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Autore: CherryBlossomHime97    21/03/2012    4 recensioni
Il Sole stava sorgendo di nuovo, una nuova alba. Tsunade rise, quasi in modo isterico, dello scorrere del tempo: il fatto che non fosse entrato nessuno nel suo ufficio dal tramonto  fino a quel momento era alquanto sospetto. [..] .Si avviò di nuovo verso Naruto, decisa a svegliarlo con i suoi baci caldi. Il giovane, dopo aver brontolato un po’, si decise ad aprire gli occhi e sorridendo allegro accolse Tsunade sul suo petto.
-Hai paura, Naruto?-
-Di cosa?-
-Del futuro, di questa guerra-
-Nha, sono tranquillo, questo mondo non si sbarazzerà tanto facilmente di me- e rise, una risata allegra, pura che contagiò la donna e la rese più serena.
Questa storia partecipa al contest : Crack Paring- Una lettera, un numero.
Paring : Naruto \ Tsunade ... per chi vuole leggere qualcosa di nuovo!
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Tsunade
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden, Contesto generale/vago
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                                                                                                                                                  Tramonti e Albe Cremisi.

La paura della morte è sempre stata viva negli uomini. Da che mondo e mondo, tutti almeno una volta, ci siamo soffermati sul suo significato, magari qualcuno ha addirittura pensato a qualche modo per combatterla. Ed alcuni ci sono riusciti : ci sono formidabili (e impure) tecniche ninja per ridare l’alito di vita a chi ormai non lo possiede più. Ma se c’è davvero qualcosa che rende vana la morte, bhe quelle sono le imprese degli uomini. I grandi guerrieri antichi , come Achille o Ercole, preferivano compiere atti eroici e morire, poiché erano certi che il loro nome sarebbe stato ricordato in eterno dai loro cari, da altri uomini e da qualche folle scrittore che sarebbe stato pronto a raccontarne le gesta.

 


Cos’è realmente il Sole?

 Sul mondo albeggiava la Quarta Grande Guerra Ninja. Due uomini, due Soli opposti accumunati soltanto da un dolore profondo, combattevano in una radura che sembrava solo un illusione. Ma non lo era. E non lo era nemmeno la vicinanza della morte stessa. Bhe, uno di loro prendeva la cosa molto meno seriamente dell’altro, sperando di convincerlo a ritornare a casa.
                                           


 -Ti vedo in forma, Sas’ke-
-Lo sono, dobe- affermò il mio migliore nemico prima di dirigersi verso di me, lo sharingan attivo e una scarica di fulmini in mano.
-Lo vedo- dissi schivandolo –Vedo anche che sei miglior…-
-Sai qual è il tuo problema, Naruto?- mi chiese stufo di quel mio schivare senza reagire.
-Sono fastidioso?-
-No, parli troppo- e si scagliò di nuovo contro di me.
-E sai qual è il tuo, amico mio?-
Lui si fermò un attimo ed alzò un sopracciglio, il suo volto era una maschera che non tradiva alcuna emozione.
-Hai la mania di voler uccidere la gente- dissi, esprimendo il concetto alla meglio.
Sasuke puntò i suoi occhi rossi nei miei. E, mi sembrava, che quegli occhi mi stessero mano a mano risucchiando l’anima, e che mi trascinassero in un luogo dove il Sole non sorge mai.
-…soprattutto chi tiene davvero a te- aggiunsi, questa volta serio.
-E chi sarebbero questi sciocchi?- la voce gelida.
-Lo sai benissimo, teme-
Sbuffò. -In questo macchia di universo tutti tradiscono tutti, tutti possono uccidere tutti, gli affetti passano in secondo piano-
-Non è vero, ti sbagli-
-La tua visone delle cose è troppo ingenua-
-Almeno la mia visone delle cose non è dettata dall’odio-
-Già, e iltuo non odio ti porterà alla morte-
-Per mano tua?- chiesi scettico solo per farlo innervosire.
-Estremamente probabile- confermò il moro, immobile al centro della radura.
-Io non ti tradirei mai, Sasuke- non sapevo bene perché avessi pronunciato quella frase. Volevo rassicuralo, una seconda possibilità è offerta a tutti, volevo fargli capire che lui si stava sbagliando.
-Ma io ti ho tradito-
-Non m’importa-
-Quando ti sveglierai, eh dobe? Io non cambierò idea. Devo e voglio ucciderti. Non hai mai pensato che ciò che sei disposto a fare per le persone non è ricambiato?-
-Lo penso sempre-
-Ed allora perché non pensi che qualcuno ti tradirà sempre? Esiste davvero qualcuno che non ti tradirebbe mai, Naruto?-
Rimasi spiazzato. Il suo tono la face sembrare una domanda retorica, una domanda la cui risposta faceva male “Tutti tradiscono tutti”. La voce dell’Uchiha era come il raro vento che a primavera strappa tutti i fiori di un albero, lasciando il vuoto. E quella domanda lasciò il vuoto anche dentro di me. Pensai a Sakura, ma poi, quando incrociai di nuovo gli occhi di Sasuke, capì che lei avrebbe potuto tradirmi per qualcun altro. Pensai al maestro Kakashi, a Hinata, a Jiraiya e alla fine pensai anche a lei. Era lei la risposta alla domanda. Ma l’Uchiha non mi diede il tempo di pronunciare il suo nome, che di nuovo mi si avvicinò, ed io impotente, mi persi nel suo Sharingan.
 


“Ecco di nuovo la pioggia 
che cade dalle stelle 
immerso di nuovo nel mio dolore 
Diventando chi siamo.
Come la mia memoria si riposa 
Ma non dimentica mai quello che ho perso”

 
Naruto aprì gli occhi nel buio di una stanza. Fuori, una pallida e ingenua Luna rischiarava lo scorcio di letto sul quale era steso. Quella Luna timida gli illuminava gli occhi cerulei, quasi volendo prendersi gioco di lui, dicendogli che lei sapeva cosa era successo. Ma anche quella stupida Luna, in realtà, era all’oscuro della verità e invano tentava di rischiarare un notte che pareva troppo nera.
-Era solo un sogno, solo un sogno…- sussurrò Naruto, quasi per auto convincersi. Nella sua voce un velo di amarezza.
-Ti sei svegliato, finalmente…- La sua attenzione fu richiamata da una voce nell’ombra, una voce che sembrava gentile, proprio come i fiori che a primavera sbocciano su un albero. Era lei, era Tsunade.
-Finalmente? Quanto ho dormito?- chiese, forse accorgendosi improvvisamente dell’inesorabile scorrere del tempo.
-Hai dormito 3 giorni, ed hai ancora bisogno di riposo- affermò sicura la donna,avvicinandosi all’unico letto della piccola stanza.
-Voglio andare a casa!- si lamentò con un tono infantile, mettendosi sulle ginocchia.
-Quest’ospedale è meglio di casa tua- ghignò la donna.
-Sono uno tosto io, non voglio restare ancora qui!-
-E invece ci resterai!-
-Ho detto di no- e fece per alzarsi, ma una mano gli si posò decisa sul petto per bloccarlo.
-Lasciami andare, vecchiaccia!-
-Ritiralo subito!-
-Voglio uscire!-
- È notte fonda! -
-Voglio uscire lo stesso!-
-Non ci riuscirai-
-Scommettiamo?- e sorrise.
-Mmmh, furbo da parte tua, ma guarda che sono migliorata al gioco!-
-Si, come l’altra volta che mi avevi detto che eri diventata più femminile!- e rise come un bambino. Ma smise subito perché avvertì sul capo unaleggera pressione. Un pugno che lo stese di nuovo sul letto.
Naruto sbuffò, brutto vizio.
-Almeno mi dici come sono finito qui?-
-Ma come non lo ricordi?-
-Ho un vuoto-
-Non che sia una novità…-
-Ehi! Allora?-
-Diciamo che sei sempre il solito irresponsabile, e che ti farai uccidere un giorno di questi-
Naruto si portò una mano dietro la nuca e si grattò il capo –Che ho combinato ‘sta volta?-.
-Non ricordi nemmeno che eri in missione con il Kakashi, Sakura e Sai nel villaggio della Nebbia? -
-Ah Ah- fece lui, scuotendo la testa con fare assorto.
-Sakura e gli altri stanno bene?-
-Si, loro non l’hanno incontrato-
-Chi?-
-L’Uchiha- rispose la donna come se fosse ovvio. Poi si accorse dell’espressione interrogativa dell’uomo e continuò -Avete visto Sasuke, e tu come al solito ti sei precipitato ad inseguirlo!-
-Aaah, Che è successo con lui?- chiese l’uomo, animato da una nuova assurda speranza.
-Se tu non lo ricordi, nessuno lo sa. Quando Sakura e gli altri ti hanno finalmente raggiunto eri svenuto per terra, e di Sasuke non c’era nemmeno l’ombra. Strano che ti abbia lasciato in vita.-
Naruto apprese quelle ultime notizie con più lentezza del solito, sforzandosi di ricordare qualcosa, qualunque cosa. Ma quell’ultima frase lo tormentava “strano che ti abbia lasciato in vita”.

 
 

Un Sole rosso cremisi faceva di quel tramonto un vero spettacolo. Un Sole così rosso che sembrava aver acquistato la consapevolezza della guerra imminente, e che volesse mettere in guardia gli uomini .“Vivete più tramonti possibili, e fate sempre che quello che vedete non sia l’ultimo” sembrano urlare i suoi raggi. Certo, era facile parlare per il Sole, che sedeva nel cielo immenso, molto difficile invece era per gli uomini, che presi dalle loro frenetiche vite, tralasciavano spesso le cose più importanti. Naruto Uzumaki, si era ripromesso più volte, che non avrebbe fatto quella fine. Avrebbe visto tanti meravigliosi tramonti, avrebbe visto la fine di tanti Soli, e quei Soli poi l’avrebbero accompagnato nelle guerre, e l’avrebbero condotto alla vittoria, verso l’Alba. Ma cos’è realmente il Sole? Fuoco vivo che brucia ininterrottamente idrogeno, sogni e speranze? Luce che rischiara la notte, ma che alla fine le cede sempre il posto? Una stella che più di ogni altra è decisa a rischiarare i nostri momenti bui? O, più semplicemente, il suo Sole era lei? Lei che brillava, si, i suoi dolori, le sue gioie passate, le sue lacrime brillavano di una luce che faceva così male, una luce dello stesso colore del sangue. Una luce così finta, illusoria, ma questo lui non poteva ancora saperlo.

 
 


Cinque, quattro giorni dopo…sinceramente è così difficile misurare il tempo.

-Di cosa vuoi parlarmi Tsunade-baa-chan?- chiese ingenuamente Naruto, entrando quasi urlando nell’officio del Hogake.
- È una cosa seria-
-Cosa?-
-È guerra- disse lei, pratica, quasi volendo stroncare il più velocemente possibile tutta la sua felicità.
-Come sarebbe a dire, è guerra?!- domandò lui, avvicinandosi a Tsunade e chiudendo la porta dell’ufficio con forza. Lei gli dava le spalle, lo sguardo perso in un punto indefinito del cielo.
-Dobbiamo prepararci, manca poco- si girò verso di lui, il volto schiacciato dalla tristezza. La guerra fa paura a tutti, anche ai più forti. La guerra distrugge tutto : le nostre credenze, le nostre convinzioni, tutto. Anche se solo la vicinanza della fine ci fa cogliere davvero ogni gesto, ogni sguardo, ogni persona.
-Di cosa hai paura, vecchiaccia? Ce la faremo anche questa volta!- disse lui, iniziando a ridere. Tsunade sorrise, sia perché Naruto era davvero bello quando rideva, sia perché era un vero idiota.
-Non ho paura- sussurrò -Sono davvero una vecchiaccia, eh?- chiese rassegnata, tanto per sdrammatizzare.
-Bhe, dipende dai punti di vista-
-Quali punti di vista?- chiese lei insospettita
-Ecco…- fu l’unica risposta dell’uomo. Se avesse detto “di certo le vecchie hanno dei seni molto meno sodi” si sarebbe beccato un altro pungo. Se le avesse detto che era una vecchia zitella acida, se possibile, il pungo sarebbe stato anche più forte.
-Non importa- disse lei dopo un po’, e rivolse di nuovo lo sguardo al cielo. -Secondo te esiste qualcosa dopo questo?-  .“Stupida” pensò. Si ritrovava a fare domande sul senso della vita a un baka molto, troppo, più giovane di lei. Sconsolata e certa di non ricevere alcuna risposta accettabile, prese la bottiglia di vodka dal davanzale e si portò quell’ambrosia alla bocca. Tanto meglio che ci fosse anche Naruto, non le avrebbe permesso di ubriacarsi.
-Non lo so, ma sono le cose che facciamo che ci fanno vivere anche dopo-
-E se non facciamo niente di speciale?- chiese nuovamente. Si riportò alle labbra la bottiglia di vodka.
-Bhe, in quel caso ci sarà sempre qualcuno disposto a ricordarci, a farci vivere in lui-
-Qualcuno di cui fidarsi?-
-Si, qualcuno che non ci tradirebbe mai- e sorrise. Naruto sembrava non rendersi conto del vero significato della parole che pronunciava. Quella per lui era solo un’altra avventura, un’altra guerra da combattere prima contro se stesso e poi contro il mondo, era solo un nuovo modo per incontrare Sasuke e per riportarlo a casa, un qualcosa per migliorarsi ancora e ancora, una nuova sfida contro il Kyuubi. Solo un piccolo spazio razionale della sua mente gli ricordava che , forse, in quella guerra avrebbe potuto perderla.
-Se io muoio, se Madara dovesse uccidermi tu…-
Naruto scoppiò a ridere. –Ma che discorsi fai? E non hai neanche finito tutta la bottiglia, ti facevo più resistente alcol… -
Tsunade rise. – E se dovessi morire davvero? Insomma, sarò in prima linea, voglio essere la prima linea. Non lascerò Madara tutto per te!- affermò con una vena di isterismo nella voce, forse il vodka stava iniziando a circolare nelle sue vene.
-Ehi, sei pur sempre una ninja leggendaria! Di che ti preoccupi?!-
-Del fatto che ci sarà sempre qualcuno più forte di noi-
-E dove sarebbe il divertimento se fossero tutti più deboli?-
-Hai ragione, Naruto- concordò la donna, desiderosa di avere un po’ della spensieratezza del ragazzo.
-Ho sempre ragione- affermò sicuro grattandosi il capo.
-Se, se… ma promettimelo- ordinò un po’ brilla.
-Promettere cosa?-
-Che non mi tradirai mai, che mi ricorderai-
-Lo prometto, se serve a renderti più quieta, ma non ti accadrà niente-
-Perché ne sei così sicuro?-
-Perché combatterò al tuo fianco- disse di nuovo, con quel suo sorriso sornione. Un sorriso che sembrava così fuori luogo mentre il cielo si colorava di rosso a causa di un Sole cremisi, e quasi si poteva già sentire il fruscio dei mantelli dell’Akatsuki.
Tsunade lasciò cadere la bottiglia vuota che si frantumò in mille piccole schegge, mentre la stanza si riempiva di un lieve profumo di vodka. I piccoli cocci di vetro sembravano disegnare strane forme sul pavimento. Erano illuminate da alcuni raggi del Sole, che con la sua luce inondava la stanza di fluorescenti riflessi.
La donna si avvicinò alla sua scrivania e da un cassetto estrasse un'altra bottiglia, uguale alla prima.
-Ne vuoi un po’?-
-Nha, grazie, ne faccio volentieri a meno-
-L’alcol è un ottima cura, dovresti provarlo ogni tanto-
-Non ho niente da curare-
-Tutti hanno qualcosa da curare- affermò la donna, girandosi ad avvicinandosi all’uomo.
Naruto percepiva il respiro caldo di Tsunade sul viso. Quel respiro lo inebriava, lo scombussolava, e lo faceva sentire strano, troppo strano.
-Quando ti perderò, a quel punto avrò qualcosa da curare- le parole gli scivolarono via come acqua dalle mani. Ma era impazzito o cosa? Non lo sapeva esattamente.
Bevve un nuovo sorso, ora mai anche questa bottiglia era a metà. Lentamente si avvicinò alla bocca di Naruto. Egli, per istinto schiuse le labbra e subito sentì il superalcolico entrargli in gola. Quando lei  si allontanò, rossa in viso, forse per l’alcol, o forse per il gesto appena compiuto, le labbra dell’uomo erano ancora bramose di un contatto.
Fu per questo, e per altre milioni di frasi non dette, e per altri milioni di sguardi non interpretati, che Naruto prese tra le mani il volto della sua unica famiglia, la sua unica lei, e con forza lo avvicinò al suo, poggiando le sue labbra su quelle carnose di lei, in un bacio che sapeva di vodka, ma soprattutto di un amore senza senso che entrambi non volevano vivere, eppure non potevano farne a meno.



 

Se qualcuno avesse chiesto a Naruto e a Tsunade quando fosse iniziato tutto, molto probabilmente non avrebbero risposto nemmeno loro. C’è un momento esatto in cui si capisce di amare qualcuno? Quando quel qualcuno diventa il motivo principale dei tuoi stupidi sorrisi, delle tue brucianti voglie, il centro dei tuoi più segreti pensieri, come puoi fermarlo? Loro due avevano combattuto con tutte le loro forze contro quel sentimento. Lei viveva nel terrore di legarsi a qualcuno e di perderlo, di nuovo. Il suo cuore non lo avrebbe mai sopportato. Lui viveva con desiderio di amare qualcuno e di averlo, ma la paura del rifiuto l’aveva da sempre condizionato. Quale destino avrebbe mai voluto vederli insieme? Eppure lì, nell’ufficio dell’Hogake di Konoha, due umani, le cui vite sembravano le storie di due eroi di qualche manga, si amavano.
Se fosse giusto o sbagliato, non importava.

 
 
Tsunade proprio non riusciva ad addormentarsi, benché il respiro tranquillo del suo compagno addormentato fungesse da ninna nanna. Completamente nuda si alzò, prese un vecchio panno e si coprì alla meglio perdendosi di nuovo nell’osservazione del cielo. Lanciò un sguardo a Naruto, che nudo dormiva sul pavimento del suo ufficio. Questa volta si erano proprio lasciati trascinare, saranno state le due bottiglie di vodka. Già, era facile, almeno per lei, dare solo la colpa all’alcol.
Il Sole stava sorgendo di nuovo, una nuova alba. Tsunade rise, quasi in modo isterico, dello scorrere del tempo: il fatto che non fosse entrato nessuno nel suo ufficio dal tramonto  fino a quel momento era alquanto sospetto. Lei sapeva che gli altri lo avevano capito. Facevano finta di non sapere, ed in fondo era meglio così, c’erano molte meno cose da spiegare.
Si avviò di nuovo verso Naruto, decisa a svegliarlo con i suoi baci caldi. Il giovane, dopo aver brontolato un po’, si decise ad aprire gli occhi e sorridendo allegro accolse Tsunade sul suo petto.
-Hai paura, Naruto?-
-Di cosa?-
-Del futuro, di questa guerra-
-Nha, sono tranquillo, questo mondo non si sbarazzerà tanto facilmente di me- e rise, una risata allegra, pura che contagiò la donna e la rese più serena. Naruto accarezzò i lunghi capelli biondi di Tsunade e i due amanti si smarrirono di nuovo tra i loro baci.
Non si accorgevano, che fuori si respirava una strana aria, e un’alba stranamente rossastra faceva sorgere un nuovo subdolo Sole.


 

Naruto riaprì gli occhi. Di fronte a lui Sasuke lo fissava sorridendo. E capì. Era facile capire la fine, intuirne ogni dettaglio, soprattutto se questa arriva per mano del tuo migliore amico, del suo Sharingan e delle sue illusioni. Il tempo si fermò un attimo, forse per far aumentare in lui la consapevolezza che quello era davvero il suo tramonto. Sbatté gli occhi per provare a rivedere la sua immagine almeno un ultima volta. Ma qualcosa lo distrasse : la Katana di Sasuke era a pochi millimetri dal suo cuore.

 


“Ecco di nuovo la pioggia 
che cade dalle stelle 
immerso di nuovo nel mio dolore 
Diventando chi siamo. 
Come la mia memoria si riposa 
Ma non dimentica mai quello che ho perso”

 

 
L’ultima cosa che Naruto Uzumaki vide prima di chiudere definitivamente gli occhi ,non fu il suo migliore amico, non fu il sole rosso cremisi che aspettava esaltato la sua fine,  ma il volto della donna che amava.
 




Addio, eroe.



“Chissà forse ci rivedremo nella prossima Alba”
                                                  





Fine.

 
 





Contest : Crack Paring! Una lettera e un numero.
Paring : Naruto \ Tsunade
Prompt: Sharingan
Versi tra virgolette : i versi scritti in arancione sul lato destro della pagina sono tratti dalla traduzione italiana del brano “Wake me up when semptember ends” Green Day.
 

Note Autrice(da leggere alla fine della storia per una migliore comprensione dei fatti): Bhe, che dire… ecco qui la mia storia per il contest. Spero di aver centrato questo (strano, ma bellissimo) paring e di non averti lasciato con troppa amarezza, ma ultimamente gli happy ending sono molto (troppo) lontani da me. Spero di aver centrato anche (e soprattutto) la condizione “sharingan”. In effetti tutta la storia di Tsunade e Naruto descritta qui sopra è solo un’illusione creata da Sasuke, che in un ultimo sprazzo di amicizia (?) decide di far vivere all’amico un storia con Tsunade, in cui può apprendere che anche se il suo tramonto è vicino lui vivrà per sempre nei ricordi della sua amata. Di fatti l’ultima frase della storia è pronunciata da Tsunade, dopo aver saputo della morte dell’amante (ho preferito non raccontare un momento così triste che vedeva coinvolta solo lei). Naruto muore per mano di Sasuke proprio mentre è in missione con Sakura e gli altri che però riescono a raggiungerlo solo è quando troppo tardi, e che in realtà non riusciranno mai a salvarlo.

Flyonclouds


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