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Autore: xjonaswhore    19/03/2012    3 recensioni
sentirsi persi, non sapere più chi si è.
Accorgersi che tutto quello in cui si ha creduto fin lì è una completa e totale stronzata. Toccare il fondo, ed avere un disperato bisogno di qualcuno, qualcuno che ci dia una buona ragione,per continuare a lottare.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Nick Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le facce sconvolte della sua famiglia erano un qualcosa che Nicholas non si sarebbe dimenticato tanto facilmente.
Con la mano appoggiata alla schiena di Stephanie guardava sua madre, che cercava in tutti modi di nascondere il suo sopracciglio alzato in segno di disaprovazione, guardava la faccia paonazza del padre, Kevin che spostava gli occhi da lui a Stepahnie ad intermittenza, Danielle che ridacchiava; ma più di tutti, guardava Delta, il cui viso aveva assunto una delicata sfumatura di rosso che non prometteva nulla di buono.
< lei chi è? > chiese, senza sforzarsi di essere gentile.
Con la coda dell’occhio vide Stephanie sorridere < Sono Stephanie, un’amica di Nicholas! Tanto piacere >
La sua voce roca sembrava aver sconvolto Mamma Jonas ancora più dei capelli o del piercing al naso.
L’unico a non sembrare sconvolto era Joe, che se la rideva sotto i baffi.
Nicholas gli rivolse un breve sorriso prima di sedersi a tavola, in mezzo a Delta e Stephanie.
Per tutta la durata della cena un leggero velo d’imbarazzo ricoprì ogni conversazione, e gli occhi di tutti continuavano a saettare verso Stephanie, che nonostante tutto sembrava perfettamente a suo agio e sembrava aver preso in simpatia Danielle.
Mamma Jonas faceva di tutto per oscurare Stephanie e mettere in luce Delta, ma le continue risate da parte di Danielle e della bionda rendevano la cosa quasi impossibile.
Nick, con un sorriso sorione stampato in faccia, si stava divertendo più di tutti a quel tavolo.
Intento a giocare a darsi i calci sotto il tavolo con Joe, vedeva lo sguardo furente che sua madre gli riservava, e quello carico di rancore di Delta, e si sentiva soddisfatto.
Perché per le prima volta avevano capito che non era invisibile, che dovevano ascoltarlo.
Per la prima volta, non si comportava da ragazzo perfetto davanti ai suoi genitori, e la cosa gli dava una strana sensazione di potere.
Come se potesse fare tutto.
 
 
 
 
 
Finita la cena, e riaccompagnata a casa Stephanie, Nick stava pensando ad un modo per evitare di tornare a casa.
Casa voleva dire Delta, e di sicuro lei non gliel’avrebbe fatta passare liscia.
Per questo, dieci minuti dopo parcheggiò davanti a casa di suo fratello, suonando il campanello e sperando che non fosse in giro per locali.
Quando suo fratello aprì la porta qualche secondo più tardi, Nicholas non potè fare a meno di sorridere.
< potresti ospitarmi? > chiese, con la faccia da cucciolo migliore riusciva a fare.
Il maggiore rise < paura di tornare a casa? >
< esattamente >
Joe rise di nuovo e si sporse per farlo passare.
Nick buttò la tracolla e il giubbotto sul divano, per poi voltarsi verso il fratello < non è che avresti una tuta da prestarmi? >
Quello annuì e si diresse verso la camera, seguito dal riccio.
Estrasse un paio di pantaloni a caso e li lanciò al fratello, che, impreparato, se li vide finire in faccia.
< sei uno stronzo > decretò, mentre l’altro si rotolava a terra dalle risate.
Risate che si spezzarono bruscamente quando Joe vide Nick iniziare a slacciarsi i pantaloni proprio li, davanti a lui.
Fingendo di alzarsi per cercare anche lui un pigiama, non potè fare a meno di soffermarsi a guardare il fratello.
Ma era suo fratello cazzo.
Si girò di scatto, fingendo di non essersi nemmeno accorto di quello che era appena successo, e a sua volta si sfilò i pantaloni per mettere poi quelli del pigiama.
Quando si girò un sorriso spontaneo si formò sul suo volto.
Nicholas si era buttato a braccia aperte e pancia in giù sul suo letto, ignorando la montagna di vestiti che c’era buttata sopra.
< mi stai sfrattando, fratellino? >
Quello rise < no dai. Vieni a dormire con me >
Quelle parole rimasero sospese fra loro due per un tempo che a Joe sembrò interminabile, fino a quando Nicholas aggiunse < come facevamo da piccoli >
Cercando di nascondere la delusione provocata da quelle parole, Joe si distese accanto al fratello, che si era spostato per fargli spazio.
Per qualche secondo si guardarono negli occhi, poi Joe, con ancora l’ombra di un sorriso stampato sul volto, si girò dall’altra parte e spense la luce.
 
Fissava i numeri fluorescenti della sveglia che aveva sul comodino da almeno mezz’ora, cercando di prendere sonno.
La reputava un’impresa alquanto impossibile dato il respiro calmo e regolare del fratello, che riempiva la stanza e che gli ricordava costantemente che Nicholas era li, a meno di due centimetri da lui, con indosso solo del pantaloni della tuta.
Joseph sospirò sconsolato quando Nick, agitandosi nel sonno, finì proprio addosso a lui, circondandogli la schiena con le braccia.
Se non fosse stato che suo fratello stava seriamente mettendo a rischio il suo autocontrollo, Joe l’avrebbe trovata una scena estremamente esilerante.
Si girò lentamente, trovandosi faccia a faccia con Nicholas.
Facendo appello a tutto l’autocontrollo che possedeva, cercò di svegliare il fratello, senza finire in posizioni ancora più compromettenti di quella.
< Nick..! nick! >
Il riccio mugugnò qualcosa, prima di dischiudere lentamente gli occhi.
Joe sorrise intenerito alla vista del fratello che si stropicciava il viso e cercava di abituarsi al buio.
< che c’è? > chiese il minore, che, nello svegliarsi, aveva lasciato andare la vita di Joseph
Per evitare ulteriori situazioni imbarazzanti, quello decise di glissare su quel gesto compromettente
< non riuscivo a dormire >
Nicholas annuì appena, accorgendosi solo ora della distanza minima che c’era fra lui e il fratello.
Joe, che se n’era accorto già da un po’, cercava in tutti i modi di guardare ovunque meno che negli occhi del fratello, ma non potè ignorare i ricci di Nicholas che gli solleticavano la fronte, mentre quello si avvicinava lentamente a lui.
< Nicholas, che diav- >
Ma il minore non lo fece finire < zitto Joe. Voglio solo provare una cosa >
Joe non fece in tempo a replicare che sentì le labbra di Nicholas, quelle labbra che aveva desiderato per così tanto tempo, premere leggere contro le sue.
Cercando di rallentare il battito impazzito del suo cuore, intrufolò le mani tra i ricci di Nicholas, mentre quello si faceva più vicino a lui e approfondiva il bacio.
Una vocina, nella sua testa, continuava ad urlargli che quello era suo fratello, che era off limits.
Ma, mentre ribaltava le posizioni trovandosi sopra di lui, con le mani che vagavano per il suo petto, del fatto che fosse suo fratello gli importava ben poco.
 

 


si lo so, non ho messo la canzone e non posto da una vita.
giuro, GIURO che mi dispiace, ma se mi lascerete qualche recensione giuro che il
prossimo capitolo sarà sublime (?)
vi amo <3
 
 
  
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