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Autore: Pensieve    22/03/2012    3 recensioni
Tributo a Frank e Alice Paciock.
Alice Prewett in Paciock ha ormai dei ricordi vaghi della sua vita: eppure c'è qualcosa che riesce a farle ritrovare la "strada".
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Alice nel Paese delle Meraviglie



<< Ticche tacche, tignolina,
a che cosa sei vicina?
Voli e  voli sopra il mondo,
ticche tacche, ticche tacche,
come un bricco grosso e tondo! >>

La sua vocina flebile riecheggia nella stanza silenziosa; solo il gocciolio del lavandino le fa compagnia, seguendo il ritmo della canzone.
Dove è il suo coniglietto?
L’ha perso.
Sua madre si sarebbe arrabbiata, oh se si sarebbe arrabbiata!
 

 
<< Sei proprio sbadata, Alice! >> una chioma rossa e un paio di occhi verdi << Sempre con la testa tra le nuvole… sì, Alice! Alice nel Paese delle Meraviglie! >>
Era sulla Piattaforma 9 e 3/4 .
Finalmente sarebbe andata ad Hogwarts.
Earnest, dov’è finito Earnest?
Si era distratta un attimo, giuro, solo un attimo e lui… lui era scappato, saltellando lungo il binario.
STONK!
Si era ritrovata giù per terra, con la testa che le faceva male –ma quel dolore sarebbe stato niente, l’avrebbe saputo solo più tardi-.
Un sorriso, dolce.
<< È tuo? >>
Si era scontrata con qualcosa, o qualcuno.
Due mani, grandi. E lì, Earnest, quella piccola peste.
<< Frank >>
<< Alice >>
Era una soleggiata mattina di settembre.

 
 
<< Fate la nanna e possiate dormire,
tanto mai pepe vi ho messo nel letto,
vi ce n’ho messo più d’un etto,
perché possiate starnutire. >>

Alice si alza dal letto continuando a fischiettare la canzoncina.
Si avvicina al lavandino: è da lì che proviene quel ticchettio? Cos’è?
Piena di paura osserva il rubinetto incrostato e lentamente avvicina la mano tremante.
Una goccia d’acqua le cade sulle dita.
Con un balzo indietreggia e il suo sguardo si posa sullo specchio.
Accarezza piano il riflesso e si tocca i capelli: le ciocche sbiadite le cadono scomposte sulle spalle.
Sembrano i rami del Tranello del Diavolo: come si sconfigge il Tranello del Diavolo?
Ah sì, con il calore.

 
 
<< Dite che mi troverà carina? >>
Emmeline le stava spazzolando i folti capelli lucenti.
Un capello. Cinquantatre capelli. Trecentottantaquattro capelli. Quattromilaseicentonovantasei capelli…
<< Ti ha invitato a Hogsmaede, è naturale! >>
Risate fresche risuonano per la stanza: Lily, Emmeline, Mary.
Un sorriso imbarazzato e nervoso –sì, ma di chi era?-
<< Sei carina, molto… >>
Guancie rosse, dita che trovano il coraggio di intrecciarsi.
<< Burrobirra, Frank? >>
Fuori c’era il sole.
 

 
 
 
<< Tu sei vecchio –disse il figlio-
non lo puoi certo negare:
l’occhio acuto, fermo il braccio non hai più;
ma sul naso in equilibrio
un’anguilla sai portare.
Come mai sei tanto bravo, dimmi tu? >>

Silenziosa, come un gatto, si avvicina all’altro letto: c’è qualcuno che dorme.
Sente il suo respiro pesante e vede il torace abbassarsi ed alzarsi.
Chi è? Lo conosce?
Ha un’aria familiare, questo è sicuro.
L’uomo stringe il cuscino, dorme con la bocca aperta.
Le sue mani tormentano la stoffa della fodera.
La donna si siede sul bordo del letto e con le dita percorre “camminando” la sua schiena.
È un lungo, lunghissimo, lunghissimissimo cammino, quello.
Dita in spalla.
 

 

“ORIENTAMENTO PROFESSIONALE
DURANTE LA PRIMA SETTIMANA DEL TRIMESTRE ESTIVO,
TUTTI GLI STUDENTI DEL QUINTO ANNO SOSTERRANNO UN BREVE
COLLOQUIO COL DIRETTORE DELLA PROPRIA CASA PER DISCUTERE
DELLA LORO FUTURA PROFESSIONE“
 

<< Hai già pensato a cosa vorresti fare dopo Hogwarts, Prewett? >>
Un cipiglio severo dietro spesse lenti quadrate.
<< Vorrei diventare Auror >>
Ma quanto era stretta quella crocchia?
<< Nonostante i tuoi problemi di... distrazione, sono lieta di constatare che hai i requisiti necessari in tutte le materie. Sarai un ottimo Auror, Prewett >>
Un sorriso fulmineo e sincero.
E poi un altro, di sorriso –sì, ma di chi era?-
<< Allora, com’è andata? >>
<< Ottimamente direi >>
<< Ce la farai… >>
<< Ce la faremo, Paciock >>
Un bacio. Lungo e dolce. Sapeva di qualcosa… sì, ma di cosa?

 

<< O grassa, o verde, cara zuppina
che attendi calda nella terrina,
a tal leccornia chi non si inchina? >>

Il San Mungo di notte è così silenzioso: si sente solo qua e là qualche lamento.
Alice, tutte le notti, sgaiattola dalla sua camera: le basta appena toccare la porta della stanza –accuratamente chiusa a chiave dai Guaritori- perché questa si spalanchi.
<< Magia involontaria, come i bambini >>
Un cerchietto di lamè nei capelli, una stupida espressione patetica.
Non la sopporta: una sensazione così, a pelle.
La costringe a mangiare la minestra, tutti i venerdì, e lei odia la minestra.
Ora vuole qualcosa di dolce:
Api Frizzole, Gelatine Tutti i Gusti + 1, Cioccorane, Bacchette di Liquirizia, Scarafaggi in Grappolo, Piume di Zucchero, oppure…


 
Un grande salice, la riva del Lago Nero.
Qualcuno la stava abbracciando da dietro, ma era piacevole.
Quel profumo… ecco, quello!
<< Neville! >>
<< Come, scusa? >>
<< Vuoi una gomma Bolle Bollenti? >>
<< No, ripeti quello che hai detto! >>
<< Nostro figlio si chiamerà Neville >>
Rossore sulle sue guance e un sorriso timido –sì, ma di chi era?-.
La sua risata e poi un bacio. Al sapore di Bolle Bollenti.
Il sole brillava sui prati di Hogwarts.

 

E così Alice, in un attimo, ritorna lucida.
Almeno una volte a notte le succede: ricompare la donna di tanti anni fa.
La donna, la moglie, la mamma che non è mai stata.
O almeno, che è stata per troppo poco tempo.
Il meccanismo è sempre uguale: nel labirinto della sua mente –che percorre quotidianamente- ritrova quel sapore.
Basta il ricordo di quello stupido dolciume, le Bolle Bollenti, per ricondurla a loro: Neville e Frank.
Ma questo Filo d’Arianna è troppo debole: sa che tra cinque minuti tornerà ad essere la povera matta di sempre.
Si accascia a terra e assapora quel dolore razionale, che di folle ha ben poco.
Quanto è dolce il sapore delle lacrime?

 

Una risata da bambina, crudele.
<< Crucio! >>
Mille pugnalate bollenti le attraversarono il corpo.
<< È piacevole giocare con voi, Paciock… Crucio! >>
Frank, ora riusciva a vederlo, si contorceva vicino a lei e le afferrava la mano, stritolandola.
Neville era di sopra, dormiva.
Non ne sarebbero usciti vivi questa volta, lo sapeva.
Povero piccolo, crescere senza i suoi genitori…
<< Crucio! >>
Quel giorno, il cielo era plumbeo.

 
 
Manca poco, Alice lo sa, e poi tutto sarà come prima.
Si precipita nella stanza, prende il viso di Frank tra le mani, e lo bacia delicatamente sulle labbra.
Si guardano, lei, più sveglia che ma,i e lui, assonnato.
<< Neville… Neville… Neville… Neville… Neville… Neville… >>
È la sua cantilena, nelle notti in cui ha gli incubi.
<< … Alice? >>
Ma è troppo tardi.
Lei si è persa di nuovo nel labirinto della sua mente.

<< Che piacere, che delizia, non lo puoi nemmen sognare,
quando insieme alle aragoste sei lanciata là sul mare!
“Troppo lungi!” gli risponde la lumaca, e senza fallo,
lo ringrazia gentilmente, ma non vuole unirsi al ballo >>
 




 
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<< Mamma… oggi è un giorno memorabile! >>
Neville prende tra le grandi mani quelle di sua madre, piccole e fredde.
<< Voldemort è morto. È finita davvero, ce l’abbiamo fatta! >>
Sorride, di un sorriso dolce, mentre continua ad accarezzare i palmi di Alice.
<< Sai, io ho ucciso Nagini, era un Horcrux… con la Spada di Grifondoro! Mamma, la Spada ha trovato me! >>
La donna ha lo sguardo assente.
<< La nonna ha detto che sareste stati orgogliosi di me… >>
La voce di Neville è un sussurro questa volta.
<< L’ho fatto per voi… >>
Si alza, con gli occhi lucidi, e attraversa a grandi falcate la stanza.

<< NEVILLE! >>
Una voce roca ma dolce, che il ragazzo non aveva mai sentito.
Si gira e sua madre è lì.
Prende la mano del figlio e con delicatezza gli mette l’incarto vuoto di una gomma Bolle Bollenti al centro del palmo.
Quello è il più bel regalo che potessero fargli: la sua mamma che lo chiama per nome.
<< Grazie, mamma >>
 

 
Alice canticchiando si allontana dalla corsia
<< Disse che andava colui da lei
 per farmi rammentare.
Io se potessi ci tornerei,
ma, ahimè, non so nuotare >>

Trotterellando si avvicina ad una finestra: lì c’è l’uomo che dorme nella sua camera.
Si scrutano per un attimo e infine sorridono entrambi, nello stesso momento.
 Alice schiaccia il viso contro il vetro: questa sì che è una bella giornata.












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NOTE DELL'AUTRICE: tutte le filastrocche sono tratte da "Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie"; i ricordi di Alice risalgono rispettivamente al primo, terzo (le prime uscite a Hogsmaede), quinto (i colloqui prima dei G.U.F.O. ), settimo anno e al 1981, poco dopo la nascita di Neville.
Tengo particolarmente a questa ff, quindi siate buoni! :)


Pensieve






 
  
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