“Cancella questa foto”.

“Puoi cancellare questa foto?”

“Sto male in questa foto, levala!”

“Butta questa foto, è orribile!”

La ragazza rilesse più volte quei commenti.

Quanta superficialità.

Una fotografia non era solamente quel pezzo di carta o quell'insieme di pixel in cui “stai bene” o male.

Una fotografia è ben di più.

Uno strumento per tornare indietro, per rivivere quei momenti, per sorridere anche tra le lacrime, ricordando quanto si sorridesse quel giorno; è un mezzo per risentire gli odori, i rumori, le urle e persino il sapore di quel panino che mangiavi lì, sullo stadio o quel pomeriggio, nel parco insieme alle amiche di sempre, e a quelle appena conosciute.

Cancellare una fotografia, non servirebbe a cancellarne il ricordo, la ragazza era d'accordo.

Ma di giorni felici se ne vivono tanti, a volte si dimenticano persino.

La fotografia serve anche a questo: non dimenticare nulla.

E poi, quando quelle persone non si vedono più, la fotografia serve anche a ricordare quanto le persone cambino, quanto tutto ciò che si sembra non poter finire mai... svanisce così, come una goccia nel mare o un granellino di sabbia nel vento.

A volte ci serve vedere quelle facce non costruite, vedere un momento in cui quella risata era vera, e non solamente messa su per lo scatto.

A volte ci serve vedere le persone senza la maschera che portano, vederle per come sono sempre state, vedere come si comportino lontano dall'obiettivo.

La ragazza rise, nel silenzio della stanza.

Rise perché era l'unica cosa che poteva fare, spiegare a quelle persone ciò che pensava sarebbe stato inutile, ma ci avrebbe provato.

Rise, mentre premeva sul tasto “Cancella Commento”.

Non avrebbe cancellato quei ricordi, ma la superficialità di quelle richieste sì.

* * *

Angolo Autrice:
Questa, più che una storia, è uno sfogo.
Ieri sono andata con tutta la mia classe in gita allo stadio per la partita ed ho scattato le fotografie.
Quelle che erano venute male le ho cancellate stesso la sera dopo averle mostrate a tutte. 
Stamattina le ho caricate su facebook e poi sono uscita, dedicandomi un pochino al disegno che devo consegnare domani.
Dopo un po', quindici minuti, credo, sono ri-entrata ed ho visto sette commenti. Ho sorriso e ho aperto le foto. Era la stessa persona ed aveva scritto sotto sette foto lo stesso messaggio: "Ti prego cancella sta foto".
Poi mi aveva scritto sull'album "Cancella le foto che ti ho commentato".
Mi sono alterata come poche volte. È una cosa stupida, lo so, ma, prima cosa, ieri non ha detto niente. Seconda cosa, se io levo tutte le foto, come si capisce chi cavolo è andato a vederla, 'sta partita? 
Ci sono una cinquantina di foto tra giocatori e stadio, altre prese così, alla folla, ma mi hai ordinato - e già questo... - di levare tutte quelle in cui ci sei tu.
Ora, dimmi perché cavolo ieri ti sei messa in mezzo per fare le fotografie! Facevi come altri "Io non vengo bene nelle foto, ti prego, non scattarmele" e io non ti calcolavo.
Comunque, tra parentesi, non è vero che stai male. E pure se fosse, la prossima volta portati la tua, di macchina fotografica, e fattene quante e quali vuoi, senza rompere a me che devo pure farmi il problema di vedere dove gli altri stanno bene o meno, perché se credi che io faccia questo, stai parlando con la persona sbagliata :P
Prima di tutto, mi scuso per questi due sfoghi, ma mi sono innervosita perché non hanno fatto uno e dico un commento che fosse attintente alla gita, non mi hanno ringraziata per aver perso tempo a postare e non si sono neanche presi la briga di chiedermelo per favore, indi per cui non mi azzarderò a toccare nessuna di quelle foto.
Non l'avrei fatto comunque, potevano pensarci ieri a parlare dato che le foto le hanno viste, però con quell'imperiosità mi hanno proprio decisa a non fare niente.
Domani ci parlo da vicino, aniziché fare come fanno loro.
Vi ringrazio se siete arrivati fin qui, non c'entra niente tutta questa situazione :D
Thanks,
Mari