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Autore: Legar    13/03/2012    5 recensioni
«Dove sei stato?» la voce di Sherlock accolse John quando egli mise piede nell’appartamento al 221b di Baker Street. [...]
«Perché eri con Molly?»
John si vide costretto a svelarlo.
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The ultimate birthday present

«The greatest gift is a portion of thyself.»
Ralph Waldo Emerson


«Dove sei stato?» la voce di Sherlock accolse John quando egli mise piede nell’appartamento al 221b di Baker Street. Il detective era occupato a osservare qualcosa al microscopio, concentrato in chissà quale dei suoi numerosi esperimenti, tuttavia aveva notato l’arrivo del suo coinquilino non appena questi, entrato, aveva gridato un saluto a Mrs Hudson, rompendo il sacro silenzio di cui egli si circondava quando metteva alla prova le sue facoltà cerebrali.

«A comprare il latte, come ti avevo detto. Tu non lo fai mai.» gli rispose John. In effetti il detective preferiva occupare il frigorifero con altri prodotti deperibili, quali i raccapriccianti oggetti dei suoi esperimenti.

Sherlock spostò lo sguardo vispo dal tavolo su cui stava lavorando sul dottore. «Non provarci nemmeno. Sei un normalissimo essere umano; non cercare di ingannarmi, non ci riusciresti.»

John si limitò ad alzare gli occhi al cielo, abituato alle considerazioni del detective sul quoziente intellettivo medio del genere umano. «Sherlock…» lo rimproverò infatti senza troppa convinzione.

«Sei stato fuori per quattordici minuti. Compri il latte in un supermercato che è distante, a piedi, un minuto da casa, vai sempre lì –l’ho vista la cassiera, sai?-; il tempo totale del percorso è dunque di due minuti. Altri cinque minuti, al massimo, per prendere un cartone di latte dal banco del supermercato, portarlo alla cassa, pagare e flirtare con la cassiera, che non può darti troppe speranze per non perdere il lavoro, essendo sposata e con bambini da sfamare – notato il segno della fede sfilata dall’anulare e i giocattoli dei figli che porta sul luogo di lavoro e nasconde nelle tasche della divisa? Come vedi, i conti non tornano, anche considerando eventuali contrattempi.»

«Potrei aver incontrato qualcuno ed essermi fermato per una chiacchierata...» tentò di dire John, ma venne prontamente interrotto da Sherlock, che non aveva terminato di presentare le sue considerazioni.

«Hai i lacci di una scarpa allentati, il che significa che avevi fretta, non avevi il tempo di fermarti per stringerli – l’avresti fatto solo se entrambe le scarpe fossero state nella stessa condizione, per non rischiare di cadere. Dunque quattordici minuti, eri di fretta… A quest’ora una giovane dottoressa di nostra conoscenza ha finito il turno, ma diciassette minuti fa ha ricevuto una chiamata in cui tu le chiedevi di incontrarvi in ospedale – t’ho visto parlare con qualcuno al cellulare prima che uscissi di casa: i tempi per raggiungerlo sono rispettati e la fretta deriva dal fatto che lei doveva tornare subito a casa, per la cena con i genitori di cui ci aveva parlato qualche giorno fa.» Durante tutto il lungo discorso Sherlock non si era mai interrotto, come era solito fare quando seguiva ed esponeva il veloce corso dei suoi ragionamenti, sempre un passo avanti a quelli dei comuni mortali. «Mi sbaglio?»

Ormai John non rimaneva più a bocca aperta quando il compagno dava sfoggio delle sue mirabili capacità intellettive, ma stavolta non riuscì a trattenere un mormorio di fastidio. Aveva davvero sperato di tenere la cosa nascosta a Sherlock, di sorprenderlo per una volta, ma questi aveva capito tutto prima ancora che il dottore stesso finisse di organizzarla. «Non hai bisogno di una conferma, vero?»

«No, ma lo sai che mi galvanizza che sia riconosciuta l’indiscutibile validità delle mie deduzioni.»

Alzò gli occhi al cielo, ancora, John, incapace di proferir verbo dinanzi all’egocentrismo che Sherlock non si premurava mai di contenere e che lo lasciava sempre senza parole. Potevano tanti pregi e difetti coesistere in un’unica persona, senza che nessuno prevalesse, rendendola anzi assolutamente perfetta, per lui?

«Perché eri con Molly?»

John si vide costretto a svelarlo. «Lei ti conosce da tanto tempo, più di me. Volevo chiederle un consiglio per farti un regalo per il tuo compleanno.» Il dottore si morse impercettibilmente un labbro, istintivo segno dell’imbarazzo che quella confessione forzata gli causava.

«Oh. Non dovevi.» Il giovane detective parve momentaneamente senza parole, di fronte all’attenzione che John aveva riservato per quella ricorrenza considerata ordinariamente così importante. «E, dimmi, ti ha suggerito qualcosa in particolare?»

Tu sei il più bel regalo che Sherlock ha ricevuto nella sua intera vita. Lui non ha bisogno di altro se non di te.

«Oh, sì.» disse semplicemente John prima di avvicinarsi al suo coinquilino e baciarlo dolcemente.

 


 

Note: Il titolo della storia è ispirato a The Ultimate Christmas Present, Disney Channel Original Movie del 2000.
Non so quanto il St Bartholomew's Hospital, dove Molly lavora nella serie, sia distante da Baker Street, ma per esigenze di trama non ho supposto un'eccessiva lontananza.

   
 
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