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Autore: Rota    14/03/2012    1 recensioni
Dolore, dolore tanto forte che spinge a volere la fine di ogni cosa – in quel preciso momento Giovanni è tentato di prendersi da solo la testa e scavare nella gola perché assieme al rosso sangue scivoli via anche la sua vita, lontano e irraggiungibile.
Ha due buchi al posto degli occhi, crateri lasciati dagli artigli di lei. Barcollando indietro, è inciampato in qualcosa o qualcuno e si è ritrovato steso a terra, senza più neanche la forza di gridare: lo porta al delirio, quel male atroce, e rende il suo corpo molle di impotenza.

[Giovanni centric]
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Giovanni Rammsteiner
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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*Autore: Rota

*Titolo: La prima morte

*Fandom: Dogs - Pallottole e Sangue

*Personaggi: Giovanni Rammsteiner

*Prompt/Sfida COW-T: /Settima settimana

*Genere: Introspettivo, Drammatico

*Avvertimenti: Missing Moment, Flash fic, Non per stomaci delicati

*Rating: Arancione

*Parole: 490

*Note autore: Fanfic incentrata su Giovanni, dal momento in cui Lilly gli cava gli occhi a un ipotetico “dopo” in cui assiste al suo omicidio da parte di Heine. Credo che quello sia stato uno dei momenti fondamentali nel processo che l'ha portato dalla sanità mentale ad una evidente e radicata pazzia. D'altronde parliamo dell'individuo che “peccava”, all'interno del suo gruppo, perché troppo razionale, e che ci è stato presentato sin dai primi capitoli come un pazzo privo di controllo. Qualcosa deve pur essere successo XD

 

 

 

Dolore, dolore tanto forte che spinge a volere la fine di ogni cosa – in quel preciso momento Giovanni è tentato di prendersi da solo la testa e scavare nella gola perché assieme al rosso sangue scivoli via anche la sua vita, lontano e irraggiungibile.

Ha due buchi al posto degli occhi, crateri lasciati dagli artigli di lei. Barcollando indietro, è inciampato in qualcosa o qualcuno e si è ritrovato steso a terra, senza più neanche la forza di gridare: lo porta al delirio, quel male atroce, e rende il suo corpo molle di impotenza.

Con i sensi che a malapena percepiscono gli oggetti che lo circondano, è l'istinto a suggerigli che qualcosa si muove ancora. Là, in basso, dove poco prima Lilly gli ha strappato via con violenza terribile la vista.

Che sia proprio lei è il primo timore, nel secondo c'è già la consapevolezza che le entità sono due, sono vive e si muovono veloci.

Ha un incubo, Giovanni, perché il buio libera i demoni come la notte priva di Luna. Vede due bestie, la rabbia di chi non si riconosce e ha troppa paura per pensare – di chi, senza rendersene conto, ha spento l'interruttore della mente. Li ricorda tanto bene perché li ha già visti: basta portare il ricordo altrove, proprio all'inizio di tutto.

Non trova paradossale che la fine sia uguale al principio, cerca solo di distrarsi dal sangue che gli cola lungo l'orecchio e quel bruciore tipico della carne che si rigenera, lentamente. Sente chiaro un urlo animale e poi un tonfo, altri movimenti di lotta e un ghigno che riecheggia in lontananza. Non si muove, anche quando le due bestie sono tanto vicine da poterle sentire addosso; vanno oltre e lui rimane lì, ad ansimare cercando di non strozzarsi con quell'aria putrida e piena dell'odore di sangue e morte.

Ancora una caduta, delle urla isteriche e poi nessun movimento. Piano piano persino gli strilli scemano e l'unica cosa che rimane è una risata terribile e il suono di viscere che vengono spappolate.

Chiude le palpebre di nuovo formate, e quando riapre gli occhi alla vista non è più l'immaginazione a suggerire immagini ma la realtà che le rende fin troppo concrete.

Il corpo dilaniato di Lilly dondola, come quello di una bambola rotta, tra le braccia di Heine.

L'unica verità che può essere accettata da creature come loro, l'unica scelta che possono attuare alla propria esistenza. Nel sangue e del sangue vivono – sono cani, mastini rabbiosi che devono solo obbedire al padrone.

Non è la coscienza di Giovanni a capirlo ma è il suo intimo, e l'urlo suo che si mescola a quello di Heine sembra più dettato dalla disperazione di una tale consapevolezza che non per il terrore per la morte che impregna tutto. Il dolore ora ha penetrato tutto, anche la mente, e lo dilania lì dove neppure la sua capacità di guarigione può fare nulla.

Cade a terra e non si risveglia più, morto per la prima volta davvero.

   
 
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