Anime & Manga > Planetes
Ricorda la storia  |      
Autore: Kuruccha    16/03/2012    3 recensioni
La duecentocinquantaseiesima pagina celebra la sua prima macchina fotografica ad alta definizione. Di fianco alla sfilza di parole che ne descrivono le infinite funzionalità e potenzialità, c'è - ovviamente - un'immagine in 3D della Terra.
[Nono-centric, post-serie]
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Notte senza sera


Se prova a digitare la parola Terra sul motore di ricerca del proprio diario personale ad archiviazione virtuale, l'apparato elettronico le elenca un totale di tremiladuecentocinquantasette pagine.
La prima ritrae una Nono di quattro anni; è un testo breve, brevissimo, corredato di un paio di disegni e di un filmato del suo papà, appena tornato dalla periodica visita al pianeta natio. Con l'ostinazione tipica dei bambini, aveva deciso che sarebbe riuscita ad accompagnarlo fin laggiù, presto o tardi; ricorda benissimo che, per tutta la durata della sua infanzia, quella gita di famiglia era stato il suo desiderio più grande.
La duecentocinquantaseiesima pagina celebra la sua prima macchina fotografica ad alta definizione. Di fianco alla sfilza di parole che ne descrivono le infinite funzionalità e potenzialità, c'è - ovviamente - un'immagine in 3D della Terra.
Nella quattrocentosettesima pagina, il nome di Hachimaki viene citato per la prima volta. La Nono dodicenne ha riportato per filo e per segno tutto il loro lunghissimo discorso sull'oceano, e ha addirittura fotografato il dischetto - ottenuto in prestito, c'è scritto nella didascalia - su cui era memorizzato il numero di Cosmonauti con cui lui aveva provato ad attaccare bottone.
Dal momento di quell'incontro e per tutti gli anni a venire, la conta delle pagine che parlano della Terra cresce esponenzialmente. La maggior parte riportano citazioni delle e-mail inviatele da Hachi e sono piene di foto scattate dalle persone più disparate. Alcune sono di conoscenti virtuali; altre, invece, di persone che non ha mai visto prima e che forse mai incontrerà, ottenute tramite scambi e conoscenze comuni.
La milleduecentonovantaduesima pagina parla della neve. Non ci sono parole, questa volta; non c'è nemmeno un titolo, ma solo un lunghissimo filmato dei fiocchi che cadono. L'autore del video, ovviamente, è Hachimaki. E' da quel momento in poi che Nono comincia a lavorare seriamente al proprio progetto.

La duemilaottocentoquattordicesima pagina celebra la sua laurea. E' diventata un'ingegnere spaziale, ovviamente; studiare le è sempre risultato particolarmente semplice, forse anche per il fatto di non aver mai avuto niente di più entusiasmante da fare. La verità, però, è che ha sempre avuto la sensazione di essere parte di una categoria così ridotta di persone che, nel malaugurato caso fossero sorti dei problemi internamente ad essa, non avrebbe avuto altra alternativa al cercare in autonomia la soluzione. Vivendo nello spazio, studiare qualcosa di utile le era sembrata la cosa migliore da fare.
Era stata Nono ad ideare e progettare la prima tuta a gravità lunare, ed è stato un piccolo gruppo di Seleniti a crearla concretamente e a perfezionarla a dovere, mentre tutti i terrestri rimanevano a guardare. A quel tempo, aveva pensato che fosse perchè nessuno di loro avrebbe potuto utilizzarla per uno scopo pratico; ora, le sembra di essere stata fin troppo cinica, anche se niente è mai riuscito a smentire quella sua convinzione.
A pagina tremilacentoquindici si parla del primo Selenita sceso sulla Terra. Non è Nono, ma uno dei suoi colleghi di vecchia data; una di quelle persone che hanno seguito il progetto della tuta modello 1.67 fin dal principio. Non gli ha portato nessun rancore, né in quel momento, né in seguito.
A poche facciate di distanza c'è finalmente la tanto attesa gita; sono passati quasi trent'anni prima che potesse aver luogo. Nella tremiladuecentoseiesima pagina, Nono tocca per la prima volta il suolo terrestre. Ci sono i suoi genitori a tenerla per mano, e tutt'attorno le mille e mille persone che ha conosciuto nel corso degli anni: tutti quei malati che si sono fermati - per un periodo breve o meno breve che fosse - nell'ospedale nel Mare della Tranquillità, e addirittura i medici e le infermiere che nel frattempo erano andati in pensione. La Terra la esalta e la delude allo stesso tempo; aver fantasticato per tutto quel tempo su ciò che avrebbe trovato laggiù ha di sicuro influito sulle sue opinioni, anche sulle più immediate.
Nono vede l'oceano, ed è meraviglioso come se l'aspettava. La tuta 1.67 è impermeabile, e perciò ottiene il permesso di camminare sulla riva per osservarlo più da vicino. E' diverso da come appare nelle foto e da come glielo hanno descritto tutti, ma non per questo è meno bello. Anche la neve è uno spettacolo incredibile; è con Hachimaki e la sua famiglia che va a visitare il Polo per poterla vedere dal vivo. Sotto la calotta della tuta, però, le sembra tutto asettico e distante, e la realtà che sta sperimentando non le pare poi così diversa dai video che ha sempre osservato: uno scorrere d'immagini dietro ad uno schermo.
Sono gli spazi ampi a sconvolgerla di più; il primo - e il più banale, forse - è il cielo. L'idea di non avere sopra di sé un tetto, un limite, una superficie concreta e materiale la spaventa più di quanto credeva possibile; ma la cosa peggiore di quella distasa blu e bianca è la sua luminosità. Il riverbero dei raggi solari le è insopportabile; le tinte chiare e accese che le cose assumono sono fin troppo vive. Nono è costretta più e più volte ad aumentare di grado il filtro della propria visiera. Sono le ore notturne ad esserle più congeniali, pur essendo ancora troppo luminose se confrontate con quelle che ha sempre sperimentato.
Se solleva il viso, nel cielo buio - lontano, lontanissimo- galleggia la piccola Luna; appare, cala, si assottiglia fino a diventare uno spicchio; poi sparisce, e riappare, in un ciclo continuo. E' piccolissima, a vederla da laggiù, e la nostalgia la colpisce immediatamente.

E' nella tremiladuecentocinquantasettesima pagina che Nono descrive il proprio ritorno nell'ospedale del Mare della Tranquillità. Le luci fredde e soffuse di quei locali così conosciuti hanno l'immediato effetto di farla sentire a casa. Ha l'impressione che la sua esistenza fino a quel momento si sia svolta tutta nell'arco di una sola, lunghissima notte spaziale, ma è di sicuro stata la migliore notte che una persona possa mai desiderare di vivere.
Il soggiorno di Nono sulla Terra è stato il più lungo di tutta la storia dei Seleniti, e il suo primato non verrà eguagliato per lungo tempo. E' stata una bella gita; un giorno ci tornerà. Un giorno. Per ora, preferisce rimanere ad aggiungere ricordi alla sua notte.



*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*


16.03.2012
Fic partecipante al Cow-T2 organizzato da Maridichallenge. Il prompt da cui sono partita è "Tutto in una notte". Sì, il risultato è uno dei miei tipici rimuginii su temi abbastanza semplici che diventano incredibilmente complicati XD Ma cosa ci volete fare, mi diverto così.
Il titolo è una citazione parziale della canzone Spunta la Luna dal monte. Il pezzo "Notte scura, notte senza la sera" mi era parso davvero perfetto per la situazione.
Grazie mille per aver letto! :D
Kuruccha

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Planetes / Vai alla pagina dell'autore: Kuruccha