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Autore: La Mutaforma    18/03/2012    6 recensioni
Si salutarono, come si salutano le persone normali. Ormai non ricordavano nemmeno più il motivo del loro devastante astio. Persero le fondamenta del loro odio lì dove dieci anni prima immaginavano la loro casa.
Ormai era passato troppo tempo per avvertire anche una flebile traccia di quello che era stato.
Probabilmente era meglio così.
Sulle grigie alture della Cornovaglia, senza un luogo preciso.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel giorno erano dieci anni. E in dieci anni si era ripromessa di non tornare, di non ricordare.

Dopo dieci anni, come se non fosse successo niente, si era ritrovata seduta ad ammirare il mare impetuoso che si agitava sotto di lei. E pensò che, cosa assai curiosa, in dieci anni non era cambiato assolutamente niente.

Unica differenza. Non era sola.

Si chiese se ciò non fosse anche peggiore di quanto avesse immaginato.

 

Si salutarono, come si salutano le persone normali. E si spiarono a lungo, scoprendosi invecchiati.

“Sono anni” cominciò lui “che non ti vedo”

Lei non cambiò espressione, indifferente.  “Non ho mai lasciato il paese”

E in un paese di ottocento anime o poco più non vedersi per dieci lunghi anni era davvero strano. Era come se si fossero respinti a distanza, evitandosi a vicenda.

Che senso aveva dopo dieci anni rompere l’incantesimo e voltarsi indietro?

Non parlarono, e guardarono il cielo grigio, pesante di nubi, incombenti su di loro come una mannaia.

Le chiese come stava. Lei rispose che stava bene, senza rifletterci. E quando le chiese da quanto tempo non si vedessero, mentì dicendo che non lo ricordava, che non aveva contato i giorni. Quando invece li portava tutti in ogni stanca piega del suo volto, nelle mani coperte di macchie, sulla pelle screpolata dal freddo. Non ce n’era uno solo di cui non conservasse un ricordo inutile e drammatico che le appesantiva i pensieri.

Quei pensieri che avrebbero potuto volteggiare liberi nel cielo plumbeo come ali di gabbiano restavano lì, inchiodati al suolo insieme a lei.

 

Si salutarono, come si salutano le persone normali. Ormai non ricordavano nemmeno più il motivo del loro devastante astio. Persero le fondamenta del loro odio lì dove dieci anni prima immaginavano la loro casa.

Ormai era passato troppo tempo per avvertire anche una flebile traccia di quello che era stato.

Probabilmente era meglio così.

Le candide ali di pochi gabbiani solcarono silenziosamente il cielo che preannunciava pioggia e loro non si voltarono nemmeno.

Lui la guardò e pensò che quei dieci anni si erano fatti sentire per entrambi.

Si salutarono. Lei non si voltò nemmeno per guardarlo. Già aveva visto una volta la sua schiena allontanarsi nella prima nebbia della sera.

Lo salutò solo con la voce. Sperò che fosse un addio.

 

   
 
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