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Autore: bloodingeyes    21/03/2012    2 recensioni
Quando ha scoperto che la mia identità segreta era quella di Black Fire, il malvagio tormentatore della nostra città, mi ha detto che non potevamo più stare insieme, che lui non poteva accettarlo. Gli ho assicurato che avrei smesso per sempre, sarei diventato un semplice cittadino, mi sarei lasciato tutto alle spalle. Qualsiasi cosa per lui. Ma non è bastato.
Genere: Comico, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Super?'
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My new life… is horrible!

Snake svolazza tutto pimpante e contento poco più avanti. Oggi ha incarcerati il suo primo criminale e mi ha fatto la recensione dell’accaduto almeno 20 volte, cambiando e ingigantendo qualche piccolo dettaglio ogni volta. È passato dalla parte dei buoni da meno di una settimana eppure sembra essere tagliato per questo lavoro più che per quello del cattivo

-E poi ha estratto il mitra e… - continua a raccontare tutto eccitato. Io lo lascio parlare, sarebbe scortese interromperlo per fargli notare che all’inizio gli avevano sparato con una semplice pistola. Sto cercando di essere meno acido e più accondiscendente, un supereroe deve esserlo, ma se continua ad ingigantire i fatti giuro che lo faccio seppellire dalla vergogna!

-Siamo arrivati- gli faccio notare sollevato, le sue chiacchiere mi stanno uccidendo!

-Oh, si!- si riscuote lui dai suoi sogni ad occhi aperti –allora ci vediamo domani?- annuisco

-Salutami tua madre- Snake sorride mentre entra in casa. Penso che la cosa che preferisca del suo nuovo lavoro sia il fatto che ne può parlare con la famiglia e che loro ne sono fieri. Mi avvio a mia volta verso casa, passando per il bordo del cratere che ora è pieno d’acqua di mare. Stanno costruendo un nuovo porto e, vista la profondità dell’acqua in quel punto, avrebbe dovuto diventare un facile un attracco per navi molto grandi che nel vecchio porto stavano decisamente strette. La nostra città era abituata a cambiamenti di questo genere: in meno di un paio di giorni si riusciva a ricostruire interi palazzi e la vita scorreva come sempre, come se la suprema lotta fra bene e male fosse una cosa normale e trascurabile.

Ritorno al Golden Palace a piedi, ancora la mia abilità di volo è schifosa e la macchina l’ho lasciata parcheggiata dall’altra parte della città. Il portiere non fa neppure caso a me e il tipo nell’ascensore mi scorta all’ultimo piano senza una parola. Ormai sono di casa da queste parti. Fra l’altro ho anche scoperto come vengono impiegati tutti i piani del palazzo: vengono affittati a varie agenzie e imprese, al ventesimo piano ad esempio c’è un ufficio legale e al tredicesimo un agenzia di pompe funebri! Il tipo in ascensore era stato assunto per non permettere a tutta questa gente di andare in giro da sola e perdersi fra i vari piani.

Entro nell’appartamento e mi guardo intorno. Non c’è nessuno all’ingresso ma si sente un buon profumo venire dalla cucina. Tyler sta preparando la colazione canticchiando e saltellando. Se non fosse che indossa ancora quell’orrido costume da supereroe sarebbe adorabile

-Buon giorno- lo saluto abbracciandolo –come mai ancora vestito da pornostar?- gli chiedo baciandolo

-Avevo una gran fame e poca voglia di cambiarmi- mi risponde, senza fare caso al mio ennesimo insulto alla sua divisa. Se prima non mi piaceva perché era oscena adesso non mi piace perché tutti potevano guardarlo e sbavare su di lui

-Potevi stare nudo- gli suggerisco baciandolo

-Così appena a casa mi saltavi addosso?- mi chiede sorridendo

-Non male come idea- Tyler sospira esasperato e torna a cucinare. Rimango alle sue spalle ad abbracciarlo, impedendogli di muoversi liberamente, ma lui non se ne lamenta

-È pronto- mi avvisa dopo un po’ e andiamo a mangiare sul divano, guardando vecchi telefilm e schivando qualsiasi tipo di telegiornale. Una volta finito Tyler si accoccola fra le mie braccia e chiude gli occhi per dormire e io lo imito ma nessuno dei due riesce a dormire per più di qualche minuto che suona l’allarme: l’ennesimo attacco dei cattivi. Tyler indossa di nuovo la maschera e, dopo un paio di sbadigli, è pronto all’azione. Io invece divento di pessimo umore. Posso sopportare tutto della mia nuova vita da supereroe, il fatto che io abbia abbandonato tutti i vecchi ideali, l’aver perso il conto in banca a sei seri, il non poter più attaccare senza preoccuparmi delle conseguenze e cose così… ma il dovermi svegliare per colpa di una allarme proprio non mi andava giù! Ma i cattivi dovevano proprio rompere le palle quando stavo dormendo o, ancora peggio, mentre sto scopando?

-Su sorridi!- mi incita Tyler aiutandomi a sistemarmi meglio la maschera sul viso –è dovere di un eroe sorridere-

-Fanculo, ho sonno!- gli rispondo con il massimo della finezza

-Anch’io ma è il nostro lavoro- mi dice baciandomi ma ancora sono di pessimo umore così prova a corrompermi –se sorridi quando torniamo a casa potrai farmi tutto quello che vuoi-

-Tutto?- gli chiedo sorridendo lascivo. Tyler annuisce e lo attiro a me per un altro bacio ma mi sfugge e, ridendo, si alza in volo. Mi affretto a raggiungerlo.

Non mi piace essere un supereroe, è una seccatura essere buoni, ma Tyler mi riesce a farmi dimenticare tutti gli aspetti negativi.

   
 
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