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Autore: ignorance    22/03/2012    7 recensioni
“I lupi hanno la pelliccia”, borbotti, stupidamente. È una delle cose più idiote del secolo. Meriterebbe una targa, davvero, solo per poi essere pulita con il tuo spazzolino da denti.
Wolfstar! A Lupin_love.
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Commenti dell'autrice: uhm. Il Fluff mi sta uccidendo. Mi sta sommergendo a poco a poco, palesandosi lentamente, come una tizia che da dietro la porta ti fa vedere la gamba fasciata dalle calze a rete. (?) Uno a 'sto punto direbbe "vabbe', tanto non te la darà mai. È classico." No! È questo il problema, me la darà! Diventerò una cosa zuccherosa e dovrò sotterrarmi lentamente in una buca nel giardino.
...Okay, lasciamo perdere le allusioni sessuali. Non ho molte precisazioni da fare, in vero, se non che questa storia è sbucata dal nulla mentre cercavo di scrivere una Song-fic. Ora, direte voi, che caspio c'azzecca una Song-fic con 'sta roba? Be', me lo sto chiedendo anche io, giuro.
Come al solito, i pareri sono estremamente graditi. Sto pensando di rispolverare il mio hard disk, per la cronaca, e correggere le mie vecchie storie. Tipo pulizie di primavera, sì.
Eventuali sviluppi et similia sul mio Faccialibro, cough.

Se avete proteste da fare, fatele a Human_, è lei che mi ha costretto a pubblicare questa fic - che non mi convince affatto, no.
Disclaimers: i personaggi non mi appartengono. Come al solito la battaglia legale del mio avvocato è risultata inutile, ma prima o poi ce la faremo! - tossicchia -

Words Counter: #1711 w.

A Lupin_love, perché a Spike manca Jack, e perché a me mancano le torte di sua nonna e, ovviamente, lei.



***



Ti stringi nel maglione, inspirando una boccata d'aria gelida che ti stordisce, quasi costringendoti a rabbrividire. La ributti fuori, creando una nuvoletta d'aria condensata, e la guardi svaporare pigramente con un senso di occlusione che ti stringe il petto. È quasi doloroso renderti conto che stai piangendo, ed è vergognosamente che ti passi i palmi delle mani sulle guance per rimuovere i residui salati.

Quando qualcosa si muove nel tuo campo visivo, sobbalzi. È solo confusamente che ti rendi conto che quel qualcosa è in realtà qualcuno, che ti sta scrutando con un largo sorriso. “Moony”, mormora, e solo allora lo guardi veramente.

Sirius è stretto in un'enorme sciarpa multicolore, e, aldilà del sorriso che gli stira le labbra, la sua pelle pallida è coperta da un rossore che gli tinge le gote e la punta del naso. Be', supponi sia razionale, visto che fa freddo e ogni cosa è coperta dalla neve. Anche l'albero, contro il cui tronco sei appoggiato con la schiena, è coperto da ghiaccio candido. Ti basta alzare gli occhi per vedere le fronde coperte di nevischio, e dando uno sguardo tutt'intorno ti sembra di essere in mezzo al nulla assoluto. Il bianco è accecante.

Ed è incredibile il solo pensare che tu non te ne sia accorto: le tue impronte, leggere, hanno lasciato la traccia nella distesa immacolata, e chiunque potrebbe ripercorrere il percorso che hai fatto correndo, ricordi nebulosamente, con il fiatone e la mente ingarbugliata come un filo di Arianna particolarmente confusionario.

Sirius non parla. Deve davvero aver ricalcato le tue orme, ti rendi conto, vagamente incuriosito dal fatto che non si vedano altre paia di piedi stampate nella neve. Le opzioni sono due: che abbia volato – ed è improbabile, visto che non ha nessuna scopa sottobraccio e che il Wingardium Leviosa lo avrebbe se non altro affaticato un pochino, mentre sembra fresco e riposato –, o che, effettivamente, si sia divertito a seguire il tuo cammino.

Gli lanci un'occhiata obliqua, e pensi che è proprio il genere di cose patologicamente enigmatiche che divertirebbero un mondo Sirius Black. Bene, è deciso. L'unico quesito che rimane è: eh?

I suoi occhi scuri ti stanno fissando insistentemente da circa un paio di minuti, e le sue labbra sono serrate dallo stesso lasso di tempo. È incredibile, calcoli, se si pensa che di solito non riesce a tenere la boccaccia chiusa per più di una manciata scarsa di secondi, e che il suo hobby indiscusso è cianciare di cose inutili, o almeno, pare, così è stato fino ad ora.

“Mmm”, mormori, a disagio. Il silenzio, con Sirius, è sempre equivoco. Inoltre, è un pessimo inizio, visto che sicuramente hai gli occhi rossi ed è una cosa che odi. Mostrarti sempre il più debole del gruppo – Peter non conta, insomma – è già una tua prerogativa, non c'è bisogno di sembrare anche una donnetta ridicola.

Sirius non apre bocca. Ti scruta e basta. È terribilmente inquietante. Cercando di riordinare le idee, gli scocchi uno sguardo confuso, e sai benissimo che non sei credibile, visto che i tuoi occhi sono lucidi. “Sirius, perché sei qui?”, domandi, e la voce ti trema impercettibilmente.

Sirius schiude le labbra, e sembra star per dire una cosa stupida – una delle sue cose stupide, ecco –, ma si blocca in tempo e aggrotta la fronte. “Dovrei chiedertelo io”, ribatte, ed è ancora peggio di una delle sue cose stupide. “Moony, perché sei qui?”, ti ritorce contro la domanda, infine.

“Avevo bisogno di un po' d'aria fresca”, blateri velocemente. Oh, la cosa più stupida che potessi dire è stata anche la prima ad uscire fuori, perfetto.

Le sopracciglia di Sirius si alzano. Non è un buon segno. “È Gennaio, sai. L'aria non è fresca, è gelata”, risponde perplesso; odi queste sue uscite brillanti, hanno un tempismo terribile.

Ti scrolli nelle spalle, come se fosse tutto perfettamente naturale. “I lupi hanno la pelliccia”, borbotti, stupidamente. È una delle cose più idiote del secolo. Meriterebbe una targa, davvero, solo per poi essere pulita con il tuo spazzolino da denti.

Sirius rimane in silenzio. Dopo un tempo che ti pare infinito, decidi che è cerebralmente morto e che puoi far finta che non ci sia. Avresti solo bisogno di stare in silenzio. Avresti solo bisogno di un po' di pace, sia interiore che esteriore.

Hai perso il capo del tuo filo di Arianna, pensi, è andato miseramente perduto. E adesso il Minotauro mangerà il tuo Teseo, o egli si perderà miseramente e morrà, vagando nel Labirinto.¹ È perversamente affine al tuo stato d'animo, questo metaforico sbocco nel mito del Labirinto, a dire il vero un'idea piuttosto contorta. È per questo che ti piace, devi ammetterlo.

Il silenzio di Sirius, comunque, comincia a preoccuparti. Ti volti verso di lui, cercando spasmodicamente un approccio che non risulti troppo stupido. “Ehi”, è tutto quello che riesci a concludere. Oh, brillante, Remus, davvero geniale.

Lui ti guarda, e credi di essere riuscito a smuoverlo, perché se non ti sbagli quella che vedi nelle sue iridi è proprio una punta di divertimento. La sua capigliatura corvina è un pugno in un occhio, con tutto questo bianco, pensi irrazionalmente, e tiri un piccolo sospiro.

Sembra capire che non hai niente di meglio da dire, perché sorride, ma gentilmente – ed è strano, davvero –, e sbotta: “Avanti, butta fuori tutto” e sposta lo sguardo altrove. Sembra capire che come frase è un tantino criptica, perché si affretta a spiegare: “Tutto quello che ti turba, intendo – o forse sarebbe proprio meglio dire 'le tue turbe'? Be', ecco, quello” e il tutto si perde in un mormorìo sommesso.

Eh? “Scusa?”, tossicchi, per cercare di toglierti dall'imbarazzo in cui sei caduto. Ha proprio capito tutto, accidenti.

Gli occhi di Sirius si assottigliano e la sua fronte si corruga vagamente. “Non farmelo ripetere”, ribatte. “James mi ha detto di venire a parlarti e, dannazione, pur non sapendo cosa diavolo dirti sono venuto lo stesso. A quanto pare abbiamo dei problemi di comunicazione o roba del genere”, soggiunge, grattandosi la nuca.

Come non detto. Non è lui il deus ex machina. E non ha neanche capito niente, tra parentesi.

“Moony, non penso che noi due abbiamo problemi di comunicazione, ti pare?”, Black espone i suoi dubbi con nonchalance, non c'è che dire.

“No, non credo”, rispondi velocemente, in imbarazzo. “Non-” e ti blocchi. Il capo del tuo filo è sperso in qualche luogo, non hai il tempo di spiegare bene il fatto a Teseo. Lui deve solo continuare a tenere la sua estremità e cercare di sconfiggere il Minotauro, nient'altro. Ti rendi conto delle stupide associazioni mentali che stai facendo e deglutisci. Di questo passo dovrai andare a fare un controllo al San Mungo. Così, per scrupolo.

“Remus, mi spieghi perché stavi piangendo?” Toh. La domanda del secolo. Ti eri illuso che non l'avesse visto, ti eri illuso che non sarebbe stato così dannatamente smargiasso da chiederlo – ti eri illuso, punto. Ma da che mondo è mondo Sirius Black è smargiasso e senza ritegno.

Ti stringi nelle spalle. “Non- Non lo so”, rispondi, ed in certo senso è anche vero. Non puoi spiegargli che hai perso il tuo filo di Arianna, sarebbe incredibilmente stupido ed imbarazzante. Senza contare che non è lui quello con il pallino per la mitologia antica, e che non capirebbe nemmeno mezza parola di quello che gli diresti, eventualmente.

“Sono confuso”, confessi infine, titubante, visto che non sembra aver intenzione di parlare.

“Confuso da cosa?”, Sirius inclina la testa di lato e sbatte le ciglia, regalandoti un sorriso incoraggiante.

Dannazione, odi dover farti tirar fuori le cose con le pinze. Ponderi giusto qualche istante, e fa freddo, e la tua mente lavora incessantemente per trovare qualcosa da dire, qualcosa di meglio della verità, una cosa più accettabile, quantomeno. Ma la tua materia grigia ti tradisce, per la seconda volta nella tua vita. “Da te”. Ricacci indietro il resto delle parole mordendoti la lingua. Ahi, maledizione, fa un male cane.

“Da me?”, ripete Sirius, ingenuamente. Ci pensa un po', poi sembra capire e aggrotta le sopracciglia. “È perché ti ho chiesto che tipo di bagnoschiuma ti piacesse, vero? Lo sapevo che non dovevo chiedertelo, è che Jame-” diventa una statua di sale nel giro di un secondo.

Forse è perché si è accorto di quello che stai per fare. Forse perché gli hai stretto le dita sul maglione e adesso ve le stai arricciando contro. Forse, semplicemente, perché ha capito.

Non si tira indietro nemmeno quando avanzi di poco, e forse è un buon segno. Ma il tuo lobo frontale² è ancora intatto, che diamine. Avvampi e ti tiri indietro, come se ti fossi scottato. “Scusa, i- io non-”, balbetti, cercando freneticamente una scusa plausibile.

Ma lui ti sta fissando, e le parole ti si soffocano in gola, perdendosi in un fievole sussurro. Lo vedi avvicinarsi, e non hai proprio il tempo materiale per renderti conto di quello che sta per succedere. Senti solo le sue labbra che si schiacciano contro le tue e cominciano a muoversi morbidamente. Senza bisogno di stimoli, cominci a ricambiare il bacio, e sai bene che è tutto un ingarbugliarsi di fili; che in questo modo non sarà Teseo a perdersi, ma Arianna sarà costretta a correre nel labirinto e sicuramente tutto si confonderà, non troverà mai più il suo capo del filo.

Quando ti accorgi che Sirius ti sta guardando, e il suo naso è rosso, davvero tanto, e ti sta ansimando contro, avvampi. Speri stupidamente che lui si convinca che c'entri con il freddo, ma a chi la vuoi dare a bere?

Vedi le sue labbra arricciarsi e i suoi occhi sprizzare divertimento. È finita, pensi incoerentemente, con un moto di impotenza e sconforto. “Non potevi dirlo prima?”, ridacchia Black, semplicemente, e intreccia le dita con le tue.

Sgrani gli occhi, boccheggiando. Com'è possibile che tu non ci abbia mai pensato? È Teseo ad aver sempre avuto entrambe le estremità del filo. Le ha sempre avute lui, pensi, e sorridi scioccamente, stringendo la mano di Sirius.

Certo che Teseo è proprio un idiota.



***



¹ Il re di Creta Minosse aveva vinto la guerra contro Atene. Ordinò allora che ogni nove anni (secondo alcune versioni ogni anno) sette fanciulli e sette fanciulle ateniesi venissero inviati a Creta per essere divorati dal Minotauro. Quando venne il momento di effettuare la terza spedizione sacrificale, Teseo si offrì subito volontario per andare ad uccidere il mostro. Promise al padre Egeo che, in caso di successo, al suo ritorno avrebbe issato sulla nave delle vele bianche. Quando arrivò a Creta Arianna, la figlia di Minosse, si innamorò di lui e lo aiutò a ritrovare la via d’uscita dal labirinto dandogli una matassa di filo che, srotolata, gli avrebbe permesso di seguire a ritroso le proprie tracce e una spada avvelenata. Trovato il Minotauro, Teseo lo uccise e guidò gli altri ragazzi ateniesi fuori dal labirinto. [...]

² I lobi frontali influenzano l'attività motoria acquisita e la pianificazione e l'organizzazione del comportamento. [...] I pazienti con grandi lesioni fronto-basali sono apatici, disattenti alle stimolazioni, indifferenti alle proprie azioni, spesso incontinenti. Quelli con lesioni fronto-polari o antero-laterali sembrano non rendersi conto delle conseguenze di ciò che fanno e tendono a essere distratti, euforici, faceti, spesso volgari e indifferenti dal punto di vista sociale. Traumi acuti bilaterali delle aree prefrontali possono causare comportamenti scomposti, logorrea, agitazione, atteggiamenti socialmente invadenti, che spesso durano per diversi giorni o settimane e che in seguito regrediscono spontaneamente.




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