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Autore: Enigmista96    15/03/2012    4 recensioni
Immaginate due persone incapaci di avere un momento romantico tutto per loro, vi siete mai chiesti come potrebbe essere stato il loro primo bacio?
[Spoiler Sherlock Holmes-Guy Ritchie-]
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Irene Adler, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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The first kiss

POV HOLMES
 
Ero ad un passo dalla svolta più importante del mio ultimo caso.
Insieme al mio fedele compagno di avventure, nonché unico amico, John Watson avevo seguito una pista fatta di lettere intercettate, loschi figuri seguiti per le vie di Londra e vari attentati al sottoscritto. Questi indizi mi avevano condotto fino alla porta della stanza 256 del Grand Hotel dove sapevo trovarsi una spia francese con dei documenti segreti che erano stati trafugati dall’ufficio del Ministro degli Interni.
Decisi di andare a recuperarli il prima possibile.
Indossai un paio di baffetti e un finto naso. Afferrai il mio cappello e il cappotto marrone, ormai lacero ma funzionale e scesi in strada.
Fermai un landau.
«Al Grand Hotel! Se mi fa arrivare lì in meno di cinque minuti la pagherò più del dovuto».
Dissi al vetturino che senza esitazione spronò il cavallo.
La carrozza mi lasciò davanti al Grand Hotel. Entrai con nonchalance nell’edificio e salii le scale fino alla stanza 256. Mi girai la cintura e aprii il borsello che conteneva i miei attrezzi da scassinatore. Tentai così di forzare la serratura.
 
POV ADLER
 
Ero da poco tornata a Londra. Il mio matrimonio con Godfrey Norton non era andato a buon fine e avevo deciso di rimettermi in affari.
Il mio nuovo capo mi aveva commissionato un lavoretto molto facile: dovevo rubare i progetti di una nuova arma.
Non avevo avuto molte difficoltà ad introdurmi nell’ufficio del Ministro degli Interni, la sicurezza era stata facile da eludere e la polizia brancolava nel buio.
«Stia attenta a Sherlock Holmes, miss Adler…».
Mi aveva avvisata il mio capo.
«Ho già avuto a che fare con lui...so come comportarmi!».
Gli avevo risposto spavalda.
Avevo spedito i documenti appena ero riuscita a procurarmeli, per evitare eventuali problemi.
Così mi ritrovai al Grand Hotel nella stanza 256 a prepararmi per andare a teatro.
Mentre mi sistemavo l’acconciatura aggiungendo l’ennesima forcina sentii il clac del chiavistello che scattava.
La porta si spalancò lasciando vedere uno Sherlock più che stupito.
 
POV HOLMES
 
Il chiavistello scattò e potei aprire la porta.  Mi trovai davanti una donna, anzi La Donna.
«Tu?! Ma non eri in America?».
Chiesi tentando di dissimulare il mio stupore verso Irene Adler.
«Sorpreso?».
Rispose lei affabile con un sorrisetto beffardo.
Tornai serio e imperturbabile.
«Dove sono i progetti? So che li hai presi tu!».
La additai.
«Non sono più qui…a dire il vero non lo sono da settimane, più o meno da quando è cominciato il caso».
Mi avvicinai a lei con aria spavalda.
«Oh, chi credi di prendere in giro? So benissimo che non sei in grado di farmi realmente del male…»
Continuò a prendersi gioco di me.
«Ah no?»
La guardai negli occhi, intensamente.
Serrai le mani intorno ai suoi polsi e la spinsi contro la parete.
Gemette sommessamente per il colpo.
«Visto? Volere è potere, mia cara…»
Il suo viso cambiò repentinamente espressione.
Gli occhi sgranati per lo stupore assunsero poi uno sguardo di sfida.
Senza indugi mi diede un calcio nello stinco destro.
Mi chinai istintivamente liberandola dalla stretta.
Prese un ombrello che giaceva poggiato al muro vicino la porta.
Mi spinse contro il muro premendone la punta sul mio stomaco.
«Chi è all’angolo adesso?»
Di nuovo quel sorriso che amavo e odiavo simultaneamente.
Dissimulando un’espressione di dolore afferrai la punta dell’ombrello e lo rigirai agganciandolo al piede della Donna.
Lo tirai verso di me facendola cadere sul pavimento.
Tentò di rialzarsi ma le fui addosso prima che potesse riuscirci.
«Non pensarci nemmeno…»
Dissi sedendomi sul suo stomaco senza, però, utilizzare tutto il mio peso.
Si girò bruscamente di lato facendoci ribaltare.
Riuscii a scivolare sotto di lei e a rimettermi in piedi con un balzo.
«Questa volta ho vinto io, carissima…»
La rimbeccai.
«La partita è ancora aperta!»
Disse lei ammiccando.
Con un passo mi fu davanti e sentii le sue mani premere contro la mia trachea avvolgendomi la gola.
Mi ritrovai nuovamente con le spalle al muro.
Sorrideva compiaciuta.
L’ossigeno cominciò a mancarmi nei polmoni e la mia mente iniziò ad annebbiarsi.
Non volevo perdere i sensi in quella camera d’albergo…non di nuovo!
Rammentai cosa era successo l’ultima volta che le avevo fatto una visitina a domicilio conclusasi con il sottoscritto ammanettato al letto completamente nudo.
Inconsciamente le tirai uno schiaffo.
Il colpo che le avevo sferrato fu troppo forte e la vidi ricadere sul pavimento.
Quel gesto avventato mi è rimasto per sempre impresso nella memoria e, ancora adesso, è una delle poche cose di cui io mi sia mai pentito in vita mia.
Mi salii un groppo in gola e faticai a deglutire.
La rialzai dal tappeto dorato che ricopriva il pavimento della stanza.
Prendendola tra le braccia la adagiai sul letto.
Per la prima volta mi preoccupavo di qualcuno oltre me o Watson.
«Che ti avevo detto? Sono capace anche io di lottare sul serio con te…solo che ci ho messo un po’ troppo impegno…»
Le sussurrai, mesto.
«Giusto un po’…»
Aggiunse lei massaggiandosi la guancia divenuta violacea.
«Fa vedere…ho incassato diversi colpi nella mia vita…sono un esperto!»
Mi chinai su di lei per controllarle il viso.
Con un movimento fulmineo girò il volto e unì le sue labbra con le mie.
Mi iniziò a baciare, appassionatamente.
In principio rimasi impassibile, tuttavia non mi dimenai.
Poi mi lasciai andare e la assecondai.
Ecco la seconda cosa per la quale mi maledico continuamente: io, Sherlock Holmes, mi sono innamorato.
Non appena le nostre labbra si staccarono sul volto di Irene si dipinse un sorriso enigmatico, sul mio uno ebete.
Mi strizzò l’occhio alzandosi dal letto e andando a bagnare la sua guancia ancora dolorante con dell’acqua fredda.
Si asciugò il viso con una tovaglietta ricamata e raccolse il mio cappello dal pavimento.
Me lo lanciò.
«A presto Sherlock…»
Lo afferrai al volo dirigendomi verso la porta della stanza.
Lo indossai e toccai al tesa con due dita in segno di saluto.
Aprii la porta.
«Contaci!»
Dissi prima di richiudermela alle spalle.
 
Quella sera tornai a Baker Street con l’amara consapevolezza di essere stato nuovamente messo nel sacco da una donna…dalla Donna.
 
 
Trascurabili note:
Era da molto che volevo scrivere una Fan Fiction su questa fantastica coppia. L’altro giorno durante un gioco di ruolo ho pensato a come potesse essere stato il loro primo bacio ed ecco qui la storia…spero che vi sia piaciuta, è la prima in assoluto :)
   
 
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