Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: SeaweedBrain    21/03/2012    6 recensioni
Ormai è passato un anno dalla caduta di Crono, e tutto sembra essere tornato al suo posto.
Purtroppo le cose non vanno esattamente come tutti si aspettavano, niente e vissero felici e contenti! Un nuovo enorme numero di ragazzi arriva al campo, e questo rivelerà nuove sorprese al gruppo di ragazzi, intanto nuova minaccia incombe sul mondo degli Dei e quello degli Uomini, più spietata e più potente di prima!
E' il tempo per Percy ed i suoi amici di tornare a lavoro...
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era passato ormai un anno da quando con gli altri abbiamo sconfitto Crono. Non è stata una cosa facile, anzi tutt’altro, avevamo perso molti dei nostri, ma alla fine c’è l’avevamo fatta. Anche grazie a Luke, sebbene ci avesse tradito per tutta la stragrande maggioranza della guerra contro i Titani. Tutto sembrava essere tornato al proprio posto, almeno per quello che poteva per un semidio. In inverno tornai a scuola come avevo promesso a mia madre, anzi le dissi che ormai non avrei avuto più problemi per il resto della mia vita, cosa che sapevo non sarebbe stata vera. Intanto mi sentivo sempre con Annabeth, che ormai era diventata la mia ragazza a tutti gli effetti, anche se non volevo che tutti quanti lo sapessero… lo ammetto mi imbarazza parecchio sentire tutti che mi domandano come sta la fidanzata e cose del genere. Mia madre lo sapeva, ed anche Paul, con il quale ormai si era sposata. Vivevamo tutti quanti assieme e sembravamo una normalissima famiglia di abitanti di New York.
Quel pomeriggio mi venne a trovare Grover, che era stavo molto in viaggio; mi disse che era riuscito a salvare un gruppetto di Semidei, la cosa strana però era che erano tutti quanti assieme e nessuno riusciva a spiegarsi il perché o il come fosse possibile. Comunque mi disse che il pomeriggio seguente li avrebbe portati al Campo Mezzosangue, ed era proprio lo stesso pomeriggio in cui sarei dovuto andare pure io. Mi piaceva tornare in quel posto, amavo ormai la mia Cabina numero Tre, e poi volevo riabbracciare Tyson, il mio unico fratellastro, figlio anche lui di Poseidone. Era un ciclope, però con tutte le avventure (o disavventure, come si vogliano definire) che abbiamo vissuto assieme, era diventato uno dei miei inseparabili amici. Poi forse, a quanto pare, quest’estate avrebbero passato del tempo al Campo anche le Cacciatrici di Artemide. La dea, purtroppo, sarebbe dovuta andare a caccia di uno dei mostri, che continuavano, nonostante la caduta di Crono ad apparire qua e là. Quindi con l’occasione avrei rivisto Talia, ex figlia di Zeus ed anche nuova Luogotenente delle Cacciatrici di Artemide: aveva rinunciato all’amore per gli uomini dedicandosi completamente alla verginità ed alla caccia con Artemide… era stata una scelta difficile, ma l’aveva presa per evitare che compisse sedici anni e quindi potesse far avverare la terribile profezia che gravava su di noi. Anche Annabeth per un periodo pensò di unirsi a loro però fortunatamente non lo fece; sarebbe stato un disastro per me, lo ammetto. Poi Grover mi raccontò anche che al campo avevano aggiunto nuove case per i Semidei, una addirittura anche per Ade, sebbene non sapessimo niente di Nico… però, quando sarebbe voluto ritornare c’era un’abitazione anche per lui. Era fantastico immaginavo da tantissimo tempo quell’estate sarebbe stata sicuramente da ricordare. Così mentre mi trovavo a fare la valigia cercando di decidere cosa portare e cosa no, Grover era gettato sul mio letto nella sua forma caprina, (tanto mia madre lo sapeva prima ancora di me che era un satiro) mentre sgranocchiava la lattina di coca cola che avevo accanto al letto, così chiesi, cercando aiuto:
-Secondo te mi devo portare tutte queste magliette? Oppure pensi che siano troppe…?-
-Percy sei diventato paranoico quanto una femmina, cioè che importa quante magliette hai? male che vada le andiamo a rubare ai novellini!- disse Grover ridendo ma gli lanciai un’occhiataccia
-Dai Grover non ti facevo così cattivo…-
-Non sono cattivo dico solo che ti stai diventando stupido a causa dei vestiti, capisco che sei elettrizzato perché rivedrai Annabeth dopo tantissimo tempo… però tranquillo, calmati, rilassati!-
E così, a quelle parole, mi gettai a sedere a mia volta sul letto cercando di calmare i pensieri e tutto il resto,
-Okay forse hai ragione ma va bene… sono calmo cerco di essere calmo!-
-Ecco così si fa, questa sono sicuro sarà un’estate indimenticabile… poi io rivedrò Juniper! – ammise ora con un mezzo sorrisetto sulle labbra, quasi come un’ebete.
-Si lo so, lo spero davvero…- dissi sospirando.
In quel momento entrò mia madre che, con grande sorpresa, mi vide alle prese con la valigia che spesso invece mi faceva lei. Intanto, sia lei che il mio amico continuarono a prendermi in giro sul fatto che fossi nervoso per il dover rivedere Annabeth. Ammetto che le avevo pure preso una specie di regalo, era una collana a forma di civetta che avevo notato un giorno passando davanti ad un negozio di antiquariato. Il simbolo di Atena infatti era la civetta, così pensai che sarebbe stato carino prenderle quella collana. Mia madre la trovò una cosa altamente carina, Grover invece sdolcinata, ma a me non importava molto.
Quella sera dopo la cena Grover ci abbandonò immediatamente perché doveva andare al campo subito per aiutare gli altri con i preparativi per l’arrivo di quel mucchio di semidei il giorno successivo. Così mangiammo in compagnia: le cose andavano sempre meglio da quando c’era Paul che stava con mia madre. la vedevo raggiante e sempre sorridente… beh, a parte quando vedeva il mio vero padre, Poseidone. iniziava ad arrossire, balbettare e a sembrare stupida, quasi come una tredicenne che riesce ad incontrare il suo idolo. Ammetto che, alla fine, anche io quando incontravo mio padre, quelle poche volte, diventavo nervoso e volevo chiedergli tante di quelle cose che non sarebbe riuscito a rispondere nemmeno se avesse avuto tutto il tempo di questo mondo. Ormai, però, mi ero abituato a vederlo raramente, anzi mi ero abituato a non vederlo, ed ogni volta che succedeva il contrario ero letteralmente esaltato.
Alla fine, dopo tutto il casino con Crono, si era rivelata una cosa piuttosto positiva essere il figlio di Poseidone, ma cercavo di non vantarmi. Così dopo una delle ultime cene con mia madre, finii di sistemare le ultime cose ed andai a dormire stanco. Il giorno dopo sarei partito, finalmente.
Ovviamente, come mi capitava quasi sempre, le cose non mi andarono per niente lisce… anzi più si potevano complicare, più si complicavano. Il giorno seguente mi alzai con calma, e trovai una delle colazioni di mia madre. Quella mattina mi aveva fatto le uova blu ed anche le frittelle blu. Erano buonissime ed io le adoravo.
Dopo che ebbi preparato tutte le ultime cose, presi la collanina e me la misi in tasca, la volevo tenere al sicuro, mentre nell’altra tasca tenevo come sempre Vortice. Era una penna che, all’occorrenza (quindi quasi sempre) si trasformava in spada. Mamma non voleva che usassi armi in casa, non dopo l’ultima volta che avevo distrutto con la spada una delle sue vetrinette preferite, così promisi di tirarla fuori solo nei momenti di pericolo. Bene, le due cose fondamentali le avevo prese, il resto erano dettagli. Indossai poi la maglietta arancione del campo, mi misi dei jeans, delle converse ed ero pronto per andare. Mi avrebbe accompagnato lei fino ai piedi della collina Mezzosangue, da li sarei arrivato poi al campo che si trovava subito dietro di essa. I mortali non potevano entrare, ma era meglio così, perché tutto il luogo era avvolto dalla foschia, quindi più protetto. Presi tutte le mie cose e partimmo in macchina, il viaggio sarebbe durato per un poco.
-Percy…- mormorò mia madre quando partimmo
-Si mamma?- chiesi curioso
-Sei cresciuto ormai..- disse lei sorridente
-Si lo so mamma!-
-Oh però sappi che per me resterai sempre il piccolo Percy!-
-Mamma ma perché mi stai facendo questi discorsi sdolcinati?- chiesi confuso
-Beh non lo so, tutte le volte che vai al campo sono successe cose, non troppo belle ed ho sempre avuto il terrore di perderti… poi ormai ti senti un uomo!- ammise lei ridendo
-Mamma sono cose normali per i semidei, e poi non sono morto, cioè ero semplicemente bloccato sull’isola di Calipso- dissi accennando un sorriso incerto
-Si ma mi hai fatto morire di paura lo stesso…-
-Okay ti prometto che se sto per morire ti faccio uno squillo la prossima volta!-
-Ecco così sei più simpatico!- disse lei guardandomi e facendo una pausa
–E poi ora che hai la fidanzata, sembri sempre più grande!-
-Ti prego, mamma la vuoi finire con questa storia della fidanzata? Okay io ed Annabeth stiamo insieme ma basta…- dissi cercando di non ridere
-Okay va bene cercherò di non pensarci ma sono davvero felice che vi siate messi insieme. lei è così dolce, e brava e poi è anche molto bella e saggia, è perfetta per te che sei completamente l’opposto!- disse quella
-Va bene mamma grazie davvero di tutto cercherò di non morire o roba simile quest’estate solo divertimento!- dissi con un sorrisetto guardandola
-Perfetto era quello che volevo sentirti dire, tu la tua parte l’hai fatta, quindi sei apposto!- disse infine mia madre guardandomi curiosa.
Continuammo su quella scia di discorso per quasi tutta la durata del viaggio. non appena uscimmo dalle trafficatissime strade di New York ci addentrammo per una strada abbastanza sperduta in mezzo alla natura. Era bello ricordare come ero andato per la prima volta al campo e mentre camminavamo avevo dei flash sulla mia prima estate la.
Finalmente dopo parecchio tempo eccola, la vedevo, la Collina Mezzosangue. si trovava proprio davanti a me e man mano che ci avvicinavamo si spostava sempre più sulla mia destra. Sembrava una normalissima collina ma riuscivo ad intravedere, là sopra, le colonne d’ingresso per il campo ed anche, forse se non mi sbagliavo, due persone di guardia lì davanti.
Okay, un momento: ricordo che si faceva la guardia la sera, ma perché in pieno giorno? oltre al drago, che sorvegliava costantemente il vello, perché c’erano anche due come vedetta?! Le cose non sembravano cominciare per il meglio, ma finsi assoluta indifferenza per evitare di far preoccupare mia madre fin da subito. Era appena passata l’ora di pranzo ed ero quasi arrivato, la cosa iniziava ad andare benissimo così quando imboccammo la strada laterale che conduceva ai piedi della collina tirai un respiro di sollievo. Niente mostri per ora, fortunatamente. anche se Crono era andato distrutto i mostri c’erano ancora: alcuni continuavano a credere di essere stati mandati in sua vece, gli altri stolti attaccavano senza più e senza meno, cercando semplicemente nuovi semidei da mangiare. Arrivai allora finalmente la e scesi dalla macchina prendendo lo zaino e tutto il resto delle cose e mi appoggiai al finestrino dicendo
-Allora, mamma, ci sentiamo in questi giorni!-
-In questi giorni? Perseus Jackson voglio come minimo una chiamata al giorno!- ribatté lei, fingendosi severa
-E se non ci riuscissi?-chiesi sarcastico
-Chiamerò io stessa Chirone per cercare di rintracciarti!-
Okay ed io vedrò di chiamarti ogni volta che sarà possibile così tu stai tranquilla!- acconsentii facendole l’occhiolino mentre mi scostavo il ciuffo dagli occhi, come sempre scombinato.
-Allora ci sentiamo tesoro divertiti ancora, e salutami tutti!- ammise lei mentre richiudeva i finestrino e riaccendeva la macchina sorridente.
Ah cosa avevo detto poco fa, niente mostri fortunatamente? Si certo come no. avevo parlato troppo presto, come mio solito. Infatti mentre ero ancora fuori dai confini del campo e quindi dalla sua barriera di protezione, nemmeno avevo iniziato a fare dieci metri che venni scaraventato violentemente a terra.
Lasciai cadere tutte le cose ed allora aprii gli occhi e vidi proprio li accanto a me era appena atterrata un furia. La sua pelle grigiastra faceva davvero schifo, ed i suoi occhi mi scrutavano quasi con ingordigia.
-Vai, ora!- urlai a mia madre che aveva solo messo in moto l’auto.
Quella così rimase leggermente scioccata, ma sapendo bene che non poteva fare niente premette l’acceleratore e cercò di partire. Ma la furia si era appena andata a mettere con un colpo d’ali esattamente davanti alla macchina proprio per non lasciarla passare. Misi la mano in tasca, ma tasca destra e li la sentii, c’era la mia Vortice, ancora non trasformata; la tirai fuori ed, al volo, la trasformai nella mia carissima spada in bronzo celeste, capace di far male solo a mostri e semidei. Ed in quel momento con la spada sguainata, ed il cuore che martellava nel petto, cercai di attirare l’attenzione della furia.
-Ehi io sono qui se vuoi e sono molto più interessante, di quella stupida macchina blu!- dissi mentre la fissavo. la Furia, che si voltò verso di me, digrignando i denti. Allargai le braccia mostrandomi ancora meglio, giusto per dare il tempo a mia madre di scappare con la macchina. Quella fece un piccolo voletto in avanti ed io urlai:
-Vai ora, mamma!-
Mia madre così accese nuovamente il motore della macchina, che le si era spento, e partì a razzo. Mentre scappava vidi i suoi occhi, non voleva abbandonarmi, ma sapeva che quando si trattava di certe cose non poteva far altro che ascoltarmi. Così la macchina partì, cercando di tornare sulla strada normale. La furia rimase li a guardare la scena quasi indignata dopo di ciò non inseguì la macchina anzi rimase ferma e si voltò a guardarmi.
-Fa nulla, preferisco mille volte un piccolo Semidio, figlio di…- disse quella, annusando nell’aria e poi aggiungendo –Ah Poseidone! Ancora meglio!-
-Contenta tu, io odio tutti i mostri in generale quindi penso che siamo pari, forse!-, ma in quel momento la Furia, invece che attaccarmi, lanciò un urlo. Orripilante, davvero. e dire che mi ero abituato a tutte le stranezze dei mostri! Quell’urlo, però, mi fece capire che non stava succedendo niente di buono.
Comunque, mentre stavo per attaccarla, sentii un altro urlo di quello stesso tipo, ma non proveniva da quella furia. alzai gli occhi allora e vidi che sugli alberi, attaccata ad un ramo quasi come una scimmia, c’era una seconda furia, che ruggiva contro di me. Okay ad una furia potevo tener testa, ma a due? Ahia. La cosa si complicava. Anche la seconda scese a terra atterrando alle mie spalle. Così non sapevo quale delle due attaccare per prima.
-Mhm ma bene ottimo lavoro hai trovato un figlio di Poseidone, sono rari!- disse la seconda arrivata, leccandosi le labbra.
-Si è stata davvero un’ottima idea metterci qua all’entrata del campo!- disse invece la prima
-Peccato che ora debba farvi fuori..- mi intromisi io.
-Zitto tu piccolo mezzosangue! però ti ricordo che devono essere portati vivi!- esclamò la numero uno, rivolta alla seconda furia
-Dove dovrebbero… cioè, dovremmo, essere portati?- chiesi impulsivamente tenendo stretta Vortice in mano
-Si, poi quegli stupidi dei Lestrigoni hanno perso un intero carico, quindi non possiamo permetterci di perdere anche questo!-
Non capivo di cosa parlavano era come se stessero parlando di cose loro quasi come se io non esistessi in quel momento. Ma che cavolo stavano dicendo?
-Quelli sono tanto ali quanto stupidi…- disse ora la prima mentre rimaneva immobile fissandomi.
-Scusate ma secondo voi io mi lascerò prendere da voi?- chiesi ironico prima di partire all’attacco scagliandomi verso la prima, che mi sembrava leggermente più debole rispetto alla seconda.
Quella infatti nemmeno se l’aspettava! cercai di colpirla al petto, ma purtroppo, all’ultimo secondo, deviò il mio colpo e mi fece sbandare lateralmente. Mi alzai di botto e mi rivoltai questa volta deciso a non sbagliare. quelle lanciarono entrambe un grido e anche la seconda iniziò ad avvicinarsi minacciosa. Così approfittai nuovamente di quel momento per andare a colpire la furia più vicina. Questa volta il colpo andò a segno e davanti a me non mi ritrovavo più un mostro ma della cenere che cadeva a terra. In quel momento, la seconda furia ne approfittò e mi colpì dritto allo stomaco facendomi cadere a terra. Non l’avevo minimamente vista partire all’attacco e davvero era una sensazione terribile. Mi sentivo incredibilmente fuori allenamento.
Caddi a terra, mentre Vortice rotolò dietro di me, a un paio di metri. Stavo per rialzarmi per correre a recuperarla, ma la Furia mi afferrò per le caviglie, facendomi ruzzolare di nuovo, ancora più lontano dalla spada. Fantastico! Ora non ci sarei mai arrivato. Ciliegina sulla torta, in tutte quelle cadute, mi sfuggì dalla tasca anche la collana che volevo regalare ad Annabeth… anche se, però, in quel momento non mi sembrava il caso di preoccuparsi della collana nonostante non volessi assolutamente perderla. La furia mi teneva fermo, bloccandomi le gambe.
-Bella mossa ragazzino, ma tranquillo, le tue armi non ti serviranno… se non ho come portarti via con me allora significa che ti dovrò uccidere!- Non mi piacevano quelle parole così cercai di perdere tempo
-Si beh… dove mi dovevi portare? – chiesi.
Quella mi guardò con i suoi occhi gialli senza smettere di mollare la presa sulle mie gambe. La sua pelle grigiastra spendeva al sole dandole un effetto squamoso
-Non sono di certo affari tuoi, e comunque è meglio che ti uccida io così non dovrai assistere a cose peggiori nel tuo futuro!- sbottò.
Allora alzò la mano con gli artigli… ahia, quelli facevano male. Non sapevo che fare, probabilmente non avevo neanche il tempo di reagire. Aveva la mano in aria pronta per colpire così socchiusi gli occhi cercando di invocare mio padre per chiedergli aiuto ma in quel momento, mentre ero a metà delle mie stupidissime preghiere, la furia urlò come non mai ed anche lei iniziò a dissolversi in polvere.
A terra ai miei piedi cadde una freccia, così a metà fra il preoccupato ed il felice per quello che era appena successo mi voltai di scatto. Davanti a me c’era una ragazza in jeans argentati però con delle toppe scure qua, una catena attaccata ai jeans ed una maglietta argentata con dei ricami in nero. Era alta slanciata ed aveva in testa un cerchietto argentato che adornava i capelli corvini corti e abbastanza disordinati. Intanto teneva in mano un arco anch’esso argentato che luccicava alla luce del sole. Era pallida ed i suoi occhi blu elettrico erano contornati da dell’eyeliner nero che le dava un’aria da cattiva ragazza. La riconobbi subito: era mia cugina Talia, figlia di Zeus, nonché mia grande amica ed ormai Luogotenente delle Cacciatrici di Artemide.
Aveva un sorrisetto beffardo sul viso, mentre si avvicinava.
-Bene Percy… la tua abilità nel cacciarti nei guai non è andata persa, a quanto pare!-
-Veramente io stavo semplicemente salendo su per la collina e poi dritto al campo quando mi hanno attaccato quelle due!- mi giustificai, alzandomi e sorridendo mentre mi ripulivo i vestiti. Lei roteò gli occhi, con un sorrisetto ironico.
-E’ un piacere rivederti, Tals- aggiunsi, sorridendo.
-Piacere tutto tuo Percy, sbrigati a raccogliere le tue cose. andiamo immediatamente, prima che arrivi qualcos’altro ad attaccarci!- ordinò lei, facendo qualche passo in direzione del campo.
Non esitai neanche un istante: andai a prendere immediatamente Vortice e la ritrasformai in penna, dopo di che presi lo zaino ed il resto dei bagagli che avevo abbandonato accanto alla macchina. Ed infine, mi misi a cercare a terra la collanina per Annabeth. Grazie agli dei, la ritrovai e me la rimisi in tasca, cercando di ripulirla. Talia non era cambiata per niente, anzi forse stare con le cacciatrici aveva addirittura peggiorato il suo atteggiamento verso gli uomini.. anche se, lei ha un carattere scontroso già di suo. In ogni caso, mi fece piacere rivederla, senza contare che mi aveva appena salvato le chiappe da quelle due Furie. Volevo dirle del loro discorso, ma attesi, avrei preferito farlo in un posto più sicuro e poi avrei preferito dirlo prima a Chirone. Forse c’entrava qualcosa con qualche piano, ma (come sempre) non ero riuscito a capire bene di che cosa si trattasse.
Finalmente riuscimmo ad arrivare al Campo. Talia, intanto, mi spiegava che lei si trovava da quelle parti perché era di guardia… non aveva certo perso le vecchie abitudini. Infatti quando aveva sentito l’urlo della Furia si era precipitata a vedere cosa succedesse e appena aveva avuto una buona visuale aveva scoccato la freccia. Le chiesi poi com’era la vita da Cacciatrice e lei mi disse che era proprio come l’aveva sognata, e che adorava le sue sorelle cacciatrici.. Camminammo per la foresta e raggiungemmo, finalmente!, l’ingresso del campo. Era esattamente come lo ricordavo… se non meglio. Vidi che c’era molto movimento, e riuscii a notare delle nuove costruzioni… probabilmente le nuove case per i ragazzi. Lei era tranquillissima e camminava piano accanto a me, mentre io sembravo uno stupido impaziente di rivedere tutti quanti i miei amici. Appena arrivai all’entrata del campo, vidi una chioma bionda ed abbastanza scompigliata corrermi incontro. Indossava una maglietta arancione, quella del campo, e dei jeans ed attaccati ad essi aveva un cappellino degli Yankis abbastanza sgualcito. Era Annabeth, la mia migliore amica, nonché ragazza al momento. Era una figlia di Atena quindi non sapevo bene come i nostri genitori l’avrebbero presa però… diciamo che a noi non importava, io volevo solo stare con lei e lei con me.
Quando la vidi arrivare gettai quasi i bagagli a terra ed allargai le braccia, stringendola forte. Aveva un odore buonissimo e quando appoggiavo la mia testa fra i suoi capelli era come se i neuroni mi fondessero. L’abbracciai fortissimo a me e poi, senza nemmeno pensarci, quando ci ritrovammo faccia a faccia, la baciai sulle labbra. Sperando sempre che non si vergognasse… anche se… in fondo eravamo fidanzati, quindi tecnicamente l’avrei potuta baciare quando volevo. Però non l’avevo mai fatto in mezzo a così tanta gente… Quel momento sembrò durare una vita, non riuscivo a capire per quanto tempo siamo stati in quel … Fu solo quando Grover mi tirò uno spintone che mi fece quasi cadere che mi staccai da lei.
-Ciao Annabeth!- dissi. Cavolo, che stupido. Prima la baci e poi..?
-Ciao Testa d’Alghe, ti stavo proprio aspettando!- mormorò lei,abbassando lo sguardo, leggermente imbarazzata.
-Si l’ho notato… -sorrisi- ed eccomi qua finalmente.. non vedevo l’ora di arrivare!-
-Com’è andato il viaggio?- mi chiese, sorridendomi dolcemente.
-Tutto okay, solite cose, mia madre che mi pregava di non morire, io che le assicuravo che non mi sarei cacciato nei guai, due furie che mi hanno attaccato non appena sono sceso dalla macchina, cose normali insomma!-
-Cosa? Due furie ti hanno attaccato quando sei sceso dalla macchina? Quindi qui vicino al campo?- esclamò lei, spalancando gli occhi, colta di sorpresa.
-Si esattamente, ma niente di preoccupante sto bene tranquilla, la prima l’ho fatta fuori senza problemi…-
-Si e poi sono dovuta intervenire io per salvarti le chiappe perché lo aveva immobilizzato ed aveva Vortice a chilometri di distanza!- si intromise Talia, sorridendo.
-Era tutto calcolato, avevo un piano perfetto… tanto entro qualche secondo mi sarebbe riapparsa la spada nella tasca!- borbottai seccato
-Peccato che tu non l’avevi qualche secondo!- ribatté sarcastica la Cacciatrice.
-Non importa comunque, sono arrivato e sono qua, sto bene e non ho problemi di nessun tipo!- aprii allora le braccia mostrando che stavo bene e che avevo tutte le parti del corpo al loro posto.
-Certo che non hai perso le vecchie abitudini eh?- chiese Annabeth, alzando gli occhi al cielo.
-EHI! non è colpa mia davvero, non sono io che vado alla ricerca di mostri!-
-Ovviamente. Io lo so Percy… non devi scusarti con me!- fece lei, sorridente, mentre mi aiutava a portare le mie cose in cabina.
-Dov’è Grover?- Chiesi dopo un po’, curioso. non l’avevo visto, mentre attraversavamo il campo.
-Grover è andato a recuperare tutti quei ragazzi semidei… quelli che a quanto pare si trovavano tutti insieme!-
-Ma come li hanno scoperti?-
-Uno dei satiri, mentre era in missione, scoprì che il suo semidio si era trasferito di scuola… così si trasferì pure lui. Durante un progetto scolastico, che comprendeva gite e cose del genere, si è ritrovato immerso nei semidei fino al collo.-
-Strana come cosa…- ammisi allora
-Molto strana! Chirone stesso sta iniziando ad indagare, e non vede l’ora che arrivino per potergli parlare!-
-Ovviamente, ma è andato solo?- chiesi
-Non completamente, parte delle Cacciatrici, che per ora stanno qua e si sono offerte volontarie per andare, altri due satiri erano con lui, quindi diciamo che sono apposto al momento!- rispose, scrollando le spalle. -Bene speriamo che arrivino presto!- conclusi, sorridendo.
Intanto entrammo nella mia Cabina dove mi aspettava un’altra grandissima sorpresa. Infatti, intento ad armeggiare con delle molle e dei svariati pezzi di ferro, seduto sul suo letto, c’era Tyson. Quando mi vide arrivare, balzò in piedi urlando:
-Percy!!! Fratello!-
E mi venne ad abbracciare, cercando involontariamente di stritolarmi.
-Ehi Campione! come stai?- chiesi mentre cercavo di non essere soffocato
-Io bene, tu? –
-Benissimo Tyson… ora per favore potresti mollarmi che mi stai incrinando due costole?- chiesi ridendo, e quello mi lasciò immediatamente andare. Era un poco di tempo che non lo vedevo anche se ci video chiamavamo utilizzando l’Iride Phone a ogni occasione.
-Oh si scusa!-
-Tranquillo. comunque cioè che mi racconti? non ti vedo da un bel po’, com’è andato il lavoro nelle fucine dei ciclopi nel regno di Poseidone?- chiesi allora mentre gettavo le mie cose sul letto e mi sedevo, imitato da Annabeth.
-Tutto bene, solite cose cioè lavoriamo e lavoriamo, papà poi ci viene a trovare ogni tanto. è divertente!- rispose sorridendo.
-Capisco, beh d’ora in poi avrai nuovamente il tuo fratellastro a disposizione per tutta l’estate quindi rassegnati!-
-Che bello sono contento che state assieme!- saltò su Tyson, senza che c’entrasse niente. A quelle parole sia io che Annabeth arrossimmo di botto, distogliendo lo sguardo.
-Grazie Tyson sei gentile!- mormorò Annabeth.
-Oh ma è verità questa!- rispose lui, venendoci ad abbracciare.
-Davvero grazie fratello!- sorrisi a mia volta, ricambiando l’abbraccio di gruppo.
Da quando ormai Crono era stato distrutto tutto sembrava tornato alla normalità, le attività si svolgevano regolari al campo e nessuno aveva più troppa paura di quello che c’era. Poi il ritorno clamoroso di Luke aveva un minimo risollevato gli animi, alla fine lui ci aveva aiutato a distruggerlo. Però ammetto che ero realmente preoccupato da questa cosa perché non sapevo ancora bene cosa Annabeth provasse per lui. Erano da sempre stati amici, lei gli voleva bene, fin troppo… però alla fine aveva scelto me, grazie agli dei.
Mentre quel turbine di pensieri mi iniziava ad affollare la testa, sentii delle urla fuori dal campo. Ma non erano urla di rabbia o cose simili, erano semplicemente urla di felicità o di gioia. Travis Stoll passò davanti alla porta e si fermò.
-Su famigliola felice! Andiamo, sono appena arrivati i nuovi ragazzi, su sbrigatevi! e voi piccioncini, chiudete a chiave le porte quando siete soli!- detto, anzi urlato, questo, si volatilizzò scappando e correndo nella direzione degli altri.
Tyson allora uscì di corsa dalla stanza ridendo. Annabeth invece era furiosa, voleva realmente ammazzarlo… e io pure. Però, cercai di non farci caso più di tanto. In effetti, mi avevano avvertito che tutti quanti avrebbero ironizzato sulla coppia… un poco come si faceva in generale. C’era anche Clarisse con Chris poi che erano forse la coppia più strana che potesse esserci sulla faccia della terra ma erano felici, quindi contenti loro. Però, nessuno osava ironizzare su Clarisse… non davanti a lei, perlomeno.
Io e Annabeth ci dirigemmo verso la porta, ma poco prima la fermai. -Annabeth aspetta un attimo, ti avevo preso una cosa…- mormorai imbarazzato mentre prendevo dalla tasca la collana a forma di civetta. Gliela mostrai, facendole spalancare gli occhi dalla sorpresa
-Percy, è meravigliosa non dovevi!- riuscì solamente a dire, troppo felice per parlare.
-Beh l’ho vista ed ho pensato a te!-
-Ma è una civetta, il simbolo di mia madre! Oh, è un pensiero meraviglioso!- esclamò, rigirandosela fra le mani, stupita. L’avevo sorpresa. Fantastico.
-Sono davvero felice che ti piaccia… Avevo rischiato di perderla nel bosco, ma grazie agli dei l’ho ritrovata.- esclamai contento, mentre l’aiutavo a indossarla. Sebbene avesse la collana del campo, voleva metterla subito. Quando finalmente riuscii ad agganciarla, la sfiorò con la punta delle dita e si girò, dandomi un leggero bacio sulla guancia
-Grazie di tutto Percy Jackson!- mi sussurrò dolcemente all’orecchio.
Poi dopo quel momento romantico, diciamo, andammo in mezzo alla folla che si era appena formata al centro del campo sul pavimento in marmo. In mezzo a quella grandissima confusione intravidi i fratelli Stoll che aveva già iniziato a fare scherzi qua… e che quando mi videro con Annabeth non poterono fare a meno di ridere e di imitarci. Grazie al cielo, lei non li vide perché se no sarebbe partita all’attacco, poco ma sicuro. Poi davanti alla folla si erigeva la figura possente di Clarisse. Aveva i capelli sciolti e la sua solita bandana rossa a coprirle il capo. Indossava anche lei la solita maglietta del campo e quando mi vide si limitò a borbottare un:
-Sei arrivato allora Pivello!-
Okay, stranamente era di buon’umore forse perché era con Chris che le teneva la mano. Ormai da quando lei l’aveva salvato dal Labirinto erano diventati inseparabili, soprattutto grazie all’aiuto del signor D che aveva curato la sua pazzia. Osservai gli altri e continuavo a scorgere facce conosciute che mi sorridevano e mi salutavano. Ormai da quando avevo diciamo, salvato il Campo, L’Olimpo ed il mondo, tutti mi trattavano in maniera diversa, anche se non volevo. In disparte dietro a tutti invece appoggiato ad una parete della casa grande c’era Luke. Il mio ex nemico. ormai era tornato al campo in maniera permanente e voleva dimostrare, grazie a questa seconda opportunità, di essere cambiato. Aveva i capelli biondi scombinati ed il suo solito sorrisetto sghembo tipico dei figli di Hermes. Suo padre era stato felicissimo di riaccoglierlo fra le sue braccia, dopo tutto quello che avevano passato. Quando mi vide, anche lui si avvicinò dicendo
-Ehi ciao Percy, bentornato!-
Era strano vederlo così normale, però cercai di superare l’assurdità della cosa.
-Ehi, grazie Luke, come va?- chiesi a mia volta sorridente mentre mi scostavo i capelli dagli occhi. Annabeth era ferma immobile, non proferiva una parola e guardava ostentatamente verso Chirone. Non avevo idea se si fossero già parlato, se avessero chiarito o che so io. -Tutto bene… diciamo solo un poco preoccupato per tutti questi nuovi arrivi!-
-Come mai?- chiesi, curioso.
-Beh quelli indeterminati dovranno venire a stare da Hermes… quindi avremo un bel po’ di casino da gestire e non so come se la caveranno gli Stoll!- ci spiegò allora, sorridendo appena.
-Ah, beh, si certo… ma dai, non penso che saranno così tanti! e poi tranquillo, se la caveranno benissimo!-
-Lo voglio sperare…- mormorò allora accennando un sorriso.
-Per il resto come stai Luke?- chiese Annabeth, parlando per la prima volta.
-Bene. tu invece Annabeth?- rispose lui, un po’ seccamente.
-Benissimo grazie!- fu la risposta di Annabeth, sullo stesso tono del figlio di Ermes.
Okay, non avevano chiarito. Beh, meglio così, no? Continuai a guardarmi in giro e poi sentii che si iniziò a levare un leggero brusio di voci qui e li. Con Annabeth e Tyson ci scambiammo un’occhiata leggermente perplessa, eravamo in fondo quindi non riuscivamo a vedere molto bene quello che succedeva, ma sentii dei ragazzi urlare
-Eccoli sono loro, sono appena arrivati!-
Cercavamo di rimanere silenti per non farci riconoscere, certo poteva sembrare una cosa normale l’arrivo di alcuni semidei al campo, ma l’arrivo di una dozzina di questi ragazzi, beh quello si che iniziava a suonare abbastanza strano, così anche noi iniziammo a farci spazio fra la folla ed andammo a vedere i nuovi arrivati.
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: SeaweedBrain