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Autore: Sparrowhawk    22/03/2012    2 recensioni
Una raccolta di tre brevi one-shot sul mio pairing preferito di HTF, ovvero la Flippy/Fliqpy x Flaky:
» I'm sorry world.
» Never judge a book by looking only at his cover.
» Couldn’t bare to say the truth.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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I’m sorry world.

Flippy si portò sconcertato una mano sull’orbita ferita, il sangue che usciva a fiotti da sopra il suo sopracciglio. Teneva gli occhi sgranati, confuso, incapace non solo di capire cosa aveva spinto Flaky a colpirlo, ma anche del fatto che una come lei fosse riuscita effettivamente a ferire qualcuno.

E non un qualcuno qualsiasi.

Aveva colpito lui, lui che più di tutti la amava e che, da mesi ormai, aveva la fortuna di poterla stringere fra le braccia neanche fosse il suo più grande tesoro, l’unica persona da cui mai si voleva staccare e dalla quale voleva andare quando aveva qualcosa di importante da dire, fosse questa bella o brutta. Flaky si era piegata, aveva afferrato uno dei tanti pezzi di vetro che stavano ai loro piedi – a proposito, come mai c’erano quei frammenti a terra? – e lo aveva blandito come un coltello, colpendo alla cieca fino a prenderlo in pieno.

- Scu-Scusami… - aveva mormorato lei, fra i singhiozzi, apparendo ora più sconvolta di quanto non lo fosse stato lui stesso – N-Non volevo… Io…io pensavo che tu v-volessi…

Flippy abbozzò un sorriso, uno di quelli poco convinti e caratterizzati da un labbro tremante. Ancora non capiva cosa fosse successo, cosa avesse spinto una dolce fanciulla come Flaky a colpirlo a sangue freddo. Per una volta, insomma, fu lui a provare paura.

- Che volessi…cosa? – domandò, desideroso di avvicinarsi a lei per scacciare quelle lacrime amare che vedeva a rigarle il volto, ma sentendosi totalmente incapace di farlo.

- Che volessi…farmi male…

- Farti male, Flaky? – ripeté lui, stringendo la mano sul viso senza neanche rendersene conto – Io non potrei mai farti male, e tu lo sai. Sei…sei il mio angelo.

La vide irrigidirsi tutta nel sentirsi dire quella cosa in specifico e, per quanto assurdo potesse essere, le lacrime parvero aumentare. Flippy sapeva che si poteva piangere dalla gioia, e confidava nel fatto che qualunque ragazza avrebbe trovato stupendo il fatto che il proprio partner la definisse come un “angelo”, tuttavia sentiva a pelle che quello non era un pianto liberatorio dettato da un moto eccessivo di felicità. No, lei stava piangendo davvero.

- S-Sei il mio angelo, guarda che dico seriamente! – esclamò, sentendosi improvvisamente in colpa.

Forse non sembrava convincente. Forse il suo tono di voce non era abbastanza deciso.

- Flippy…tu non ricordi proprio quello che hai fatto?

Stavolta toccò a lui irrigidirsi, stringendosi nelle spalle ora a disagio. Che aveva fatto?

- …li hai… - cominciò Flaky, prendendo respiri profondi fra un fremito e l’altro - …li hai uccisi tu-tutti… Hai…dato di matto e li hai… I nostri amici… N-Nutty, Giggles… Handy… tutti…!

Flippy abbassò lo sguardo e prese a fissarsi i piedi, osservando con minuzia di particolari i piccoli pezzi di vetro che stavano attorno ai suoi piedi e a quelli di Flaky. Notò delle macchioline rosse sui suoi stivali verde militare, macchie che neanche con tutta la buona volontà e l’ignoranza del mondo non avrebbe potuto non ricondurre al sangue. Deglutì, girandosi lentamente pur mantenendo gli occhi sempre bassi. Anche quando ebbe dato le spalle alla ragazza con cui aveva parlato sino a quel momento, si prese qualche secondo per trovare la forza, o il coraggio, di alzarli.

Lo fece.

Lo fece e subito cadde in ginocchio, il fiato corto ed il cuore in gola.

- No. – disse, in un sussurro – No, io… No, no, no.

Scuoteva forte il capo, cercando di autoconvincersi che era tutto un sogno, un incubo da cui si sarebbe presto risvegliato. In fondo poteva anche darsi che stesse solo dormendo, che ora, magicamente, si sarebbe risvegliato nel suo letto, stretto a Flaky, con le stelle ad illuminare la notte.

- Io non… Io non farei mai una cosa così. M-mai. Mai!

Venne preso d’assalto dal terrore e dal disgusto per se stesso. Cominciò a piangere anche lui, disperato, sentendo di dover essere biasimato non solo per l’omicidio di qualcuno, ma anche per il fatto di aver cancellato la cosa come se nulla fosse. Valeva così poco la vita di un altro? Poteva davvero uccidere e poi atteggiarsi normalmente, senza alcun ricordo a tormentarlo?

No. Non poteva. Non lui che provava pena per chiunque. Non lui che quando spaventava per puro caso Flaky, entrando di sorpresa in una stanza, chiedeva scusa almeno cento volte, prostrandosi quasi fino al pavimento. Era impensabile.

- Mi dispiace… - questo gli uscì come un rantolo, sommesso, certo, però chiarissimo - …Dio… Dio, mi dispiace…

Delle mani candide e tremolanti gli coprirono gli occhi verdi e lui, stringendole fra le sue, continuò a chiedere scusa a Flaky, ai suoi amici…al mondo.

- Non guardare più… - esordì lei, sua compagna perfino nel pianto - …d-dimentica, Flippy. Dimentica.

  
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