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Autore: telesette    14/03/2012    4 recensioni
Ora Heidi riusciva a comprendere il motivo di tutta quella stanchezza. Il povero Peter non aveva fatto altro che correre tutta la mattina come un dannato, per questo era sfinito, e tutto perché non voleva causarle alcun dispiacere. La gente del paese non aveva una grande opinione di lui, dal momento che tutti lo consideravano uno scansafatiche buono a nulla, ma in realtà era un ragazzo incredibilmente sensibile e generoso...
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Povero Peter!

Non poteva fare tardi, glielo aveva promesso!
Per quanto odiasse la scuola, Peter non poteva venire meno alla promessa che le aveva fatto. Come si poteva dire di "no" a quel suo dolce visino sorridente? Heidi era una bambina così sensibile e fiduciosa che, con tutta probabilità, non gli avrebbe mai più rivolto la parola se non si fosse fatto vedere a scuola quel giorno.
Pensare che era proprio l'ultimo posto dove voleva andare... e l'unico dove voleva disperatamente essere adesso, per non procurare un dispiacere alla piccola Heidi e perdere la sua amicizia. Purtroppo, per una incredibile serie di coincidenze, tutto sembrava complottare contro di lui per impedirgli di raggiungere la scuola.
A cominciare dalla signora del paese, che lo aveva fermato per chiedergli di portare a suo marito la borsa che aveva distrattamente lasciato a casa.

- Ma io, veramente - provò a dire Peter. - Non posso, la scuola...
- Bah, non cercare scuse - ribatté la donna bruscamente. - Come se non lo sapesse nessuno che tu non ci vai mai a scuola, piuttosto cerca di sbrigarti, a mio marito la borsa serve!

E come poteva ribattere Peter?
Poteva forse spiegarle che, a prescindere dalla sua antipatia per la scuola, quel giorno aveva inteso di andarci per mantenere una promessa fatta ad un'amica?
Ovviamente no!
Seppure malvolentieri ( marinare la scuola non gli era mai pesato così tanto! ), si ritrovò costretto a percorrere tutta la strada di corsa fino alla stazione del villaggio, dove il marito della signora attendeva con ansia la sua borsa per andare al lavoro.
Frattanto l'orologio aveva già suonato le nove, ormai le lezioni erano cominciate da un pezzo, e lui invece era costretto a correre nel disperato tentativo di recuperare il tempo perduto con la velocità delle sue gambe. Anche dopo aver consegnato la borsa al legittimo proprietario però, ebbe come la sensazione che ci fosse un complotto per impedirgli di mantenere la sua promessa.

- Aspetta Peter, dove vai così di corsa? - domandò l'uomo, vedendolo insolitamente agitato.
- Devo... Devo scappare - rispose Peter, ansimando. - Devo andare a scuola, non posso...
- Ah, ma che razza di sciocchezze vai dicendo - osservò l'altro ironicamente. - La scuola a quest'ora, figuriamoci... Vieni a bere qualcosa, piuttosto!
- Ma io... Io, veramente...

Niente da fare, ogni protesta era inutile!
Costretto davanti al bancone di un locale, mentre l'orologio alla parete scandiva lo scorrere del tempo come un'accetta a ritmo: tic-tac... tic-tac... Ogni volta che lo sguardo correva sull'ora, la mente di Peter volava immancabilmente alla faccia severa di Heidi e alla sua probabile reazione.

- Sei un bugiardo, avevi promesso che saresti venuto!

Già, gli sembrava quasi di sentirla.
Al diavolo, non poteva trattenersi oltre, erano già passate le dieci. Improvvisamente Peter si sentì addosso un tale senso di colpa, senza neanche comprenderne il motivo, e non poté più trattenersi. In men che non si dica balzò in piedi, afferrò la cartella e corse fuori dalla porta del locale come se avesse il diavolo alle calcagna.

- Ehi, Peter - esclamò l'uomo, sorpreso del suo scatto. - Ma che cosa ti prende?
- Non ho tempo, gliel'ho detto - rispose il ragazzo, dopo essersi già allontanato di qualche metro.

Ebbe così inizio una folle corsa disperata, una corsa contro il tempo e contro tutti gli ostacoli che si erano messi di mezzo per fargli fare tardi, ciononostante Peter rifece tutta la strada a piedi, col cuore in gola e il fiato corto. Anche per uno come lui, abituato a correre sui prati perpendicolari delle montagne, non era certo facile macinare chilometri di rettilineo. Oltretutto con l'ansia di quello che lo attendeva, una volta arrivato. Sarebbe riuscito a spiegare tutto ad Heidi? L'amica lo avrebbe perdonato oppure no? Mentre si poneva queste domande, sembrava sul punto di crollare per terra da un momento all'altro. Le gambe lo sorreggevano a malapena, tuttavia si affidò alle sue ultime energie per attraversare la piazza principale del paese e giungere così in vista della scuola.
Come previsto, ogni suo sforzo si rivelò purtroppo inutile.
Quando il poverino giunse barcollando, davanti alla soglia della scuola, i ragazzi stavano già uscendo per tornare a casa. L'orario di lezione era finito, non ce l'aveva fatta ad essere puntuale... E Heidi era lì, davanti a lui, rossa in volto dalla rabbia come mai prima d'ora. Sulle prime la bambina fece per sgridarlo ma, prima che potesse dirgli qualunque cosa, Peter crollò sfinito davanti a lei e solo un istante dopo Heidi capì che qualcosa non andava.

- Peter - esclamò preoccupata. - Peter, stai bene?

Per una curiosa coincidenza, in quel preciso momento passò di lì la signora che aveva chiesto a Peter di consegnare la borsa e, preoccupata che questi avesse invece fatto il lavativo come al solito, gli domandò se aveva fatto quanto richiesto.

- Allora, Peter, hai consegnato la borsa a mio marito?
- La borsa - ripeté Heidi perplessa. - Quale borsa?
- Mio marito aveva scordato la sua borsa a casa, stamattina - spiegò la donna. - Così ho chiesto a Peter di correre a portargliela; è sempre così con questo ragazzo, non sai mai se farà quello che gli si chiede...

In quella Peter riuscì appena a mormorare qualcosa, tenendo gli occhi socchiusi.

- Heidi - sussurrò. - Mi... dispiace, credimi...
- Peter - fece la bambina, sgranando gli occhi.

Ora Heidi riusciva a comprendere il motivo di tutta quella stanchezza. Il povero Peter non aveva fatto altro che correre tutta la mattina come un dannato, per questo era sfinito, e tutto perché non voleva causarle alcun dispiacere. La gente del paese non aveva una grande opinione di lui, dal momento che tutti lo consideravano uno scansafatiche buono a nulla, ma in realtà era un ragazzo incredibilmente sensibile e generoso.

- Non importa - esclamò Heidi con un sorriso. - Mi basta che sei venuto!

FINE

Angolo dell'Autore:
oggi è il compleanno della poveretta che mi ha messo al mondo e, dal momento che adora Heidi, ho pensato di regalarle questa shot.
^__^ Auguri mamma, e grazie di tutto!

   
 
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