Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Ricorda la storia  |      
Autore: Zolie    18/03/2012    3 recensioni
Prima fanfiction su A tutto reality, su due dei miei due personaggi preferiti dell’ultima stagione.
Immaginate di tornare un po’ indietro alla sera quando Brick e Ann Maria sono stati catapultati in mare. Buona lettura!
Segnalato OOC!!!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Brick, Jo, Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: A tutto reality - La vendetta dell'isola
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Tanti auguri


Ti sposti dalla parte maschile a quella femminile della casetta della squadra dei Ratti Tossici.
Apri la porta, che si sposta con uno scricchiolio leggero e senti dietro di sè un borbottio. Ti volti spaventato, non vuoi che l’altro concorrente della squadra veda cosa stai facendo.
Lighting si rigira nel letto, mugolando qualcosa di simile alla parola – Proteine – e ritorna tranquillo. Nessun pericolo, quindi.
Hai una paura grandissima. C’è un buio pesto e l’unica fonte di luce è la luna, che viene oscurata spesso da stormi di rupicapre.
- Dai torcetta... Accenditi... – sussurri, mente cerchi di accendere la tua torcia. Inutilmente. Evidentemente si è proprio rotta. L’avevi usata per illuminare parte della via (pardon, il mare) per tornare fino all’isola dopo essere stato catapultato, ma ti si è staccato un pezzo quando un polipo gigante ha cercato di ucciderti. Hai una paura matta del buio, fin da quando eri piccolo, ma non vuoi che questo di impedisca di portare a termine il tuo “piano”.
Deglutisci a vuoto, prendi un grosso respiro e ti fai coraggio. Attraversi la porta, quello che hai definito il “punto di non ritorno”, perchè se verrai beccato adesso, sarai fritto, nessuno potrebbe negare l’evidenza di quello che stavi facendo.
Tu neanche dovresti esserci sull’isola. Secondo i calcoli di Chris, in quel preciso momento dovresti essere in mezzo al mare a nuotare per raggiungere la costa. Non avresti dovuto rimettere i piedi su Wawanakwa. E invece dopo essere stato sparato da una catapulta meno di qualche ora prima, hai deciso di tornare indietro. Ann Marie ti ha detto che sei pazzo. Forse lo sei.
- Ne vale il rischio? – ti chiedi. La tua risposta è quasi automatica: sì. E comunque sei già lì, non ne vuoi neanche sapere di tornare indietro e rinunciare a tutto. Anche perchè il giorno è quello.
Il cuore ti batte così forte che pensi ti possa uscire dal petto. Con passo silenzioso, pregando di non urtare nulla, ti decidi finalmente ad entrare nella parte femminile della casetta. E la vedi.
Distesa sul letto, addormentata, con addosso una coperta che per metà è caduta sul pavimento. Ti fermi un attimo ad osservarla. È stesa a pancia in giù e indossa un pigiama abbastanza largo di colore blu. Ti accorgi che porta, anche mentre dorme, quel fischietto, quasi come fosse una collana. I capelli corti biondi sono sparsi intorno al suo volto, che guardi stupito. Ha un’espressione triste e la faccia è rigata di lacrime. Che forse...? Una domanda non fa a meno di passare per la tua testa.
Le dispiace? Jo... Jo, la tua Jo, come vorresti che fosse, ha pianto? Non riesci a crederlo.
Lei ti ha colpito fin dal primo giorno sull’isola. Sicura di sè, invincibile, forte e... bellissima. Anche se nascondeva il suo vero aspetto sotto uno da maschiaccio. Ma uno dei motivi per cui ti piace è proprio quello. Sei sicuro che il tuo cuore abbia mancato un battito, la prima volta che l’hai vista. Ma non hai avuto il coraggio di dirle tutto ciò. L’hai sempre sfidata e lei ti ha sempre battuto. Avresti voluto fare qualunque cosa per lei, ma quasi sempre era lei a non avere mai bisogno di nulla da parte degli altri. Perchè non sei mai riuscito a dirle cosa provavi? Te lo chiedi, adesso, dandoti mentalmente dell’idiota. E la tua ragione dice anche che dovresti essere arrabbiato con lei, perchè ti ha eliminato. Ma non ci riesci, per qualche motivo.
Sono solo i segni delle sue lacrime a bloccarti. Qualche giorno prima, avevi pensato che se qualcuno l’avesse fatta piangere, tu glielo avresti fatta pagare. Certo, era totalmente improbabile come ipotesi, ti eri reso conto subito dopo, in fondo si trattava di Jo. Ed adesso ti chiedi che... Se Jo aveva pianto per te... Come diavolo fai a farla pagare a te stesso?
Non prendi neanche in considerazione il fatto che lei abbia pianto a causa di qualcun’altro all’infuori di te. Lightnig, no è troppo stupido, non ha nemmeno capito che Jo è una ragazza e poi cosa potrebbe fare per farla piangere? I concorrenti dell’altra squadra? No, Jo non se ne cura, e anche se lo facesse, sicuramente non piangerebbe per quello. Lei non è una di quelle ragazze fragili che alla minima cosa si disperano.
Rimane una sola opzione. Tu.
Quasi non ci credi.
Per questa scoperta cambi momentaneamente idea. Potresti rimanere lì fino alla mattina, fino a quando lei si sveglierà.
Ma subito dopo pensi che non lo puoi fare. Le sue lacrime sono state versate in silenzio. Anche se tu mancassi a Jo, lei non l’ammetterebbe mai. È troppo orgogliosa, ti dici.
Meglio fare ciò per cui sei andato fin lì e poi sparire.
Metti la piccola scatoletta che hai tenuto in mano fino a quel momento sul comodino vicino al letto della ragazza. Di fianco appoggi il tuo biglietto, che hai scritto giorni prima. Alla fine tutto ciò che volevi dirle e che non avevi potuto o non eri stato capace, l’avevi scritto.
Sistemi la sua coperta e esci silenziosamente come sei entrato, ma ti volgi indietro per lanciarle un ultimo sguardo.
- Spero di rivederti presto – sussurri, mentre ti volti. Non riesci nemmeno ad essere arrabbiato con lei. Forse lo sei stato per un attimo, ma subito dopo aveva cominciato già a mancarti tutto quando: le sfide, le tue sconfitte e le sue vittorie.
Arrivi al molo. Non hai voglia di rifare tutta la strada a nuoto, prendi una barca, se così la puoi definire, è un mezzo catorcio, per andartene. Non ti importa molto il fatto che è di Chris. Tornerai a casa.
Ma mentre ti allontani dall’isola, hai gli occhi annebbiati di lacrime.

*****

La ragazza si svegliò solo un paio di ore dopo la visita notturna nella sua stanza. Sentì il cuscino bagnato. Sì, lei aveva pianto e, no, non lo ammetterà mai.
Si limitò a girare il cuscino dall’altro lato, senza alzarsi dal letto ne scostare la coperta. – Come nascondere le prove, eh? – pensò, mentre un sorriso allo stesso tempo malinconico e ironico le attraversava il viso. Nessuno doveva sapere delle sue lacrime.
Stupida. Si, lei si sentiva così. Dopo che Brick era stato lanciato da Chris, aveva realizzato che aveva eliminato una persona importantissima. Per un milione di dollari.
- Bhè, per vincere, aver eliminato Capitan Piscina è il prezzo da pagare. – aveva detto la sera precedente.
Sbagliato. Non le era servito molto tempo prima di pentirsi di tutto. Brick era stato il suo sfidante, il suo alleato e il suo nemico. E anche... Il suo migliore amico.
Jo era divisa. Lei era tosta, era dura, non le era mai importato di nessuno... Lei era lì per vincere. Ma poi aveva incontrato un ragazzo che aveva dimostrato di poter affrontare le sue paure e che aveva tentato sempre di sfidarla pur sapendo che non l’avrebbe mai battuta. Però ci provava ogni volta e non ne voleva sapere di arrendersi.
A lei gli amici non erano mai serviti a nulla. Era capace di fare tutto da sola, non le serviva aiuto.
Però adesso vorrebbe essere confortata. E per di più da colui che lei e quell’altro svitato, quello che non sa distinguere un ragazzo da una ragazza, hanno eliminato.

Dopo essere rimasta qualche minuto a fissare il soffitto, la ragazza decise di alzarsi.
- Strano... – riflettè ad alta voce, mentre scostava la sua coperta – Mi era sembrata che fosse caduta questa notte... Avevo freddo... -
Prese i vestiti appoggiati sulla sedia e si cambiò. Nel frattempo le cadde per terra il fischietto. Il suo filo si era rotto.
- Per forza, - pensò Jo – era tutto logorato... Devo cercare qualcosa per sostituirlo. -
Quando si diresse verso il comodino per cercare uno spago, un qualcosa per da usare al posto del precedente filo, notò improvvisamente la scatola e la lettera.
Stupita, Jo, prese prima la lettera. Nessuno gliene aveva mai scritta una. Di chi poteva essere?
La scrittura, un po’ disordinata e frettolosa la colpì immediatamente.

Per Jo,
so che se avessi incominciato con “Cara Jo”, tu avresti bruciato subito questa lettera senza neanche leggerla. Avresti detto che è fru fru.
Io.. Emh.. Avrei voluto dirtelo di persona, ma non ce l’ho fatta. Jo, il fatto è che... Tu mi piaci. Fin dal primo momento che ti ho vista. So che tu pensi che l’amicizia, e soprattutto l’amore, siano delle cose stupide, ma sei la migliore amica che io abbia mai avuto.
Anche se tu non vorrai accettarmi come amico adesso, ricordati però che io rimarrò sempre per te.
A proposito, ho scoperto che domani sarà un giorno importante per te. Cioè, non domani, se tutto va per il verso giusto tu leggerai questa lettera il giorno stesso. Percio, ti prego di lasciarmelo dire, Buon compleanno Jo, ti voglio bene.
Brick


La ragazza represse un moto di stupore. Era passato tantissimo tempo dall’ultima volta che qualcuno le aveva fatto gli auguri di buon compleanno. E ancor più tempo da quando qualcuno l’aveva definita la propria migliore amica.
Appoggiò la lettera e prese la scatolina. La aprì abbastanza velocemente. Jo vide dapprima un altro bigliettino, poi una lunga catenina grigia e resistente. Sarebbe stata perfetta per rimpiazzare il vecchio filo del suo fischietto, pensò la ragazza.
Dopo aprì il bigliettino:

Ho notato che il filo del tuo fischietto era molto consumato... Spero che questa ti possa servire. So che non è il migliore dei regali da potersi aspettare ma mi sono dovuto arrangiare con quello che ho trovato sull’isola. Ancora tanti auguri!

Jo preferì non pensare a nulla. Prese la catenina e la utilizzò per il suo fischietto.
Un sorrisetto increspò le sue labbra. Capitan Piscina, anzi, Brick, ce l’aveva fatta. Aveva trovato il coraggio. Jo non avrebbe potuto essere più orgogliosa di lui. Aveva imparato alla fine.
E in fondo, forse anche lei gli voleva un po’ di bene.
Si diresse verso il confessionale e disse solo queste parole: - Ehi, se mi stai sentendo, vedi di non andartene, rimani in zona e aspettami. -

******

Due giorni dopo:

-AAAAAAAAAAAAAA!!-
Senti l’ennesimo urlo e il rumore di una persona che cade in mare. Chi era stato eliminato stavolta? Sempre usando la barca che avevi recuperato quella notte, avevi trovato in mare prima Dakota e Sam, poi Mike.
A chi era toccato stasera fare il volo della vergogna?
Provi a dirigerti verso il luogo dove hai sentito provenire il tonfo, ma all’inizio non vedi nessuno. Oltretutto Chris ha l’abitudine di catapultare i concorrenti di sera, quando fa buio.
Nei due giorni precedenti hai cercato di superare la tua paura. In fondo non eri tornato all’isola in piena notte seguendo solo la luna? E poi, dopo aver visto il filmato di Jo nel confessionale ti eri promesso che non ti saresti allontanato. Per lei. Perchè quando la ragazza, eliminata o vincitrice, se ne andrà dal campo, tu vuoi essere lì. Perchè con quelle poche parole, senti che lei ti ha detto tutto.
- Mettimi giù, aragosta pervertita! – senti urlare.
Tu riconosceresti quella voce tra mille.
- Jo! – gridi, mentre cerchi di scrutare il mare per trovarla.
Ti giri e davanti ai tuoi occhi (si, era proprio dietro di te) vedi un’aragosta gigante viola (si, hai visto bene, è viola). Accidenti a Chris e ai suoi rifiuti tossici.
Ti sembra che l’aragosta stia tenendo un qualcosa tra le chele. Sforzi un attimo la vista: una figura si muove e sta cercando di prendere a pugni il crostaceo.
Jo.
Non pensi, levi velocemente gli stivali e la maglietta e ti tuffi in mare. L’impatto con l’acqua ti toglie il fiato. E poi tutto è così oscuro....
Nuoti verso di lei, più velocemente che puoi. Devi trovare il punto debole di quella aragosta.
Ok, l’hai fatto.
- Lasciala andare! – urli, mentre tiri un pungo fortissimo sulla pancia del crostaceo, sull’unico punto non ricoperto dal guscio. Quasi non riconosci la tua voce. Ti sembra di essere invincibile.
L’aragosta emette un verso stranissimo per il dolore e molla la ragazza che aveva intrappolato. Che cade proprio sopra di te.
Prendi la ragazza semi-svenuta e la porti sulla barca. Parti a tutta velocità, seminando indietro il crostaceo gigante.

********

Jo aveva visto come ultima cosa Brick. Dopo aveva avuto la sensazione di essere portata fuori dall’acqua. Da lì in poi non ricordava più nulla, fino a che non si era svegliata in un letto di un pronto soccorso.
Quando chiese informazioni, un infermiere le disse che era stato un ragazzo alto, con i capelli e gli occhi scuri, a portarla lì.
- Brick! – pensò la ragazza.
A Jo si era incrinata una costola a causa dell’aragosta viola, ma del ragazzo non sapeva nulla, solo che era in infermeria. Che gli fosse successo qualcosa di grave?

*******

- Jo? – chiami, entrando nella stanza dove sai che hanno portato la ragazza. Circa venti minuti prima ti hanno detto che si è svegliata, ma hai dovuto aspettare che finissero di fasciarti la mano, perchè tirando il pugno all’aragosta, ti sei fatto malissimo anche tu.
Jo ha gli occhi chiusi, ma capisci ugualmente che è sveglia. Sospira, sentendoti venire vicino a lei.
Apre gli occhi, li richiude subito dopo e comincia a dirti: - Brick... –
- Sono qui. – dici, mente realizzi che quella è una delle rarissime volte che lei ti chiama con il tuo nome e non con un odioso soprannome.
- Ecco... Credo di dovertelo dire... Mi dispiace di averti fatto eliminare... Anche perchè prima mi hai salvato quando avresti potuto lasciarmi lì e mi hai aiutato e... -
- Jo. – la interrompi, mentre ti avvicini a lei.
Aspetti che, non dicendole più nulla, lei apra gli occhi. Infatti poco dopo si decide a riaprirli e la prima cosa che vede è il tuo volto a pochissimi centimetri dal suo.
Senza dire altre parole, ti avvicini sempre di più a lei. Non pensi e soprattutto non credi che ci siamo parole che dovresti dirle in quel momento. È una cosa che vuoi fare da tantissimo tempo.
Con ogni buona probabilità sei arrossito tantissimo. La baci sulle labbra. Senti che Jo all’inizio si contrae stupita, poi si lascia trascinare da quel bacio. Non potrai mai dimenticarlo, anche perchè è il tuo primo bacio. Sai che anche Jo non hai mai baciato un ragazzo. Ti piace l’idea di essere tu il primo. Senti non solo il tuo cuore, ma anche quello di Jo, battere all’impazzata.
Pensi che sia il giorno più bello di tutta la tua vita.

**************

Epilogo:

Due anni dopo. Brick e Jo hanno 18 anni.
A casa dei genitori di Calamity e della Recluta arriva una mail.
Contiene un’immagine che mostra i due ragazzi mentre si stanno lanciando con il paracadute. I vestiti sono un po’ strani, molto probabilmente opera di Brick.
Sforzando un po’ la vista, si può vedere che Jo porta al dito un anello da fidanzamento.

Il momento più bello secondo Jo è stato quando Brick le ha chiesto di sposarlo.
Per il ragazzo invece è stato il loro primo bacio. A cui se ne sono susseguiti tanti altri, tutti con la stessa magia.



Angolino dell'autrice:
è la mia prima ff di a tutto reality! accetto anche critiche e consigli, ma spero vi sia piaciuta! ditemi cosa ne pensate!
Zolie



  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: Zolie