Le regole del gioco

Hermione abbassò lo sguardo. «Lo so», sussurrò mestamente, prima di inspirare una nuova boccata di fumo.
Pochi secondi dopo le tolse bruscamente la sigaretta dalle dita. «Non dovresti neanche fumare», continuò lui mentre con un dito accarezzava il filtro sporco di rossetto. Poi i suoi occhi grigio-azzurri si alzarono predatori su di lei, soffermandosi sui bottoni della sua camicetta di flanella. Hermione quasi non si accorse dei movimenti fatti, sentì solo la pelle bruciare all’altezza del cuore. Un grido di dolore le morì fra le labbra, le stesse che in quel momento erano sottoposte alla tortura dei suoi denti spezzati. Il sapore ferroso del sangue le invase la bocca, mentre il fumo della sigaretta spenta sulle sue carni le invase le narici. Isabella lo sentì scendere lungo la gola e riempirle i polmoni. Due dita fredde le accarezzarono il collo, sporcandola del suo stesso rossetto. Isabella gettò la testa all’indietro mentre una scossa di piacere la fece rabbrividire. Solo un movimento all’interno del suo ventre riuscì a farle riacquistare un mino di decenza, e si chiese ancora perché era lì, perché continuava ad andarci, nonostante conoscesse già la risposta.