai pentito, in quel periodo non faceva mai nulla d'illegale ma di quello non si era mai pentito... infondo lo aveva fatto perchè lui e Bill potessero riempirsi la pancia. Quando era uscito dal negozio il rosso lo aveva guardato con due occhi così piacevolmente sorpresi e un sorriso così felice che non avrebbe proprio potuto pentirsene.

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Si erano conosciuti a tredici anni ed a quei tempi Jeff era mingherlino, pallido e aveva un aria molto debole... forse addirittura malaticcia. Bill anche era mingherlino, con la pelle chiarissima ma non pallida... insomma era magro e smunto come uno stecchino ma nessuno avrebbe mai potuto pensare che fosse debole: aveva fama di attaccar risse con chiunque e di riuscire a spuntarla anche con tipi molto più grossi di lui.

Insomma Bill sapeva difendersi, Jeff no. O meglio: non gli riusciva granchè bene.

Bill stava camminando per i marciapiedi di un'assolata Lafayette, perdeva tempo per non stare in casa. Non c'era quasi nessuno in giro perchè era primo pomeriggio di domenica. Ad un certo punto notò qualcosa, c'era una specie di rissa. Incuriosito si avvicinò allo spettacolo e notò che non era una rissa: erano due ragazzi, un po' più grandi di lui, che stavano picchiando il suo Jeff. Jeff che di solito non usciva la domenica... ma era a metà tra casa sua e casa del rosso, probabilmente era lì che stava andando quando aveva incontrato quei due tipi.

Bailey rimase immobile per un secondo, sconvolto, poi strinse i pugni infuriato: nessuno poteva picchiare il suo Jeff! Si lanciò tra i due ragazzi e Isbell: voleva proteggerlo.

Era magro e smunto, e loro erano due ragazzi più grandi eppure Jeff era così piccolo e fragile... lo stavano rompendo e non poteva lasciarglielo fare! Lui doveva aiutare il suo Jeff.

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Ogni tanto Izzy Stradlin avrebbe voluto arrabbiarsi, indignarsi e stufarsi. Avrebbe voluto dire ad Axl che lo aveva sempre tormentato con i suoi problemi, che lo aveva sepolto di storie troppo dure per lui, che non avrebbe dovuto... avrebbe voluto pensare che Rose non lo considerava e che pensava tutto gli fosse dovuto. Ogni tanto glielo urlava anche, ma poi si rendeva conto di non pensarlo. Si ricordava di quando, solo e arrabbiato voleva parlare solo con il suo Bill, di quanto fosse prezioso il tempo passato con lui e di quanto i suoi abbracci lo confortassero. In fondo non poteva proprio arrabbiarsi era semplicemente impensabile per lui... perchè conosceva bene Bill e sapeva che erano solo idiozie. La loro era un'amicizia speciale e sarebbe stato assurdo arrabbiarsi perchè non era normale

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Erano in casa Izzy, Axl e la sua ragazza del momento: Sherley.

Axl si era alzato ed era andato al bagno. Quando era tornato aveva trovato Stradlin e Sherley che si urlavano addosso, Izzy si era alzato di scatto -Come vuoi puttana! Hai vinto!- aveva urlato, poi era uscito trascinandosi dietro la chitarra e sbattendo la porta talmente forte che Axl ebbe l'impressione che si sarebbe staccata dai cardini.

Il rosso aveva guardato la ragazza a metà tra lo sconvolto e l'arrabbiato, dopo si era lanciato a precipizio dietro il chitarrista -Izzy! Izzy! Jeff!- aveva strillato per tutte le rampe di scale. Era riuscito a raggiungerlo, alla fine, e lo aveva bloccato per un braccio -Jeff che succede? Perchè sei fuggito così?- gli aveva chiesto guardandolo negli occhi, ma Jeff si era divincolato e s'era allontanato poi gli aveva detto gelidamente -Quella puttana! Oh al diavolo! Quando è troppo è troppo! Io ho provato a vederla a modo tuo ma oggi non funziona- si era girato ed era uscito dal portone.

Il giorno dopo Izzy era entrato in casa di Axl (la divideva con Slash a dire il vero) e aveva trovato il rosso e Shirley che urlavano in mezzo al salotto. Rose aveva visto Stradlin, lo aveva guardato e aveva respirato due volte... aveva smesso di urlare, e forse era ancora peggio: se Axl smetteva di urlare e parlava in tono gelido voleva dire che era finita del tutto, che per lui eri morto ed era irrevocabile. -Fuori di qui, esci!- disse... ed era freddo come un pezzo di ghiaccio. Shirley prese una borsa e uscì con le lacrime agli occhi fulminando Izzy con lo sguardo.

Dopo che la porta si fu richiusa con un tonfo il moro si sedette sul divano, subito imitato dal singer. Jeff sapeva che se il giorno prima non avesse litigato con la ragazza Axl non l'avrebbe lasciata. Appoggiò la testa sulla spalla del rosso, nessuno dei due avrebbe mai ammesso il motivo per cui quei due avevano rotto.

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I primi tempi a Los Angeles era stato difficile... erano riusciti ad arrangirsi in una casa minuscola in un quartiere orribile. Servivano soldi ma Axl non voleva proprio saperne di trovarsi un lavoro, piuttosto sarebbe andato a dormire per strada, Izzy era riuscito a trovare un impiego in un negozio di dischi come commesso... ma non bastava, insomma erano pochi soldi e ne sarebbero serviti di più.

Jeff e Bill frequentavano drogati e prostitute, gente poco raccomandabile ma simpatica. Ci volle poco, presto Izzy capì che avrebbe portato soldi in più.

Era strano: di solito era Bill quello che combinava le cazzate e lui quello che doveva tirarlo fuori di prigione... invece rischiava di finire proprio al contrario. E farsi tirar fuori di galera da Axl... il solo pensiero era quanto di più bizzarro e divertente potesse esserci. Ormai comunque era lì, era utile, era per loro, quindi amen non era nulla di così brutto. Non avrebbe certo fatto lo spacciatore per sempre!

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Stravaccati sul grande divano della villa a Malibù di Axl si stavano divertendo a vedere gli articoli riportati dai giornali sui Guns n' Roses. -Hai visto questo? Ma dai che cazzata- -Passa, guarda qui... certo che se fossero verità- -Oddio ma come le inventano ste cose?- -Merda che figo! Ma qualcuno ci crede davvero?- -Credo di si... Questi ci campano sul gossip e le stronzate- -Se sapessero la verità...-

Se tutti avessero saputo la verità... magari sarebbe passata inosservata in mezzo a tante invenzioni assurde. Ma in fondo a chi importava? Era solo gossip. -Bill- -Si?- -Mi sono proprio rotto il cazzo di proccuparmi delle puttanate che scrivono! Perchè non possiamo semplicemente divertirci e fottercene?- Bill rispose solo con un sorriso radioso.

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Essere uno dei Guns era un avventura pazza e malata... all'insegna della spericolatezza e del fregarsene del resto. Ma era così che a loro piaceva vivere, erano in cinque ed erano davvero una famiglia.

Erano passati quattro anni da “Appetite for destruction”, quattro anni di follia, quattro anni che li avevano resi più forti.

Una volta la prima moglie di Axl, Erin, gli aveva detto che nulla è gratis... puttana, l'aveva sempre odiata ed era stato felice quando era sparita dalla vita sua e da quella del rosso, ma forse... forse aveva ragione.

Si girò leggermente e vide che il suo cantante preferito si era addormentato. Era bellissimo: i capelli sparsi in giro e la bandana leggermente alzata, gli occhi chiusi e pacifici, la pelle chiara, la postura tranquilla. Sembrava un bimbo. No Erin sbagliava perchè l'affetto, l'amore è gratuito e disinteressato. Sorrise leggermente e guardò l'orologio: le undici e mezza; di certo Bill non si sarebbe alzato prima della mattina dopo, sempre sorridendo si alzò per andare a prendere una coperta, cosicchè Rose non sentisse freddo. Sì, il loro affetto, il loro rapporto era sempre stato gratuito e sincero anche se a volte non riusciva proprio a capirla quella bizzarra testa rossa. 

   
 
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