22/03/2012
5 recensioni
Premessa: Questa storia è nata di getto. Non ci ho riflettuto molto, è stata scritta esattamente quando è arrivata l'ispirazione. Più che una storia sono le riflessioni di Jeweely Bonney, che come quelli che tra voi hanno letto il manga sanno, subito dopo la guerra di Marinford è stata sconfitta da Barbanera e consegnata direttamente nelle mani di Akainu. Proprio in quest'occasione lei gli dice che non lo perdonerà mai!
Perciò la mia mente bagata ha pensato che, dato che la si è vista piangere mentre guardava la guerra di Marinford ed è stato proprio L'ammiraglio a uccidere Ace, Bonney e Ace si amassero.
Qualcuno una volta disse: Ciascuno è l'artefice del proprio destino.
Non credetegli, è la più grossa cavolata del mondo. Il destino si prende gioco di noi, illudendoci per poi toglierci tutto quello che ci ha concesso.
Noi crediamo di condurre il destino, ma è sempre lui a condurre noi. (cit: Denis Diderot)
Si trovava legata all'albero maestro della grande nave della marina.
I polsi le facevano male, i lacci che la tenevano bloccata erano troppo stretti, sentiva che il sangue faceva fatica a circolare.
Era tutta indolenzita, erano giorni che non si muoveva , ma soprattutto era stanca.
Era stanca fisicamente a causa dello scontro con Barbanera, che come era prevedibile aveva perso; ma lei accecata dalla rabbia non aveva pensato minimamente alle conseguenze!
Dopotutto era lui l'uomo che aveva, prima, sconfitto, poi catturato e consegnato Ace nelle mani della marina militare.
Era stanca mentalmente , non ce la faceva più!
Il suo cuore stava per scoppiare.
I marinai si faceva beffa di lei e le rivolgevano parole non certo piecevoli per una ragazza, ma non le importava, tutto aveva perso senso dal momento in cui Ace aveva chiuso gli occhi per SEMPRE!
Era svuotata dentro, non provava più niente, ormai neanche le lacrime facevano capolinea dai suoi occhi senza riuscire a fermarle.
Erano finite anche quelle, insieme alla speranza, ai sogni alla libertà.
Già la libertà, ormai non aveva neanche più quella. Giunta a destinazione l'avrebbero sbattuta in qualche cella Di Impel down e tanti saluti!
Sarebbe rimasta solo con il suo dolore incolmabile che, piano piano, l'avrebbe consumata.
Non aveva mai pensato che sarebbe potuta finire così.
Aveva sempre creduto che che avrebbe attraversato tutta la red line, che sarebbe riuscita dove altre donne avevano fallito, che avrebbe fatto ricredere tutti coloro che la sottovalutavo perchè DONNA.
Lei fino a qualche giono prima era una delle poche donne pirata comandante di una nave, una delle undici supernove.
Il suo nome era Jewerly Bonney.
Dopo l'afa del giono, era sopraggiunto un venticello leggero, ma non riusciva a provare sollievo.
Appena incontrava lo sguardo di Akainu, sentiva il sangue bollirle nelle vene e una rabbia accencante invaderla.
Lui e Barbanera erano la causa di tutti i suoi mali.
L'ammiraglio aveva dato il colpo di grazia a Pugno di fuoco.
Chiudendo gli occhi, poteva ancora vedere il volto del pirata sorridente, il suo ghigno beffardo, se si sforzava poteva ancora sentire il profumo della sua pelle, il suono della sua voce.
Ricordava perfettamente la loro ultima conversazione, il loro ultimo saluto.
I ricordi erano l'unica cosa ancora in grado di mantenerla in vita e che le ricordavano che non avrebbe MAI dovuto arrendersi!
Prima di cadere nell'inconscienza intravide l'ammiraglio e pensò, che proprio come gli aveva detto, non l'avrebbe mai perdonato.
Angolo autrice: Spero che via sia piaciuta, ne sarei molto felice. Fatemi sapere cosa ne pensate, nel bene e nel male. Le critiche sono ben accette, sono sempre uno strumento per crescere. Perciò recensite, pleace!