Capitolo 1 – Summer has gone and past
L'estate
è venuta ed è passata.
Rigira il biglietto fra le
mani, senza il coraggio di farlo a pezzi.
È un mese che non la vede,
un mese che la sogna la notte in tutti i modi possibili.
Ma alla fine scompare
sempre; diventa invisibile, diventa nuvola, diventa aria.
Si sveglia e tutto fa ancora
più schifo del giorno prima.
Avremo una vera luna di miele.
Deve mordersi la lingua per
non mandare al diavolo il mondo. Se pensa a lei e a quello che ha detto, è
peggio di qualunque altro incubo.
Anzi, un incubo peggiore
c’è.
Sulla spiaggia scorre il
vento e la sabbia gli si appiccica sulla pelle vicino all’orecchio. Se ne vuole
andare per sempre, ma resta. Resta perché sa che quando lei cambierà idea e
tornerà, lui sarà lì ad aspettarla.
Forse chi dovrebbe pensare
al cuore e al cervello è proprio lui, perché sono proprio quelli che gli hanno
fatto fare cazzate che poco tempo fa non avrebbe mai immaginato.
Sono entrambi difettosi, probabilmente.
Il mare comincia ad
agitarsi; gli ricorda di lei quando sbuffa, quando vuole essere lasciata sola e
lui le mette le mani intorno alla vita e… lei ride e quasi non se ne accorge.
Non ha speranze.
Il foglio di carta è ancora
lì, stropicciato ma intatto, con una delle cose più disperate che lui abbia mai
scritto, manco fosse l’analisi di quei libri smielati dell’ottocento. E non sa
nemmeno a che indirizzo inviarlo, è questo il punto. Ma si può essere più
deficienti?
Forse aspettare è l’unica
cosa che può fare. Magari quando tornerà sarà anche un po’abbronzata, o
bruciacchiata, potrà curarle le ferite, perché se torna vuol dire che si è
ammalata di qualcosa che non può curare da sola.
Si sente una femminuccia e
gli viene da piangere. Ma non lo farà, quello è da lei. Devono compensarsi
tutte le mancanze.
Dove sei, Bells?
È tardi e Billy lo sgriderà
di nuovo perché non è andato a fare il demente insieme a Embry e tutti gli
altri.
Sta diventando il Grande
Lupo Solitario.
Ecco che ricompare il
sorriso ebete.
Dove sei, Bells?
Trattiene un verso che gli
parte dalla gola ma che viene direttamente da quel traditore che gli sta in
mezzo al petto, lei glielo strappa e lui glielo lascia fare. Gliel’ha sempre
lasciato fare. Anche se non c’è, anche se lei sta buttando la sua vita a farsi
toccare dalle mani del succhiasangue… lei continua sempre a strappargli il
cuore.
Continua a battere nelle tue mani.
«Jake!»
Si volta e riemerge dal
sogno. Gli incubi sono i suoi rifugi solo perché c’è anche lei.
«Jacob… senti…» Seth corre
verso di lui, affannato, come se lui fosse chissà quale persona importante.
«Che vuoi?»
Lo guarda di traverso. Tanto
lì mezzo non lo capisce nessuno, tanto vale farsi odiare per primo.
«Dicono che non mi romperai
la mascella, se te lo dico io.»
Si sente bruciare le
budella, la testa gli scoppia e spera che lo faccia, così muore prima di morire
e restare vivo lo stesso.
«Spara.»
Spara, tanto ho un giubbotto antiproiettile che mi protegge la corazza. Spara, tanto sono morto così tante volte che ormai non conta più. Spara, tanto è sempre la stessa storia, affondarci il coltello a vicenda, il proiettile, metterci il veleno nel bicchiere… Sparami, Bells.
Sei sempre stata brava a colpire il centro.
«Davvero non mi romperai la
mascella?»
Gli sfugge un ghigno, si
sente così male che forse potrebbe vomitare, «Tanto guarisci presto.»
Seth prende un respiro
profondo e fa un passo indietro, il cielo notturno sulle loro teste quasi a
rinchiuderli in una stanza buia e senza finestre, il terrore dei claustrofobici.
«Bella non è più in luna di
miele…»
Jacob lo fissa.
Dentro infuria la tempesta.
«Lei… è rimasta incinta.»
Qualcosa si rompe, dentro di
lui. È la voglia di ricominciare tutto daccapo, la voglia di essere sempre se
stesso.
Si costruisce l’immagine
della sanguisuga che le ferma le gambe attorno al bacino e spinge, la bacia con
quella bocca avvelenata e lei geme.
Sputa per terra. Vuole
sprofondare.
«La gravidanza è… stata
difficile… ecco, era il figlio di un vampiro... Carlisle l’ha portata a Denali
perché era pericoloso.»
«Pericoloso un cazzo!»
Si porta le mani sulla testa
e cerca di controllare il respiro. Sta per scoppiare, sta per andarsene, sta
per perdersi.
«E poi… ha partorito.»
Jacob trattiene le
convulsioni, sente che i vestiti si strapperanno presto, sente la temperatura
aumentare, il fuoco consumare il sangue, la rabbia che gli scrive sul cuore
quanto ha sbagliato a lasciarla partire.
Bella, avevi il pancione… solo in un mese… Cosa ti ha fatto? Cosa ti ha fatto! Non ti sei lasciata uccidere, vero? Bells, merda, la tua vita è la mia, la mia vita è la tua… se volevi morire dovevi dirmelo.
Sarei venuto con te.
«Sta… sta bene?» Gli afferra
le spalle, frenetico. Vuole sentire quel sì e allora si ucciderà da solo.
Oppure no, la andrà a vedere, esplorerà l’Alaska e percepirà il suo odore di
arancia e cioccolato. Lei gli dirà che va tutto bene, che lui è un idiota. E si
sentirà felice, anche se non ha niente.
Jacob non ha più niente.
Bella sei viva, Bella respiri, Bella piangi, Bella dormi, Bella urli, Bella sanguini. Bella, sei tu. Bella… non te ne sei andata senza dirmi di nuovo addio, vero?
«Non ce l’ha fatta.»
E affonda il coltello,
zampilla il sangue, lo sente fluire, vede il colore rosso sulla faccia di Seth,
sulla spiaggia, nel mare. Il sangue di Bella.
«Non è vero niente! Perché
me lo dici ora, da quanto lo sapevi?! »
Sta davvero per sferragli un
pugno, perdere il controllo, voltare pagina e riempirla di inchiostro nero
senza scrivere parole. La sta per riempire di buio.
«M-me l’ha detto oggi Sam… è
per questo che è da un po’ che non ci accompagna coi turni, altrimenti avremmo
sentito i suoi pensieri…»
Lo lascia andare, lascia
andare tutto. Lascia andare se stesso, lascia andare il momento esatto in cui
ha messo piede su quella spiaggia, lascia andare il momento in cui ha scritto
il biglietto che si è messo in tasca, lascia andare tutto quello che è successo
in quel mese, da quando lei se n’è andata.
Se la ricorda ancora, vero?
Però l’immagine è sbiadita,
perché? Aveva le trecce, sì, erano attorcigliate sulla testa, le guance le si
sono colorate appena l’ha visto e… si è messa a correre, anche se aveva delle
incredibili scarpe con il tacco. Quanto era bella, e lui si sentiva l’uomo più
fortunato del mondo anche solo per il fatto di essere riuscito ad abbracciarla,
a dirle addio un'altra volta. A fingere di aver accettato tutto.
«Jake… Jake, che fai?»
Sta correndo. Corre, si affanna, respira,
cerca di respirare, perché ha perso anche quello, ha perso il respiro. Si
sentiva strano, in quei giorni, e ora sa perché. Perché quando Bella ha smesso
di vivere, ha smesso di farlo anche lui, forse ancora prima del tempo.
E corre, sente il vento
sulla faccia che gli disegna linee tonde sul viso, come se fossero mani. Le
vene gli scoppiano, la testa affonda nel buio e il cuore si gonfia di dolore.
Lei non c’è più.
Il biglietto gli scivola
dalla tasca, le parole volano. Lui se ne sta andando.
“Come stai, Bells? Qui è
nuvoloso, tempo di merda, più di tutti gli altri giorni. Da quando sei partita
è sempre così, te lo immagini, no?
E
da te, invece, c’è il sole?”
«Jacob!»
Corre, continua a correre e
sente le lacrime acide che gli attraversano gli occhi. Sente la puzza del
rimpianto in tutto quello che ha vissuto. La rivuole indietro, fra le braccia
di un altro ma indietro.
Indietro.
“Dai, non fare cazzate, lo
sappiamo tutti come sono queste cose. Scala le montagne e non cadere, fai
trekking e non inciampare, fatti un bagno nel mare e sta’ attenta, se sei in
qualche località figa, tipo quelle esotiche, potrebbe pungerti uno di quei
pesci bastardi.
Sì,
è così e non ridere.
Lo
so che stai ridendo, Bells.
Ah,
sì, lo sento, adesso c’è il sole.”
Il lupo ringhia e apre gli
occhi. Sembra di essere in una bolla, qualcuno fuori non deve far altro che
toccarla e tutto scomparirà. Lo sa, è in una barzelletta, di quelle che fanno
solo venir fuori un sorriso amaro. Nella vita vera le persone continuano a
vivere, nella sua no, nella sua si è sempre sul punto di farlo e poi non si
incomincia mai.
“Per favore, ritorna. Prima… prima di diventare una di loro,
ritorna. Lo sai che quello non era un addio, io non so nemmeno come si fa a
dire un “ciao” in modo decente, figuriamoci un addio. Se vuoi posso imparare a
memoria una di quelle frasi dei libri che piacciono a te. Ti farò ridere ma
sarà bello. Ti rivedrò respirare, diventare rossa, finire il fiato per le
risate.
Sto
costruendo tutti i ricordi, quelli nuovi e quelli vecchi. E il punto è che mi
manchi da impazzire e mi potrei ricordare ogni cosa, ma se non ti rivedo mi
sembra tutto un sogno.
Non
dirmi che sogno, lo stai facendo anche tu.
Io
sono qui.”
Sente il suo nome, viene
urlato, viene sussurrato. Sta lasciando tutto e non tornerà indietro, non
riusciranno a fermarlo. Quando si tratta di lei, lui è forte. Quando si tratta
di lei tutto il resto è solo uno di quei disegni che i bambini fanno sulla
sabbia e Bella è l’onda che li cancella. Non esiste nient’altro.
E lui scappa, scapperà.
Perché non sopporterà di guardare l’orizzonte e non vederla tornare. Morirebbe
lo stesso, ma marcirebbe ancor prima di chiudere gli occhi per sempre.
“Ti voglio qui, ti sto
aspettando, non posso fare altro, ti prego, è uno strazio, portami un regalo e
io lo appenderò in camera, mi prenderai in giro e per ogni graffio che ti sei
fatta ti tolgo due anni. Alla fine vinco sempre io, Bella.
Ma
torna.
Torna
da me.”
Il lupo piange, e il manto
rosso assorbe tutte le lacrime. Vengono fuori e ritornano, vengono fuori e
ritornano.
Dove sei, Bells?
Lei non c’è più.
Jacob scappa, non tornerà.
Non tornerà.
*
*
*
*
Ciao a tutti e grazie per aver letto.
Oh, è arrivato il momento di pubblicare questa storia :)
Si è classificata seconda con il premio "Miglior Bella" al contest "Jacob e Bella per sempre" indetto da Jakefan, che ringrazio tanto <3 L'ho buttata giù in una settimana di dicembre e in due di gennaio, senza il contest non credo che sarebbe arrivata tanto presto o, meglio, penso che mi sarebbe venuta una shot al massimo :) Per il contest era facoltativo l'uso di un ispiratore, ho usato "Wake me up when september ends" dei Green day. Un pensiero speciale a Ilaria, che ha letto questo capitolo quando era ancora in ospedale e mi ha detto che l'ha fatta stare meglio <3 Non è una storia felice, non è perfetta, lo so, però è davvero tanto per me. Spero che mi seguirete, così almeno vedrete dove voglio portarvi :)
Grazie <3
Ania.