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Autore: Julia_Phantomhive    11/03/2012    5 recensioni
Questa è la mia prima fic su questa sezione, quindi siate clementi.
La protagonista sarà Julia Clismatice, è ambientata in Italia nei giorni nostri. E' di nobili origini, e proprio per questo costretta a fidanzarsi con ragazzi nobili che l'ingannano per puri scopi commerciali e così frantumando varie volte il suo cuore.
Stanca di questa storia, chiede aiuto a un demone, l'ex-conte Ciel Phantomhive, sempre affiancato da Sebastian.
Tutti i dettagli della storia li trovate nel primo capitolo: Prologo.
Sperando di aver attirato la vostra attenzione, buona lettura!
Genere: Azione, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciel Phantomhive, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 32

 
"Ti starò accanto fino alla fine".
 
La notte buia e misteriosa avvolse con le sue tenebre la radura che ombreggiava la casa nascosta di Clara, oramai diventata una di famiglia. La veterana piena di curve si avvicinò al piccolo, accucciolato in una carriola con dell'erba morbida fresca, appena tagliata con residuo di rugiada; la risata dolce del pargolo portò felicità in quei brevi e intensi momenti. Clara e gli shinigami stavano cullando la carriola, mentre Ciel e Julia, con sempre la supervisione di Sebastian, parlarono dell'avvenire.
La luce soffusa, erano in sala da pranzo, di fronte l'uno all'altro a discutere del da fare:
- Julia, hai preso la tua decisione? Riesco a controllare la mia natura da demone, e rimarremmo legati per sempre, sia io sia lei siamo immortali. Destiny invece è nato come un immortale d'eccellenza, lei è d'accordo?
- No. -
Il maggiordomo se la guardò.
- Julia cosa?
- Non mi sembra giusto. Non voglio essere enigmatica, quindi te lo dirò chiaramente. La mia vita è finita. Preferisco che tu sia cosciente quando divorerai la mia anima, perché non voglio che tu mi mangi quando non sai più chi sei, quando il demone dentro di te, non avendo più mezzi termini per prolungare la fine, mi prenderà senza pietà.
Non che io voglia pietà, no. Sono felice di amarti, e di essere amata da te.
Potrei morire adesso, con questo sentimento al cuore, che non voglio dimenticare mai.
E poi, vai a pensare positivo, io starò sempre con te, no? Dentro il tuo stomaco, ma sempre con te - si mise a ridere perché voleva allentare quell’insopportabile tensione.
Il ragazzo le prese la mano e le baciò il dorso: - Volete che sia il Conte Ciel Phantomhive, e non il demone che è in me, a rubarle l'anima.
- ... e il cuore. E' tuo di diritto, insieme con questo - si alzò dalla sedia, e gli diede un bacio sulla guancia; si guardarono negli occhi - Per me, tu e Destiny, siete tutto. Tutto -.
S’intrecciarono le mani, e Ciel le permise di sedersi sulle sue ginocchia, a fronte a fronte, lei sorrise affaticata, mentre Ciel la guardò seria. Era affranta nella sua decisione, era necessario, se Ciel l'avesse divorata, forse avrebbe avuto una scappatoia con Sebastian, ma era un gesto abbastanza invano.
Ciel, a voce bassa e profonda, disse: - Vorrei solo darle il meglio anch'io, per voi e Destiny. E' pur sempre mio figlio, e credo di aver capito anche le vostre intenzioni. - pausa - Julia, vuoi che rimanga qui con gli shinigami o...- lo interruppe.
- Vivrà a Roma. Francesco lo seguirebbe ovunque al mondo, e se prima che la fine avvenga, noi andassimo nella mia adorata Roma, dove ho vissuto i più bei momenti con te, il padrino rimarrà al suo fianco. La domanda è più rivolta a Clara perché non so a cosa pensi. - Rimandò un’occhiata preoccupata al giovane.
- Vedrai che il fratello minore dei due, riuscirà a convincerla. Lì a Roma vivrebbe in una bellissima villa, ma potrebbe comunque scegliere la reggia. Mi domando, cosa succederà quando non ci saremo più, anche se posso affidare tutto a Sebastian, vorrei lo stesso stare ogni giorno con mio figlio. Julia, non hai paura di mancare in tutto?
- ... sì. Ma io, di Sebastian, Francesco, Carlo e anche di Clara, mi fido. Mi voglio fidare, scusa Ciel.
- Non ha da scusarsi. - poi richiamò in ballo il maggiordomo - Sebastian, non ti parlo come padrone, ma come demone a demone. Tu che ne pensi? Dimmelo adesso, non avrai altre occasioni. -
Il corvino non esitò: - Se vuole la mia opinione, signorino, credo che dovrà scegliere bene il vostro ultimo ordine - come se volesse accentuare di più la parola "bene", ebbe come reazione un'espressione cagnesca da parte di lui. Lo sapeva bene cosa doveva scegliere, ma lui non intendeva quello, così Sebastian sospirò - Signorino, qualsiasi cosa accada posso dirle che nasconderò la verità finché vostro figlio non sarà in grado di capire tutto. E se posso permettermi, vorrei suggerirvi di lasciarmi il signorino Destiny, mi servirà solo la vostra autorizzazione.
Di entrambi.
- Sebastian, - iniziò la ragazza che lo fissò dritto negli occhi fuoco - ovvio che lo affiderò a te, sei stato tu a sapere della sua esistenza! - quasi ironica, anche se di divertente non c'era niente. Fu la volta del padrone, che attese e con tutta la freddezza che solo lui poteva e aveva, proclamò: - E' un ordine.
Sebastian Michaelis affido a te e solamente a te, Destiny Clismatice Phantomhive. Hai la mia autorizzazione, conte Ciel Phantomhive, e della madre naturale, lady Julia Clismatice, di essere il suo padre adottivo. Avrai il compito di crescerlo come degno erede dei due casati al quale appartiene, di sfamarlo, educarlo e procurargli tutto l'amore del mondo. TU dovrai occuparti in tutti i sensi di Nostro Figlio.
- Yes, my Lord. -
 
La mattina dopo, tutti si ritrasferirono in Italia, nella Villa Julia, oramai abbandonata da qualche mese. La shinigami fu un po' contrariata, ma alla fine come previsto, Carlo Nevito fu un abile rubacuori; arrivati, Destiny era piuttosto contento, aveva qualche mese ma non aveva ancora parlato.
Sia Sebastian sia Francesco furono quelli più attaccati al piccolo, si erano affezionati e lo intrattenevano come più potevano. Fu uno spettacolo vedere Sebastian fare facce buffe solo per far ridere Destiny, come riuscì a deformare schiacciando il viso già lungo e sottile, fu proprio fantastico!
La felicità si poté ottenere con poco.
 
Quella sera era la decisiva.
Ormai erano passati giorni, mesi e anche un anno possiamo aggiungere, Destiny aveva compiuto il suo primo anno di vita, e che dire, era un bellissimo mini Ciel, non si poteva però dire lo stesso del carattere, quel sorriso piccolo, timido ma che esce ogni qualvolta che è richiesto, esce fuori come un fiore appena sbocciato e portò gioia a chi ne aveva bisogno. Quella sera, Destiny dormiva nel suo letto, ignaro di non poter rivedere la madre la mattina seguente.
- Julia. - la chiamò.
- Sì, Ciel? - fece a bassa voce per non svegliare il bambino.
Erano ancora dentro la villa, e la madre voleva dargli il suo ultimo saluto. Il piccolo nella culla, che dormiva come un angioletto, anche se era per metà demone, ricevette un bacio sulla fronte, Destiny le prese un dito, la tirò a sé e non la lasciò andare, anche se neonato poteva benissimo intuire che qualcosa andò storto.
Julia lo guardò comprensivo, ne diede un secondo, un terzo e un quarto, una serie di baci che non sarebbero mai terminati di sua volontà; Ciel la osservò, le lacrime le stavano uscendo e la abbracciò, la avvolse da dietro la schiena, mentre lei disperata pianse. Un momento di debolezza che si poté concedere, riferì Ciel, ma poi Sebastian dovette interrompere, il momento si stava avvicinando.
- Signorini, chiedo venia, il momento è giunto. - quasi nascosto dietro la soglia della porta.
Ciel lo fulminò con lo sguardo, ma non disse nulla e appoggiando la mano sul fianco di Julia la allontanò lentamente dalla culla, non voleva. Non voleva proprio costringerla, ma era stata lei stessa a scegliere quel giorno.
Destiny teneva forte il dito della madre ma Ciel con malavoglia dovette sciogliere quel legame; provò a calmarla sussurrandole a lei dolci: - Shhhh... mia lady, abbia coraggio. Manca poco. Me l'ha ordinato, ora non posso tirarmi indietro, io le avevo detto di prendere la decisione a lei giusta. Shhhh... - di sottofondo singhiozzi interminabili, Julia non riuscì a trattenersi, appena usciti dalla camera e abbastanza lontani da non svegliare Destiny, la Clismatice fece un urlo disperato.
- Ciel!!! CIEL! Perché Ciel! - gli occhi si gonfiarono, e subito il giovane le asciugò il viso con un fazzoletto - Ciel, non voglio lasciarlo! Ti prego, rinnego il mio ordine, ma ti prego lasciami stare ancora con Destiny! Non voglio..! Non voglio!! - lo abbracciò fortemente, ringhiò con i denti e piccoli singhiozzi si udivano.
Il ragazzo provò a consolarla, ma alla fine si convinse da sola che era per il bene di tutti.
 
Sebastian li traghettò in un posto lontano, sulle rive del Tevere, in quell'isoletta sperduta, dove in passato era utilizzata come stabilimento dagli antichi romani. Era l'unico posto dove nessuno poteva disturbarli.
Il maggiordomo accostò, Ciel aiutò Julia, che insicura inciampò e lui la salvò, incrociarono i loro sguardi e lei imprecò, ripensando che non lo avrebbe più rivisto:
- Cos'hai Julia?
- Niente. Come faccio a non rimpiangere la mia scelta, se poi so che non vi potrò più rivedere?
- Perché tu sarai dentro di me, in tutti i sensi. Nel mio stomaco, nella mia mente e nel mio cuore. Non le basta sapere questo?
- Rallegra sentirlo. Mh, sono pronta. Scusa se... ho fatto la bambina. - disse lei con una smorfia.
Ciel affermò soddisfatto: - E' tornata la mia lady. Bene, venga e attenta dove mette i piedi. -
Annuì e la sicurezza ritornò.
Sebastian preparò il necessario, per rendere confortevole l'addio.
Il cielo fu limpido, stellato e piena di magia nera arieggiavano intorno ai due demoni; col passare del tempo, il maggiordomo divenne un confidente molto importante, e Julia lo accordò di rimanere ad assistere.
A Ciel venne un'idea per non farla soffrire, facendole godere il suo ultimo giorno, iniziò a toccarle le gambe, le coscia e sempre più in su, invece con la bocca iniziò a baciarla.
Faceva freddo, e le nuvolette ansimanti erano visibili, la ragazza non pensò a niente, ma prima che potesse continuare, gli chiese: - C-Ciel, m-ma cosa stai facendo? - imbarazzata dallo stupore.
- Vorrei renderglielo piacevole, quando si addormenterà, non sentirà niente.
- Vuoi farlo adesso..? - gli occhi blu le trasmettevano calore - Capito. La mia anima è tua. -
Le accarezzò i capelli neri lisci e fluenti, come al loro primo incontro, sospesi in aria, come una magia; la pelle ambrata ma secca era candida e morbida, oramai spoglia si lasciò andare e finì per addormentarsi, per sempre.
- Ti amo Julia -.
"Ora è il momento. Buonanotte my lady. Sogni d'oro, unico mio vero amore, lady Clismatice Julia."
Non ci fu nemmeno un grido, esitazione o altro; gli occhi del demone divennero di un rosso intenso e le labbra erano sporche dello stesso colore. Si asciugò con la manica della giacca, e commentò:
- Un pasto eccellente, non c'è che dire. L'anima pura di una ragazza come Julia è una delizia, forse l'amore che provo per lei ha rovinato un po' il gusto, ma la qualità è assolutamente molto alta.
- Signorino, non ha più un minimo senso di pudore.
- Aveva ragione, avendo ormai raggiunto l'obiettivo, la mia natura di demone sta tornando al principio, però quel che provo per Julia non riuscirò mai a dimenticarlo. E poi, se facessi uscire i miei sentimenti adesso, tu avrai un pretesto per divorarmi ora, ma prima torniamo da Destiny e dagli altri, bisogna avvertirli. Glielo devo - "a Julia".
Sebastian tacque in un silenzio tomba.
 
Arrivati alla magione dei Clismatice, Ciel si chiuse in camera di Julia, dove con lei condivise tutto, si mise accanto a Destiny che si svegliò alla sua entrata e si mise a piagnucolare; Sebastian, invece, avvertì gli shinigami, i quali corsero subito dal giovane demone e urlargli a squarciagola: - PHANTOMHIVE SIETE MORTOOOO!! Come avete potuto?! Come?! Voi non l'amavate? Siete ignobile, Phantomhive!! - urlarono da dietro la porta perché Ciel la chiuse a chiave, cercò di ignorare i pugni e i calci dati alla porta, intento a scrivere il testamento una seconda volta, e questa volta sul serio:
Io, Conte Ciel Phantomhive, marito della deceduta Julia Clismatice Phantomhive, per prevenire eventuali morti, al pieno delle mie capacità dichiaro che lascio ogni mio bene e di mia moglie al nostro unico e amato figlio: Destiny Clismatice Phantomhive, ma essendo solo un bambino, finché non sarà in maggior età, affido lui e i beni materiali al signor Sebastian Michaelis, fedele maggiordomo della famiglia Phantomhive.
Quest'ultimo, per esserne certo, dovrà rispondere a questo indovinello:
"Come erano chiamati i Phantomhive?"
Risposta: I Cani della Regina.
Se non risponderà così, può essere certo che non è il signor Sebastian Michaelis.
Inoltre, come ultimo desiderio, vorrei che mio figlio abbia tutto l'amore che Julia ed io li avremmo dato.
Conte Ciel Phantomhive.
 
- Umpf... Destiny, basta piangere. Un Phantomhive non si mostra debole nemmeno davanti a un suo parente. - si morse la lingua. Julia non avrebbe voluto un comportamento così freddo e distaccato - Scusami Destiny. Ma non serve che tu pianga, so che ti manca tua madre, manca anche a me. Dobbiamo essere forti, siamo Phantomhive, e inoltre nelle vene scorre il sangue degli orgogliosi Clismatice, che figura ci faresti? -
Destiny smise perché capì bene cosa volle dire Ciel, gli shinigami continuarono a "bussare" e alla fine, il giovane padre cedette. Andò ad aprirli, si erano calmati: - Perché? Ora chi si occuperà di Destiny, eh?! Rispondi Phantomhive! - iniziò Francesco che sembrò il più infuriato - E poi tu non l'amavi? - lo prese per il colletto e lo alzò, si guardarono gli occhi - Tsk, la ami ancora adesso. Voi demoni proprio non vi capisco. - lasciò la presa.
Ciel alla fine consegnò il testamento a Sebastian e se ne andò portando con sé Destiny.
 
Camminarono nel giardino di rose della villa. Era vicina la mezzanotte, ma riuscirono lo stesso a osservare le rose, erano di un bianco latte e un nero petrolio, come potevano essere così diverse ma allo stesso in armonia?
Il ragazzo lasciò il bambino sopra il prato di rose, sapeva che non c'erano spine, perché Julia nel giardinaggio era un disastro e i suoi genitori la protessero in tutti i modi; ripensò che fosse il momento di parlare ai suoceri e si avvicinò alla tomba di famiglia con il piccolo: - Queste sono le tombe dei tuoi nonni, Destiny. Da parte di tua madre, mpf. Julia pensava che i suoi genitori non le volessero bene, io la sostengo, ma più che altro lei non si accorgeva che i suoi volevano proteggerla dal vero male. Ma non ho il diritto di dire niente. -
Destiny guardò prima il padre e poi le tombe, e ritornò nuovamente con lo sguardo su Ciel e disse: - P-pa. Pa. Papà... Ma! Maaaaa... ma? Pa. Pa. Ma. Ma? - continuò a balbettare, Ciel si stupì che Destiny sapeva già parlare e aveva detto come prima parola "papà" e subito dopo "mamma" e si congratulò accarezzandogli la testa - Bravo Destiny. Sono fiero di te. -
Una strana sensazione gli invase lo stomaco e continuò: - Anche tua madre lo è. -
Destiny sorrise e il padre rivide il bellissimo sorriso della defunta.
- Figlio mio, scusa se ti lascerò, ma anche quel dannato maggiordomo deve mangiare. Inoltre, quando sarai conscio delle tue nobili origini, non riuscirai a ricordare niente di me e di tua madre. Scusa, farei prima a cancellarti la memoria, ma... non ci riesco, mi fa troppo male sapere che tu non sappia chi sono i tuoi genitori!
Perdonami, perdona tuo padre e tua madre per tutto il male che ti facciamo, ma proprio per questo, per avere una vita felice senza intoppi, noi due dobbiamo lasciarti. E' meglio per tutti e soprattutto per te. -
Ciel era serio, mentre Destiny che non era stupido intendeva e gli rispose con un gesto che lo incoraggiò ad abbracciarlo, ovvio che il demone accettò.
 
- Sebastian, - lo chiamò, seppe che lui era lì - Lascio Destiny solo per questa volta al padrino, prima che me ne penta, è ora anche per me. Ribadisco, da quando non ci sarò più, tu dovrai dare il meglio di te a Destiny. E' un ordine.
- Yes, My Lord.
- Bene. - ispezionò la zona e continuò - Qui, in questo giardino di rose bianche va bene. Lo sai che voglio sentire dolore vero? - si rivolse caparbiamente.
- Signorino, pensavo che voi avreste cambiato gusti, ma sembra che siete il solito sadico. - si beffò di lui. - Siete pronto? - gli occhi rubini si scambiarono i pensieri. - Procedo -.
 
La calma prima della tempesta, un urlo agghiacciante e niente più.
Sebastian abbandonò il giardino di rose, e tornò dal suo protetto.
 
Diversi anni dopo, Sebastian stava preparando la colazione, quando chiamava il suo figlio adottivo:
- Destiny, sbrigati! E' pronta la colazione!
- Arrivo! -
Un ragazzo alto, robusto, con i capelli neri-blu, occhi agghiaccianti azzurri e un sorriso splendente si stava preparando per andare a scuola, Destiny Phantomhive. Era un giorno come tanti, se non fosse quello del suo sedicesimo compleanno, il padre adottivo lo richiamò. Sebastian Michaelis era il suo legale a tutto gli effetti, e gli rivelò della sua vera famiglia all'età di dodici anni, inoltre anche il suo padrino e madrina gli raccontarono la motivazione della loro morte, ma non tutta la verità: mentirono solo sulle sue nobili origini di demone e nephilim.
- Signorino Destiny, si sbrighi! La colazione che le ho preparato si raffredderà! -
Ah giusto, è un gran golosone come la madre, scendeva in fretta e furia le scale per raggiungere la sala da pranzo, e arrivato a tavola, mangiava velocissimo. Poi il demone gli aveva chiesto se voleva essere accompagnato a scuola, sì la stessa di Julia, ma Destiny rifiutava categoricamente, voleva correre liberamente.
 
Sulla via incontrava sempre i suoi amici, e per non dire che era un bel ragazzo era molto ammirato da tutte le ragazze della scuola; per fortuna che non aveva i problemi che aveva avuto la madre, e gli era anche stata anche proposta la carica di presidente del consiglio studentesco per le sue doti in campo amministrativo, ma proprio perché è l'erede delle ditte Funtom e Clismatice, è formidabile. Un allievo di Sebastian, e un orgoglio di entrambe le famiglie.
- Uhm... Phan-Phantomhive! - gli urlava una ragazza.
- Mh, sì? Chi mi chiama? - si girava e vedeva una ragazza che timida cercava di parlargli. Sorrise - Devi... dirmi qualcosa d’importante? - con molta leggerezza.
- E-ehm... B-buon co-compleanno... ecco, io, cioè tu... tu mi piaci. Usciresti con me?! - i capelli della ragazza lisci neri le ricordavano la madre vista nelle foto, però aveva la pelle chiara come la porcellana e i tratti decisi lo convincevano, ma aveva rifiutato, perché credeva che l'amore dovesse essere vero e ricambiato: - No, scusami. Non posso. -
Le storie, che gli raccontava la madrina, sull'amore si basavano sempre sui genitori che mostrava sempre il loro attaccamento l'uno all'altra e rivolto anche verso a lui stesso.
Ogni tanto pensava che i genitori non gli volessero bene, ma tutti quelli che lo circondavano lo convincevano del contrario, perché se erano morti, era solo per lui, per quanto volesse piangere, poi riusciva a reprimere con il sorriso; era un ragazzo profondo e allo stesso tempo molto allegro per quanto gli riguardava.
 
Ritornando a casa, passava sempre prima nel giardino di casa, dove raccoglieva sempre due rose, una bianca e una nera da donare ai genitori, i quali corpi erano stati sepolti vicino, il profumo di rose quasi lo perseguitava, ma non gli dava fastidio. Giunto, ha appoggiato gentilmente le rose a entrambi:
- Oggi, compio sedici anni. Sono molto grato a voi, grazie padre e madre per avermi lasciato tutto tranne che la vostra presenza. Non mi lamento, spero solo di potervi incontrare presto. -
Quando stava entrando in casa, vede Sebastian che stava parlando con qualcuno, più di una persona, così si avvicinava indiscreto e non credeva ai suoi occhi che li chiamava tremolante: - Mamma! Papà! -
I due si giravano, erano davvero loro, giovani, della sua età ed erano un po' invisibili con la bocca spalancata gli domandano: - Tu ci vedi, Destiny? -
Annuì più volte con la testa, era incredulo davvero: - P-perché siete qui..? - iniziavano a lacrimargli gli occhi - Non eravate - si fermò - ...morti? - Non aspettò risposta, glielo chiese direttamente senza peli sulla lingua - Posso abbracciarvi?
- Ovvio bambino mio! - risponde subito la madre che quando aspettava le dolci braccia, "prendeva" consistenza, come se fosse di nuovo viva - Destiny, bambino mio, come stai? Ti manchiamo tanto?
- Figliolo - metteva una mano sulla spalla del ragazzo, poco più alto di lui - Ci dispiace di mancare nella tua vita, ma per farti vivere in pace, era l'unico modo lasciarti. Ci potrai mai perdonare? -
Destiny e Ciel si confrontavano agli occhi di Julia che pensava divertita: "Uhuh è diventato come Ciel, meno male, è un bellissimo ragazzo". Subito dopo però si era ricordata di una cosa fondamentale:
- Oh, Destiny auguri! - riempendolo di baci - Il mio bambino ora ha sedici anni! Devo ammetterlo, sei tutto tuo padre!
- Julia, - era intervenuto Ciel imbarazzato - dalle tue labbra può essere un complimento, ma non ti chiedi come mai nostro figlio può vederci? -
Questo attirava molto l'attenzione di Destiny, così tutti intenti a trovare una soluzione, si spostarono in salotto, ove Sebastian serviva il suo solito thè pomeridiano: - Signorino, ecco il thè.
- Grazie, e tu mamma? Papà?
- Non possiamo, siamo morti! - diceva con leggerezza la ragazza - Comunque devo farti i miei sinceri ringraziamenti e complimenti, Sebastian. Sei stato un ottimo padre, vero Ciel? - quest'ultimo annuì - Bene, da quel che so, tu non sai niente Destiny delle tue origini. Credo che questo sia un potere derivante dal fatto che tu sei figlio di un demone e nephilim. - aveva stampato in faccia un sorriso seducente. A Destiny batteva il cuore per il motivo di avere i genitori di fronte a sé, e poi non capendo ripeteva le parole dette dalla madre: - D-demone? Nephili-im?
- Sì, amore, demone e nephilim. La tua mamma era una nephilim, incrocio tra angelo e umano. - spiegava la madre e poi continuava Ciel - mentre io ero un demone, ma prima ancora un essere umano, ma quanto lo abbiamo fatto ero un demone. In parole povere, sei un immortale per eccellenza e sembra che tu abbia ereditato uno dei tanti poteri di tua madre, quello di vedere i morti. - con molta leggerezza come se non fosse non nulla.
Destiny spalancava la bocca ma Julia premurosa subito gli diceva che non c'era niente di cui preoccuparsi, perché quel potere scattava solo se avesse voluto con tutto il cuore, e questa significava che dopo quindici anni, gli mancavano davvero. Lo abbracciavano entrambi e poi un saluto: - Ci vedremo quando il tuo cuore ci vorrà vedere, tesoro mio. - dicevano in coro i due genitori - Sebastian lo affidiamo di nuovo a te! Ti vogliamo bene Destiny.
- C-ciao madre! Ciao p-padre! -
Scomparivano piano piano, e subito dopo chiedeva a Sebastian: - Che cosa significa tutto questo?
- Il vostro cuore e desiderio hanno chiamato i vostri genitori che sono dentro di me.
- Spiegati meglio.
- Che vostra madre è stata divorata da vostro padre, e lui stesso è stato divorato da me. Le loro anime sono dentro di me, in ogni senso, signorino. Quindi per voi sarà facile richiamarli. -
Si rassicurava sapere che aveva sempre avuto i suoi genitori così vicini, ma non si spiegava niente, avevano detto troppo poco, così gli aveva ordinato di raccontare tutto e così viene accontentato.
 
Ora gli era tutto chiaro, non voleva vendetta, perché sapeva qual era il suo ruolo in questo mondo:
- Sebastian sta pronto, ci sarà un giorno, in cui noi due stipuleremo un contratto. -
Il maggiordomo sorrise beffardo.
Una lunga serie di precedenti, che univa tutto il presente.
Destiny Phantomhive era pronto a ricominciare la storia.


Note d'Autrice:
La storia è finita.
Spero che vi sia piaciuto questo ultimo capitolo, l'intera storia e i personaggi che ho inventato.
Accetto qualsiasi recensione, positiva, neutrale e negativa.
Vorrei tanto sapere cose ne pensate sul serio >_<
Inoltre voglio ringraziare tutti quelli che hanno letto, recensito e mi hanno sempre sostenuta.

Grazie mille davvero a Tutti.
Bye and kiss
Julia_Phantomhive  

 

  
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