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Autore: Legar    14/03/2012    4 recensioni
John, ero lì, sai? Mi avevi lì proprio vicino vicino, ma non potevi saperlo. [...]
Io so che non te ne sei andato sul serio.
E sarà questa convinzione a trascinare il mio corpo nei giorni in cui saremo separati, nell’attesa della tua ricomparsa.
Ritorna da me.

Slash, per chi ce lo vuole vedere.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Quando si dice l'ispirazione serale...
Per voi
 ♥

Ti aspetto


John, ero lì, sai? Mi avevi lì proprio vicino vicino, ma non potevi saperlo. Mi avrai sempre vicino, non ti abbandonerò. Ritornerò

Ogni passo che compio lontano dalla tomba –la mia tomba, anche se stento a considerarla tale- rimbomba col suono delle parole che hai pronunciato dinanzi al mio cenere muto. Ritornerò, ma

Ho dovuto farlo, amico mio. Perdonami. L’ho fatto per te, per tutti voi. Non mi avete perso, però. Ci sarò ancora, per voi. Ritornerò, ma tu

Non ho mai creduto possibile una tale affezione da parte mia. Eppure ora, da solo, mi rendo conto che mi manca lo svolazzo della mia giacca che si riflette sui tuoi passi, i tuoi sussurri ammonitori alle mie manie di grandezza, la nostra quotidianità. Ma non me ne priverò a lungo, ho solo da sistemare alcune faccende, prima. Ritornerò, ma tu aspettami.

 

Stretto nella giacca, mi allontano dal cimitero a passo svelto, incapace di sopportare ancora la vista della tua tomba.

Ho freddo. Vedere il tuo nome inciso su quella fredda pietra ha congelato il mio cuore. Ma la fede… quella no. Io so che non te ne sei andato sul serio.

E sarà questa convinzione a trascinare il mio corpo nei giorni in cui saremo separati, nell’attesa della tua ricomparsa.

Ritorna da me. L’hai sempre fatto, quando mi consideravi casa, porto sicuro, Baker Street per il tuo cuore. Sto andando nel nostro appartamento, Sherlock: so che ti troverò lì, tracce della tua persona nella poltrona vuota e nei fascicoli dei tuoi casi sul tavolo.

La metropolitana è affollata, ma la moltitudine di persone non riesce a colmare il vuoto che sento dentro. La solitudine mi fa sperare che tu sia su questo treno, ma se non ci sei ti aspetto.

O forse la solitudine mi costringe solo a pensare al fatto che tu sei scomparso, senza mettermi al corrente del tuo piano. Non ti fidavi di me? Forse in fondo è meglio non parlarne, dimenticare un giorno e non parlarne, perché questi interrogativi mi torturano.

Cosa ti passava per la mente? Me lo dirai mai? mi chiedo, mentre mi fermo sulla via di casa per mangiare qualcosa.

Ketchupsullepatatinegrazie, unacocacolalight, basta. Ho lo stomaco chiuso. Forse per un po’ non riuscirò a mangiare –ricordi il primo ristorante in cui abbiamo pranzato insieme?- o a leggere il giornale –cercavo i casi più interessanti per te- o a fare qualunque azione mi rimandi alla tua assenza. Però ti aspetto.

 

 

Note: Il titolo della storia e le citazioni Mi avevi lì proprio vicino vicino; mi fa sperare che tu sia su questo treno, ma se non ci sei ti aspetto e Forse in fondo è meglio non parlarne, dimenticare un giorno e non parlarne sono tratti dalla canzone ‘Ti aspetto’ di Alessandra Amoroso.
Il cenere muto è Ugo Foscolo, ‘In morte del fratello Giovanni’.

   
 
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