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Autore: Edelvais    17/03/2012    8 recensioni
Bene, era nella sezione E, Geoff c’era, Bridgette c’era… le sue labbra si incresparono in una smorfia quando lesse il nome del criminale nemico di Geoff. Avrebbe pagato per non avere quel teppista in classe.
“Come hanno potuto metterlo insieme a te dopo quello che ti ha fatto!”
Esclamò la mora guardando Geoff, che sorrise imbarazzato.
“Smorfiosa ficcanaso, fatti gli affari tuoi, credi che le abbia solo prese!?”
Riconobbe quella voce sgraziata e inorridì, pensando al fatto di dover avere in classe per i rimanenti due anni di liceo quel delinquente di Duncan Evans.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duncan, Geoff, Gwen, Trent | Coppie: Duncan/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Cap. 22 Una mattinata movimentata (parte 1)



 

 
Gwen seguì con lo sguardo la figura di Duncan che se ne andava, correndo per la strada incurante delle auto in corsa.
Sorrideva, Gwen.
Perché finalmente aveva capito di provare attrazione per quel punk.
E' un sentimento complicato, l'amore. Molto astruso e misterioso, ma chissà come, ci si accorge automaticamente di provarlo e non si può nascondere per sempre.
Prima o poi affiora in superficie, rivelandosi in mille maniere differenti.
Quel bacio, fu una di queste.
Chissà, forse era solo una stupida ed insignificante cotta? Gwen, non lo sapeva.
Sta di fatto che avrebbe desiderato ardentemente che il ragazzo fosse accanto a lei.
Solo quando non riuscì più a distinguere l'inconfondibile cresta verde del ragazzo, si accorse di avere ancora fra le mani la sua giacca borchiata. Proprio quella con cui l'aveva coperta dal vento pungente di quella notte.
In un primo momento le passò per la mente di rincorrerlo per le strade solo per restituirglielo, poi però si dovette ricredere a causa della stanchezza che la stava mano a mano pervadendo. Così decise di rientrare.
Non appena entrò in casa, si ritrovò gli occhi di Trent e Courtney puntati addosso, i quali avevano interrotto la loro allegra chiacchierata solo per fissarla di sbieco.
Soprattutto la mora, che aveva intuito con uno sguardo a chi apparteneva la giacca che Gwen aveva in mano. Beh non che fosse una deduzione così brillante, chi non avrebbe riconosciuto quel giacchetto borchiato così stravagante?
Che avesse capito tutto? Gwen sperava proprio di no.
Molta gente era già andata via, e verso l'una levarono tutti le tende e rimasero solamente Geoff  Bridgette e Gwen.
- Grazie mille ragazzi, io… sono commossa! - Esordì la surfista abbracciando entrambi.
- Amore, te la sei meritata questa festicciola. Sei sempre stata gentile nei nostri confronti, era ora che ci sdebitassimo! - Rispose Geoff.
In quel momento entrò in casa Sophie, appena tornata da una serata al ristorante.
- Ciao ragazzi! Caspita, ma cosa avete combinato? Sembra che sia passata una mandria di bufali! -
- Non preoccuparti mamma, metterò tutto a posto io, va pure a dormire. -
Sophie annuì amabilmente e se ne andò nella sua camera nel piano superiore.
- Ti aiutiamo noi Gwen! -
- No, grazie ragazzi ma è meglio che voi stiate ancora un po' insieme. Su, avanti, cosa aspettate? - Replicò sorridendo.
- Ma sei sicura di… -
- Ho detto di si! Ora andate a sbaciucchiarvi! - Scherzò lei accompagnandoli alla porta.
- Grazie Gwen. - Dissero in coro i due innamorati.
La gotica fece loro l'occhiolino chiudendo la porta e spiandoli dalla finestra.
Camminavano abbracciati l'un l'altra scambiandosi effusioni ogni due secondi.
In un certo senso, li invidiava. Non aveva mai conosciuto nessuna coppia più affiatata di loro. In quel momento, avrebbe voluto anche lei essere felice con qualcuno al suo fianco.
Improvvisamente, il cellulare che aveva nella tasca dei jeans trillò, annunciando l'arrivo di un messaggio:
 
Streghetta, credo di essermi dimenticato il giubbotto a casa tua.
Ah, sogni d'oro piccola.
 
Duncan.
 
 
Gwen sorrise.
Duncan era il mago delle "piccole cose". Quei dettagli all'apparenza così insignificanti che però provocarono nella gotica un gran batticuore.
Ormai si era arresa all'idea che avesse preso una cotta per quel criminale.
Ma ne era proprio sicura? Definirla cotta infatti, suonava abbastanza riduttivo nei confronti dell'attrazione che provava verso di lui.
Purtroppo il cellulare era scarico e si spense prima che Gwen potesse scrivere la risposta.
 
Un ora dopo, Gwen aveva terminato di pulire il salotto e salì in camera sua, buttandosi a peso morto sul letto ed addormentandosi pochi istanti dopo ancora con i vestiti della festa addosso.
 
La mattina dopo, la gotica fu svegliata dai timidi raggi solari. Stranamente, nonostante fosse Gennaio inoltrato, faceva abbastanza caldo.
Ancora avvolta nel tepore delle coperte, controllò svogliatamente la sveglia, che segnava le dieci e mezza di mattina.
Gwen sbuffò alzandosi dal letto.
Quel giorno sarebbe stato il peggiore della sua vita, ne era certa.
Accidenti, Bridgette non poteva andarsene! Presto sarebbe partita con suo padre per la grande mela e non l'avrebbe di certo rivista fino alla fine dell'estate.
Prese dall'armadio un paio di jeans scuri e strappati e la felpa degli Ac/Dc  che le aveva regalato Bridgette il giorno del suo compleanno.
Indossati un paio di anfibi, corse in cucina a far colazione.
<< Buongiorno Gwen! Dormito bene? >> Squittì Sophie.
La ragazza annuì distrattamente, sedendosi a tavola.
<< Com'è andata la festa di ieri sera? >> Continuò imperterrita la madre.
Al solo pensiero del bacio fra lei e Duncan arrossì visibilmente, fissando un punto indefinito della stanza con aria sognante.
<< Gwen, c'è qualcosa che non va? Perché non mi rispondi? >>
La giovane sussultò, notando che la madre aveva alzato leggermente la voce.
"Se non le rispondo ora perderà la pazienza…" Pensò.
<< Oh, ecco… bene. Lo sai, io detesto le feste ma… credo di essermi divertita ieri sera. >>
Sophie contenette a stento una risatina.
<< E adesso cos'hai da ridere?! >> Esclamò Gwen seccata.
<< Oh niente, tranquilla. C'era Duncan ieri sera? >>
La gotica alzò gli occhi al cielo: "possibile che debba sempre ficcare il naso dappertutto!?"
Pensò giocherellando con una ciocca blu notte.
<< Mamma, so a cosa stai pensando, sai già la risposta. >> Disse alzandosi.
La donna ridacchiò di nuovo.
<< Dove vai tesoro? Mi sembrava che mi avessi detto che Bridgette sarebbe partita verso mezzogiorno! >>
<< Si, però vorrei comprarle un regalo. >> Rispose afferrando il cellulare in carica dal tavolo e uscendo di casa.
"Dunque - pensò -, cosa le potrei fare? I negozi sono tutti chiusi di domenica! Accidenti!"
Poi le venne un'idea.
Accese il telefono digitando un numero.
 
<< Pronto? Duncan a rapporto streghetta! >> Esordì la voce dall'altro capo.
<< Duncan! Ascolta, ho bisogno del tuo aiuto. >>
La risata del punk risuonò dal cellulare di Gwen.
<< Cos'hai da ridere!? Sono serissima! >> Esclamò lei seccata.
<< Scusami dolcezza, ho capito bene? Hai bisogno del mio aiuto? >> Sghignazzò il ragazzo.
<< Si! Cosa c'è di tanto esilarante!? >>
<< Niente, piccola, niente a parte il fatto che hai finalmente ammesso che hai bisogno di me! >>
<< Grrr, Duncan! Piantala di fare lo sbruffone e ascoltami. Dovrei trovare un regalo per Bridgette e non so dove comprarlo perché i negozi sono tutti chiusi! Conosci qualche posto che potrebbe essere aperto? >>
Duncan ci pensò su un momento.
<< Un negozietto ci sarebbe, però ti ci devo accompagnare io. >>
<< E perché mai? >>
<< Si trova nei quartieri malfamati della città, vuoi che qualche ragazzaccio ti rapisca? >>
Gwen sbuffò.
<< E va bene, ci vediamo davanti al bar del tuo amico tra dieci minuti. >>
<< Dieci minuti!? A-aspetta io sono ancora in pigiama! >>
La gotica interruppe la chiamata ridendo.
<< Gwen…? >>

Seduta nella panchina davanti al suddetto bar, Gwen aspettava impazientemente l'arrivo di Duncan, controllando ripetutamente l'orologio, picchiettando con un dito contro il quadrante. "Se non arriva entro cinque minuti lo vado a prendere a casa per un orecchio!"
All'improvviso due mani le oscurarono la vista, ponendosi davanti ai suoi occhi.
<< Duncan! Finalmente sei arrivato! >>
<< Sai com'è, non è facile vestirsi, lavarsi, far colazione e correre come un deficiente per le strade e arrivare qui in due minuti! >> Ribattè imbronciato.
<< Per questa volta ti perdono. >> Rispose lei facendogli l'occhiolino.
<< Sai, prima mi sei sembrata Courtney! >>
Gwen ridusse gli occhi ad una fessura.
<< Come osi Duncan! Insultare una persona perfetta come me! Guarda che se lo ripeti un'altra volta, ti farò passare guai seri! Parola di Miss Perfezione! >> Sbraitò imitando l'ispanica.
Duncan la fissò per un momento e poi entrambi scoppiarono a ridere.
<< Perfetta imitazione, complimenti -, disse lui scompigliandole i capelli - ma ti preferisco di gran lunga quando sei la signorina Gwendolyne. >>
Sorrise. Gwen arrossì visibilmente, mordendosi il labbro inferiore.
<< Sei ancora più carina quando sei in imbarazzo. >> Continuò lui facendole l'occhiolino.
Intanto, erano arrivati davanti all'entrata di un viottolo piuttosto buio.
Duncan prese Gwen per il braccio, intimandole di far silenzio; camminarono lungo questo viale senza incontrare anima viva.
<< Fiuu, per fortuna non c'era nessuno! Ecco qui, questo è il miglior negozio di bigiotteria e cazzatine inutili. >> Esordì indicando un piccolo locale davanti a lui: portava la scritta "William & Co" sopra l'entrata, ed era poco illuminato.
<< Ma perché eri tanto preoccupato? E poi… questo non mi sembra un negozio, è una catapecchia in via di demolizione! >> Sbuffò lei.
<< Entra e poi ne riparliamo! >> Replicò lui spingendola dentro il negozietto.
Dentro, vi era un acuto profumo di incenso, che inebriava l'aria, mentre gli oggetti di argento illuminavano la stanza. Vendeva di tutto: dalla bigiotteria al vestiario di ogni genere, dai dischi di vinile ai cappelli e via dicendo. Gwen restò letteralmente a bocca spalancata.
<< Buongiorno principessa, posso aiut… Duncan! Che ci fai qui? >> Esclamò una voce maschile da dietro il bancone. Era un ragazzo sulla ventina, capelli di un biondo scuro e una cresta ancora più alta di quella di Duncan, colorata di blu, mentre i suoi occhi verdi brillavano di luce propria. Si, era davvero un bel ragazzo!
<< Ehi Rob! Cosa ci fai tu qui! >>
<< Eh, sai com'è, il lavoro è sempre meno e mi sono dovuto arrangiare! >> Sospirò l'altro.
<< Ah e così ti sei fatto assumere dal vecchio Will! >>
<< Indovinato! Ma… questa fanciulla è la tua ragazza? >> Disse il biondo sorridendo.
"Ma perché tutti i suoi amici mi scambiano per la sua fidanzata!?" Pensò Gwen imprecando mentalmente.
<< Ehm, no, l'ho portata qui perché ha bisogno di comprare un regalo per una sua amica che si trasferisce oggi. >> Rispose Duncan riprendendo le redini della situazione.
<< Ah! Allora seguimi pure dolcezza, qui ho una cosa che può fare al caso tuo. >>
Indicò un bancone pieno zeppo di cianfrusaglie varie, e da quell'ammasso informe, pescò una catenina argentata, sulla quale era appeso un ciondolo con incisa in un carattere molto piccolo e in corsivo: "L'amicizia è un legame indissolubile." e la mostrò a Gwen con aria compiaciuta. La ragazza rimase a bocca aperta dallo stupore. Non pensava che avrebbe trovato sul serio qualcosa da regalare all'amica. O, almeno, non così… perfetto!
Semplice e sobrio, cosa voleva di più?
Gwen annuì energicamente, sorridendo entusiasta.
<< E' perfetto, grazie! >>
<< Davvero? Wow! Non avrei mai pensato di beccare quello giusto al primo colpo! >>
Esclamò il ragazzo mentre cercava la busta adatta per un regalo.
Gwen pagò e uscì dal negozio, mentre Duncan parlottava con Rob.
"Ma cos'avranno da confabulare quelli?" Pensò mentre si guardava attorno.
Dopo pochi secondi uscì anche Duncan, sorridendo.
<< Cosa stavate confabulando voi due? >> Chiese Gwen, sospettosa.
Il punk alzò le spalle, fischiettando fingendo innocenza.
Poi scivolò dietro di lei allacciandole al collo una catenella argento con un ciondolo a forma di teschio.
<< D-Duncan, e questa? >> Domandò lei voltandosi sorpresa.
<< Questa, è un regalo per te. >> Sorrise, compiaciuto della sua incredulità.
<< Grazie Duncan, ma… perché? >>
<< Oh, è solo una cosuccia per sdebitarmi di quei dieci dollari. >>
Prima che Gwen potesse rispondere, da buio di quel viottolo davanti al negozietto, spuntarono delle figure minacciose, che sorridevano maligne.







Nota dell'autrice.

Salve a tutti ^^

Vi ringrazio infinitamente per avermi seguita fino a qui e scusate il ritardo, ma mi sono dovuta esercitare con la chitarra tutta la settimana in preparazione al concerto che avrò stasera *-* Sono moolto emozionata *___*
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto ^^

Un bacione,
La vostra Ed.








   
 
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