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Autore: Padmini    12/03/2012    1 recensioni
Questa storiella può essere capita solo dopo aver letto anche “Dalla parte degli Angeli Oscuri”. Nel capitolo “Arrivederci”, Sherlock comincia a raccontare a John uno strano episodio della sua vita. È questo. Se non avete letto quella storia farete fatica a capire.
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Molly Hooper
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Dalla Parte degli Angeli Oscuri'
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Piccola premessa:
Questa storiella può essere capita solo dopo aver letto anche “Dalla parte degli Angeli Oscuri”. Nel capitolo “Arrivederci”, Sherlock comincia a raccontare a John uno strano episodio della sua vita. È questo. Se non avete letto quella storia farete fatica a capire.
Grazie, Campanellino
 
 
 
 
Noiosa. Una giornata estremamente noiosa. Ecco cosa pensava Sherlock, appoggiando il suo violino sulla poltrona. Si avvicinò sospirando alla finestra. Sentì John alzarsi con un rumoroso sbadiglio. Beato lui. Almeno riesce a dormire un numero decente di ore.
“ ’giorno” disse il medico ancora mezzo addormentato
“Buongiorno” rispose lui senza girarsi
“Immagino che anche oggi te ne starai qui senza fare nulla, vero?” lo apostrofò John avvicinandosi al fornello per preparare un tè.
Il suono del cellulare rispose per lui.
“È Lestrade” disse prima di rispondere “Buongiorno ispettore … Si, sono libero, non c’è nessun problema … si, va bene. Arrivo. Ci aspetta a Scotland Yard” disse poi rivolgendosi all’amico e andò in camera sua a cambiarsi.
 
Era una bella giornata. Il cielo era sereno e non c’era neanche una nuvola. Sherlock e John camminavano lentamente lungo le strade trafficate di Londra. Avevano deciso di non prendere un taxi sia per godere di quel raro sole, sia per tenere un po’ sulle spine Lestrade.
Poi, improvvisamente, accadde qualcosa di strano.
Una donna, bionda, alta, occhi di un meraviglioso azzurro. Era vestita con sobrietà ed eleganza. I capelli erano legati con una piccola e sbarazzina coda di cavallo che le lasciava scoperto il collo. Sherlock rimase qualche istante a guardarla e tutti i suoi pensieri svanirono. Gli sembrò che tutto il suo sangue avesse abbandonato il cervello per dirigersi verso il suo inguine.
‘No… ‘ pensò il detective terrorizzato ‘Non può essere! Non ora!’
“Sherlock?” lo chiamò John, notando la sua distrazione
“Si, scusa” rispose lui velocemente. Il buono di quel cappotto così lungo e largo era che nascondeva perfettamente una cosa che in quel momento lo avrebbe messo in imbarazzo. Si girò nuovamente verso Scotland Yard e riprese a camminare, cercando con tutto se stesso di non incrociare lo sguardo con qualsiasi donna.
Appena arrivati, Sherlock ebbe la conferma che quello che gli stava capitando era vero. Sapeva che in quei periodi perdeva quasi completamente la ragione, ma non poté impedire di odiarsi per i pensieri che gli vennero più tardi.
Fortunatamente, dopo l’incontro con la bionda, era riuscito ad evitare di ricascarci e, dopo essersi lavato il viso con abbondante acqua gelida, era riuscito miracolosamente a recuperare le sue facoltà mentali. Lestrade gli stava illustrando il caso. Tutto chiaro. Sapeva perfettamente con chi doveva parlare, cosa doveva verificare e perché. Scrisse tutto sul suo taccuino e fece per andarsene, quando arrivò Sally Donovan con i caffè.
‘Oddio…’ Pensò guardandola
Un ricciolo le cadeva delicatamente sul viso. Gli occhi, grandi e dolcissimi, lo squadravano con il solito disprezzo ma lui in quel momento vedeva ben altro. Da sotto la divisa traspariva il suo fisico scolpito. Si vedeva che andava in palestra. Nonostante i vestiti non proprio femminili, Sherlock riusciva a notare la curva sinuosa ed invitante del seno e, più giù, un culetto che sembrava scolpito sul marmo. Anche le gambe, snelle e lunghissime, lo facevano morire dal desiderio. Nella sua mente c’era una sola immagine: lui che le saltava addosso possedendola lì, davanti a tutti, magari sopra una scrivania.
‘NO! NO!!’ Pensò sgridando se stesso ‘Con tutte ma con la Donovan NO!! Datti un contegno, per l’amor del cielo!’
Riusciva a sgridarsi mentalmente pur mantenendo la solita espressione fredda e distaccata.
“C’è qualcosa che non va, Strambo?” gli chiese Donovan notando che continuava a osservarla “Ti stai perdendo in una delle tue solite seghe mentali?”
‘Altro che seghe mentali’ pensò alzando gli occhi al cielo ‘Avrei bisogno di ben altro, ora!’
“No Donovan. Mi stavo semplicemente domandando se fosse il caso che abbandonassi la professione di poliziotta per diventare cameriera. Saresti più brava” rispose poi gelido.
Lei rimase di sasso. Nonostante ormai dovesse esserci abituata, non riusciva mai a rimanere distaccata davanti alle provocazioni del moro. Lui, per cercare di mascherare il rossore del viso, si era girato verso la porta.
“Dobbiamo andare John” disse “La chiamerò quando avrò degli sviluppi da comunicarle, Lestrade”
 
Il caso fu risolto a tempi record. Sherlock, per evitare di perdere nuovamente la ragione davanti ad una donna, correva di qua e di là senza sosta. Aveva incaricato John di eseguire alcuni controlli mentre lui ne faceva altri. Di solito lavoravano sempre insieme, così quella strana suddivisione di compiti colpì il dottore.
“Sherlock, sei sicuri di stare bene?” gli chiese una volta tornati a casa
“Si” gli rispose il moro abbandonandosi sulla poltrona “Sto benissimo. Vado a farmi una doccia” disse rialzandosi, lasciando il coinquilino di sasso
 
‘Finalmente’ pensò dopo aver finito di vestirsi ‘Mi basta superare le prossime 24 ore e sarà tutto finito. Non penso che Lestrade abbia bisogno di me molto presto’
Tornato in salotto prese il violino e stava per cominciare a suonare quando una notizia terribile lo raggiunse.
“Che fortuna aver risolto il caso così in fretta” disse John mettendosi il cappotto
“Vai da qualche parte?” gli chiese il moro senza nemmeno girarsi
“Sherlock…” cominciò lui sospirando “Oggi è il compleanno di Molly, ricordi? Ci ha invitati al suo compleanno!”
‘Oh merda’ pensò
“Io non vengo” disse poi “Sai che detesto le feste”
“Ma Sherlock!” rispose indignato il dottore “Potresti farlo un piccolo sforzo! Almeno per il suo compleanno!”
Non rispose. Rimase a lungo a soppesare la situazione. Si guardò le mani, come se potesse bilanciarci sopra i pro e i contro di quello che stava per fare. ‘Va bene’ pensò infine ‘Non può essere così terribile, dopotutto’. Posò il violino sulla poltrona e a prese un block notes. Scrisse velocemente un appunto e lo mise in una busta
“Dalle questa” disse porgendola al biondo “Dille di aprirla subito. Con questa spero di ripagarla per la mia assenza stasera. Ah, è ovvio che solo lei può leggerla”
John lo guardò storto ma uscì senza dire nulla.
 
Era quasi l’una quando John ritornò. Sherlock lo aspettava, vestito di tutto punto e pronto per uscire.
“Non se l’è presa” disse buttando la giacca sul divano “Anzi, mi ha detto di ringraziarti. Assurdo”
“Già. Assurdo”
“Dove vai a quest’ora?”
“Ho un impegno”
“Un caso… devo venire anch’io?”
“No. Una cosa personale. Tu resta a casa a riposare”
Detto questo uscì silenziosamente.
 
Scusa se non sono venuto alla tua festa. Verrò a trovarti stanotte quando sarà finita per portarti il mio personale regalo. Sarà una sorpresa. SH
Molly si rigirava il biglietto di Sherlock tra le mani, leggendolo e rileggendolo. Non le sembrava vero. Era un sogno? Si pizzicò per l’ennesima volta la guancia ma, quando riaprì gli occhi, il biglietto era sempre davanti a lei. Riconosceva benissimo  la grafia sottile ed elegante dei Sherlock. Non era un falso fatto da John. Di questo era più che sicura.
Alle nove e trentacinque sentì suonare il campanello. Era lui. Era bellissimo. Le guance, solitamente pallide, erano piacevolmente rosse, come due petali di rosa. Lo fece accomodare.
“Sono venuto a portarti il mio regalo, Molly” disse togliendosi la giacca
“Grazie, non dovevi” rispose lei imbarazzata cercando un pacchetto, ma davanti a lei c’era solo Sherlock. Non aveva l’impressione che nascondesse un qualche oggetto.
“Non cercare” disse lui, come se le avesse letto nel pensiero “Non troverai nessun pacchetto. Prima di dirti qual è il regalo, voglio farti una premessa”
Lei lo guardava a bocca aperta, stupita.
“Non voglio che tu ti faccia idee strane su quello che sta per accadere tra di noi” le disse diventando sempre più rosso. “Spero ti faccia piacere, ma non illuderti. Non ci saranno sviluppi a lungo termine. Ti chiedo di accettarlo come un regalo per una notte. Se non sei disposta ad accettare queste condizioni dimmelo subito, me ne andrò immediatamente”
Molly non capiva quelle parole. O meglio, le capiva fin troppo bene. Certo, una notte di sesso sfrenato con Sherlock non era cosa che capitasse tutti i giorni… Si sarebbe odiata per questo? Lo guardò con attenzione. Le guance erano sempre più rosse, segno che anche lui era imbarazzato. Non poteva sapere che c’erano anche altri motivi per cui quella sera voleva donarsi completamente a lei.
Se non si fosse trovato in quello stato di perenne eccitazione, forse se la sarebbe cavata con un bacio lieve sulla guancia e un profumo, di quelli che lei adorava. Sarebbe anche andato alla festa. Ma ora no! Non aveva intenzione di sfogare la sua eccitazione su qualcuno, nemmeno su se stesso, ma quando aveva scoperto che era il compleanno di Molly… lei non gli avrebbe fatto domande. Avrebbe accettato il suo “regalo” e lo avrebbe considerato solo come l’assaggio di un dolce. Qualcosa di cui godere per un istante senza rimorsi e senza pensare al futuro. Sarebbe andata così?
Le labbra sottili di lei gli risposero, premute contro le sue. Ben presto i due erano stretti in un appassionante bacio che si fece pian piano più audace. Continuando a baciarlo, lei lo condusse sul divano. Si spogliarono lentamente e lui si distese in fianco a lei, cominciando a carezzarla dolcemente. Quel che successe poi fu selvaggio e appassionate. Mai nella sua vita Molly aveva ricevuto un regalo di compleanno più bello!

   
 
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