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Autore: Giuu    19/03/2012    5 recensioni
Cercò nella tasca della giacca ancora mezza bagnata il pacchetto verde che aveva protetto con tanto riguardo dalla pioggia e lo appoggiò con delicatezza sul divano. Poi si chinò su di lei e, dolcemente, appoggiò le labbra sulla sua fronte, come un ultimo, tenero saluto.
Quella sarebbe stata l'ultima volta in cui l'avrebbe vista, ed era una promessa.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hitsugaya Toushirou, Kurosaki Karin, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Questa storia si svolge appena dopo la saga dei Fullbringer. I due episodi filler in cui si incontrano Shiro-chan e Karin-chan sono compresi nel prezzo(?). ùvù
L'ennesima HitsuKarin che inizio e che mai finirò. =w=
Ci saranno anche altre coppie, ma saranno... come dire, di sfondo... =w=
Abbiamo una Karin confusa, un Hitsugaya premuroso, una Yuzu scrittrice di fanfiction, un Ichigo geloso, una Rukia comprensiva, una Rangiku materna ed un Urahara ed una Yoruichi fanboy/girl.(?!)
Se questa cosa ti turba, ti prego di non leggere.
Perdonate già ora quei dannatissimi errori/orrori di ortografia, le parole dentro alla cazzo che non centrano niente e tutto il resto. Non ho voglia di rileggerlo, sono fatta così. èvé
Grazie per l'attenzione.~

La ragazza calciò distrattamente la palla sporca di fango, fece alcuni passi per raggiungerla e poi la calciò ancora.
Era una giornata stranamente cupa per essere maggio. Era uscita di casa convintissima che il sole che le scaldava la pelle fosse rimasto in cielo a lungo e invece si era messo a piovere e faceva dannatamente freddo.
Prese la palla in mano e, sbuffando, entrò in casa. Lasciò l'oggetto e le scarpe sporche all'entrata e si stiracchiò per poi andare in cucina, dove la sorella armeggiava con i fornelli.
<< Ohi, Yuzu. >> sorrise e le rubò una fetta di pane da sotto il naso.
<< Karin-chan! >> esclamò. << Non dovresti mangiare prima di cena! E vai ad asciugarti, che ti prendi il raffreddore! >> la sgridò lei.
<< Sì, sì. >> diede un morso al pane e guardò curiosa i fornelli. << Cosa stai cucinando? >>
<< Curry! Oggi Ichi-nii deve andare a lavorare, quindi deve avere taaante forze! >> Yuzu sorrise, felice di poter aiutare il fratello in qualche modo.
<< Mh. Io allora vado a fare una doccia. >> finì la fetta di pane e salì lentamente le scale, quasi trascinandosi. Non che fosse stanca, ma la prospettiva di un pomeriggio piovoso a casa da sola non la rendeva proprio felice.
Yuzu andava da un'amica a studiare, Ichigo andava a lavorare e il vecchio era sparito da giorni, rintanato da qualche parte. Aprì la porta del bagno e ci sgattaiolò dentro, cominciando a spogliarsi. Le gambe non erano più piene di lividi e tagli vari, anzi; erano lisce e lunghe, non eccessivamente muscolose per una ragazza che gioca a calcio. Si era allungata, tanto che ormai superava la sorella di cinque buoni centimetri. Aveva anche più curve di lei, malgrado non arrivasse minimamente ai livelli di Inoue. Era felice del suo seno. Non le dava fastidio mentre correva o faceva stretching.
Si tolse la maglietta e l'orologio da polso, appoggiando il tutto su una sedia. Si tolse la biancheria e la lanciò dentro la cesta dei vestiti sporchi, poi entrò dentro la doccia. L'acqua calda le bagnò dolcemente i lunghi capelli e tutta la schiena, facendola rabbrividire. Odiava il freddo, odiava non sentire il calore sulla pelle.
Dopo cinque minuti buoni, cominciò a cercare il suo solito shampoo per i capelli, quello senza alcun profumo femminile dentro e nessun trattamento per le doppie punte e/o per il colore, come quelli della sorella, ma, quando finalmente prese in mano il flacone, notò che era troppo leggero: il suo shampoo era finito.
Provò a chiamare la sorella più e più volte ma, calcolando che era chiusa in bagno, con l'acqua aperta e al piano di sopra era molto difficile che potesse sentirla.
Cercò un altro flacone di shampoo normale, magari anche del fratello o del padre, ma anche quelli erano quasi vuoti: si sarebbe sentita in colpa ad usarli. L'unico pieno era quello di Yuzu, dallo strano colore come quello di una Big Bubble e con su dei disegni di more e una cascata.
<< Come fai a mettere una cascata dentro un dannato flacone lo sanno solo loro. >> sussurrò lottando contro l'istinto di rimettere il flacone al suo posto e uscire dalla doccia così com'era.
Quando aprì il tappo, quasi svenne. Aveva un profumo allucinante, more e muschio, come citava la scritta che Karin si stava imponendo di leggere. Si mise un po' di shampoo sulla mano sinistra e, con una smorfia, cominciò a massaggiarsi i capelli con entrambe le mani. Quando ebbe finito, per non fare un casino con gli odori, prese anche il bagnoschiuma di Yuzu e si lavò con quello.
Si risciacquò più volte, ma il profumo continuava ad essere lì, a fare impazzire il suo naso. Non che non le piacesse, ma non si sentiva la solita Karin. Uscì dalla doccia e si avvolse un asciugamano in testa, poi, prendendo un respiro profondo, uscì dal bagno per poi correre velocemente in camera, lasciando una scia di more e muschio.

<< Karin, semmbra che tu abbia avuto un incidente con i profumi di Yuzu. >> Ichigo guardò la sorella, alquanto perplesso. Erano rimasti tutti in silenzio durante il pranzo, vista l'aura omicida che emanava la ragazza.
<< Fatti gli affari tuoi. >> ringhiò lei finendo il riso e stringendo le bacchette fin troppo forte.
<< Karin-chan, non devi per caso uscire, oggi? >> le domandò Yuzu, cominciando subito a fantasticare su Karin e la sua vita amorosa << Ah! Forse vuoi che ti trucco! Posso prestarti una gonna, se vuoi! >>
<< NO! >> ringhiò lei, con le guance leggermente rosse.
<< La mia Karin-chan ha un ragazzo e non mi ha detto niente...!! Waaahhh!! Mi farai diventare nonno prima di quel verginello di Ichigo...!! >> Isshin saltò praticamente addosso alla figlia, stritolandola in un abbraccio fin troppo affettuoso per i suoi gusti.
<< Ehi! >> si lamentò Ichigo leggermente rosso, prima di vedere la figura del padre volare dall'altra parte della stanza, vicina alla gigantografia della defunta madre.
<< Masakiii!!! Nostra figlia ha un destro degno di un pugile...!! >> piagnucolò lui aggrappato al poster.
Ichigo sospirò e aiutò la sorellina minore a sparecchiare, ignorando i lamenti che provenivano dal vecchio.
<< Karin-chan, smettila di picchiare papà! Non ti profumi mai, è chiaro che ci facciamo delle domande! >> Yuzu diventò seria, ma subito dopo si trasformò e diventò una specie di fangirl. << Ti prego, posso truccarti? >>

Karin si guardò allo specchio, quasi schifata. Quella non era lei. Non poteva essere lei. I capelli lisci come la seta ricadevano sulle spalle e le gambe lunghe erano scoperte.
La camicia bianca e la gonna - sì, quel diavolo di sua sorella le aveva addirittura messo una gonna - le fasciavano per bene il corpo, facendo risaltare le curve.
Sembrava molto, molto più grande di quello che era.
<< Yuzu, ti odio. >> bofonchiò chiudendo gli occhi cerchiati dalla matita leggera e dall'ombretto viola. Le unghie, addirittura le lunghie erano state curate e tinte di nero.
<< Mi sento una segretaria! >> urlò al vuoto della casa, sentendo l'eco della sua voce.
Era sola. E non capiva perchè non si era ancora struccata e svestita. Si specchiò e si toccò le labbra rosee, risparmiate dal rossetto perchè aveva bevuto più volte l'acqua.
Si lasciò cadere sul divano e accese il televisore. I capelli le davano fastidio, sciolti: doveva tagliarli. Si alzò, si avvicinò ai mobili della cucina, prese la forbice e...
E il campanello suonò.
Sbuffò e appoggiò le forbici sul tavolo. Non aveva la minima idea di chi potesse essere, in quella piovosa giornata di maggio.
<< Chi è? >> domandò aprendo la porta.
<< Oi, Kurosaki. >>
Toshiro la guardava dalla porta, bagnato dalla testa ai piedi. Era cresciuto anche lui, anche se lo sguardo serio e superiore era sempre stampato sul suo viso.
<< Toshiro?! >> domandò lei, sorpresa. Si era aspettata tutti, ma non lui.
<< Hitsugaya. >> la corresse lui, con una nota di nervosismo nella voce.
<< En... entra pure, sei completamente bagnato! Vado a prenderti un asciugamano. >> lo lasciò lì e corse via, su per le scale, raccattando il primo asciugamano pulito trovato. Appena raggiunse il ragazzo, gli mise l'asciugamano in testa e lo sfregò, aumentando il nervosismo che già Toshiro aveva.
<< Kurosaki! >> la allontanò un attimo e la guardò, contrariato. Poi prese il panno e cominciò ad asciugarsi i capelli da solo.
Karin alzò un sopracciglio, poi accennò un sorriso. Era sempre serio, in qualsiasi occasione, e non amava il contatto fisico.
Si erano incontrati qualche volta, dopo l'attacco a casa di quella signora anziana, amica di Toshiro. Avevano sempre giocato a calcio fino allo sfinimento, poi avevano mangiato un panino e, al tramonto, lui spariva come era arrivato.
Le visite erano diventate sempre meno frequenti, tanto che lei non sperava più che arrivasse.
La ragazza si diresse verso il salotto, immersa nei suoi pensieri.
<< Come sei vestita? >>
Karin ringraziò mentalmente gli dei per essere di schiena, visto che era avvampata improvvisamente senza riuscire a capire il perchè. << È c-colpa di Yuzu. Vado a prenderti dei vestiti di Ichi-Nii, okay? >>
Hitsugaya guardò la sua figura allontanarsi e poi sospirò << ...Sì, grazie. >>

Si erano ritrovati uno sul divano e l'altra a terra, con un joypad in mano ciascuno, gicando alla playstastion come dei forsennati.
Anzi, l'unica che si stava impegnando davvero tanto era Karin, che non capiva come Toshiro potesse batterla malgrado dicesse di non averci mai giocato. Hitsugaya era rilassato in mezzo ai cuscini e premeva, quasi annoiato, i tasti.
<< Ma non è giusto! >> ruggì lei all'ennesima sconfitta, guardandolo in cagnesco.
Lui fece spallucce e si stiracchiò, anche se era decisamente soddisfatto. Era divertente guardare Karin imprecare e schiacciare con forza i tasti, come se, facendo così, la sua macchina andasse più veloce.
<< Waaah! >> la ragazza si stiracchiò e si appoggiò al divano, ancora da seduta. Era strano vederla con quei vestiti formali, visto che solitamente amava stare comoda, anche se doveva ammettere che era molto, molto bella così.
Ricacciò quel pensiero nell'angolino più buio del suo cervello, così si alzò e andò in cucina. << Vuoi da bere, Kurosaki? >>
<< Ti ho già detto di chiamarmi Karin! >> urlò lei per farsi sentire. << Se mi porti un bicchiere d'acqua mi fai un favore! >>
Karin... Quel nome lo faceva sussultare ogni volta che lo sentiva. Era bello, secondo lui. Le calzava a pennello. Gli ricordava i suoi capelli neri come la pece, i suoi occhi grigi come il cielo di quella giornata... Scosse la testa. Non doveva pensarci. Karin era umana, avrebbe vissuto una vita da umana, si sarebbe sposata con un umano, avrebbe avuto dei figli umani, sarebbe invecchiata e poi morta, come ogni umano faceva.
Ci mise parecchio tempo a preparare due bicchieri d'acqua, calcolando che stava lottando contro sè stesso dall'uccidere l'umano immaginario che si stava creando nella sua testa al fianco di Karin.
Quando tornò in salotto, la ragazza dormiva beatamente con il joypad accanto e la bocca socchiusa.
Sorrise, appoggiando sul tavolino entrambi i bicchieri. Era ora di tornare alla Soul Society.
Cercò nella tasca della giacca ancora mezza bagnata il pacchetto verde che aveva protetto con tanto riguardo dalla pioggia e lo appoggiò con delicatezza sul divano. Poi si chinò su di lei e, dolcemente, appoggiò le labbra sulla sua fronte, come un ultimo, tenero saluto.

<< Auguri in anticipo, Karin. >> sussurrò.
Quella sarebbe stata l'ultima volta in cui l'avrebbe vista, ed era una promessa. 
 
  
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