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Autore: zora_    15/03/2012    1 recensioni
Astoria Greengrass e la sua lotta persa in partenza contro la forza dell'amore. Un amore che viene dimenticato per rifarsi vivo dieci anni più tardi, più forte di quanto non sia mai stato.
Pensò che era quasi felice, sentiva che le cose erano rimaste immutate per troppo tempo, il che significava solo una cosa: stava per accadere qualcosa d'importante. E il primo cambiamento stava per arrivare, lo sentiva dentro, e tutti i suoi sensi erano in allerta per cogliere anche il più piccolo particolare.
Quel giorno sarebbe andata al binario nove e tre quarti, a King's Cross, e qualcosa stava per succedere.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astoria Greengrass, Daphne Greengrass, Draco Malfoy | Coppie: Draco/Astoria
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Astoria, il personaggio sconosciuto.

 

Astoria Greengrass era una giovane strega purosangue di diciassette anni, una ragazza tranquilla e riservata ma non per questo da sottovalutare.

Fisicamente era misteriosa ed assolutamente imperscrutabile, alta e sottile, i soffici capelli scuri le arrivavano appena sotto le spalle, in contrasto con i colori chiari e cangianti degli occhi.

Aveva un viso non del tutto regolare, ma in ogni caso armonioso ed indubbiamente elegante, il mento appuntito, gli occhi dall'iride grande e profonda, il naso pronunciato e la pelle pallida non facevano altro che contribuire alla sua nobile figura.

La giovane aveva una sorella minore di nome Daphne piuttosto diversa da lei: estroversa e mite, aveva lunghi e lisci capelli biondi che sfioravano i fianchi e sembrava nata per far impazzire i ragazzi.

Quando la minore era stata invitata a presentarsi alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, in Inghilterra, Astoria si era già trasferita in Francia, all'Accademia di Magia di Beauxbatons. Per anni aveva ascoltato con malcelato fascino ed invidia le storie che la sorella raccontava della sua scuola, arrivando persino a maledire l'impeccabile educazione che le veniva impartita in Francia.

Solo al termine degli studi la maggiore delle due sorelle fece effettivamente ritorno in patria, e si poteva dire che non fosse cambiata poi tanto.

Infatti, nessuno era riuscito a mettere piede nella sua vita, anche se alcuni temerari avevano tentato l'ardua impresa. Alla fine dei sette anni di studio, nessuno aveva più nemmeno provato a chiamarla ancora “verginella” (anche se era chiaro che era effettivamente vergine, in quanto sembrava trovarsi molto più a suo agio in solitudine piuttosto che in compagnia) e l'intero corpo studentesco sembrava conoscerla come “la vergine di ghiaccio” e varianti sul tema.

La giovane infatti non sembrava darsi troppa pena per il pensiero altrui, ma non per questo accettava di essere presa per i fondelli gratuitamente.

In ogni caso, all'età di diciotto anni, la nostra misteriosa ragazza si trovava in Inghilterra, a ricongiungersi finalmente alla sua famiglia.

Avrebbe dovuto aspettare altri due anni prima che anche la sorella tornasse definitivamente a casa, e non aveva idea di come occupare il tempo che mancava.

Di certo la sua famiglia non aveva bisogno di soldi, quindi trovarsi un qualche lavoretto era un'opzione da scartare. Di viaggiare non ne aveva voglia, non ne aveva mai avuta.

Si limitò allora a pensare.

Non era il tipo di persona che non sa passare più di cinque minuti nella stessa stanza, e non aveva problemi a passare un'intera giornata cibandosi di libri.

Daphne l'aveva spesso e volentieri presa in giro per questo, diceva che se si fosse trovata ad Hogwarts sicuramente sarebbe stata smistata a Corvonero, e sarebbe senz'altro stata la prima della classe anche tra i suoi compagni di casa.

Quello che Astoria non comprendeva appieno era il disgusto che la sorella sembrava provare per ogni persona che fosse al di fuori del famigerato circolo Serpeverde, ma nemmeno per quello si dava troppe angosce.

Scoprì così , durante quei due anni sabbatici che si apprestava a concedersi, un'insperata inclinazione per l'arte che sembrava rilassarla almeno quanto la musica, e si diede tempo per studiarne la storia, l'evoluzione, e poi ancora l'esecuzione stessa. Non si lasciò limitare da nulla, procedeva spedita e con passione dalla pittura alla scultura, senza mai lasciarsi scalfire dagli insuccessi.

Si diede tempo per creare.

Scrisse molto, scrisse su sé stessa e sulla vita che la circondava. Anche lì, quando incontrava un qualsivoglia ostacolo, non si lasciava certo fermare.

Lesse e studiò ancora, perché le sembrava il modo giusto di affrontare ogni cosa, come con le persone: prima di mettersi in contatto con qualcuno, aveva bisogno di conoscerlo a fondo.

Così, i due anni che inizialmente sembravano eterni scorsero veloci, tra un'opera e l'altra, e il 14 giugno arrivò quasi di sorpresa.

 

 

Quella mattina Astoria si era alzata sufficientemente presto da potersi preparare con calma. Quella mattina l'avrebbe dedicata alla cura di se stessa.

Erano appena le otto di mattina, quando appoggiò il bicchiere di spremuta d'arance sul legno massiccio del tavolo della Sala da Pranzo, per poi alzarsi ed avviarsi ai suoi appartamenti come faceva ogni mattina.

Il palazzo era avvolto nel più completo silenzio -i suoi genitori non sembravano dell'idea di uscire dalla loro camera al più presto, e se gli elfi in quel momento stavano svolgendo un qualche compito lo stavano facendo con la massima discrezione, come loro solito- ed Astoria lo attraversò velocemente, godendosi la luce intensa della mattinata estiva che entrava dalle ampie vetrate spalancate nei corridoi.

Una volta giunta a destinazione lasciò il libro che aveva portato con sé sul letto e procedette verso il suo bagno personale.

Chiuse la porta alle sue spalle e si spogliò mentre l'ampia vasca incassata nel pavimento si riempiva di schiuma. Una volta nuda, entrò senza esitare nell'acqua tiepida, affondando con tutto il corpo.

Senza fretta, tornò fuori col capo e procedette con il suo programma giornaliero, massaggiandosi la pelle già levigata e curando i lunghi capelli scuri.

Dopo un lasso di tempo indeterminato si decise ad uscire dal bagno, portando con sé solo un pettine intagliato nella madreperla.

Ancora svestita, con solo un asciugamano a coprirla, si accomodò sul letto guardando ancora una volta il panorama che si stendeva fuori dal palazzo famigliare. Con tutta la calma del mondo, lasciò vagare i pensieri, tranquilla e in pace con se stessa, mentre faceva scorrere i dentini del pettine tra i capelli.

Pensò che era quasi felice, sentiva che le cose erano rimaste immutate per troppo tempo, il che significava solo una cosa: stava per accadere qualcosa d'importante. E il primo cambiamento stava per arrivare, lo sentiva dentro, e tutti i suoi sensi erano in allerta per cogliere anche il più piccolo particolare.
Quel giorno sarebbe andata al binario nove e tre quarti, a King's Cross, e qualcosa stava per succedere.

 

 

 

 

 

__________________

 

Spazio all'autrice. (Autrice? L'ho scritto davvero?)

 

 

Ebbene sì, sto riuscendo a creare qualcosa di più di una minuscola one shot.

Beh, c'é da dire che ci sono particolari leggermente modificati (ad esempio, Astoria ha due anni in meno di sua sorella, non due di più, ed ha frequentato Hogwarts, non Beauxbatons) e lo so, lo so che si chiamerebbe Asteria, ma l'ho conosciuta come Astoria e ormai non riesco più a carvarmi il nome sbagliato dalla testa.

Ho scoperto che Astoria è un personaggio splendido, posso giocarci esattamente come mi pare e piace, e a dire il vero mi sono divertita parecchio a scrivere questa short -sì, è già completa, non preoccupatevi!- e mi sono ispirata a me stessa. Si, lo so, è una cosa abbastanza narcisistica, ma che ci volete fare.

In effetti, non mi sono ispirata a me stessa solo come carattere, ma tutta la trama si basa su una faccenda che mi ha segnata parecchio. Solo, non posso dirvi altro, sennò ve la racconto tutta! 

Spero di avervi incuriosita, e sappiate che presto arriveranno nuovi svolgimenti.(Molto, molto presto. Non vedo l'ora di leggere qualche commento per pubblicare il prossimo capitolo.)

Nel frattempo vi saluto con tanto affetto.

Vostra, 

Aurora.

   
 
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