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Autore: neme_    12/03/2012    7 recensioni
Dieci one shot in linea con la canzone che li accompagnano. Dieci storie autoconclusive su Lavi, personaggio di D.Gray-man, e su Rukia, personaggio di Bleach. Perché anche il crossover può dare grandi soddisfazioni.
01. Grace Kelly [ ~ perché non ti piaccio? ]
02. Minuetto [ ~ lo voglio non lo voglio ]
03. Oggi sono io [ ~ non voglio più nascondermi ]
04. Knocking on the mind [ ~ allora, ho indovinato? ]
05. S.E.X. [ ~ dovunque tu sia stata, mia metà ]
06. Shy [ ~ come la definiresti? ]
07. Dear God [ ~ ho bisogno di avere fede in te ]
08. Uso [ ~ perché la nostra promessa non diventi una bugia ]
09. Cirano [ ~ per sempre tuo, per sempre Lavi ]
10. To the end [ ~ perché a parte l'amore non posso offrirti altro ]
[raccolta][crossover][het][LaviRuki][song-fic]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kuchiki Rukia
Note: Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Angolino: salve a tutti, sono Neme. Finalmente trovo il coraggio e il pretesto di postare la mia prima fan fiction crossover su EFP! L'idea mi ronzava già da un po', perché mi sono affezionata moltissimo al pairing crossover che è il LaviRuki e uno dei miei tanti sogni era di scriverci qualcosa a riguardo. A dire il vero starei lavorando anche a una long AU, ma il crossover è un genere difficile, voglio andarci cauta. Così ho approfittato di un giochetto che ho scovato da Tallu_chan e, sopo aver ottenuto il permesso di poterci giocare anch'io, ho provato a lavorarci.
No. 1: scegli un personaggio, una coppia o un fandom.
No. 2: apri la tua cartella di musica, seleziona la modalità casuale e fai partire.
No. 3: scrivi una drabble/flashfic che sia collegata alla canzone, hai tempo fino al termine della canzone.
No. 4: scrivine dieci e pubblicale.

C'è da dire che purtroppo non sono portata per le drabble. Sono troppo breve e non riesco a orientarmi. Così mi sono presa la libertà di adattare la terza regola a una semplice one shot. Per fortuna poi sono anche brevine rispetto al solito.
E quindi eccoci qui alla partenza. Che mi è capitata una canzone... Dio santo, Mika, come si fa a restare seri ascoltando te? È stata una delle cose più divertenti che abbia mai fatto, Mika ti trascina bene in certe atmosfere e ne esci addirittura illuminata. Sono anche riuscita ad adattarla bene al contesto, di un Lavi che sotto certi aspetti è molto sprovveduto e di una Rukia che... bè, è Rukia, riservata, tosta e determinata. Ma io amo questi due insieme. Peccato che appartengano a due manga diversi.

Ne ho scritto un'altra che però non si adattava molto a una one shot di “benvenuto”, quindi la posterò più avanti. Ultimamente i miei tempi di aggiornamento non sono frequentissimi, ma cercherò di fare del mio meglio e spero che interessi, nonostante il genere sia poco quotato.

Ringrazio di cuore Angy_Valentine e M e g a m i, compagne inseparabili di taaanti deliri, e che mi hanno convinta, con la loro lettura in anteprima, a postarla. E grazie a tutti quelli che leggeranno e troveranno il tempo di recensire, spero di leggere presto i vostri pareri! E ringrazio Tallu_chan per avermi dato l'idea!
P.s.: il titolo della raccolta è implicito. Raccoglierà dieci one shot, ma fosse per me ne scriverei dieci volte tanto, tanto amo questi due!


[crossover Bleach/D.Gray-man][LaviRuki][Het][POV Lavi][Introspettivo][song fic][raccolta]





Dieci volte tanto





Grace Kelly





« I could be brown, I could be blue,
I could be violet sky,
I could be hurtful, I could be purple,
I could be anything you like,
gotta be green, gotta be mean,
gotta be everything more,
why don't you like me,
why don't you like me,
why don't you walk out the door? »

[ Grace Kelly – Mika ]





Ho assunto quarantanove identità diverse in diciannove anni di vita. Quarantanove. Nel caso non fosse chiaro, ho interpretato quarantanove personalità in diciannove anni. Straordinario, no? Il carattere di base è tutto sommato semplice: l'amicone sorridente con tutti. Non importa se sei bianco, nero, alto, basso, grasso, anoressico, scemo, genio, razzista, sfigato, uomo, donna, omosessuale o etero, io ti spalancherò sempre le braccia e, gridando il tuo nome, reclamerò affetto. Poi, a seconda del luogo in cui mi trovo e della cultura con cui entro in contatto, ricamo su questi caratteri con qualche particolare, tanto per non rendere i log sempre tutti uguali. Così la gente incontra quarantanove persone con la stessa faccia, ma diverse tra loro, a uno piacciono i cani, l'altro ne è allergico, uno ama il bacon, l'altro lo disgusta, uno si imbuca sulle navi senza biglietto e l'altro soffre il mal di mare. È forse la parte più divertente dell'essere Bookman. Per infiltrarti tra perfetti sconosciuti senza destare sospetti devi avere una certa vocazione per la recitazione e, se posso permettermi, io ce l'ho. Certo, non ho un vero pubblico, nessuno mi paga e non mi esibisco in grandi teatri, ma tutti mi apprezzano comunque. Il vero attore assimila tutti i tratti comportamentali della gente e li adatta a seconda delle circostanze, così non capita mai di incontrare qualcuno che non ti sopporti -a parte Yu, ma lui è un caso a parte- perché tu esibisci il carattere perfetto che più s'intona a quella persona. E così è più facile raccogliere confidenze e registrare.

Piaccio a tutti, sono la persona più simpatica del mondo. O almeno così credevo fino a ieri. Di colpo la mia autostima ha subito seri danni, porca miseria, non mi sono mai, mai ridotto così per una donna. E dire che io le donne le faccio ridere a crepapelle -poi per qualche strano motivo mi lasciano sempre in bianco, ma son dettagli- e invece. La mia reputazione di bravo Bookman sta rischiando di farsi friggere per una donna.

Komui ci aveva avvertito che era gente particolare. Vengono da un mondo che si chiama Soul Society -ho chiesto com'è e pare che sia un po' come Edo- e fanno un mestiere particolare, gli shinigami. Praticamente se ne vanno in giro con un kimono tutto nero, ci sono anche quelli che portano un soprabito bianco ma quella è gente che conta e non si scomoda per sciocchezze, e si occupano di far trapassare le anime serenamente, oppure danno la caccia a spiriti maligni che loro chiamano hollow e li purificano oppure, se sono cattivissimi, li uccidono. È un lavoro simile a quello degli esorcisti, solo che noi distruggiamo akuma, che sono macchine da guerra particolari che assumono sembianze umane e hanno un processo di evoluzione diverso. Ma la sostanza è quella, combattiamo per un qualcosa di superiore, loro per l'equilibrio del mondo e noi per evitare una nuova apocalisse “nel nome del Signore” (amen). Pare che il Conte del Millennio mini l'equilibrio che questi personaggi tengono a preservare, così si sono uniti a noi in questa guerra. Il mio istinto da Bookman però sente che ci sia qualcos'altro sotto -eh, sì, un bravo Bookman dev'essere un po' attore e un po' investigatore- ma non conta più di tanto, io devo registrare e basta -un bravo Bookman è un po' attore, un po' investigatore e un po' tanto menefreghista-

Questi shinigami sembrano proprio esseri umani normali, sono divisi in tredici squadre guidate da un capitano e dal proprio luogotenente. Per farli ambientare per il momento li mettono in coppia con uno di noi e li mandano in missione come normali esorcisti. A me è capitata una che sembra una bambina, che colpo al cuore sapere che ha vissuto almeno dieci volte più di me -però non mi dispiacciono affatto le donne più grandi, hanno quella maturità che ti attira come una calamita- cioè, è pazzesco, è così piccola che dimostra sì e no quattordici anni, ed è carina, un sacco carina, niente a che vedere con quella sbarba di Eliade, neanche con Chomesuke, bè, lei era carina ma era un akuma e poi è morta troppo presto perché potessi instaurare chissà quale rapporto. A mio parere nessuno supera la bellezza di Anita, ma questa qui non è male, per niente, come portamento un po' me la ricorda.

A dire il vero dalla Soul Society sono venute un sacco di ragazze che superano la bellezza canonica di qualsiasi cultura conosciuta. Questa che è capitata a me si chiama Rukia e occupa un posto di rilievo dalle sue parti. Oltre ad essere luogotenente della tredicesima compagnia fa parte di una famiglia che è il top del top, per fare un paragone veloce, così a colpo d'occhio, sembrano i De' Medici, tutti li conoscono, ma come, non conosci i Kuchiki, che mondo alla deriva, ma vergognati, porta rispetto perché questi sono un modello per tutti. Komui mi aveva avvertito anche di questo particolare. Questa Rukia va trattata con i guanti. Okay, mi sono detto, sarò l'essere più accomodante che si sia mai incontrato, tanto che ci vuole, è pur sempre una donna, un complimento qua e là, una battuta, le dai una mano nei combattimenti ed è subito amica tua.

E qui cascò l'asino.

Rukia è davvero molto carina. Sembra una bambola di porcellana, per tante ragioni. È piccola di statura, è composta, ma soprattutto ha degli occhi che persino io, Bookman Junior, che il linguaggio degli sguardi dovrei conoscerlo meglio di chiunque altro, non riesco a definire. Hanno una strana tonalità di blu, sono grandi, profondi, senza un'espressione definita. Proprio come una bambola di porcellana, stanno lì a fissarti e ti mettono una soggezione assurda senza fare assolutamente niente. Non ho mai visto occhi del genere, credo che nessuno li abbia mai visti -tanto per intendere, guardano strano persino me che ho l'occhio di un verde chiaro, che è una cosa che non si vede spesso, soprattutto in Oriente- e poi quel colore le dona molto. Oltretutto, quando sono in missione con lei non ho il vecchio panda intorno, si può dire che sia stato fortunato oltre ogni aspettativa. Allora mi sono detto, devi conoscerla, devi registrare, è pure di bella presenza, se non ti butti adesso sei proprio un idiota.

Ho dato fondo a tutte le mie quarantanove personalità, ho sfoderato ogni sorta di battuta, ho tentato di allacciare ogni tipo di discorso. Ma Rukia, ecco, a malapena mi considera.

Intendiamoci, in battaglia facciamo furore. Lei sa come muoversi, ha una certa esperienza e io riesco a capire a grandi linee le sue strategie e ad assecondarla. Nei combattimenti riusciamo ad intenderci quasi alla perfezione. E allora perché durante il resto della giornata non mi chiede come sto, se ho dormito bene, di raccontarle qualcosa? Anzi, le nostre conversazioni si impostano perlopiù su domande che io le faccio e sulle risposte che ricevo. Per dirla tutta, sembra proprio non tollerare la mia presenza, forse pensa che sia una sciagura l'avermi come partner in missione. Eh, ti è andata male, cara la mia shinigami, ma visto che ci sei, tenta almeno un po' di stringere amicizia. E invece no. Per un Bookman non c'è niente di più frustrante, se questa non si confida io le registrazioni le vedo col binocolo.

Io però non sono il tipo che si arrende al primo no, sia mai. Ho solo sbagliato approccio, che vuoi che sia, ho quarantanove personalità a mia disposizione, e ormai è una questione di principio, perché lei mi incuriosisce davvero, ci voglio parlare, voglio sapere cosa le piace fare, ma voglio saperlo davvero, e voglio vederla sorridere per merito mio, anche solo per una volta, così il mio orgoglio maschile non si sotterrerà per la vergogna.

Insomma, Rukia, perché non ti piaccio? Ho usato quarantanove personalità diverse, posso essere di tutto. Vuoi il classico fascino del bastardo? Ce l'ho. Vuoi il romanticone che ti fa le serenate sotto il balcone? Ho anche quello. Vuoi l'intellettuale riservato? Lo faccio subito, quando vuoi. Ci sarà qualcosa che ti piacerà, qualcosa che io possa fare, mi hanno addestrato a fare di tutto, dammi un'occasione, dannazione. Forse non lo capisci perché sei una donna, ma per un uomo questa cosa è umiliante, mi strazia, mi fa sentire uno schifo, non si tratta solo di lavoro di Bookman, ma di me, che ci campo coi sorrisi delle donne. Dove sbaglio, perché non ti piaccio?

La rivelazione mi arriva come, se non peggio, di un pugno in pieno stomaco. Sono seduto vicino a Rukia, mentre aspettiamo un treno per tornare all'Ordine Oscuro dopo la missione. Siamo un po' stanchi, però provo, come al solito, ad allacciare un rapporto con lei. Sbuffa di fronte ai miei sforzi, è peggio di uno schiaffo. Poi mi guarda, con quegli occhi blu che ricordano una bambola di porcellana -è carina, davvero carina- solo che stavolta è un po' severa -ma è carina, davvero carina- e parla, inizia a parlare lei, di sua spontanea volontà, le labbra si muovono appena e dal tono che ha sembra rimproverarmi -ma è carina, davvero carina-

« È inutile che ci provi. » per un attimo non afferro davvero. Poi metto subito le mani avanti, cioè, aspetta, che hai capito?

« No, no, guarda che non sono un maniaco! »

« Non fare il finto tonto, hai capito benissimo. »

« Ti giuro, non capisco davvero. »

« Non voglio che ti sforzi di compiacermi. Questi atteggiamenti non fanno altro che farmi sentire una sciocca. Parlerò con te quando ti sarai deciso a mostrare te stesso. »

Allarme rosso, allarme rosso! Questa qui sta mandando a monte la mia reputazione di Bookman! Al di là del fatto che mi danno fastidio le sue considerazioni poiché indicano un totale menefreghismo di fronte ai miei sforzi, ma cos'è questa storia che dovrei essere me stesso? Ma con chi crede di parlare?

« Me stesso? »

« Esatto. Io non sono una stupida. Mi accorgo benissimo quando una persona finge di essere qualcun altro. Quanto tempo è che facciamo missioni insieme, due, tre settimane? »

« Ventisei giorni. » forse la mia memoria di Bookman è un tantino fuori luogo in un momento simile.

« Ecco, sono già passati ventisei giorni e io non ho ancora idea di chi tu sia. »

Questa ragazza mi dà continuamente schiaffi morali. La cosa che mi fa rabbia, più di tutte, anche più delle sue considerazioni ciniche, è il mio non riuscire a rispondere, capire che ha centrato il punto, addirittura arrivare a chiedermi chi sono. Sono stato Deak, sono stato un sacco di uomini, ora sono Lavi, ma dopo Lavi cosa c'è? No, aspetta, la domanda dovrebbe essere un'altra. Io so benissimo cosa c'è oltre Lavi, io lo so chi sono, non mi dimentico, so di esistere, ho anche io le mie passioni, mi piace un sacco indossare le sciarpe, ma è sempre stato così, non è perché lo volesse Lavi o Deak o chicchessia, e il wasabi, mai sopportato e non mi è mai saltato in mente di interpretare qualcuno che lo adorasse. Io ci sono, lo so che ci sono, cerco di fare il mio lavoro, cerco di essere adatto, anche a te, Rukia, che almeno ti sei accorta che sotto questo Lavi c'è qualcos'altro, ma avresti potuto anche dirmelo prima invece di farmi fare figuracce su figuracce ignorandomi candidamente.

Tant'è. Per un bel po' di tempo me ne sto zitto, stupito, guardo fisso per terra e lei guarda me, lo so come mi sta guardando e mi vergogno di alzare la testa davanti a lei, che ha davvero quella maturità che mi attira come una calamita -è carina, davvero carina- ma qualcosa la devo pur dire, non voglio perdere, e non sono le quarantanove persone che ho interpretato, sono io che non voglio perdere. Ma che devo fare? Essere sincero? Dio santo, come si fa, da che parte comincio?

Facciamo a piccoli passi. Punto primo: respiro profondo, però non troppo perché se lei se ne accorge capisce che mi ha innervosito e significherebbe vittoria per lei, okay, fatto.

Punto secondo: guardarla dritto negli occhi, ma deciso, coi miei occhi -ops, occhio- e non con quelli di Jack, Lucas, Brandon o chiunque altro sia stato, bene, fatto anche questo.

Punto terzo: dire qualunque cosa passi per la tua testa -in questo momento sto pensando a un mucchio di cose insensate ma tanto vale provare- e stupirla, una volta per tutte.

« Forse per voi shinigami è diverso, ma noi esseri umani, a volte, ci mettiamo una vita a capire chi siamo. »

Non so come mi sia venuta, ma mi sento Dio. Vorrei una folla intorno a me che mi acclami per questa uscita a dir poco filosofica-geniale. Ci sei rimasta di sasso, vero, Rukia? Sarai anche carina e tutto quello che vuoi, ma prima che tu conosca il vero Lavi ce ne vuole. Non è per sfiducia, credimi, ma... sì, okay, un po' di sfiducia c'è. Che ne so che prima o poi voi shinigami non tradite l'Ordine e tanti saluti? Quindi capisci che devo muovermi cautamente.

Il silenzio che si crea mi dà una soddisfazione grandissima. Lei non cambia espressione più di tanto, ma una risposta così non se l'aspettava proprio. Ah, se mi vedesse il vecchio panda.

Poi ecco che si riprende e ritrova le parole. « Dunque tu non sai come sei? »

« Diciamo che descrivermi è difficile. »

« Guarda che anche per noi è così. Siamo stati umani e le vecchie abitudini non si dimenticano. Io penso di essere un certo tipo di persona, ma poi conosco gente che mi ritiene tutt'altro tipo. »

« Esatto. »

« Però tu non mostri mai te stesso, la gente non ti può giudicare. »

« Forse non mi piace essere giudicato. » comincia a innervosirmi, devo ammetterlo -ma è carina, davvero carina- « E poi, parli come se avessi capito chi sono veramente. »

Si gira dall'altra parte un po' snervata. Ti ha detto male, cara la mia shinigami. D'accordo essere gentile e accomodante, ma fesso no. Ne va della mia professione e del mio orgoglio.

« Io voglio potermi fidare del mio partner. » mi dice semplicemente. E stavolta sono io a rimanere di stucco.

Merda, non mi era mai capitato di sentirmi così. Sono confuso, incredulo, non so bene come prenderla. Che vuol dire? Vuoi scoprirmi, Rukia, vuoi vedere se il vero io ti piace? Anch'io voglio che ti fidi di me, ma è una situazione difficile, e anch'io voglio fidarmi di te, ma arrivare a pretese del genere... insomma, mettiti nei miei panni.

In parte però sono anche lusingato. Perché tu, Rukia, ti sei accorta subito che sotto questo Lavi c'è altro e il fatto che tu voglia scoprirlo mi fa sentire un privilegiato. Tu, nobile, scostante, un po' cinica, schietta, accidenti, ma quando te ne sei accorta? Dov'era la falla nelle mie personalità?

Cavolo, che frase ambigua che mi ha detto. Vuole potersi fidare. Di me. Dovrei esserne felice, ma mi mette in seria difficoltà. Come faccio? Non sono preparato a una cosa del genere, dannazione, sto facendo la figura dello scemo colossale, e lei continua a guardarmi -è carina, davvero carina- e io sto ancora zitto, rendendomi conto di aver perso, su tutta la linea. Non mi resta molto da fare.

« Converrai con me col fatto che ci vuole tempo per queste cose, Rukia. »

« Me ne rendo conto. »

« Potresti pentirtene. »

« Preferisco parlare con te piuttosto che con dieci, cento, mille persone diverse. »

« Volevo solo essere gentile con te. Non darti fastidio. È la mia missione non dar fastidio agli altri, non è un'esagerazione. »

« Ora non mi stai dando fastidio. »

« … con chi stai parlando, ora? »

« Con Lavi. Cioè. Con un Lavi che non si sforza di essere un altro. È pur sempre un inizio. »

Mi sorride. Mi sorride davvero. È carina, davvero carina. Dio, se lo è. E anch'io sorrido, mi sento come se mi avessero tolto un peso enorme. Il vecchio non lo saprà mai, non lo deve sapere se no sono fritto. Ma a una così carina come faccio a negarle qualcosa che rientra nei suoi diritti? È uno shinigami, niente di più diverso da me, eppure mi ha capito subito, e nonostante tutto una possibilità me l'ha data. Sì, ci posso provare, voglio farle vedere una cinquantesima personalità che non ho mai svelato a nessuno perché è troppo, troppo preziosa. Ma sicuramente lei i segreti li sa mantenere. Sì, me la sento. Voglio provarci.

Questa ragazza mi farà impazzire.

   
 
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